Hot Topic (More than 10 Replies) CORDE PER IL JAZZ (Read 19119 times)
vitoliuzzi
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CORDE PER IL JAZZ
15.05.2004 at 13:09:00
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Era da tempo che volevo aprire un Topic di questo genere, anche se, stranamente, le mie cognizioni in materia sono abbastanze buone, solo perchè ne ho lette tante. Ad esempio, Giorgio mi chiedeva delle Thomastik Spyrocore che, stando almeno alle vendite, la fanno da padrona in campo jazzistico (del budello magari ne parliamo in seguito). Ed effettivamente è cosi!
Io le uso anche per farci orchestra e talvolta qualche recital (anche se il suono potrebbe essere un pò nasale e la risposta all' arco leggermente ritardata), ma in fatto di potenza sonora e sustain, non hanno rivali. Ma ci sono tre tipi, come tutti sanno: Weich, Mittel e Stark. Quale usare? Non è facile rispondere, ma se un jazzista ha un ponticello regolabile (che non toglie assolutamente suono) potrebbe usare anche le Stark ma tenendo il ponticello bassissimo. Le stark, però, sono davvero dure da pigiare. Ma le puoi attaccare con estrema furia e potenza che non ti frusteranno mai ... insomma è difficile. Alla fine credo che le Weich di oggi siano molto interessanti. La pressione è minore ma, tenendo più alto il ponte, si può avere quell' effetto percussivo che a me tanto piace ascoltare. Inoltre a capotasto si riescono a pizzicare senza problemi e ci si può sbizzarrire nelle improvvisazioni. Le weich non hanno un diametro sottile, anzi! Quindi, con lo studio o il lavoro ripetuto, mi sembrano dei tre tipi le più duttili. Se poi uno non vuole rischiare, va sulle Mittel. Ma il discorso è sempre soggettivo e relativo al "proprio" modo di suonare. Ripeto, molti problemi vengono fugati con un buon ponticello regolabile. 

Vito

p.s.: alcuni jazzisti, ma anche alcuni classici, fanno esattamente come facevano i Berliner negli anni 50/60.
In pratica, tu compri una muta SOLO della Thomastik e le accordi a MIlaREsol. Cosa succede. Il calibro è inferiore, quindi più facile da pigiare. Naturalmente la tensione diminuisce. Ergo il piano armonico vibra meglio. Pertanto la risonanza dello strumento potrebbe essere maggiore. Insomma, un bel truchetto che ho sperimentato personalmente. Una volta assestate, le corde non perdono la loro intonazione. Ma io lo posso fare perchè col ponticello regolabile le alzo un pò e non frustanto. Ma in fatto di sonorità in Orchestra, non ci sono paragoni.
Quali le vostre esperienze, jazzisti di professione Wink?
  
vito liuzzi
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Mauro_Gargano
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #1 - 15.05.2004 at 18:07:06
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Ciao Vito,
concordo con te sulla versatilità delle Tomastik.
Le ho usate per parecchi anni (Weich e Mittel) con risultati sempre convincenti.
Il rovescio della medaglia é una certa uniformità di suono che alla lunga stanca , ma questa é un' impressione personale ditemi se sbaglio.......
Adesso sto usando le Pirastro Obbligato (budello sintetico ricoperto in acciaio a filamento molto sottile), e sono contentissimo.
Hanno una ottima dinamica e una grande proiezione di suono a condizione di usarle abbastanza alte.
Non si scordano perché non risentono dei cambiamenti di temperatura ed umidità , e sul mio contrabbasso funzionano a meraviglia sia amplificandole sia in acustico.
Anche le Pirastro Jazzer (metallo) sono molto interessanti , non le ho ancora provate sul mio basso ma godono di buona reputazione.
Ti saluto
Mauro
  
