Normal Topic VELVET STRINGS (Read 6861 times)
vitoliuzzi
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VELVET STRINGS
07.01.2004 at 17:15:47
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Apro un post a parte per dire solo alcune cose, ma spero importanti, su queste corde che sono state recensite sul famosissimo trimestrale inglese Double Bassist. Per correttezza, devo precisare che la Velvet, a suo tempo, mi inviò a titolo puramente gratuito un set di Compas 180, per saggiarne pregi e difetti secondo il mio personale punto di vista. Stilai una relazione, credo abbastanza completa, valutando le corde anche in relazione a ciò che il mercato oggi di buono propone. Non potendo inserire questa relazione in un file apposito (è abbastanza lunga), cerco di sintetizzarne i punti salienti. Parlo, ovviamente, delle Compas 180.
Costruzione: si tratta di una corda avvolta in ottimi " windings " ( i famosi anelli che poi proteggono la parte interna e che è la più importante ). Sono molto stretti e vicini fra loro che, potendo la corda essere accordata un tono sopra o sotto, non sembrano minimamente risentire di questi cambi di tensione. Insomma non si rovinano ( a differenza dei modelli Pirastro, specie le Obligato ). Le fibre naturali interne di cui si compone, la rendono duttile in questo cambio di accordatura che, o per l' Orchestra o per il Solo, mantiene le stesse ed identiche caratteristiche sonore.
Montaggio: questa è forse la parte più difficile per chi non ha mai montato delle corde che hanno dei filamenti speciali, ed ad altissima tenuta, sia ai piroli che alla cordiera. Le illustrazioni presenti all' interno della confezione sono abbastanza esaustive. Insomma, è come montare delle corde in budello costruite secondo gli antichi principi ... all' incirca. Per chi possiede una cordiera regolabile, deve calcolare con calma le distanze. Ne vale la pena poichè il risultato finale è di qualità.
Sonorità/suono. Come ho sempre detto qui è " Tutto relativo ". Sul mio strumento le Compas 180 hanno dato degli ottimi risultati. Prima di tutto, lupi e lupetti si sono totalmente diradati ( sicuramente perchè il rapporto tensione/massa di queste corde, ed una certa attenzione posta nei materiali utilizzati, non producono overtoni o discrasie sonore di alcun genere ). Il suono è subito molto focalizzato ed estremamente dolce. Dopo qualche giorno i risultati migliorano. La sonorità è di tutto rispetto grazie ad un eccellente bilanciamento sulle quattro corde ( sia accordate da Solista che da Orchestra ). Pur essendo studiate primariamente per l' arco, il sustain nei pizzicati è buono ( ma ritengo che negli altri modelli, specie nel Garbo, la qualità dei pizzicati dovrebbe essere di tutt' altro pianeta, come ho sentito fra i jazzisti americani e canadesi ). 
Risposta all' arco: direi eccellente ! Insomma, suonando tutti i giorni, il mio arco sembra non aver più bisogno di pece. Anzi, se ne uso troppa l' arco si blocca. E questo va a vantaggio della qualità del " suono che viaggia " e dei vibrati che si riescono ad ottenere. Per non parlare dei "cantabili" dove l' arco riesce a scorrere a velocità bassissime ma con grande presa. Con le Obligato, che uso sull' altro strumento e che pur reputo ottime, ho bisogno di scatole di Pops o Nyman. Poi la corda rimane sempre pulitissima e così il resto dello strumento. Gli spiccati escono con grande naturalezza.
Difetti: per le Compas 180 è difficile ravvisarne. Forse qualcuno ci sarà, ma per adesso non me ne sono accorto. I cambi climatici vengono sopportati direi bene.
Forse, il fatto che costino un bel pò potrebbe rientrare nei Difetti " latu sensu ". Ma se parliamo del rapporto qualità/prezzo, secondo me un 9 pieno ( o forse qualcosina in più ) le meritano. Poi ognuno, con la propria tecnica, sensibilità e reattività dello strumento, sicuramente potrebbe esprimere giudizi diversi.

Saluti

Vito
  
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Re: VELVET STRINGS
Reply #1 - 09.01.2004 at 08:14:15
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Avevo a suo tempo preso in considerazione le compas360 o le garbo ma ero stato fermato, oltre che dal prezzo, anche dal fatto che avevo letto, mi sembra proprio sul sito della velvet, che le loro corde in generale necessitano di una maggiore distanza dalla tastiera, e quindi questo poteva significare, in un contrabbasso senza ponticello regolabile, cambiare anche il ponticello!
Hai riscontrato anche la cosa?
Ciao!
  
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vitoliuzzi
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Re: VELVET STRINGS
Reply #2 - 09.01.2004 at 09:35:53
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Quote:
Avevo a suo tempo preso in considerazione le compas360 o le garbo ma ero stato fermato, oltre che dal prezzo, anche dal fatto che avevo letto, mi sembra proprio sul sito della velvet, che le loro corde in generale necessitano di una maggiore distanza dalla tastiera, e quindi questo poteva significare, in un contrabbasso senza ponticello regolabile, cambiare anche il ponticello!
Hai riscontrato anche la cosa?
Ciao!


