Hot Topic (More than 10 Replies) CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni (Read 11614 times)
dinibass
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CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
14.11.2004 at 20:42:28
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Davvero interessante queto cd-rom. Vorrei soffermarmi su un paio di punti che mi hanno colpito e che mi stanno piacevolmente dando dei buoni risultati almeno ora in fase di studio (vedremo se riesco a interiorizzare il tutto per bene...):

1. posizione dello strumento: Rabbath consiglia un'inclinazione del cb differente da quella tradizionale - 
A. lo strumento è più inclinato verticalmente --> la pressione delle dita permette una maggiore sonorità e meno fatica (questo l'avevo anche sentito dire a Vitous tempo fa in un seminario).
B. lo strumento non si appoggia al corpo sulle fasce, ma è il fondo che appoggia, quindi la tavola armonica 'guarda' direttamente verso il pubblico --> con la sinistra ci si abitua facilmente e l'interessante è che l'arco deve ruotare con movimenti meno ampi, conferendo più agilità e padronanza.

2. posizione dell'arco sulla corda: per me che sono ignorante, è piuttosto nuovo: in effetti la consapevolezza che ad ogni nota corrisponda una sua preferita posizione dell'arco (distanza dal ponte) permette di ragionare la posizione in questo modo e ottenere il suono migliore per quella nota (suonata in quella altezza).

Vorrei leggere commenti da parte vostra.
Successivamente affronterò la parte del 'crab' (le posizioni pivot) e sarò lieto di confrontarmi con voi.

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vitoliuzzi
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #1 - 14.11.2004 at 21:41:15
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Caro Giorgio,
io parto da un presupposto.
Osservare il video di Rabbath è assolutamente affascinante. Sotto certi profili è geniale, ma ...
Ma ... alcuni accorgimenti tecnici o musicali si possono apprendere ed applicare alla propria persona con una relativa facilità. Altri modi di concepire lo strumento hanno bisogno di uno studio serio e costante nel tempo, al fine di memorizzare al meglio tutto quello a cui non si è abituati. 
Vedere Rabbath che suona in quel modo con una certa facilità, necessita prima di tutto di uno strumento con delle spalle superiori molto strette (meno di cm. 50).
Inoltre, occorre capire bene, specie con l' arco, come ripartire in maniera totalmente nuova tutti i pesi e gli appoggi. 
Infine, se hai notato, il suono di Rabbath non è incisivo e molto focalizzato come quello di un Karr o dello stesso Petracchi. La registrazione può dare delle sensazioni diverse da quella che poi è la realtà.
Non è una critica negativa, ma un' osservazione di carattere generale.
Se hai notato anche la mano destra, Rabbath utilizza una sorta di grip in gomma (all' altezza dell' inizio della bacchetta) che gli permette una presa migliore visto che non colloca il pollice all' interno della U (per alcuni cosa molto importante per avere una spinta nella corda di un certo peso e per poter suonare nei pressi del ponticello con grande potenza sonora - sotto questo profilo i "tedeschi" sono più avvantaggiati).
La tecnica del granchio è valida, ma molto rischiosa se non la si studia con la dovuta attenzione. Con la tecnica di Petracchi, che magari utilizza uno spostamento in più, si può eseguire tutto il repertorio ed oltre. Considero, personalmente, questa tecnica una sorta di "arma in più" per affrontare alcuni passaggi, ma solo in casi eccezionali.
Inoltre le corde Corelli ipersottili e dal suono caratteristico (io le ho già montate e le riproverò sul mio nuovo a mò di esperimento), non permettono di avere quel suono pastoso alla Bocini o alla Siragusa o alla Martin. Però, nelle posizioni più gravi diventano indispensabili per poter suonare alla Rabbath.
Cosa voglio dire. Non credo vi sia una tecnica globale di tipo universale. Ma con tutte queste eccezioni prendo con le dovute cautele il genio di Rabbath, perchè è semplicemente geniale.
Ogni Scuola ha qualcosa di buono da offrire come tema di spunto. Ma, tanto per fare un esempio, non utilizzerei mai la tecnica del mio amatissimo Gary Karr semplicemente perchè solo lui, che è un altro genio, riesce a suonare di tutto permettendosi di utilizzare pochissimo il terzo dito od il capotasto nelle posizioni più acute. Quindi, esattamente il contrario di quello che indica Rabbath. Eppure, entrambi hanno raggiunto la medesima ed immensa tecnica di un altissimo virtuosismo, pur partendo da principi opposti.
Termino. 
Io considero il Cd-rom di Rabbath qualcosa che tutti i Grandi dovrebbero poter realizzare. Proprio per confrontare i diversi approcci. Ma mi è servito per capire alcune cose, approfondirne altre che conoscevo, ma non certo per cambiare tutto il mio modo di suonare. Anche perchè non credo di esserne capace. Ma se altri (provenienti da Scuole più tradizionali) riescono ad eseguire altrettanto bene una Carmen scritta da Proto per Rabbath, forse vuol dire che alla fine è solo lo studio serio che premia. Altre scappatoie, purtroppo, non ve ne sono ... aihmè Wink!

