Normal Topic lo sviluppo del Jazz e le altre musiche (Read 6395 times)
dinibass
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lo sviluppo del Jazz e le altre musiche
25.11.2004 at 07:32:45
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Ho ricevuto questo messaggio da un iscritto al Forum:
"Molto interessante il workshop sulla musica araba, sono molto curioso...potresti farci un piccolo riassunto? 
Ritieni che tale cultura possa avere uno sviluppo /applicazione nel jazz?".

Decido quindi di aprire questo Topic per toccare l'argomento.

Diciamo che il corso sulla musica araba è stato solo un assaggio, ma interessante anche perchè pare sia difficile trovare libri/metodi che spieghino la concezione di questa musica, che ha tradizionalmente ha sempre diffuso i suoi princìpi oralmente (solo recentemente sono state trascritte delle cose).

Mi ci vorrebbe un po' di tempo per raccontare il tutto, e comunque non potrei essere esaustivo ma appena ne ho l'occasione approfondiremo.

Per rispondere alla domanda dovrei capire cosa vogliamo intendere con la parola Jazz; in effetti la musica più interessante e innovativa nel panorama odierno la troviamo proprio laddove è difficile dare etichette e dove ci sono più contaminazioni.

Io sarei contrario a etichettare la musica (soprattutto 'certa' musica) perchè fuorviamo l'utente, ma il mercato impone una classificazione (la gente vuole certezze, i negozianti anche...).

Mettiamola così: i musicisti di matrice Jazz che vogliano superare il Mainstream, il Bop e quantaltro stanno già da tempo percorrendo queste strade (il 'Jazz' europeo da tempo ha trovato un suo sviluppo, vedi anche il successo delle sonorità scandinave di Garbarek >20 anni fa) ed ora tocca alle influenze di altre parti del mondo.
Qualche esempio recente: Trilok Gurtu oltre ai CD per cui è diventato noto ha proposto musiche con forti influenze indiane; Rabih Abou-Khalil propone una musica con forti sonorità Mediorientali (ma non estreme, molto ammorbidite per gli Europei - e infatti incide per la tedesca Enja che si vuole presumibilmente rivolgere ai molti mediorientali che vivono in Europa) con commistioni con il Jazz suonando con bravissimi musicisti Europei. 
Ecco, ti consiglio proprio quest'ultimo come primo approccio alla musica araba, non è troppo... fondamentalista (permettimi il termine, dovrebbe rendere l'idea!)

I fatti dicono che a livello generale il Jazz è statico dal punto di vista creativo, non si vede granchè di nuovo o perlomeno le multinazionali del disco non hanno interesse e coraggio a promuovere tendenze nuove (è incredibile come Blue Note faccia incidere a un eccezionale musicista come Stefano Di Battista un Cd con la musica di Charlie Parker... oddio!)

a presto
giorgio
 
  
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neroantico
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Re: lo sviluppo del Jazz e le altre musiche
Reply #1 - 25.11.2004 at 08:26:11
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grazie per il tuo contributo!
Come avrai/avrete capito sono un curiosone, questo seminario sulla musica araba mi intriga proprio, percui ti considero un po' come un oracolo.
Trovo che la ricerca di sonorità e soluzioni che pescano nella tradizione italiana e straniera(anche senza il rigore filologico) sia una coraggiosa e stimolante proposta sia per l'utente musicofilo che per l'autore vero e proprio.
Il mercato ci offre ecm enja con ottimi artisti. anche l'etichetta perugina egea offre dei buoni prodotti con un occhio di riguardo alla qualita' del suono/registrazione.
I musicisti che hai menzionato li conosco, non approfonditamente (solo qualche cd).
mi rendo conto che chiederti in questa sede di dissertare su certi argomenti richiede un sacco di tempo,
forse a puntate....
E' vero che jazz vuol dire tutto e niente, allora ti chiedo se quel tipo di seminario e' solamente informativo o formativo (quanto hai fatto tue quelle nozioni e se ne hai avuto possibilità/voglia di applicare quanto  appreso).
Scusa la logorrea, solitamente sono molto taciturno, ma permettimi di pungolarti su alcuni aspetti.
Essendo ignorante mi chiedo alcune cose.
Se è vero che la scala è suddivisa in modo diverso, esistono accordi difficilmente interpretabili per il nostro orecchio, come fai ad accompagnare in simili situazioni!
Ci sono delle regole armoniche che ritieni degne di nota?
Conosci dei pattern ritmici che possano aiutarci a mettere un po di spezie e stimolare i solisti?
Che strumento usano per il nostro registro grave?

Scusa e grazie!!!





