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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz (Read 28110 times)
MrPC
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #20 - 16.02.2004 at 10:56:40
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Tornando ai contrabbassisti.
Pedersen ha capacità tecniche mostruose, però forse ha puntato troppo su queste ... è un fior di musicista che ha suonato sempre con musicisti che avevano le sue stesse caratteristiche: Joe Pass, Oscar Peterson ecc, ma forse non è stato mai, e i motivi possono essere altra fonte di discussione, al centro nel mondo del jazz.

Tra gli italiani anche a me è sempre piaciuto Di Castri.

Le considerazioni di Beppe su Paul Motian le ho sentite fatte da altri ed effettivamente ...

Sono contento che anche Giorgio abbia seguito il mio percorso valutativo su Patitucci.
McBride è sicuramente un altro grande contrabbassista. C'è però qualcosa, che mi sfugge, che non me lo fa ama re completamente.

Alla prossima

Antonio
  
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remigio
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #21 - 17.02.2004 at 11:56:03
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che ne pensate di Paolino DallaPorta?...io l'ho sentito suonare dal vivo quest'estate,ha improvvisato sia pizzicato che con l'arco,con l'arco mi è sembrato meno convinvente!
  
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remigio
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #22 - 17.02.2004 at 11:57:08
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meno convincente!
  
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Beppe
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #23 - 17.02.2004 at 16:20:47
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Paolino dalla Porta è bravissimo come jazzista. Con l'arco forse non sarà gary Karr però non credo nemmeno abbia avuto una grossa impostazione classica. Comunque secondo me è un grande.
  
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MrPC
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #24 - 19.02.2004 at 09:53:54
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Sicuramente bravissimo.
Un altro grande sfuggito alla lista è Miroslav Vitous.
Però, ribadisco il mio pensiero, ciascuno è grande in relazione al suo ambito di azione. Dalla Porta e Vitous sono grandi nel loro genere, Di Castri (per restare in Italia) lo è nel suo.
Forse Holland è veramente quello, complessivamente, più preparato: bel suono, grande organizzatore, eccellente solista, accompagna con maestria sia il classico 4/4 "liscio" sia i tempi composti più complicati.
  
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remigio
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #25 - 19.02.2004 at 10:46:02
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Uno dei primi album che mi ha fatto scoprire il contrabbasso jazz è "Super Bass" dove suonano insieme tre grandi:Ray Brown,John Clayton e Christian McBride...qualcuno sà dirmi se sono stati fatti altri esperimenti del genere,ossia dischi dove suonano insieme altri mostri sacri del basso?
  
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Fede
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #26 - 20.02.2004 at 01:14:46
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Io ho un disco con Michael Moore e Rufus Reid, in duo da soli (soli bassi), ma francamente non mi piace; mi sembra piuttosto, ma forse sbaglio, che esista "superbass 2" forse con lo stesso trio...
  
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remigio
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #27 - 20.02.2004 at 15:33:25
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Grazie per l'informazione Fede,mi documenterò!
  
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Mauro_Gargano
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #28 - 06.03.2004 at 15:18:51
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Scusate l'intromissione , ma vorrei spezzare una lancia in favore di Paul Motian che é stato un pò malmenato duramente ultimamente....
Io credo alcuni musicisti vanno valutati anche su altri parametri , solisti o accompagnatori che siano.
Il caso Paul Motian é uno di questi.
Ho sempre pensato che fosse arrivato un pò per caso alla notorietà , e per la stessa casualità si é trovato al posto giusto al momento giusto ,nei gruppi di vari personaggi adesso mostri sacri del jazz (Bill Evans , Ornette Coleman , Paul Bley , Keith Jarrett)
Ma adesso siceramente penso di ricredermi.
Semplicemente per il fatto che tutti i + grandi musicisti adorano e rispettano lo stile di Paul Motian.
Ho partecipato ad un seminario di Marc Johnson 2 mesi fa , in cui non ha fatto altro che parlare di Motian.
Definendolo "this is the perfection in music".....
Io francamente ero sorpreso , sopratutto pensando che Marc conosceva anche Dejohnette e Erskine (che avrebbe potuto nominare), e poi credo di aver capito.
Paul Motian fa suonare la musica , fa suonare l'orchestra , crea quel'insieme di connivenze che fanno il suono di gruppo.
Funge da collante (molto personale intendiamoci).
Penso sia + duro valutare l'apporto dei musicisti che sono un po "nell'ombra", piuttosto che i musicisti che hanno personalità + evidenti.
Voilà , mi dispiace , sono un chiacchierone e ho scritto una lunga mail.
Se siete arrivati a leggere fin qui vi ringrazio per l'attenzione!!
Ciao
Mauro
  
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MrPC
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #29 - 08.03.2004 at 08:03:08
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Figurati!