Sviluppare ulteriormente la tecnica contrabbassistica per un futuro sempre più denso di soddisfazioni a livello di repertorio contemporaneo (anche su base classico-romantica), questo va bene. Allora dovremmo ricominciare a rivedere le dimensioni del contrabbasso, o quanto meno le sue curve tradizionali (e qualcuno già lo ha fatto), per avere strumenti più agevoli da suonare nel repertorio solistico e per poter utilizzare QUATTRO dita senza dover rischiare tendiniti od infiammazioni di vario genere. Forse questa potrebbe essere la vera rivoluzione, adatta ed adeguata per tutti, senza snaturare la bellezza ed il calore di suono che solo un contrabbasso può dare.

Ciao, Giorgio (saluti da Stefano).

Vito Liuzzi
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #2 - 15.11.2004 at 08:15:34
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Concordo con te Vito, e infatti non intendo dedicarmi tout-cour alla tecnica Rabbath. Ma ci sono degli spunti interessanti che voglio approfondire -- poi vedrò se possono veramente fare al caso mio! Vorrei un tuo commento sui 2 punti del mio primo post:

1. Posizione dello strumento: in effetti Rabbath raccomanda una posizione che non trovo del tutto comoda quando si suona nella parte più grave dello strumento (prime posizioni), quindi sto sperimentando un'inclinazione intermedia rispetto a quella da lui proposta (la sua indicazione fa addirittura appoggiare il manico sulla spalla...). Nota anche che io suono seduto quindi devo trovare l'adattamento più idoneo. Inoltre lui usa un puntale un po' particolare come sai (angolare).
Il mio commento è che tenendo lo strumento più inclinato permette una miglior epressione delle corde con la sinistra -- poi quanto inclinare lo strumento diventa probabilmente una questione personale...

2. distanza arco dal ponticello: questo è un concetto che probabilmente molti ritengono scontato, ma per me è una piccola-grande scoperta. In effetti risolve molti interrogativi relativi alla distanza arco-ponte (più vicino alla tastiera = suono più morbido e delicato, più vicino al ponte = suono più deciso e ricco di armonici) in quanto questa non è univoca, ma dipende dalla nota che i suona (e ovviamente in quale posizione).

