Normal Topic EDGAR MEYER (Read 6579 times)
vitoliuzzi
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EDGAR MEYER
05.04.2004 at 18:31:18
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http://www.nytimes.com/2004/03/29/arts/music/29ORPH.html?ex=1081227600&en=f338d1...

Forse è un pò ingrassato! Ma quest' uomo sta riscuotendo un successo incredibile. Meritato? Personalmente credo di si! Non è uno fra i miei preferiti come classico, però che dire? Questo è un genio in ogni settore. Ne conoscete altri?
Bye
Vito
  
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Beppe
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Re: EDGAR MEYER
Reply #1 - 06.04.2004 at 10:12:39
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Edgar Meyer è veramente indicato da molti come un grandissimo. Purtroppo non l'ho mai sentito. Qualcuno è in grado di dirmi dove posso comprare (in Italia) il suo disco dove suona le suite di Bach ?

Pur essendo prodotto dalla major Sony ho provato ad ordinarlo ma mi hanno detto che è esaurito.

  
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vitoliuzzi
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Re: EDGAR MEYER
Reply #2 - 06.04.2004 at 17:58:06
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Grazie a Fede ho ascoltato tre delle Suites di Bach per violoncello (di cui una trascritta) suonate da Meyer. In breve.
- Le suite sono sicuramente più belle sul violoncello (secondo me) e non hanno bisogno di essere manipolate specie nelle arcate, che da Meyer non seguono quelle scritte da Bach (in alcuni passaggi)
- Meyer è un grande virtuoso, ma il suo suono non mi piace moltissimo. Forse dal vivo è meglio, ma su Cd è riverberato moltissimo, ben focalizzato, ma poco ricco di armonici. Se le suonasse Ettorre forse le eseguirebbe meglio ed in maniera più filologica.
- A questo punto, esprimendo sempre un parere personale, preferisco le prime tre eseguite da Gary Karr. Mi emozionano di più.

Vito

p.s.: un aspetto tecnico molto interessante su Meyer è che tratta l' arco con estrema gentilezza (e grande maestrìa) tanto da annullare (o quasi) qualsiasi cambio di arcata. Per poterlo valutare al 100% dovrei ascoltarlo dal vivo (come mi è successo con Karr), perchè non sono sicuro se alla fine abbia un' ottima cavata di suono e se lo stesso si senta in una medium-hall con orchestra. Il problema è sempre lo stesso, o la querelle: allegerisco tutto cercando di ottenere un suono un pò "flambè" ma qualitativamente decente, oppure cerco il massimo della focalizzazione spingendomi sempre verso il ponte curando molto la tecnica delle note lunghissime e ricche di armonici (alla Gary Karr)? Chi scrive predilige più la seconda soluzione, anche se nel Barocco si rischia di esagerare come spesso capita anche a Karr.
  
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Fede
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Re: EDGAR MEYER
Reply #3 - 07.04.2004 at 10:06:33
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Deduco che ti è arrivato tutto... bene...

Chi scrive predilige invece più la prima delle due soluzioni che esponi, ma dipende sempre dal contesto...

Penso che nel momento in cui si trascrive un pezzo nato per un altro strumento sia naturale cambiare alcune arcate (per assurdo è un tipo di procedimento quasi filologico); anche io le prefersico sul violoncello (nascono così!) perchè diverse cose sono e sembrano poco "spontanee" e un po' forzate per scorrere con naturalezza, anche se si tratta di musica che funziona sempre meravigliosamente su qualsiasi strumento (ne ho sentite alcune fatte con tiorba, oppure clarinetto basso, oppure con corno (solo qualche parte) o col basso elettrico (Patitucci) e funzionano sempre!) e che lasciano sempre ampio spazio alla personalità dell'interprete.
Una conseguenza derivante dalla querelle che esponi è legata anche alla potenza che esce dallo strumento: ho un dvd di Meyer con Yo Yo Ma e Mark O Connor dal vivo in una sala da concerto, e E.M. non "spinge" tanto sul suono e la cosa funziona molto bene ma: sono solo in tre e comunque con qualche microfono che aiuta il tutto. Non penso che un modo di suonare così possa funzionare per esempio in un concerto per contrab e orchestra, ma il problema non si pone, visto che lui non ne fa (o perlomeno non ne ho mai sentiti).
Un'ultima impotrante considerazione (motivo per la quale E. M. mi piace moltissimo): in altri suoi dischi lui ricerca un altro tipo di suono a seconda delle esigenze espressive (e forse stilistiche), porto come esempio la zingaresca di pablo de serasate: è pur sempre un poco "flambè" ma il risultato espressivo è ben diverso (secondo me).

So di andare un po' controcorrente ma una cosa che mi piace tantissimo di E.M. è l'uso che fa (o non fa) del vibrato.

Ciao
  
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vitoliuzzi
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Re: EDGAR MEYER
Reply #4 - 07.04.2004 at 13:08:45
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Grazie Fede per tutto, anche per le interessanti osservazioni di sopra.
Solo una cosa. In Bach è filologicamente corretto non vibrare, come per altri compositori della sua epoca o addirittura che lo precedono. Anche qui, cmq., è nata una "querelle" fra gli studiosi, ma sembra proprio che l' uso del vibrato proprio non sia consono per quei tempi. Stessa cosa si potrebbe dire per Fryba, la Suite, che se è concepita "in stile antico" lascia spazio ad un' interpretazione più libera (stavo per dire romanticheggiante) e senza vibrato, magari con arco Barocco o al massimo pollice sulla bacchetta (spostando la mano in avanti).
Grazie ancora (ottime le tue scelte discografiche, tranne Chi Chi!!)

Saluti
Vito
  
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Fede
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Re: EDGAR MEYER
Reply #5 - 08.04.2004 at 12:30:15
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(già ti dissi di Chi Chi..)

Mi permetto un fugace appunto sul vibrato nel barocco (argomento molto più complesso di quello che sembra). Non è vero che nella musica barocca non si vibra! è vero che invece che il vibrato è un "accessorio" da usare con buon senso e spesso secondo alcune precise regole espressive, e non è una costante. Anzi si vibra anche con l'arco in alcuni punti! Diversi trattati parlano in negativo di coloro che suonano vibrando "come caprette" (non ho i testi con me e non ricordo le parole esatte), e riguarda quindi il modo in cui si vibra, non il fatto che si vibri! Mediamente si può dire che si debba vibrar comunque poco (rispetto agli standard moderni) o per nulla in alcuni casi, ma il discorso è un po' più complesso e presenta diverse eccezioni e libertà; in ogni caso da quando è (ri)nata la musica antica basata su criteri filologici ad adesso, vi sono già stati diversi cambiamenti e ancora ve ne sono (basta sentire un po' di cd "filologici" solo che di un decennio fa rispetto allo standard attuale...), molti anche sul vibrare o sul non vibrare, e come.

Fryba è tutt'altra roba, perchè è in stile antico ma con vari sprazzi che sottintendono un'interpretazione più romantica (si deve pensare a come si suonava Bach ai tempi di Fryba... sarebbe più filologico, credo); ma d'altraparte l'importante è sempre avere una qualche idea musicale che comunichi qualcosa, il resto è fatto giusto per discuterci un po' sopra...
  
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