Beh in diversi contesti il polistrumentismo è molto praticato: molto nel jazz (anche se non spesso un artista si espone pubblicamente con uno strumento col quale abitualmente non lo si vede), molto nella musica popolare, molto nel rock (specie negli anni 70), e anche nella musica antica fino al barocco compreso era una diffusa pratica. Forse il punto sta nella specifica professionalità del musicista (che non coincide necessariamente con la “bravura”). Mi spiego meglio: io (ma come me, tanti) suono o suonicchio altri strumenti, oltre il cb, per esempio chitarra e basso el, ma son ben lungi dal definirmi (e quindi “vendermi” professionalmente come) un chitarrista o un bassista (el.); semplicemente perché conosco i miei limiti su questi strumenti (e mi vanno bene così) e non mi saprei adeguare sempre alle esigenze di un qualche direttore o capo dell’esecuzione, cosa che vorrei essere sempre in grado di fare col contrabbasso (questo nonostante abbia comunque effettuato registrazioni professionali come chitarrista e bassista, ma eran cose che sapevo fare…). Il mio parere è che suonare altri strumenti comunque aiuta ( molto più di quello che uno crede), come anche qualsiasi esperienza musicale alla quale si è “normalmente” estranei, ma il vero problema in fase di studio, è quello del tempo e delle energie… Un sacco di tempo, in tutti questi anni, che ho usato “facendo dell’altro”, era tempo che toglievo allo studio del contrabbasso, e questo porta nel male (ma anche nel bene) delle conseguenze. Ne il tempo, ne le energie sono illimitate… La frustrazione però, penso sia un’altra questione, molto più psicologica e personale: io suono diversi strumenti “così e così” ma ne sono contentissimo, anzi spesso provo molta più soddisfazione quando faccio qualcosa di bello con uno strumento che non sia il cb, che non con il cb stesso, col quale pretendo “il meglio possibile” ( si fa per dire). Quando sarò vecchio e in pensione mi piacerebbe iniziare a suonare da zero uno strumento a fiato, senza le pretese di dovere diventare “bravo”, solo per divertirmi: bellissimo! Suonare più strumenti professionalmente (inteso come sopra) è possibile, ma difficile. È utile? Non lo so. Lo studio del pianoforte è legato al fatto che il pf (o qualsiasi altra tastiera) è l’unico strumento che permette di essere usato come puro “strumento di decodificazione sonora di una parte a più voci” (computer a parte che presenta altri aspetti e difficoltà). Non c’è un qualche motivo, se non storico legato a quando hanno fatto i programmi ministeriali, per cui i contrabbassisti non lo hanno complementare, solo perché il corso dura 7 invece che 10 anni. Sarebbe utile anche per noi, anche se sarebbe di nuovo tempo tolto al cb… Il canto è un'altra cosa molto importante perché è l’unico “strumento” invece che da un contatto molto più diretto con l’esperienza musicale; d’accordissimo con Beppe. Un’ultima osservazione sul basso elettrico: è uno strumento completamente diverso dal contrabbasso! Questo per come si è evoluto negli ultimi quarant’anni (se pensiamo poi al sei corde abbiamo uno strumento quasi più pianistico (legge su due chiavi!) o quasi chitarristico che non contrabbassistico). Un buon contrabbassista classico è più vicino a diventare un mediocre violoncellista che un mediocre bassista, e non vi fate ingannare dal fatto che in giro (ma anche in tv o per radio) ci siano parecchi bassisti mediocri, mentre i violoncellisti mediocri sono molto più rari (parliamo di ambienti professionali), suonare bene il basso è tutt’altra cosa… Scusate la prolissità… Fede
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