Normal Topic Suonare in Orchestra: consigli utili??!! (Read 5669 times)
vitoliuzzi
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Suonare in Orchestra: consigli utili??!!
01.02.2004 at 12:44:49
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Parlando di David Gage, sul suo sito ci sono dei consigli (secondo la visione del Gage o di chi per lui) che abbracciano vari argomenti. Ne prendo solo alcuni (quelli che mi sembrano più vicini al mio modo personale di suonare e pensare musicalmente) che riguardano lo "stare in orchestra", modificati in qualche parte. Magari se ne potrebbero aggiungere altri, o commentare quelli che si andranno a descrivere. Scusate la lunghezza dei pensieri.

1) La sezione dei contrabassi, specie se composta da 4 o più contrabbassisti, deve sempre cercare di evitare di sonorità "non richieste". E' molto facile suonare "forte" quando, in realtà, è richiesta una dinamica molto più "debole". Molte volte riuscire a sentire chi ti sta accanto, può essere un modo valido per suonare correttamente i "piano" ed i "pianissimi", anche "facendo finta" o suonando con due crini alla punta.

2) E' buona regola suonare con la quantità di arco che realmente serve. Molto spesso si tende a "gonfiare i suoni" specie quando si usa tutto l' arco o si tira l' arco verso il tallone. La conduzione dell' arco dovrebbe essere "giusta": niente esagerazioni che non siano richieste dal Direttore o dal Primo della Fila.

3) Prima di ascoltare un solista o quello che fanno le altre sezioni, concentrarsi principalmente su quello che fa la propria sezione. E' compito del Direttore (o del primo contrabbasso) indicare un' esecuzione del passo che dia specifici risultati.

4) Molte volte si vedono contrabbassisti che sulle note "pedale" lunghissime, vibrano come dei dannati. La bravura di una sezione si vede proprio in questi casi: meglio non vibrare o, al massimo, vibrare pochissimo, giusto per capire se si è intonati con la sezione ed il resto dell' orchestra.
  
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vitoliuzzi
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Re: Suonare in Orchestra: consigli utili??!!
Reply #1 - 01.02.2004 at 13:45:26
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Dimenticavo di dire di prendere questi "consigli" con le dovute pinze, o non tenerne conto affatto se contrastano col vostro modo di pensare. Mi sembra ovvio e scontato. Non sono mica il Verbo Smiley.

5) I pizzicati: suonarli perfettamente a tempo od aspettare fino all' ultimo momento? Mah! Personalmente credo che, specie nelle Opere Liriche (ma il discorso può valere in generale), per andare tutti insieme sarebbe meglio aspettare una frazione di secondo e poi pizzicare, anticipando il vibrato già da prima che si suoni.
In altri casi, al contrario, occorre essere veramente metronomici quando si deve supportare il tempo di tutta l' orchestra. Dove pizzicare? Io preferisco pizzicare a metà tastiera sulle note molto gravi: sembra che il suono qui sia più dolce. Pizzicare col medio o col pollice?
La differenza di suono c'è! Seguire il Primo in modo tale da non incorrere in sanzioni amministrative e penali (o mazzate dal resto della fila)! Karr dice che il miglior pizzicato è quello col pollice ... e nei passaggi veloci ? Infine, un pizzicato non vibrato non viaggia molto e si apre poco. Allora meglio vibrarli poco efarli viaggiare di più.

6) Devo suonare un "solo" da solo! Penso al Vivo del Pulcinella di Stravinsky, per esempio. Forzare troppo non mi sembra una cosa proprio corretta tecnicamente, anche se eventuali "rumorosità" si attenuano in una sala da concerto ed a distanza. Io suonerei più vicino al ponticello senza strafare, almeno nell' intento di dare più corposità al suono e renderlo più ricco di armonici. Le forzature non sono mai belle (a meno che non vengano richieste) nella musica. Tanto un solo contrabbasso più di tanto non può dare in fatto di potenza sonora. Allora meglio suonare pulito ma con estrema convinzione.

7) Pianissimi. Capita spesso (ma dipende anche dalle orchestre) che in situazioni di pianissimo i direttori se la prendano sempre con la fila dei contrabbassi perchè suonano, a loro giudizio, forte. Allora "far finta" di suonare, con due crini ed un leggerissimo vibrato (che aiuta sempre nell' intonazione generale), magari alla puntissima. Non darà grosse soddisfazioni al singolo contrabbassista, ma il direttore sarà contento e la Musica nel suo insieme ne trarrà beneficio. Tirare l' arco con due crini è "già" suono!

8) Il Lab (sol#) in quarta corda. Il dramma del contrabbassista. Lo suono col quarto ma vibra poco; di solito (ma non sempre, ovviamente) una sezione ci mette sempre un attimo prima di capire se si è intonati. Le sezioni molto affiatate non hanno grossi problemi. Ma il Lab in IV può essere anche preso e vibrato col terzo: è solo una questione di abitudine e di studio !!

