Caro Emiliano,
se scorri a ritroso le pagine del forum troverai sicuramente un mio post in materia. Ma non mi dispiace riparlarne, magari in breve. A mio giudizio, e di tantissimmi altri (e sono veramente tanti), il ponticello regolabile non influenza minimamente il suono del tuo strumento. L' unica differenza è data dal tipo di viti regolatrici che si utilizzano. A differenza di quanto si possa generalmente pensare, l' alluminio è un buonissimo conduttore sonoro che non taglia (o toglie) il suono che si propaga all' interno del cuore del ponticello per trasmetterlo ai piedini. In USA e Canada, e non dico un' eresia, sono più coloro che usano i ponticelli regolabili che quelli normali. Nel jazza è poi diventato quasi d' obbligo. I vantaggi sono notevoli sotto tutti i punti di vista, specie con i cambiamenti di stile o semplicemte di temperatura/umidità. Nel classico ti permettono di avere due settaggi diversi per i brani solistici o per quando si deve suonare in orchestra.
Ma ... c'è un ma! Non è una cosa negativa, non preoccuparti! Di viti regolatrici ne esistono di sei o sette tipi e sembra che proprio quelle in ebano rendano peggio, mentre quelle che tu usi, in alluminio, sono le più utilizzate poichè, facendo tutta una serie di studi e raffronti, sembra che siano le più affidabili dal punto di vista sonoro.
Leggevo che è stato fatto un esperimento simile al "violino trapezoidale", ovvero è stato fatto sentire a più contrabbassisti posti dietro un telo nero lo stesso strumento suonato dalla stessa persona che eseguiva lo stesso passaggio (mi pare un jazzista). L' esperimento è durato circa un' ora e mezza poichè ogni volta si doveva cambiare il ponticello: a caso ne montavano uno regolabile od uno normale e chiedevano ai presenti cosa pensavano che fossero. Bene, dalla totale discrepanza dei dati ottenuti, e secondo il modello matematico stabilito, si è giunti alla conclusione che quei musicisti alla fine non riuscivano a percepire nessun tipo di differenza fra un regolabile ed un ponticello normale. C'è da dire che le viti regolatrici erano sempre le stesse. Infatti è scientificamente approvato che cambiandole la gamma degli armonici tende ad esserne influenzata e così il suono. Può essere un pò più aperto, meno oscuro, più oscuro ma meno aperto e via discorrendo.
Se riesco a ritrovare un Link interessante su questo argomento, lo inserisco ancora una volta.
Emiliano, vista la mia esperienza in fatto di regolabili (quando mi vedono in Orchestra credono che sia un marziano), ti consiglio vivamente di mollare un bel pò le corde prima di armeggiare con gli anelli, altrimenti si corre il rischio che i piedini possano rompersi o quantomeno aprirsi (e poi dovrai usare l' Attack o far inserire da un tornitore un' altra vite ... insomma è una cosa complicata).
Ma quanti di voi usano questo sistema? C'è qualcuno che la pensa diversamente? Sono tutto orecchi ... orecchie ... orecchia ...

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Saluti
Vito