ricambio i saluti del M° Stefano S.
ciao
giorgio
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #3 - 15.11.2004 at 10:24:50
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Caro Giorgio,
riguardo la particolare postura dello strumento utilizzata da Rabbath, hai praticamente detto bene tu. Nel senso che le osservazioni fatte sono, a mio giudizio, corrette.
Vedi, non credo poi tanto che la pressione delle dita sulla tastiera sia così migliore da giustificarne un utilizzo permanente. Se a livello puramente logico e fisico questa concezione può avere dei fondamenti scientifici, sotto il profilo pratico, in special modo per un jazzista (ma anche per chi si dedica al classico), non ritengo che vi possano essere dei miglioramenti notevoli. A parte l' utilizzo di un puntale angolare (come ben dici ... e Rabbath ne fa uso), il manico che si poggia sulla spalla non viene utilizzato neanche dai violoncellisti (o solo in casi rarissimi), visto che ogni volta bisogna regolarsi con le note che si vanno a suonare e spostare di conseguenza lo strumento. A vedere Rabbath suonare, tutto sembra facile, intuitivo, a dir poco scontato. Ma non è così! Questo tipo di tecnica necessità, a mio giudizio, di alcuni "movimenti automatici" che si possono acquisire solo dopo molto tempo (più a meno lungo a seconda della propria predisposizione), ma che non forniscono dei risultati finali così migliorativi che ne possano giustificare un utilizzo costante. Io ho cominciato a studiare in piedi con la tecnica tradizionale, adesso suono seduto ma con lo stesso tipo di concezione. La scelta dell' una o dell' altra, tuttavia, non mi crea problemi. Magari in Orchestra, se non vi sono seggiolini, non è un problema suonare in piedi; ma in un concerto solistico, dovendo lavorare più a capotasto ed in posizioni estreme, mi è più comoda la posizione da seduto, con la posizione del capotasto più alta rispetto alle famose ciglia (una sorta di punto di riferimento ormai in disuso). Bene. Rabbath, se riesce ad ottenere grande facilità nel suo modo di suonare, è pur vero che si libera da vincoli nel volteggio dell' arco, visto che si pone "dietro" lo strumento. Ma tutti i "pesi e gli appoggi" dell' arco potrebbero risentirne in fatto di "minor presa" dello stesso sulle corde, visto che il baricentro tende ad allontanarsi dal corpo. Cosa succede! Lo strumento ha meno appoggi, con una certa facilità che si sposti durante l' esecuzione, ma, cosa che personalmente non prediligo, si ha la sensazione che l' arco sia molto più distante e non si può attaccare la corda specie nelle posizioni più gravi, ma anche in quelle più acute. E' come se si perdesse quel peso "in più" che, con una posizione tradizionale, si riesce a conferire sulla bacchetta quando c'è la necessita di ottenere maggior grip e degli armonici più ampi nelle loro frequenze.
Del resto, in alcuni passaggi, lo stesso Rabbath mostra dei momenti di difficoltà, sebbene si tratti di "passi" tutto sommato di difficoltà media per chi ha studiato il classico. Quindi, l' arco si distanzia dal corpo e questo può causare grande disagio per i motivi che ho spiegato.
Nel Jazz credo sia peggio! La spinta delle dita della mano destra verso in proprio corpo, ha bisogno di punti di appoggio ben consolidati e saldi. Le "effe" possono dare ugualmente verso lo spettatore, ma non so fino a che punto ciò possa essere di vitale importanza, vista la "diffusività" delle frequenze prodotte da un contrabbasso. Ma non è un grosso problema impostarsi con lo strumento per avere le "effe" meno all' interno e poste in maniera quasi parallela al contrabbassista. Ne consegue che la tecnica di Rabbath, secondo me, non è l' ideale per un approccio jazzistico che tende ad usare corde più doppie e che va in una direzione che proprio quella postura tende a "smorzare" sotto il profilo della potenza d' attacco della mano destra.

Sul secondo argomento, Giorgio, non mi dilungherei più di tanto. Anche nelle posizioni più gravi si può suonare con l' arco più vicino al ponticello: questa è la grandezza di Karr e del suo "focused sound". E' normale che oltre il capotasto, l' arco dovrebbe tendere a scendere verso il ponticello per rendere il suono più chiaro, potente e pastoso (come tu dici: più ricco di armonici). Il discorso potrebbe essere molto complesso ma vorrei abbreviarlo consigliandoti un semplicissimo esercizio.
Per 10/15 minuti, su ogni corda vuota a partire dalla II, comincia a tirare l' arco vicinissimo al ponticello e "lentissimamente". Una volta trovata la vibrazione non la mollare. All' inizio può essere faticoso. Dopo qualche giorno ti accorgerai di quanto la destra si sia rinforzata per avere un bel suono pulito, nitido e potente, anche in posizioni più arretrate. Infine, è questo un modo per rendere il tuo strumento due volte più sonoro rispetto a quando suoni con l' arco posizionato più vicino alla tastiera.

A presto.

Vito Liuzzi
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #4 - 15.11.2004 at 11:12:48
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Con questo CD ho prima di tutto un problema tecnico, cioè non riesco a visualizzare i filmati contestualmente al testo. Adesso sto cambiando computer e spero di rimediare.

