Hot Topic (More than 10 Replies) "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY NON R (Read 11117 times)
vitoliuzzi
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"RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY NON R
08.10.2004 at 14:56:12
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Mi permetto di esprimere un mio personalissimo parere su questo Cd di Ron Carter dal titolo "Ron Carter meets Bach", Blue Note. Non so se qualcuno di voi ha avuto la sfortuna di ascoltarlo, ma per me è stata una spesa (l' acquisto e poi l' ascolto del CD) estremamente inutile. Premetto che su Mr Carter (come viene chiamato nel pamphlet del Cd) non ho alcuna remora o preconcetto. Anzi se ho acquistato questo Cd è stato proprio per il fatto che ho sempre sentito parlare benissimo di lui. Di qui la curiosità di ascoltare questo suo lavoro. Bene, anzi male! La cosa più interessante è che Carter ha inciso alcuni brani celebri di Bach, trascrivendoli per quattro contrabbassi. Naturalmente ogni contrabbasso, per così dire, è suonato sempre da lui stesso, adesso pizzicato, adesso con l' arco. Il problema principale è dato dalla pessima intonazione generale (quattro bravi studenti di terzo hanno avrebbero fatto meglio), dall' assenza totale di una certa forma espressiva od interpretativa, dalla presenza di errori palesi e facilmente percepibili (specie con l' arco), dall' uso di glissandi a dir poco imbarazzanti nel registro acuto (e non per jazzare ma per evidente e totale mancanza di uno studio serio in quella parte di tastiera), per giungere ad un risultato finale da 4 in pagella. Sicuramente il peggior' Cd della mia collezione discografica. Ma è l' intonazione che, a tutta prima, appare totalmente fuori da qualsiasi canone bachiano. La cosa è veramente imbarazzante! Ma se con l' arco posso capire che Ron Carter non sia un gran ché, anzi è proprio penoso (e sfido chiunque a dire il contrario), anche con i pizzicati (magistralmente registrati ... almeno per questo motivo, l'unico, il Cd non è da cestinare o mandare al rogo) le cose non vanno così bene (parlo sempre di un' intonazione quasi sempre tendente al calante). E se quello che ho sentito io è il risultato finale, mi chiedo, chissà quante altre imprecisioni sono state cammuffate durante le sessioni di registrazione. Ripeto, imbarazzante! Per non parlare della qualità degli arrangiamenti che in alcuni casi propongono delle trovate banali e quantomai irrilevanti. Povero Bach! Poi la cosa che mi ha fatto saltare i nervi, e difficilmente mi arrabbio, è l' aver letto nel pamphlet interno al CD che "Ron Carter ha studiato le sei Suites per Violoncello sia su questo strumento che su Contrabbasso". Ma questa è veramente un' eresia! Arrivare a scrivere ciò vuol dire che ormai, pur di vendere e/o farsi pubblicità, non c'è più una morale artistica ma vige la più totale spudoratezza. Come se l' ascoltatore fosse un benemerito ignorante e tutto quello che gli si propone deve andar' bene. E poi si parla di un Bach "profondamente interpretato da Ron Carter"! Sicuramente dal profondo degli abissi marini, dove dovrebbe annegare questo assurdo CD. Si nota in maniera evidente che è tutto suonato con il metronomo in cuffia, quindi ogni nota a tempo e nessun tipo di dinamica (ogni cosa è piatta, solo qualche timido accenno al piano). Per non parlare di alcuni errori storiografici che sono presenti nella descrizione dei brani. Un disastro! 
Scusate questo mio sfogo, ma ragazzi non mi ero mai trovato davanti ad un Cd che già al primo brano ti irride, come a dire: "se non capisci che questa è arte sei un ignorante". E la cosa mi è sembrata un' offesa eccessiva, quando anche un bravo studente di II o III anno suona molto ma molto più intonato. Consiglierei a Ron Carter di andarsi a studiare Scale ed Arpeggi ma molto lentamente e non dire che è in grado di suonare le Suite di Bach sia sul violoncello che sul contrabbasso: ma daiii !!!
Per i più curiosi ecco alcuni dati tecnici (solo sotto il profilo tecnico questo Cd si merita, secondo me, un bel 9 pieno):
Console: Neve 8078
Preamplificatore microfonico: John Hardy M-1
24 Track Tape Recorder: Stoder A 800 MK II
Microfoni: Neumann USM 69 - Sanken CU 41
Pick up: Barcus Berry (modello ???)
Analogue: Digital Converter; Pygmy AD 1
Monitor: Weyer HD 1
DOLBY SR-24 Track
Corde: LABELLA 7710 (prezzo $ 114)

Saluti

VL  
  
vito liuzzi
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campus
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #1 - 11.10.2004 at 07:04:57
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Grande Vito !!! Della serie quando ce vo' ce vo' !!!
  
