Dimenticavo di dire di prendere questi "consigli" con le dovute pinze, o non tenerne conto affatto se contrastano col vostro modo di pensare. Mi sembra ovvio e scontato. Non sono mica il Verbo
.
5) I pizzicati: suonarli perfettamente a tempo od aspettare fino all' ultimo momento? Mah! Personalmente credo che, specie nelle Opere Liriche (ma il discorso può valere in generale), per andare tutti insieme sarebbe meglio aspettare una frazione di secondo e poi pizzicare, anticipando il vibrato già da prima che si suoni.
In altri casi, al contrario, occorre essere veramente metronomici quando si deve supportare il tempo di tutta l' orchestra. Dove pizzicare? Io preferisco pizzicare a metà tastiera sulle note molto gravi: sembra che il suono qui sia più dolce. Pizzicare col medio o col pollice?
La differenza di suono c'è! Seguire il Primo in modo tale da non incorrere in sanzioni amministrative e penali (o mazzate dal resto della fila)! Karr dice che il miglior pizzicato è quello col pollice ... e nei passaggi veloci ? Infine, un pizzicato non vibrato non viaggia molto e si apre poco. Allora meglio vibrarli poco efarli viaggiare di più.
6) Devo suonare un "solo" da solo! Penso al Vivo del Pulcinella di Stravinsky, per esempio. Forzare troppo non mi sembra una cosa proprio corretta tecnicamente, anche se eventuali "rumorosità" si attenuano in una sala da concerto ed a distanza. Io suonerei più vicino al ponticello senza strafare, almeno nell' intento di dare più corposità al suono e renderlo più ricco di armonici. Le forzature non sono mai belle (a meno che non vengano richieste) nella musica. Tanto un solo contrabbasso più di tanto non può dare in fatto di potenza sonora. Allora meglio suonare pulito ma con estrema convinzione.
7) Pianissimi. Capita spesso (ma dipende anche dalle orchestre) che in situazioni di pianissimo i direttori se la prendano sempre con la fila dei contrabbassi perchè suonano, a loro giudizio, forte. Allora "far finta" di suonare, con due crini ed un leggerissimo vibrato (che aiuta sempre nell' intonazione generale), magari alla puntissima. Non darà grosse soddisfazioni al singolo contrabbassista, ma il direttore sarà contento e la Musica nel suo insieme ne trarrà beneficio. Tirare l' arco con due crini è "già" suono!
8) Il Lab (sol#) in quarta corda. Il dramma del contrabbassista. Lo suono col quarto ma vibra poco; di solito (ma non sempre, ovviamente) una sezione ci mette sempre un attimo prima di capire se si è intonati. Le sezioni molto affiatate non hanno grossi problemi. Ma il Lab in IV può essere anche preso e vibrato col terzo: è solo una questione di abitudine e di studio !!
9) Lupi e lupetti. Se non hai lo strumento messo a posto, meglio che tu non ti presenti in orchestra
. Può capitare, e non è una bella sensazione. Se puoi, pigia la nota "allupata" e quella all' ottava inferiore contemporaneamente. Se non ci sono alternative, prova ad accendere un falò: i lupi dovrebbero stare a distanza.
10) Recupero dell' arco. E' sempre il caso in cui si tende a gonfiare il suono, cioè eseguire un crescendo che non è rischiesto. Farsi furbi. Dare meno lunghezza d' arco sulla nota precedente, così non si avrà la necessità di recuperare troppo arco. Very simple !!
11) A mio avviso, cominciare sempre con l' arco già sulla corda è sempre meglio che adagiarlo quando ormai è già troppo tardi, sia nei passi veloci che nei normali attacchi. Ma ci sono casi e casi !
12) Questa è simpatica ma utilissima. Di solito nelle arcate in giù si decresce alla punta, il contrario per quelle in sù. Io direi: impariamo a tirare l' arco dal tallone alla punta in giù ed i sù con la stessa potenza sonora (quella prescelta). Poi impariamo a decrescere al tallone e crescere alla punta, cioè con le "forchette" esattamente al contrario.
13) Intonazione: mille possono essere le tecniche per migliorarla (scale, arpeggi, sistemi di registrazione...). Le Quinte del Petracchi suonate a Bicordi, o Ferraris Lo Studio delle Doppie note mi sembrano delle indicazioni abbastanza "indicative"
.
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