Penso di capire il tuo intervento. In effetti i parametri di giudizio per un musicista possono essere molteplici, e, estremizzando, ci sono quelli che tendono a giudicare più lo strumentista e quelli che tendono a giudicare più il musicista, con la conseguente possibilità di opinioni anche molto divergenti.
In effetti senza Paul Motian il trio di Bill Evans non avrebbe avuto l'impatto che ha avuto, e poi, come contrabbassista, chi non sogna un batterista che suoni leggero leggero, permettendoti di emergere (proprio a livello di suono) e di essere libero sul tempo come Motian? Se poi invece immaginassimo un concerto di sola batteria con Paul Motian?
  
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Mauro_Gargano
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #30 - 08.03.2004 at 08:27:27
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E' interessante valutare le cose da questo punto di vista perché spesso ci si puo lasciar sorprendere in maniera del tutto inaspettata.
5 anni fa ho ascoltato un concerto di Steve Lacy in compagnia di Paul Motian in un club che si chiama 7 Lezard .
Il contesto era abbastanza avanguardista ,ma nonostante tutto molto comunicativo .
Motian ha suonato un pezzo in solo di 20 min.
Non ti nascondo che quando una batteria suona per troppo tempo sola , un pò mi annoia.
Ma in quel caso li fu abbastanza interessante perche Motian interagiva con della musica preregistrata rendendo il contesto sonoro accattivante e misterioso.
Ricordandomi un disco di Charlie Haden (Closeness duets , '76)  dove Motian fa la stessa cosa .
I gusti sono gusti , a me in quel contesto piacque molto.
Ti saluto 
Mauro
  
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MrPC
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #31 - 08.03.2004 at 11:45:22
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Torno a fare l'avvocato del diavolo.
Il Motian musicista non si discute, le critche mi sembravano rivolte al Motian strumentista. Poi si può essere talmente grandi musicisti da sopperire alle mancanze quali strumentisti (il bello del jazz "di una volta"), o essere grandi strumentisti ma non abbastanza da sopperire alle carenze musicali (il brutto di certo "jazz di oggi"). Ma anche queste sono generalizzazioni abbastanza gratuite, utili forse solo ad alimentare il discorso.
  
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Beppe
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #32 - 08.03.2004 at 11:49:59
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Forse avete ragione voi, Paul Motian è stato, ed è un grande batterista.
e sono sicuro che è così perchè lo dicono persone molto più quotate e musicalmente dotate di me. 

Ma dopo 20 anni che studio musica, ho un mio senso critico ben presente, e nonostante tutti i più grandi musicisti ne parlano bene, per me rimane un vecchio rimbambito che non sa suonare. E questo non me lo so spiegare.

E non è questione di tecnica. Prendete per esempio un altro "vecchietto" come Archie Shepp. Anche lui ha sempre suonato in maniera un po' libera e senza la tecnica dei nuovi rampolli come Redman e compagni. Però quando sento i suoi dischi, o quando lo vedo in concerto (l'ultima volta 5 anni fa nella Parigi di Mauro), fa musica, e la fa talmente bene che mi crea emozioni. 

Paul Motian mi fa lo stesso effetto di un quadro con un bel puntino rosso su sfondo bianco o la tela strappata senza niente dipinto sopra. Insomma una bella presa in giro per i miei 20 anni di studio.

Fate un esperimento: fate finta che nessuno conosca Paul Motian, che non abbia mai fatto un disco con nessuno di famoso e che nessuno ne parli bene. Andate a sentirlo e, con la mente sgombra da preconcetti, ascoltatelo. 

Beppe

  
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Mauro_Gargano
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Re: Qualità sonora ed improvvisativa nel Jazz
Reply #33 - 08.03.2004 at 12:13:12
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La visione delle cose é puramente soggettiva e spesso puramente emozionale.
Credo che sia difficile per un musicista calarsi nei panni dell'ascoltatore esterno e libero da preconcetti (però può succedere..)
Peraltro é strabiliante di vedere come la gente che non fa musica , e che tantomeno non impazzisce per un genere preciso , percepisce il discorso ed il messaggio musicale.
La mia ragazza per esempio non fa musica (e a dir il vero non é neanche una melomane..) e sente le cose in maniera completamente diversa da me , e francamente a me questa cosa fa riflettere .....(potrei prendere per esempio tanta altra gente intendiamoci).
Penso che esistano dei musicisti (o delle persone in questo caso) che hanno il dono di convogliare un certo tipo di energia ed attenzione intorno a loro.
Indipendentemente dalla tecnica , corso di studi , anni di pratica ecc. trasmettono qualcosa , e ci parlano tramite vari modi.
E c'é gente che riesce a captare questa energia , o senso estetico , o tecnico razionale , o politico perché no?
Trovo che Motian abbia questa caratteristica , e a me francamente non dispiace .......
Ma capisco quello che vuol dire Beppe.
Vi saluto
Mauro

  
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