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Fede
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #2 - 11.10.2004 at 15:51:09
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Beh, non penso sia una novità che il buon Ron Carter non sia un mago dell'intonazione (per usare un eufemismo). Le Labella, peraltro come corde da arco, sono molto molto sporche e difficili da far suonare in maniera vagamente ascoltabile, sono d'altra parte le corde ideali per chi vuole quel suono appunto alla Ron Carter (parlo appunto solo di suono, si può essere intonati anche con delle La Bella...).
Sicuramente i cd interessanti di Ron Carter sono ben altri...

Ciao
Fede
  
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MrPC
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #3 - 13.10.2004 at 06:33:04
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Leggevo ieri un intervista con Miroslav Vitous in cui il bassista ceco diceva che, anche per suonare jazz, è comunque importante avere una formazione classica alle spalle, l'unica che ti da la padronanza della tastiera in tutte le posizioni.
Sempre ieri ascoltavo un cd di un altro contrabbassista ceco, George Mraz, ed all'interno della copertina c'era scritto:
wonderfully chosen notes +
great intonation +
great sound +
a nice guy =
George Mraz

il tutto firmato dal nostro ... Ron Carter
Devo dire che almeno due di queste qualità mancano a Mr. Carter ....
  
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Beppe
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #4 - 13.10.2004 at 11:03:10
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.....e di certo ron carter è un Nice guy
  
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dinibass
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #5 - 14.10.2004 at 07:51:10
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Io ho un vinile che si intitola "Ron Carter Plays Bach", del 1987; trattasi di un Philips edizione per il mercato giapponese.

Qui il nostro Ron suona le suites di Bach con contrabbasso solo, tutto pizzicato con un suono tipico di quegli anni: preso forse esclusivamente (o prevalentemente) con pick-up, molto 'medioso' e gonfio sulle medio-basse, poco acustico, con il classico suono delle La Bella rivestite in nylon.
Ci sono anche delle musiche originariamente scritte per Liuto, che il nostro Ron ha arrangiato per 'piccolo bass + double bass' (overdubbing non dichiarato).
Il piccolo bass è un contrabbassino dalle misure intermedie tra cello e contrabbasso, accordato per quarte, che Ron ha iniziato ad usare in dischi a suo nome anni 60 (con Eric Dolphy), affiancato da altro bassista (Duvivier all'epoca). In quella circostanza il piccolo bass aveva un ruolo prettamente solistico (pizzicato). 

Tornando a questo LP, i suoni come detto non sono il massimo e risentono della moda dell'epoca. 
Per quanto concerne l'esecuzione, è il tipico Ron Carter con i suoni glissandi e le sue stonature ad hoc (secondo me sono 'volute', fanno parte del suo stile inconfondibile che piaccia o no). Ma occhio, qui non usa l'arco per niente. Particolare irrilevante, il discho non mi piace per i suoni e per l'intenzione (quale è il senso?).

Una cosa mi lascia perplesso. Lessi da qualche parte (non ricordo la fonte) che Ron Carter è stato il primo cbasista di colore a suonare in Orchestra classica e che il suo background di studi era appunto il conservatorio.
Vi risulta? in tal caso i progetti 'Bachiani' possono anche essere un'operazione commerciale, ma come spieghiamo le 'stonature evidenti' di cui avete scritto anche voi?
Nel LP pizzicato possiamo pensare che il nostro abbia voluto utilizzare il suo caratteristico suono e stile, ma in quello dove usa l'arco mi sfugge la motivazione.
Può aver Ron dimenticato come si suona intonati?

E perchè nei suoi (bellissimi) CD degli anni 90 e successivi , pur mantenendo il suo caratteristico suono (un po' ammorbidito e meno naif) ha leggermente modificato il suo stile, limitando l'uso dei glissandi e delle note 'cercate' (ma mantenendolo il giusto per farsi riconoscere) e dimostrando grande gusto e capacità a suonare intonato? E sì che l'età più avanzata non dovrebbe favorire l'intonazione.... ;-0

