Normal Topic VIENNESE TUNING (Read 11167 times)
vitoliuzzi
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VIENNESE TUNING
19.01.2004 at 11:01:06
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La c.d. accordatura alla Viennese ( La-re-fa#La) e' stata riproposta sul n.27 di Double Bassist. Il concerto di Hoffmeister n.1 , ed in parte quello di Dittersdorf, si può perfettamente eseguire con questo tipo di accordatura. Ovviamente bisogna cambiare totalmente il proprio tipo di approccio e, soprattutto modificare le corde. Per il Fa# si usa un sol accordato di mezzo tono sotto, per il la alto occorre utilizzare una corda presa da un set Solo, o richiesta appositamente. Lo dico solo a titolo informativo. Se qualcuno ha delle osservazioni, ben vengano.

Vito

p.s.: e' da ricordare anche l' accordatura per quinte usata da Joel Quarrington, che usa il set di corde della Thomastik "Red Mitchcell". Quarrington ha usato questa accordatura per incidere un Cd su brani tutti di Bottesini.
  
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Beppe
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #1 - 19.01.2004 at 11:40:10
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Mi fa paura solo pensare di accordare a quel modo lo strumento, chissà che casino.

E' vero che anche per eseguire l'arpeggione di Schubert (che non ho mai avuto il coraggio di affrontare) si è facilitati con un'accordatura stramba ?

Beppe

  
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vitoliuzzi
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #2 - 19.01.2004 at 21:02:04
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In parte è vero, Beppe.
Però, sono convinto che l' Arpeggione sia assolutamente nelle tue possibilità. Magari, se un giorno dovessi decidere di studiarlo,ti farò notare un trucchetto che ho visto fare a Gary Karr  che semplifica notevolmente la vita in un passaggio iniziale. Il problema sono le altre 896 battute Wink

See you.
  
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Fede
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #3 - 19.01.2004 at 23:18:26
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francamente penso che con quella accordatura  finalmente si potrebbe dare un senso a quel concerto, che così com'è sembra essere semplicemente "scomodo apposta", quando nell'idea compositiva è proprio il contrario!

...se non erro l'accordatura viennese è originaria su un violone (viennese appunto), non proprio un contrabbasso...
  
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #4 - 19.01.2004 at 23:19:00
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...mi riferisco a Dittersdorf...
  
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vitoliuzzi
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #5 - 20.01.2004 at 09:24:26
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Cmq. mi sembra che per Dittersdorf non vi siano grossissimi problemi anche con l' accordatura standard.
Con Hoffemeister e l' accordatura alla Viennese la vita si semplifica di parecchio.

Vito
  
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #6 - 20.01.2004 at 11:11:36
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Io consiglio a tutti di studiarsi Dittersdorf perchè secondo me serve tantissimo per imparare ad usare l'arco. Passate le prime 10-15 battute poi è tutto in discesa.
Io l'ho sempre suonato con l'accordatura standard.

Raccomando le cadenze alla Streicher, sono molto più belle. Chi non le avesse mi richieda copia.

Beppe
  
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #7 - 20.01.2004 at 21:30:29
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Dittersdorf è assolutamente fattibile, ma è comunque un pezzo pensato per uno strumento "ad accordatura aperta" così come Vanhal e credo Hoffemaister (che però non conosco). L'inizio sono tutte corde a vuoto e armonici!!! L'idea stessa di solismo e virtuosismo è ben diversa.
  
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vitoliuzzi
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Re: VIENNESE TUNING
Reply #8 - 21.01.2004 at 08:55:01
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Se esegui Vanhal in re Magg., lì c'è ben poco di "accordatura aperta" (tonalità contrabbasso in Do M).
Il dato storico dice che effettivamente si cercavano delle accordature che potessero facilitare l' esecuzione di alcuni passaggi di una certa difficoltà per l' epoca. Basta anche vedere il manoscritto di Vanhal. Nella maggior parte dei casi, poi, era lo stesso compositore che scriveva la composizione più per se stesso (adeguandola quindi alle proprie capacità tecniche) che per altri musicisti. Oggi, invece, succede che molti compositori dedicano a contrabbassisti noti le loro "opere", manipolando le difficoltà tecnico-esecutive sullo stampo di quel solista, che poi deve proporre il brano. Esempi lampanti sono Rota, Mortari e Trovajoli e tanti altri (Concerto di Tomasi per Pierre Hellouin, di una difficoltà estrema, che Hellouin riesce ad interpretare al meglio, ma che altri Grandi non si azzarderebbero neanche a sfogliarlo).
Del resto, Federico, sai bene che per un paio di secoli abbondanti le varie Nazioni (ormai delineatesi anche se con sfumature differenti) si arroccavano sull' uso di accordature particolarissime, e non fu facile ricondurre tutti all' adozione di un sistema uniforme e paritario per tutto il vecchio continente. 
 
  
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