Da tempo, ormai, sento delle frasi del tipo " Ormai quando suoni non ti pagano più. Per suonare devi pagare! " Non credo di dire una baggianata se lo Stato ci considera l' ultima ruota del carro. Ma e' possibile che oggidì ci siano ancora grosse difficoltà per recuperare 30/40 euro da un concerto? Sembra che grossi problemi ci siano quando si suona in locali, anche rinomati, dove fra agibilità, borderau, Siae, Enpals ... farsi "retribuire" (per usare un termine più naivè) è diventata un' impresa titanica. Mi chiedo: se non avessi insegnato, sarebbe stato possibile materialmente  vivere di "SoloMusica" ? 

Su molte cose non sono assolutamente d' accordo, ma è il tuo pensiero che rispetto.

Ciao, Fede.

Vito

Concordo pienamente con Beppe. Del resto, qualche tempo fà, ci fu un servizio molto esauriente su Rai3 (TV) dove venivano svelati tutti i retroscena su come opera la benemerita SIAE. Ricordo tante cose di quel servizio, ed alla fine, seppure in maniera celata ed ovviamente non dichiarata, si è potuto comprendere come la SIAE, insieme ad altre Istituzioni pubbliche e private "di facciata", costituisca una potentissima lobby di potere inattaccabile. E' giusto che gli autori, editori e tutti i soggetti giuridici che vi rientrano, siano tutelati e ripagati per le loro opere dell' ingegno, ma alcuni meccanismi non sono volutamente chiari. Del resto anche la materia dei controlli e di chi "controlla i controllori" lascia molto a desiderare. Scusate la vaghezza del pensiero espresso, ma ritengo di non dover andare oltre. Una materia da riformare? Sicuramente! Ma oggi non si comprende più se la legge riformata sia poi migliore della reformanda.

Vito Liuzzi

p.s.: ricordo di quel servizio una cosa simpatica, definiamola così. Sei un compositore novello, regolarmente iscritto alla SIAE. Componi una serie di brani, regolarmente registrati. Poi ti crei una serie innumerevoli di concerti falsi dove esegui o fai eseguire da gruppi inesistenti le tue composizioni. I controlli, specie nel classico ed in grossi centri urbani è pressocchè inesistente. Conclusione. E' possibile vivere di questi espedienti per ricavarci un bel gruzzoletto. Trattasi come è logico di illeciti e che vanno condanati. Ma se la Legge è uguali per Tutti, non Tutti sono uguali per la Legge.

Magari si potesse far così, caro Vito. Invece un compositore novello non potrà mai ricavare dei soldi dalla SIAE.

C'è un tetto minimo (un po' di tempo fa era 150.000 lire) che se non viene raggiunto non dà diritto al rimborso.

Bisognerebbe suonare parecchio e farlo suonare anche ai propri amici (anche in maniera fittizia) per arrivare a quella cifra.   

I locali che vorrebbero far suonare in Italia sarebbero molti ma molti di più se non ci fosse questo sistema
Ma lasciamo perdere che altrimenti mi arrabbio e basta.

Quote:


come faccio ad aprire il link? non mi da la pagina....

Credo sia stato spostato qui.

http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90082,00.html

Ciao
Daniele

Posso confermare, con assoluta certezza in quanto tesoriere di un noto jazzclub, che l'importo da pagare alla SIAE per una serata di jazz è di circa 90 euro! Per altri generi musicali considerati "intrattenimento" si può pagare molto meno.