L' idea di questo Topic, che da tempo avrei voluto inserire, è nato da una sana discussione che involontariamente aprii tempo fa sulla 2xbasslist. In questa ML di circa 600 Utenti (per l'80% Statunitensi e Canadesi), qualcuno ebbe bonariamente a sorridere quando venne a sapere che "ancora" utilizzavo il terzo dito (medio + anulare). Per fortuna (o sfortuna), Tom Martin ribadì che questo tipo di diteggiatura è la più diffusa in Italia e che solo qui da noi è ancora utilizzata. Vi è da dire che noi seguiamo la tradizione di Bottesini, Billè, Mengoli, Caimmi ..., mentre in quasi tutte le altre parti del mondo è il Simandl (che diteggia col solo 2) a farla da padrona. Certo anche in Italia molti contrabbassisti, di qualsiasi estrazione, si vanno "convertendo" all' uso del solo 2, affermando che nei passaggi in velocità l' articolazione delle dita risulta più agevole. Non so! Adesso che sono passato ad un 3/4 da 105 di diapason e con corde Corelli iper-sottili, ho notato che potrei tranquillamente utilizzare anche la "diteggiatura naturale" 1-2-3-4, ma mi sembra che gli svantaggi siano più numerosi dei vantaggi (questa è la scuola di Mark Morton, ma a sentire i risultati finali non mi convince molto, specie per la qualità del vibrato e in fatto di intonazione). Ma torniamo all' uso del 2. Personalmente questi grandi vantaggi non li ho notati, forse perchè il mio studio si è sempre basato sulla Tradizione. Tuttavia, ci sono grandi solisti che utilizzano il 3 ed altri che sfruttano il 2, ma la differenza non è così lapalissiana, anzi...! Da didatta, continuerò ad impostare gli allievi con il 3, ma come ho sempre fatto, ad un certo punto degli studi faccio utilizzare molto il 2 specie nelle posizioni allargate a mano ferma, per evitare uno spostamento inutile. Il concerto di Dittersdorf è foriero di esempi sotto questo profilo. Addirittura Rabbath tiene fermo il pollice a metà tastiera e fa spostare solo le dita verso l' alto od il basso, per ridurre gli spostamenti (con qualche problema sull' intonazione, a mio avviso). Insomma, vi sono nuove tecniche che forse prenderanno il sopravvento sull' impostazione tradizionale (la "tecnica del granchio" o l' uso esasperato del Pivot sono esempi molto validi e su cui potremmo discutere). Ma il 3 è meglio del 2, o viceversa? E se riuscissimo ad insegnare (per me) ed utilizzare entrambe le tecniche? Sinceramente in teatro durante un' Opera non pizzicherei mai una quarta corda con il solo 2 ! Cosa ne pensate? VL p.s.: credo che la vera tendenza a cui almeno il mondo contrabbassistico classico propende, sia l' uso dell' Accordatura per Quinte del contrabbasso. Non solo Joel Quarrington ma anche molti altri contrabbassisti utilizzano il famoso set di corde della Thomastik "Red Mitchell Set" per quinte con ottimi risultati, specie in Orchestra o nelle formazioni da camera, all' interno delle quali la differenza "in melius" è molto più marcata. Quarrington ha inciso Bottesini "per quinte"!! Adesso è uscito anche un Metodo, che mi dicono sia molto esaustivo, su come imparare a suonare per Fifths. Chiedo venia, ma non ricordo proprio il nome del suo autore ... lo cercherò anche perchè mi interessa avere questo metodo per studiare la sua impostazione. p.p.s.: tempo fa avevo un violoncello e vi dirò che suonare per quinte è molto più semplice di quello che si possa pensare ... il problema è che non so se ne valga veramente "la pena" !
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