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vitoliuzzi
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #2 - 16.05.2004 at 10:45:29
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Ciao Mauro.
Concordo con te sulle Obligato. Bisogna tenerle un pò più alte poichè la loro tensione è minore rispetto alle Thomastik Spyrocore in generale, ma soprattutto perchè, come hai ben descritto, la loro composizione è veramente particolare. Le Obligato, sin dalla loro uscita, hanno goduto di un'ottima fama. Il loro suono è veramente simil-gut; non c'è corda sintetica che si avvicini di più al budello come le Obligato, ma senza soffrire gli effetti dei cambiamenti climatici. Due piccoli difetti: sulla terza corda si può verificare, su alcuni strumenti, un' effetto "rolling" che tende a far girare la corda su se stessa in minima parte. Inoltre, gli anelli che la compongono sono molto fragili. Bisogna mettere molta "matita", come si suol dire, sia al capotasto che al ponticello. Naturalmente per farle scivolare meglio. Quello che meraviglia è la potenza sonora. Il suono viaggia molto bene e la quarta corda non è la tipica corda morta delle Pirastro. Una corda a mio avviso da provare, anche perchè rispetto alle T.S. reagiscono molto meglio anche all' arco, anzi direi che il suono è veramente caldo ed accattivante. Le Thomastik con l' arco hanno molto "scratch", se poi (mi rivolgo a Giorgio) hai intenzione di usare il tuo arco in fibra di vetro, non ti aspettare un suono eccezionale. Tutto dipende da cosa s'intende fare. Ma le Obligato sono da provare. Sulle Jazzer non ho nessun commento positivo, e non le ho mai provate (ovviamente).
Direi che sulle Obligato la "letteratura" è molto più vasta.
Ciao ragazzi.
Vito Liuzzi
  
vito liuzzi
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #3 - 16.05.2004 at 17:19:15
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Molto utili i vostri commenti.
Io sul cbasso nr.1 uso da anni le Jazzer della Pirastro, e mi ci trovo veramente molto bene: buona tensione per il Jazz, buon equilibrio sonoro tra le corde, ma un po' più morbide e 'mellow' delle Tomastik Spirocore che anni fa montai. Con l'arco sono anche discrete e non eccessivamente brillanti (lo vedo come un pregio). Questo per quanto riguarda il basso nr.1.

Ho però un secondo cbasso, anch'esso un Ferrarotti anni '50 ma questo è un modello economico (fondo in compensato e tastiera non è in ebano). Perfetto come muletto, ma ad usarlo per il Jazz ha il difetto di avere un sustain molto limitato.
Per un po' l'ho usato esclusivamente per studiare con l'arco e ci montai le D'Addario Helicore Orchestra (veramente niente male con l'arco). Solo che per usarlo per il Jazz vorrei montarci delle corde che diamo un po' di sustain in più e che siano più brillanti: ho subito individuato le Tomastick come corde ideali, ma mi sono imbattuto nel dilemma tra i 3 tipi di tensioni.
Una domanda: secondo voi quale corda ha più sustain e suono maggiormente brillante, le weich o le mittel?

Per quanto riguarda il trucchetto di usare corde solista accordate standard, all'inizio dei miei studi lo feci con delle Pirastro Orchestra perchè così faticavo meno, ma per il Jazz questo espediente non mi ha mai soddisfatto.

Attendo vs preziosa risposta!
  
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vitoliuzzi
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #4 - 16.05.2004 at 17:52:58
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Secondo me, Giorgio, le Thomastik Spyrocore Weich potrebbero essere le corde ideali. Tenendo conto che hai bisogno anche di una certa potenza sonora, meglio non affaticare troppo il piano armonico con corde più tese. Prova magari ad usare un capotasto mobile (se sei pratico a smontare la cordiera e cambiargli anche il filo metallico). Ti spiego. Questo "tension bloker " o capotasto mobile ( come lo chiama Scaramelli, www.contrabbassi.it) è molto economico (mi pare 15 Euro) ma molto utile. Ti arriverà un affare in ebano con un' ottimo filo metallico e due viti di chiusura. Collocato bene, tende ad alzare la cordiera di alcuni centimetri. Cosa succede. C'è meno pressione sul piano armonico e lo strumento risulta avere una risonanza migliore udibile appena montato. Remigio e molti miei allievi ne sanno qualcosa. Su strumenti come quello che hai descritto è l' ideale. Naturalmente è una mia idea, un suggerimento che potresti tenere in considerazione o scartare a priori. Noi lo abbiamo provato e funziona. Attento a non far cadere l' anima Wink!!!
  