Sinceramente questo aspetto non l'ho mai considerato. Ti posso solo dire una cosa. Il mio strumento ha un diapason di 110,5 cm. E' veramente immenso, ma ho intenzione di lasciarlo così. Il modello che ho testato, le compas 180, possono essere tranquillamente montate, ma bisogna adottare degli accorgimenti particolari quando si devono stabilire le distanze dalla cordiera al ponte e dal ponte al peg-box. Infatti sia da una parte che dall' altra si fanno dei nodi particolari. Tuttavia le sconsiglio a chi ha dei diapason di queste dimensioni, poichè, a mio giudizio, le corde sono ideali dai 108 in giù ( 106 sarebbe l' optimum ). Pertanto, il ponticello, regolabile o meno, non dovrebbe avere alcuna importanza. Se mi fornisci dei dati più precisi, forse ci potremmo capire meglio. Il problema principale lo si ha con le cordiere regolabili. Ma è molto difficile che queste corde esaltino la nota del lupo: è più probabile che la minimizzino, fino a farla scomparire. Poi tutto dipende dallo strumento. E si ! I costi effettivamente sono alti. Tuttavia molti jazzisti che adottano la soluzione Oliv-Eudoxa, alla fine spendono la stessa cifra o forse più. Dicono che il suono sia eccezionale, ma che la corda soffra terribilmente i cambiamenti climatici.
A presto

Vito Liuzzi
  
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Re: VELVET STRINGS
Reply #3 - 09.01.2004 at 10:05:51
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Mi sono spiegato male, intendevo altezza delle corde sulla tastiera.
Da quel che ho letto il diametro di queste corde è maggiore rispetto alle corde "normalmente" usate (leggi metallo) ed inoltre le stesso hanno bisogno di più spazio (e più action) ed in definitiva, interpreto io, di una maggiore altezza del ponticello.
Ho un strumento con diapason 110, sul quale monto le Spirocore che sono tra le poche marche a prevedere corde per questi diapason, ed un altro con diapason 106 sul quale ho le Hybrid (che con 110cm diventano "dure" da suonare).
Sul 106 avevo provato le Superflexibile (Thomastick) deludenti, e le Corelli medium (quelle con il Tungsteno), molto comode da suonare ma con un suono ... fino.

Ciao
  
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vitoliuzzi
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Re: VELVET STRINGS
Reply #4 - 09.01.2004 at 10:22:03
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Beh, se proprio non vuoi adottare un ponticello regolabile, che credo sia la situazione migliore, confermo che le Garbo e le Anima hanno uno spessore maggiore vista la loro composizione differente ( le prime mi sembra in poliamide, le seconde in puro budello ). Una soluzione potrebbe essere mantenere lo stesso ponticello, farsi allargare lo spazio dove queste alloggiano e nello stesso tempo farsi incollare due piedini supplementari, non so, sui 4 millimetri, per avere un' action migliore. Certo, con un ponticello regolabile in ogni gig decidi tu, in quel momento, l' action delle tue corde. Il ponticello standard, potendosi piegare in avanti, alzerebbe ulteriormente le corde e sarebbe tutto da rifare. Non lo so ! Di una cosa sono certo: le Garbo vengono regolarmente usate con i regolabili e fin ad ora non mi è parso di sentire commenti poco gratificanti. Se le avessi testate io, ti avrei saputo dire molto di più. Perchè non scrivi direttamente alla Velvet ? Sono certo che qualcosina in più la potresti ricavare.

Vito
  
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vitoliuzzi
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Re: VELVET STRINGS
Reply #5 - 12.02.2004 at 11:56:47
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Riporto in auge questo post solo per dire, come anche Beppe ben sa, che le Velvet 180 sono state testate anche da Pino Ettorre (1° contrabbasso al Teatro alla Scala di Milano, nonchè didatta e concertista). In pratica, a suo dire, le ha trovate straordinarie sotto tutti i punti di vista e questo aspetto, alla fine, mi conforta poichè siamo giunti alle stesse conclusioni. Forse si tratta delle migliori corde oggi presenti  sul mercato, non solo come risposta all' arco, ma anche sotto il profilo della qualità sonora (un timbro molto simile a quello prodotto dal budello, sebbene non siano corde costruite con tale materiale, che permettono così di avere uno spettro di dinamiche più ampio).
Lo so! I costi sono elevati e personalmente consiglio di non gettarsi a capo fitto in tale spesa, se qualcuno dovesse essere interessato. Credo che sia un acquisto da fare con molta oculatezza, in virtù anche di quello che si è detto sopra. Trovare la corda ideale (o le corde) per il proprio strumento non è cosa semplice. E, dalla mia esperienza, non è sempre detto che costi maggiori diano "maggiori" garanzie. Gli strumenti acustici sono un capitolo a se stante!!
Ciao a tutti

Vito
  
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