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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #6 - 14.10.2004 at 08:48:34
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In "Ron Carter plays Bach" ha semplicemente OSATO TROPPO !!! Visto che ha fatto molte cose belle, poteva pensare che la gente gli avrebbe fatto passare questa "operazione chirurgica" che ha sventrato il povero Bach, già maltrattato da molti nomi illustri. Alla fine risulta più una sorta di "operazione narcisista", ed uno se ne accorge da tante piccole cose che si possono leggere anche nel Cd. Con l' arco è stonatissimo (parlando di un certo Ron Carter si dovrebbe amplificare la cosa dicendo "molto stonatissimo"!!!). E' possibile che si sia dimenticato di come si suona intonato con l' arco: pizzicare è una cosa, ma l' arco necessita di uno studio giornaliero ed abbastanza faticoso, per poter realizzare quello che aveva in mente Mr Carter, come si fa chiamare. Logica di questa operazione: semplicemente commerciale, ovvero fare quanti più soldi possibili sfruttando il nome "Ron Carter". Non vedo o trovo altre giustificazioni alla realizzazione di questo Cd ai limiti del "vergognoso".

VL
  
vito liuzzi
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #7 - 14.10.2004 at 10:01:44
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Quote:

Una cosa mi lascia perplesso. Lessi da qualche parte (non ricordo la fonte) che Ron Carter è stato il primo cbasista di colore a suonare in Orchestra classica e che il suo background di studi era appunto il conservatorio.
Vi risulta?


Dal sito ufficiale di Ron Carter

Carter earned a bachelor of music degree from the Eastman School in Rochester and a master's degree in double bass from the Manhattan School of Music in New York City. He has also received two honorary doctorates, from the New England Conservatory of Music and the Manhattan School of Music, and was the 2002 recipient of the prestigious Hutchinson Award from the Eastman School at the University of Rochester. 
  
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vitoliuzzi
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #8 - 14.10.2004 at 11:51:06
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Ecco perchè dico che il livello della NOSTRA SCUOLA è altissimo ... se questi sono i risultati Wink! Ma capisco Ron Carter: secondo me da quando ha preso questo "dottorato" non ha più toccato l' arco, visto che i guadagni provenivano dai pizzicati !!!

VL

p.s.: ragazzi, ma si nota molto che questo CD mi ha totalmente sconvolto? Eppure mi sento molto permissivo! Boh...!
  
vito liuzzi
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #9 - 14.10.2004 at 15:49:31
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Beh ... un pochino si nota ... giusto un pochino: magari se facevi una recensione un po' più mite e ... aggiustata (in stile Mollica per intenderci) concludendola con un salomonico "non fa per me", magari trovavi il collezionista curioso che te lo comprava ... ma così mi sa che ti sei bruciato i ponti alle spalle.

Con simpatia. Campus
  
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vitoliuzzi
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #10 - 14.10.2004 at 16:41:48
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Nooo... caro Campus,
non è mia intenzione trovare un acquirente per questo abominevole CD. Ora ai miei allievi, per far capire come NON si deve suonare (specie al capotasto), oltre a far ascoltare le MIE registrazioni, aggiungerò questo perla del contrabbasso "classico" mondiale. 
Onestamente, Campus, non avrei mai pensato che potessero dare licenza ad un grande come Ron Carter di mettere in commercio un tale Compact. Qualcuno avrebbe dovuto impedirglielo. Cmq., ognuno è libero di agire come meglio crede. O siamo noi "classici" troppo perfezionisti che appena sentiamo una stonatura ci si rizzano i capelli (per fortuna che me ne sono rimasti pochi ... a furia di rizzarsi !!!). E poi, dai Campus, non è che si nota "appena, appena". E' un "continuum" dal primo all' ultimo brano. Ed anche se fosse "appena", Ron Carter non può permettersi simili imperfezioni e non può scrivere che ha eseguito tutte le suite di Bach (pizzicate è una cosa, ma alla Meyer o Karr è una cosa ben differente).
Passo e chiudo.

Vl
  
vito liuzzi
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Re: "RON CARTER meets BACH" - CD HIGLY N
Reply #11 - 15.10.2004 at 07:38:36
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Concordo con Giorgio: il problema dell'intonazione è secondario, quello centrale è il “senso” del lavoro. Per me Bach può essere suonato anche da una punk band, basta che sia chiaro l’obiettivo del lavoro, e che il risultato sia attinente a questo obiettivo. Tutto lì. 

Per Carter nutro un affetto tipico da “primo amore” quindi sono un giudice anche troppo mite, ma non ho difficoltà a riconoscere che nella sua vasta produzione non mancano i brutti dischi. Io lo ritengo un accompagnatore strepitoso e capace di un quattro come pochissimi altri (prendete gli Aebersold in cui suona con Kenny Barron e Ben Riley, li godi come lavori veri e non come strumenti di studio!) ma come solista c’è di meglio. Come archettista non ne parliamo. 

Ciao a tutti
  
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