vito liuzzi
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Mauro_Gargano
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #5 - 16.05.2004 at 18:43:02
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Ah!
Se l'anima cade vuol dire che é corta........
Meditate amici.....
Saluti
  
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #6 - 17.05.2004 at 06:50:58
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Le esperienze che ho avuto sono state con Thomastik Spyrocore (weich e mittel), Thomastik Superfelxible, Corelli 370 Medium, D'Addario Helicore Hybrid Medium.
Quelle che ricordo più volentieri sono le Spyrocore weich.
Le Superflexible non mi hanno affatto soddisfatto.
Con le Corelli grande facilità nel suonare ma un suono fino fino. Anche con le D'Addario non mi sono trovato male. Per la prossima sono indeciso per un contrabbasso tra le spyrocore weich e mittel (l'indecisione è relativa all'altezza del ponticello che non è regolabile) e per l'altro tra le D'Addario Pizzicato e le Pirastro Jazzer.

A proposito Vito, ho letto che il tuo Orsi ha un diapason di 110 cm. A parte la Thomastik e qualche modello della Pirastro, la maggiorparte delle corde sono pensate per lunghezze di circa 106 cm. Quindi in generale le corde pensate per una 106 risulteranno più tese se montate su una 110. Una volta avevo provato a fare i calcoli sull'aumento di pressione al variare della lunghezze, e se ben ricordo le differenza non erano da nulla. Tu che esperienze hai?
  
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vitoliuzzi
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #7 - 17.05.2004 at 10:16:12
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Quote:
A proposito Vito, ho letto che il tuo Orsi ha un diapason di 110 cm. A parte la Thomastik e qualche modello della Pirastro, la maggiorparte delle corde sono pensate per lunghezze di circa 106 cm. Quindi in generale le corde pensate per una 106 risulteranno più tese se montate su una 110. Una volta avevo provato a fare i calcoli sull'aumento di pressione al variare della lunghezze, e se ben ricordo le differenza non erano da nulla. Tu che esperienze hai?


Ciao MrPC.
Sinceramente non mi sono mai posto il problema, perchè le uniche corde che ho difficoltà a montare sono le Dominant Solo. Occorre vedere che tipo di formula hai utilizzato, sono molto curioso. Non ho mai notato queste grosse differenze, nel senso che percepisco immediatamente le differenze fra corda e corda, ma anche su altri strumenti di diapason minore, a parità di corda, non ho mai percepito diversità di sorta. E' chiaro che se lo strumento è migliore, se l' angolo fra tastiera-ponticello-cordiera è corretto, magari si può percepire una risposta più immediata. Ma devo vedere qualche formula per capire cosa succede all' aumentare della distanza fra i due punti di appoggio. Sono certo che Beppe ne ha qualcuna a portata di un click !!
Ciao
Vito
  
vito liuzzi
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #8 - 17.05.2004 at 12:45:25
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Ciao, ho gli esempi nel notebook a casa. Stasera li recupero.
La formula utilizza la lunghezza della corda, la densità del materiale con cui è costruita e la frequenza che vuole riprodurre per determinare la tensione della corda.
A parità di densità (e di diametro della corda), ed a parità di frequenza che si vuole ottenere, una corda più corta produce una tensione minore di una corda più lunga.
  
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vitoliuzzi
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #9 - 17.05.2004 at 13:20:55
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Ok! Logicamente mi sembra corretta. Attendo di vedere la formuletta giusto per curiosità scientifica. Io credo di averne un' altra interessante. Se riesco a trovarla te la mostro. Se ben ricordo il nostro poliedrico Beppe ne aveva una interessantissima, ma credo che l' avesse indicata su Contrabbasso Virtuoso poi cancellato. Quest' ultima non l' avevo segnata ma era veramente interessante.
Forza e coraggio!!
Vito
  