9) Lupi e lupetti. Se non hai lo strumento messo a posto, meglio che tu non ti presenti in orchestra Wink. Può capitare, e non è una bella sensazione. Se puoi, pigia la nota "allupata" e quella all' ottava inferiore contemporaneamente. Se non ci sono alternative, prova ad accendere un falò: i lupi dovrebbero stare a distanza.

10) Recupero dell' arco. E' sempre il caso in cui si tende a gonfiare il suono, cioè eseguire un crescendo che non è rischiesto. Farsi furbi. Dare meno lunghezza d' arco sulla nota precedente, così non si avrà la necessità di recuperare troppo arco. Very simple !! 

11) A mio avviso, cominciare sempre con l' arco già sulla corda è sempre meglio che adagiarlo quando ormai è già troppo tardi, sia nei passi veloci che nei normali attacchi. Ma ci sono casi e casi !

12) Questa è simpatica ma utilissima. Di solito nelle arcate in giù si decresce alla punta, il contrario per quelle in sù. Io direi: impariamo a tirare l' arco dal tallone alla punta in giù ed i sù con la stessa potenza sonora (quella prescelta). Poi impariamo a decrescere al tallone e crescere alla punta, cioè con le "forchette" esattamente al contrario.

13) Intonazione: mille possono essere le tecniche per migliorarla (scale, arpeggi, sistemi di registrazione...). Le Quinte del Petracchi suonate a Bicordi, o Ferraris Lo Studio delle Doppie note mi sembrano delle indicazioni abbastanza "indicative" Wink.

vl
  
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vitoliuzzi
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Re: Suonare in Orchestra: consigli utili??!!
Reply #2 - 02.02.2004 at 09:48:13
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Continuando con questa catalogazione, in alcune parti scontata in altre forse più interessante, analizzerei altri aspetti, del tipo:

1) Suonare in Orchestra, ma questo discorso può valere in qualsiasi formazione poli-strumentale, non dovremmo mai concentrare la nostra attenzione solo sui passi che stiamo suonando. La bellezza del "far musica" consiste anche nel capire cosa fanno le altre sezioni. Si tratta di un buon esercizio non solo per comprendere come "gira" un tema, ma anche per fondersi ed amalgamarsi con l' intera massa orchestrale al fine di condurre in porto le idee musicali che quel direttore ci richiede. Se quest' ultimo si rivolge, ad esempio, ai violini per cercare una determinata sonorità o un particolare colpo d'arco, è buona norma non chiacchierare col collega!!, ma cercare di far propri quei concetti che possono ritornare utili, indirettamente, anche nell' esecuzione della nostra parte.

2) Il silenzio assoluto, specie durante le prove, è sinonimo di grande professionalità di un' Orchestra. Il direttore "dirige", noi "eseguiamo". Bastano le prime parti per eliminare eventuali dubbi o per contestare scelte poco proficue per la fila.

3) La bellezza puramente "visiva" di una sezione, tipo la nostra, la si ha quando tutti hanno la stessa idea di dove eseguire quel colpo d' arco o la quantità di arco da utilizzare. Il professore d' orchestra è al servizio di una grande squadra. E' chiaro che ognuno possa avere idee differenti, ma alla fine, e dopo che la squadra ha trovato il proprio affiatamento, ci si renderà conto che la funzione del Primo è di fondamentale importanza (ma anche di coloro che hanno più esperienza di noi, anche se non sono freschi di studio!). In taluni casi, alcuni colpi d' arco sono simili o uguali a tutto il quartetto: non perdiamo l' occasione di entrare nella "famiglia" ed teniamo ben desta l' attenzione.

4) Diteggiature. L' ideale sarebbe che tutti seguissero gli stessi standard nel diteggiare almeno i passi più virtuosistici. Smanicare, restare in posizione, suonare o non le corde vuote? Il dato soggettivo, spesso, porta qualcuno a "sperimentare" posizioni nuove rispetto alla Fila, perchè ha studiato il passo in quel modo. Il dato oggettivo e correlato allo strumento, porta a sfruttare le posizioni che il professore ritiene più consone alle particolarità acustiche del proprio strumento. Alla fin' della fiera, l' importante è suonare tutte le note e possibilmente con una buona intonazione d' assieme. Le diteggiature "logiche" dovrebbero essere la regole, per cercare di uniformare il suono della sezione. Quelle "illogiche od estemporanee" che denotano anche una certa mancanza di studio o di attenzione, dovrebbero essere evitate. Qui il discorso potrebbe allargarsi a macchia d' olio. Lo riprenderemo in separata sede Wink.