Io ho provato a suonare come Rabbath, o come Bocini, o come Lanzillotta. Ma se hai un contrabbasso un po' più grande risulta scomodissimo. Poi non mi trovo per niente. 
Io, i passaggi difficili li suono meglio (anzi meno peggio) stando in piedi. Sono più libero. Altri sono passati a stare seduti, altri ancora sono ritornati a stare in piedi. 
Tuttavia, quando suono con qualche formazione uso lo sgabellone alto.
Rabbath mi fa però un po' ridere, nell'intervista su Double bass, dove dice che il puntale ripiegato gli ha fatto migliorare il suono. Mi sembra un po' esagerato. Il prossimo passo qual'è ? dire che suonare con la giacca di lino e le scarpe marroni da al timbro più armonici ?
Rabbath suona bene. ma non perchè sta seduto, si mettesse in ginocchio suonerebbe comunque meglio di me
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #5 - 15.11.2004 at 12:59:08
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Beppe, anch'io avevo problemi a vedere i filmati, poi ho capito: occorre installare il mediaplayer che c'è sul cd-rom (credo perchè la versione che avevo io era più vecchia).

prova anche tu, vedrai che funziona!

ciao
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #6 - 15.11.2004 at 16:13:41
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Grazie del consiglio, proverò.

Tanto per rimarcare il discorso del mio post: Ieri ho suonato in una chiesa. eravamo in 9 archi (1 cb) dietro l'altare. Non ci stavano le sedie, anche i violini e le viole han suonato in piedi. solo il cello era ovviamente seduto. cosa avrebbe fatto Rabbath ?
Io condivido tutto quello che c'è dietro la teoria del suonar seduti stile cello (il pollice non spinge quindi la mano sx può muoversi più velocemente ...) ma alcuni studenti di conservatorio che ho visto usano anche i predellini dei chitarristi per alzare la gamba sx. Cosa avrebbero fatto ieri al mio posto ?
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #7 - 15.11.2004 at 17:03:37
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Non sarei così categorico: il contrabbassista è talmente abituato ad affrontare situazioni fuori dal normale (ad iniziare dall'andare in giro con lo strumento, farlo entrare nelle automobili più svariate etc...) che non credo che la necessità di suonare in piedi possa creare tanto disturbo.

giusto?
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #8 - 16.11.2004 at 00:59:57
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Povero Beppe ... dietro l' altare Smiley!
Ma come ci sei finito???!!!

Beh ... a dire il vero io sono andato a finire dietro la tenda di un teatro. Concerto importante con un grande pianista. Ero il primo di quattro contrabbassi. Cinema-teatro gremito all' inverosimile. Solo che non avevano fatto i conti con il palco un pò stretto. Morale della favola: per far suonare tutti i miei colleghi ed amici mi sono piazzato dietro la tenda. In piedi ed in bilico.
Il direttore dava gli attacchi al secondo contrabbasso, perchè neanche lui mi vedeva ... il direttore! Grande serata. Io e la tenda rossa. Che bellezza.

Basilica di San Nicola - BARI
Evento importantissimo. Bicentenario dalla morte di Mozart. Suonavamo il Requiem, ovviamente. Altro che dietro l' altare. Sono andato a finire a suonare dietro un confessionale. Nessuno mi vedeva, ma lo strumento era una bomba. Il confessionale faceva da cassa di risonanza. Ed il direttore che si dimenava affinchè suonassimo più piano. Una vera goduria!!!

Che c'entra tutto questo con Rabbath?
Non ho idea ... OFF TOPIC Wink!
Ma Beppe mi ha fatto sganasciare dalle risate Smiley!! ... e mi ha fatto ricordare questi due piccoli eventi. Ma ce ne sono altri.
Esempio tipico: suonare in un ottetto di fiati per fare la parte del controfagotto! Grandioso ma inglorioso.

Ciao Beppe
Ciao Giò

p.s.: non vi incasinate troppo sul povero Rabbath! Lui con quella tecnica suona divinamente. Il problema è che E' SOLO LUI Wink!
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #9 - 16.11.2004 at 08:29:14
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ma caro Vito, 
il CD di Rabbath è talmente ben fatto che non posso evitare di approfondire quello che dice, poco a poco.

Poi evidentemente dopo aver provato certe soluzioni deciderò se proseguire per quella strada oppure no.