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #10 - 17.05.2004 at 13:29:34
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http://jordankirkness.tripod.com/dbstringtension.html

x Giorgio.
Giorgio, credo che tu conosca pagine come queste. Da notare la grande differenza di tensione che c'è fra le Thomastik Spirocore Weich e le Stark (o Hard). Si tratta di molti chili in meno, ecco perchè suggerivo le Weich come una buona soluzione per il tuo muletto. Del resto le ho provate in prima persona e mi è sembrato che non perdessero nulla nè in fatto di potenza quantomeno in corposità e lunghezza di sustain. 
A presto
Vito Liuzzi
  
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #11 - 18.05.2004 at 07:09:24
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Qualcuno parla bene anche delle Eurosonic che adesso costruiscono nella versione Light. Sembrano però più adatte al Rock-a-Billy. Io ho la versione stark e sono insuonabili; dei veri e proprio cordoni per ancorare le navi. Ma queste Light sembrano avere un suono molto simile al budello e la loro costruzione è particolarissima.
Chissà se qualcuno le ha mai provate !!

Vito Liuzzi
  
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #12 - 18.05.2004 at 08:15:02
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Riguardo alla tensione delle corde.
La formula che ho trovato per la frequenza di una corda vibrante è: n=(1/2L)*radq(T/m)
dove n è la frequenza della nota, L la lunghezza della corda, T la tensione e m la massa.

1) Attraverso il rapporto tra le frequenze si che l'innalzamento di un tono di una nota si ottiene moltiplicando la frequenza per 1,122 (per mezzo tono moltiplicando per 1,061).
Impostando un sistema in cui n1 è una nota (per es. La) ottenibile da una corda di lunghezza L, massa m e tensione nota Ta (dati della ditta produttrice) e n2 il Sol (uguale a n1/1,122) ottenibile dalla stessa corda che ha sempre lunghezza L, massa m ma tensione ignota Tg ricavo Tg=Ta/1,122^2.
Quindi se accordo una Thomastik spyrocore 4/4 solo un tono sotto passo dalle tensioni che la casa dichiara per l'accordatura solistica (68,3; 75; 75; 75 partendo dal La) alle tensioni (54,3; 59,6; 59,6; 59,6 partendo dal Sol). Le tensioni sono espresse in libbre.
  
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #13 - 18.05.2004 at 08:23:36
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2) Se invece facciamo variare la lunghezza possiamo impostare un sistema dove per ottenere la stessa nota dalla stessa corda (e quindi massa uguale, nota uguale, tensione e lunghezza diverse) otteniamo che T2=T1*L2^2/L1^.
Quindi volendo montare una muta D'Addario Helicore Hybrid, con tensioni calcolate su una lunghezza di 106 cm pari rispettivamente a 62,0, 65,9, 67,0 e 68,0 su un contrabbasso con diapason 110 ottengo delle tensioni pari rispettivamente a 66,8, 71,0, 72,2, 73,2 (libbre).
Da notare che queste tensioni sono superiori a quelle dichiarate dalla casa per la muta heavy (64; 68,4; 70; 71) su diapason 106.
  
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #14 - 18.05.2004 at 12:20:27
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OTTIMO, Mrpc !!
Adesso stampo tutto perchè è molto interessante quello che hai spiegato. ECCELLENTE.
Ed io che ho sempre suonato con corde più tese e non me ne accorgevo. Beh, almeno in questo tempo ho rinforzato la mano Wink!

Vito

p.s.: a proposito, aprirò un Topic a parte perchè forse dovrò ahimè vendere il mio Orsi con le sue controfasce. Mi spiace anche perchè al Bottesini il pianista di Petracchi mi disse che era veramente una "Bomba" (parole testuali). Peccato che a Petracchi non piacque l' Andante del Capriccio di Bravura suonato molto lento alla Thomas Martin. E' strano che pure maestro Tom fosse in commissione e lui mi aveva detto che andava bene così. Ma Petracchi era il Presidente ed allora..... PUNTO Wink
  
vito liuzzi
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Re: CORDE PER IL JAZZ
Reply #15 - 18.05.2004 at 12:58:15
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Grazie!

Il dubbio mi è sorto quando ho montato corde uguali sue due contrabbassi che differivano appunto per il diapason. Forse con l'archetto non percepisci tanto la differenza ma pizzicando notavo meno relax nel suonare e così ho indagato.
  
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