  
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dinibass
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Re: lo sviluppo del Jazz e le altre musiche
Reply #2 - 26.11.2004 at 07:50:28
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il seminario in questione aveva un taglio molto pratico, con gli strumenti in mano!
la tendenza era di farci imparare i modi arabi e i 'taksim' (improvvisazioni) a memoria, nel rispetto della trdaizione 'orale' - tuttavia qualcosa mi sono scritto.

l'arabo non ha il sistema tonale nella testa, quindi la possibilità di usare i quarti di tono è assolutamente normale (lo senti nella musica popolare mediorientale, la gente comune è in grado di cantare melodie per noi difficili da cogliere e memorizzare proprio a causa dei microtoni, ma per loro è molto orecchiabile e lineare.

per loro il 'modo' però in realtà non è una scala, ma una vera melodia con un senso compiuto, di radici tradizionali.
il taksim permette di improvvisare su questi modi e quando il musicista arabo fa le 'citazioni' certamente strappa l'applauso.

importante: se si traspone un modo su un altro grado, come se nel tonale trasponessimo da Re minore a La minore per esempio, gli intervalli a quarto di tono non seguono parallelamente la trasposizione proprio perchè la scala non è temperata (quindi se voglio trasporre un modo in Re in La, la nota Ebb [quarto di tono, ovvero Eb calante] sul modo in Re dopo la trasposizione non sarà Bbb [quarto di tono, quindi Bb calante] bensì Bb giusto.

alla prossima
g
  
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neroantico
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Re: lo sviluppo del Jazz e le altre musiche
Reply #3 - 26.11.2004 at 09:12:24
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grazie.
Davvero molto interessante, cerchero' di trovare materiale grazie ai tuoi input. quello che trovero' saro' lieto di condividerlo con gli amici  del forum

ciao
  
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emi
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Re: lo sviluppo del Jazz e le altre musiche
Reply #4 - 26.11.2004 at 09:47:03
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Interessantissimo. 
Pensavo al fatto  che l'uso dei quarti di tono e' tradizione anche della musica afro americana. 
In particolare mi riferisco alla scala blues arcaica con 3a e 7a minore crescenti fino alle splendide esecuzioni di M.Davis. 
A mio avviso l'uso (piu' o meno sistematico) dei quarti di tono e' quindi presente e importante anche nel jazz "nero" ... 
Questo ovviamente IMHO.
  
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dinibass
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Re: lo sviluppo del Jazz e le altre musiche
Reply #5 - 26.11.2004 at 11:09:03
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Giusto, ma in fondo nell'Afro-americana circoscriviamo il discorso alle 'blue notes'.

Nella musica Araba in genere (ma anche più a Est, Idia e Far east) manca totalmente il sistema tonale quindi l'uso dei quarti di tono è molto più intenso!

Quindi non possiamo parlare di accordi per niente, se vogliamo trovare per forza delle attinenze allora potremmo fare un confronto con il Jazz Modale. Quindi: niente regole armoniche - l'armonia è una sovrapposizione di note che non possono essere interpretate tonalmente.

al prossimo capitolo: 
1. il ruolo del contrabbasso
2. ritmo e tempo
3. intenzione

gd

  
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Re: lo sviluppo del Jazz e le altre musiche
Reply #6 - 08.12.2004 at 18:35:49
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proseguo:
1. Il contrabbasso non è presente nella tradizione musicale mediorientale, pertanto da quando è stato introdotto in quelle aree il contrabbassista che si dedica a musiche tradizionali arabe ha praticamente preso le veci del violino, coprendo dunque un ruolo solista (evidentemente semplificando laddove necessario, per motivi tecnici).
Nelle musiche Mediorientali contaminate da tonalità occidentali (esempio contaminazioni zigane in alcune aree in Anatolia) tuttavia il cbasso ricopre un ruolo 'europeizzato', con funzione di sostegno armonico nè più nè meno che nella musica popolare/folk italiana o comunque europea).

2. Ritmo e tempo: è un elemento molto importante in questa musica. Mentre in Occidente si lavora quasi esclusivamente sul 4/4 e sul 3/4 (altri tempi come sappiamo esistono ma in misura ben inferiore), in Medioriente troviamo tempi ben più complessi, tipo 10/8 o altri. La cosa affascinante è che funzionano benissimo con le loro melodie e sono effettivamente guidati da queste. Per noi occidentali è difficile entrarci, siamo portati a contare a causa dell'insicurezza che tale tempio ci dà, ma un musicista locale è 'naturalmnete' portato a suonare in tempi scomposti per noi complessi, semplicemente perchè 'sente' la melodia e non conta (e sono melodie radicate nella loro cultura, come per noi sentire il battere nel liscio...).
Ma vi assicuro che sotto una buona guida, entrando un minimo nella cosa si riesce dopo poco a suonare su questi tempi in maniera ben più naturale di quello che al primo approccio poteva apparire.
3. Intenzione: intendo dire pronuncia, abbellimenti, suono. I trilli sono frequentissimi, i glissati pure e tutti quelli abbellimenti che possono rendere la melodia più bella... per un arabo - quindi a volte certe soluzioni possono sembrare un po' kitch, ma fa parte della loro visione: piace quello che è luccicante, dorato...
[in questo l'arte mediorientale differisce alquanto da quella dell'Estremo Oriente].

ciao
g
  
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