Sicuramente non adotterò la tecnica delle 4 dita mano sx indipendenti -- è al di fuori della mia concezione, mi trovo tanto bene con il metodo Bille (1-3-4).... sarà l'abitudine, lo so!

ciao
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #10 - 26.11.2004 at 14:12:03
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Cari "ragazzi",
vorrei lanciare un piccolo suggerimento sia ai jazzisti che ai classici. Se potete, cercate di acquistare o procurarvi un Cd di Francois Rabbath, specialmente quello dove suona l' arrangiamento sulla Carmen di Bizet scritto per lui da Frank Proto. Credo che su http://www.liben.com si trovi tutto il materiale (dovrebbero essere, in totale, quattro i Cd). E' un qualcosa da far rabbrividire la pelle. Rabbath può piacere o non piacere, a seconda dei propri gusti. Ma in queste registrazioni di circa 12 anni or sono dimostra una padronanza tecnica migliore del "miglior" Petracchi o dello stesso "Karr" (per me The Genius). 
Una cosa strabiliante! Sembra un violoncellista dall' alto virtuosismo tecnico e canoro. E poi, si tratta di materiale registrato ottimamente con degli arrangiamenti di Proto di un' intelligenza sopraffina. Bellissimi, anzi eccellenti!
Karr rimane insuperabile, secondo me! 
Ma qui Rabbath (doveva avere sulla sessantina d' anni quando ha inciso anche i concerti di Proto) mette in luce altri aspetti tecnici e sonori del contrabbasso che mai prima nessuno aveva evidenziato con tanta perizia e preparazione. L' uso delle Corelli è d' obbligo, altrimenti alcuni passaggi rimangono "Out"! Ma la bellezza del fraseggio ed un' orchestrazione sapiente e mai sfuggente, ricca e mai limitata a frasi di mero accompagnamento, rendono questi lavori dei "capolavori" che non dovrebbero mancare nella discoteca di un contrabbassista. 
Personalmente non possiedo molti Cd, non vado alla ricerca dell' intero catalogo della Lemur. Ma sono proprio deluso di me stesso nel non aver scoperto questi lavori quando effettivamente furono messi in commercio.
Meglio tardi che mai.
Chi li ha ascoltati (almeno uno) potrà darmene conferma (o smentita!).

Ma io dico! Non è vero che il nostro repertorio langue.
Il repertorio c'è ed è abbastanza ricco. Solo che non sempre è all' altezza! O manca di quella "gradualità" che è presente negli altri strumenti. Ci troviamo innanzi o a lavori contemporanei troppo arditi ed eseguibili solo da pochissimi, o a pezzi troppo "poveri" musicalmente che vengono scartati a priori. Se si lavorasse "nel mezzo", allora si che riusciremmo a recuperare tutto quel tempo che abbiamo perduto proprio perchè vittime di un vero e proprio "errore storico" o di una "lacuna storica" forse ormai incolmabile.
Che ne pensate?

Ciao

Vito
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #11 - 30.11.2004 at 11:39:35
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Sono d'accordo.

Il vero problema è che, per motivi di varia entità, o per la storia liuteristica del nostro strumento (non così elementare) o perchè non corrispondeva ai vari canoni estetici un contrabbasso, una voce molto grave e per di più con qualche difficoltà tecnica in più riguardo ad agilità, un timbro spesso lontano da ciò che convenzionalmente è "bello", come solista...), mancano dei nomi grossi tra i compositori che ci hanno preso in considerazioni (...forse l'unico è Hindemith...), nessun Mozart, Beethoven, Mendelhsonn, Tciaikovsky, Bramhs, Dvorak... Ci sono dei veri e propri buchi...

Però un po' di cose interessanti ci sono...

PS: è difficile stare dietro a tutti i post, per il momento vado a mangiare!
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #12 - 30.11.2004 at 11:40:41
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...sno stato un po' disordinato nella sintassi mi rendo conto... ma ho fame...
  
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Re: CD ROM Francois Rabbath: spunti e osservazioni
Reply #13 - 30.11.2004 at 12:16:17
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Caro Fede, la sintassi non conta molto nei post.
E' chiaro che si possa omettere qualcosa Wink! Capita a tutti.
Ma cosa me pensate di tutte le trascrizioni dei cc.dd. Grandi che ci sono in Giro?
Alcune volte mi fanno sorridere; altre volte mi sembrano interessanti perchè ben si attagliano al nostro strumento. Ma il più delle volte sembrano delle sfide che non hanno ne capo ne coda.
Attendo i vostri pareri!

Vito
  
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