E' più per bassocordisti elettrici ... Importante studio di registrazione di una major discografica. Il produttore convoca tre bassisti con lo scopo di selezionare quello che saprà essere il più versatile per le esigenze di una nuova pop star da lanciare su MTV. Dovrà avere capacità tecniche fuori dall'ordinario e suono speciale, qualcosa insomma che spacchi davvero. Prima di metterli alla prova, li fa accomodare in una saletta d'aspetto e comincia a consultare i rispettivi curricula. Dei primi due già sa tutto: entrambi americani, discografia e collaborazioni nei principali studi di Los Angeles, turnisti di comprovata esperienza e di lungo corso. Del terzo, napoletano e sconosciuto, legge su un pezzetto di carta da formaggio solo questo: " Io suono da dio" .... (prego di interpretare il nostro musicista con accento verace n.d.r.) Stupito per la pochezza delle referenze e l’apparente tracotanza del personaggio, il produttore si affaccia dalla porta della stanza di regia per guardare in faccia i suoi ospiti. Vede che mentre i due americani hanno portato con se un'attrezzatura high end costosissima e si stanno intrattenendo a vicenda mostrandosi funamboliche prestazioni su un Furlanetto in radica marezzata a 6 corde e su un Roscoe a 7 con l'ologramma della Cappella Sistina, l'altro, magrino, se ne stà in un angolo con uno strumentino costituito da una bacchetta che sembra un rametto di legno di sambuco e con una sola corda tirata da un capo all'altro, un piccolo piezo sotto, niente volumi, niente toni, niente EQ. Le sedute di audizione cominciano. Gli americani confermano, ciascuno per la propria parte e se ce ne fosse stato ancora bisogno, temperamento e prestazioni di eccellenza, sfoderando suoni magnifici e tecniche circensi. Ormai il produttore ha deciso. Sarà uno dei due. Per puro scrupolo di coscienza decide di dare una chance anche a quello che più che un bassista sembra la brutta copia di un Magicante della Kinder&Ferrero. Lo fa accomodare in cabina di ripresa, gli passa le cuffie, gli attacca il jack ad una DI senza effetti, e ritorna sulla poltrona della sala di regia accanto all'ingegnere del suono. Vengono alzati gli slides del master ad 1/4 per tenerlo in sottofondo e iniziare nel frattempo a discutere una proposta contrattuale da sottoporre ai due campioni. Improvvisamente dai reference monitor esce una sola nota .... soave, che si spande nella sala come un'onda di marea, a volute sempre più ampie, con la ricchezza timbrica di una sezione di archi, la soavità di un oboe e l'incisività e la spinta di un maglio, la gravità e profondità di un macigno. L'omino con il rametto ha appena sfiorato la corda del grissino. Il produttore ed il tecnico al di là del vetro lasciano cadere le carte sul pavimento e si guardano basiti ed increduli. Decidono allora di sottoporgli una trascrizione di Jeff Berlin e qualche licks di Anthony Jackson. Non solo l’interpretazione è perfetta, ma il suono è veramente straordinario, cangiante secondo le situazioni e sempre pertinente. In più l’omino sfodera sul grissino monocorda una destrezza di mani degna di Paganini. Incuriositi e meravigliati i due tecnici decidono di andare a vedere da vicino strumento ed esecutore, mentre i due americani che hanno assistito al provino non credono alle proprie orecchie. “Congratulazioni, fantastico … ci dica adesso dove sta il trucco …”. “Ma quale trucco e trucco … fa l’omino schermendosi … chist'è solo questione di esercizzio, gongentrazzione … poi è lo shtrumento che ffa veramente di tutto … di tutto vi dico ... sient'ammè …”. Convinti che il tipo si voglia far beffe di loro, produttore e tecnico del suono decidono di sottoporgli quattro pagine fitte di annotazioni di partitura da violoncello dal Messiah di Handel. Senza battere ciglio il musicista si appresta all’esecuzione dopo aver chiuso accuratamente la porta della stanza di ripresa. Dopo alcuni istanti e mentre dallo strumentino si leva un suono orchestrale alla Ennio Morricone, il vetro della cabina di ripresa inizia ad appannarsi fino a che dell’esecutore si perde traccia. Rimane solo il suono, maestoso e presente. Preoccupati i due dalla sala di regia si precipitano ad aprire la porta della saletta. Ma la porta non si apre. E il suono continua … soave e maestoso. Bussano insistentemente. Al che la musica si interrompe, si affaccia l’omino con lo strumento che gronda acqua da tutte le parti, ruota l’unica meccanica che ha a fondo tastiera e con un asciugamano ai fianchi tutto seccato fa: “ … scusate signori ma mo' avete rotto proprio u ca___ ...e ashpettare che finisca l’idromassaggio … no eh? …”
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