Non sarebbe una cattiva idea, cara Bettina.
Soprattutto qui da noi al Sud c'è, stranamente, carenza di liutai e sovrannumero di musicisti classici. E' incredibile pensare che il Conservatorio di Bari è secondo di poco solo a Milano e che la Puglia vanta il maggior numero di Conservatori ed IMP di tutta l' Italia. E ci sono solo due orchestre vere. Mah!!!
Giorgio ha detto una cosa sacrosanta: la scelta del carbonio è quasi di tipo filosofico. Molti, quando li provano, cominciano a sentire ronzii o cose assurde che proprio non ci sono. Io spero vivamente che con la venuta di questi archi, finisca il monopolio degli archettai. HAI RAGIONE!! Un arco non può arrivare a costare 6.000 Euro!! Siamo nell' irragionevole! E' pur esso un' opera d' arte, non lo metto in dubbio, ma sotto la trazione dei crini e l' uso costante, lo ripeto, si sfibrano. Non lo dico io, ma prove empiriche e scientifiche. Se pensi che il mio Arcus Sinfonia costa 1500 Euro (e non è il migliore della ARCUS), alla fine il suo prezzo calerà sicuramente quando ci saranno più marche concorrenti. Questo non succede per gli archettai dove il nome dovrebbe essere garanzia di affidabilità. A prescindere dalla qualità, per gli archettai tradizionali il prezzo dell' arco sale in base all' inflazione

! Le differenze ci sono, piccole ma ci sono. E quelle fanno la differenza.
Cmq. Bettina non credo tu debba crearti problemi. Non vorrei essere un mistificatore. I prezzi sono alti per gli archi, ma non parliamo dei contrabbassi. In questo contesto non ci ritroviamo più. Ormai credo che nè la Macro o Microeconomia, quantomeno Keynes, sono in grado di spiegare fenomeni che hanno la loro ragione d' essere nel principio di una capitalizzazione selvaggia, specie nei Paesi orientali o del sud-est Europeo, dove i costi di produzione sono bassi ma i prodotti lo sono meno. E' solo il mio umile pensiero in merito

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Bye!
Vito