Hot Topic (More than 10 Replies) Alcune domande (Read 16237 times)
blueshine83
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Alcune domande
31.12.2004 at 13:18:53
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Anzitutto salve a tutti e complimenti a chi di dovere per il forum che ha davvero i controcogl... sotto!

Detto questo, ringraziando anche Te, cortese lettore, per la Tua gentile attenzione, Ti pongo alcuni quesiti:

1. E' facile che alla mano sinistra mi venga una specie di "crampo" in un punto alla base del pollice, verso il palmo della mano. Mi succede in particolare quando tengo a lungo la corda con l'indice, specialmente sul FA della 4a corda...
C'è qualcosa da fare, oltra a fermarsi subito?

2. A proposito dell'arco: 
2a. Deve viaggiare rigorosamente "parallelo al pavimento"?
2b. Sono leciti "giochi di polso" per cui lo ruoti leggermente? Ad esempio ho scoperto che sulla prima corda riesco a stare molto più rilassato se lo ruoto, anche se poi sulla corda si sfrega solo il "bordo superiore" del crine
2c. E' lecito usare mooolta pece? Così infatti il suono è bello chiatto chiatto (pieno)
2c.1: a proposito, come fare a produrre suddetto suono chiatto chiatto fin dall'inizio dell'arcata, senza che si "apra" via via? Evitando così gli armonici indesiderati e il suono secco e sottile iniziale, specialmente quando l'arcata parte dalla punta?

3. Ufficialmente come regolare l'altezza del divino strumento?

Grazie di cuore
  
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vitoliuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #1 - 02.01.2005 at 05:15:53
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Uaooohh!!!  ... che belle domandine "chiatte" "chiatte" Smiley!

Da dove cominciamo? Wink!

VL
  
vito liuzzi
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vitoliuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #2 - 02.01.2005 at 07:16:40
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Bene, egregio Utente!, io ti porgo il mio benvenuto in questo marasma contrabbassistico e ti dico il mio personalissimo parere sul tuo primo quesito:

DOLORE ALLA BASE POLLICE MANO SINISTRA ...
specie quando premi il Fa in quarta col primo.

Da quello che mi dici credo che tu debba essere principalmente un jazzista, perchè un contrabbassista classico ben impostato "di solito" non soffre di questo fastidio ma, al massimo, di altri. Il problema è proprio l' impostazione, ma non solo!
Solitamente il pollice dovrebbe essere solo un punto di riferimento per il medio-anulare che spingono insieme (o del solo medio), ma non deve mai essere messo sotto pressione dalle altre dita, anzi, va lasciato molto "mobile" poichè sono le altre dita che devono spingere verso la tastiera (e quindi verso lo stesso pollice) in un gioco di "mutuo rilassamento". La sinistra non deve mai irrigidirsi sebbene spinga in direzione della corda in maniera consistente. 
Se il pollice comincia a far male alla sua base, od alla sua articolazione di base, ciò vuol dire che viene caricato di un peso eccessivo che non gli compete.
Da dove proviene questa "forza inutile" che si scarica in questo punto e che determina poi l' indolenzimento di tutta l' articolazione (muscoli compresi)?
a) errata impostazione ( o poco studio in posizione corretta).
Se il pollice lo abitui a premere quel Fa col 1 dito senza farlo andare in tensione e senza piegarlo troppo o incurvarlo, allora le cose potrebbero migliorare. Ma non devi abituarti ad avvicinarlo troppo al primo dito per aver maggiore pressione sulla corda (è una "forza falsata e dannosa"). Prova a tenere il pollice più verso la metà del manico in direzione del 3 dito (medio-anulare). Inizialmente farai più forza, ma con lo studio noterai che le altre dita sono in posizione sempre e pronte a pigiare il Fa# e Sol ed il pollice (tenuto il posizione leggermente arcuata) non ti farà più male. Tutto a beneficio dell' estetica e della precisione ed intonazione dei passaggi (in velocità o lenti).

b) Quarta troppo alta e dura.

Se quanto detto al punto a) non dovesse essere sufficiente, può essere probabile che la tua quarta al capotasto sia stata lavorata un pò alta o sia troppo dura come modello. Un buon liutaio potrebbe abbassarti in capotasto di tutte e quattro le corde, nella speranza di avere una prima mezza posizione più dolce da premere. Oppure potresti pensare di passare ad una quarta modello "light o weich", insomma per intenderci "leggera" e provare a vedere come va.

c) corde che partono alte.

Se poi il problema è dato da tutte le corde che partono troppo alte in relazione alla tastiera e ponticello (ricordi la famosa regoletta che un RE vuoto pigiato a fondo tastiera deve lasciare "poco aria o spazio" fra se e la tastiera stessa?), allora sarebbe il caso di utilizzare delle TomastiK Weich e cercare un liutaio che ti possa dire se si può risistemare la tastiera intera (se è in ebano, altrimenti lascia stare).