5) Il Direttore. Che sia un bravo direttore od un pessimo direttore, noi dobbiamo fare il nostro lavoro in maniera professionale. Capita molte volte che una sezione ( non è infrequente che i contrabbassi aiutino il Direttore a far riprendere il giusto tempo a tutta l' orchestra!) abbia degli sbandamenti, dovuti a tanti fattori. Ecco perchè il "contatto visivo" diventa fondamentale. I Direttori, blasonati o meno blasonati, quando trovano gli occhi dei propri professori, si sentono "meno isolati" !! Amano il contatto degli occhi. Il loro lavoro non consiste più e solo in un incedere regale nell' assestare il giusto tempo, ma anche, e soprattutto, nel "far musica", obiettivo basilare. Le loro movenze hanno un significato che dobbiamo imparare a "decodificare"; la mimica facciale è la musica stessa che promana dalla sua mente, quello che realmente il Direttore vuole ottenere. Guardiamo più il Direttore, magari dando uno sguardo prima al passo che ci tocca suonare. Sicuramente il Direttore ci terrà più in considerazione, poichè è inconsciamente consapevole che da quella parte dell' orchestra c'è qualcuno che lo tiene in considerazione. E ciò fa molto piacere ai " conductors".

6) Muoversi o non muoversi. L' importante è non battere il piede per mantenere il tempo, tutto il resto fa parte della personalità dell' orchestrale. La timidezza interiore se si traduce in timidezza nell' esecuzione non è un buon segnale. Essere una grande squadra vuol dire realizzare uno dei punti massimi delle arti liberali: la sublimazione musicale nel corpo e nella mente. Trasmetterla all' uditorio è la magnificazione di un' Idea che trascende l'Essere per trasformarsi in puro Spirito esistenziale. Lasciarsi trasportare dall' energia musicale potrebbe avere anche un effetto estremamente defaticante ... e non solo (sublimazione). 

VL
  
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vitoliuzzi
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Re: Suonare in Orchestra: consigli utili??!!
Reply #3 - 02.02.2004 at 11:12:44
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Concludo questo soliloquio, nella speranza che ci sia qualcuno pronto a ribattere, contestare o discutere i punti principali che ho malamente cercato di evidenziare.

1) Arcate: un problema non da poco! Anche qui il discorso potrebbe essere argomento per lunghe digressioni. Fino a quando si lavora solo per la propria fila, grossi problemi non ve ne sono. E' bello confrontarsi anche con chi ha idee diverse dalla tua, ma alla fine qualcuno deve prendere delle decisioni. La figura del Primo è in questo senso di fondamentale importanza. Bisogna sempre comprendere il grado di recettività della Fila, e mai pensare che se quel colpo d' arco viene bene a me deve essere eseguito alla perfezione anche dagli atri. Poi, è chiaro, dipende da Fila e Fila ! Complicarsi la vita non è mai consigliabile. Semplificarla, qualora l' effetto desiderato lo si può raggiungere con escamotagè più fattibili per tutti, potrebbe essere una soluzione accettabile. Sciogliere delle legature lunghissime può andar bene, magari ponendo il simbolo del cambio d' arcata non all' inizio della battuta, ma leggermente prima (in questo modo tutti cambiano in una frazione di secondo differente, ma è assicurata la continuità sonora). Talvolta può far comodo sciogliere alcune arcate o scriverne qualcuna meno tradizionale (meno legata ai cliché tradizionali) se l' effetto desiderato lo si ottiene con maggiore naturalezza. Non dimentichiamo che lavoriamo con suoni allo stato puro in relazione all' acustica del luogo in cui ci esibiamo. L' esperienza insegna come affrontare differenti situazioni ambientali da un punto di vista acustico, regolandosi di conseguenza. E anche questo aspetto potrebbe essere uno spunto per riflessioni ulteriori.

1a) Quando poi si suona all' "unisono" con i violoncelli, solitamente si seguono per tradizione le loro arcate (che molte volte per noi sono poco indicate). Si spera, allora, in un buon Primo violoncello che "dialoghi" molto col Primo contrabbasso (nella speranza che i loro rapporti umani siano buoni!), al fine di trovare una soluzione di compromesso. E se ciò non avviene? Consultare il Direttore e motivare le proprie scelte; dopo attendere il responso finale! Per fortuna oggi questo capita raramente, visto che la tecnica dell' arco per i contrabbassisti si è evoluta enormemente. Molte volte si tratta solo di una questione di legature troppo lunghe che, per il contrabbassista, potrebbero creare problemi dovuti alla differente configurazione dei due strumenti (arco, corde, maggiori cambi di corde ... ).

2) In Orchestra, come in tutte le altre situazioni, dobbiamo sempre pensare al nostro arco come ad un prolungamento del nostro braccio (frase scontata!!), ma non dovremmo mai dimenticare che talune volte occorre pensare prima a quello che si eseguirà dopo. In tal modo, sapremo con esattezza la quantità di arco giusta da utilizzare, anticipandone i tempi d' esecuzione. 

Ho utilizzato solo gli esempi più comuni e ricorrenti nella pratica orchestrale. Molti, sicuramente, ne avrò dimenticati. Sarebbe curioso, interessante ed intellettualmente stuzzicante completare ed approfondire queste "note".

Un saluto a tutti

Vito
« Last Edit: 02.02.2004 at 20:57:11 by »  
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