Questo in breve: scegli tu Wink!

Saluti

Vito Liuzzi
  
vito liuzzi
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vitoliuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #3 - 03.01.2005 at 05:49:58
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Per quanto riguarda la terza domanda, ovvero l' ultima (le sto prendendo a casaccio), secondo me non c'è una regola canonica nello stabilire l' altezza dello strumento in piedi (da seduti vi sono mille tecniche!).
Diciamo che la più seguita o quella che segue più la tradizione di Bottesini, vuole che tenendo lo strumento leggermente inclinato sul fianco in modo da poterlo sostenere anche senza mani (facendo perno e leva con il ginocchio della gamba sinistra leggermente flessa), il capotasto debba all' incirca corrispondere all' altezza delle sopracciglia.
Come ben puoi notare è una regola di base ma con mille varianti. Per esempio:
a) chi suona Jazz preferisce questa altezza mentre per chi suona il classico il capotasto viene tenuto qualche centimetro più in sù rispetto alle sopracciglia (anche di molti centimetri più in sù);
b) Petracchi sostiene che l' altezza ideale (ma io non concordo affatto) si determina ponendo lo strumento perpedicolare di fronte a sè, si distende una mano e con l' altra si regge lo strumento, con la mano distesa si fa un pugno e le nocche delle dita devono collimare con il ponticello. Questa è l' altezza ideale. Noterai che lo strumento diventa altissimo. Tecnica da me altamente sconsigliata;
c) Gary Karr addirittura suona con lo strumento in posizione orizzontale ed entrambe le gambe distese (tecnica consigliabile se si suona alla tedesca e con strumento piccolissimo).

Come vedi le varianti su tema sono molteplici. Ma io credo che per un contrabbassista l' altezza giusta sia una via di mezzo: il capotasto deve stare pochi centimetri sopra le "sopracciglia". In tal modo si riesce a suonare comodamente nelle note più gravi (con arco o pizzicato) e si arriva comodamente a suonare gli armonici con l' arco molto vicino al ponticello per ottenere un suono focalizzato, ben centrato e ricco di armonici.

Insomma, come al solito credo che la verità stia nel mezzo Wink!

Uaooo!!!! Quante domande ! Aiuto ragazzi Smiley!

Un saluto a Blue83.

Vito Liuzzi
  
vito liuzzi
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andrea
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Re: Alcune domande
Reply #4 - 03.01.2005 at 07:28:02
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aggiungo una risposta alla 1a domanda, oltre al canonico benvenuto.
succedeva anche a me. la cosa strana e' che mi succedeva col contrabbasso che usavo per studiare mentre difficilmente mi succedeva con il contrabbasso del conservatorio. e avevano diapason simile e stesse corde. poi un contrabbassista incontrato per caso mi ha svelato l'arcano: il mio fabbricone aveva un tronco al posto del manico! il mio liutaio di fiducia ha ridotto lo spessore  con un bel lavoro e ora non ha di questi problemi. il consiglio e' di andare da un buon liutaio e far sistemare lo strumento a puntino. e poi esercizio e ancora esercizio.

per quanto riguarda l'arco, essendo anni che non lo tocco, ti rispondo co qualche riminiscenza del mio maestro di conservatorio. il gioco di polso e' ammesso, ma spesso paghi la facilita' di produrre il suono con la qualita' del suono. ricordo che il mio maestro aveva un bel colpo d'arco e sfruttava "il bordo" del crine per l'attacco, ma era un movimento molto rapido per passare ad usare pressoche' tutto lo spessore del crine.

infine non riempire l'arco di pece che il suono chiatto chiatto lo ottieni lo stesso, con un po' di esercizio, ma ce la fai. e non ti resta l'arco apppiccicato alle corde.
dopo anni che non uasvo l'arco mi e' capitato di riprenderlo in mano. semprava liscio e pulito eppure non ho avuto bisogno di mettere pece. suonava benissimo.
ultima cosa: magari ci metti tanta pece perche' lo stai tendendo troppo (errore che facevo anch'io). in realta' si puo' tendere molto meno di quanto uno creda, e sona meglio.

buona fortuna.
  
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proudhon_bakunin
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Re: Alcune domande
Reply #5 - 03.01.2005 at 08:13:15
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Provo a correre in soccorso di Vito sebbene non con la stessa autorevolezza (sono uno studente per cui prendi le mie risposte con molta cautela ed aspetta i commenti di altri più autorevoli membri di questo forum).

2a. L'arco deve viaggiare RIGOROSAMENTE perpendicolare alle corde, cerca di non usare il pavimento come riferimento ma piuttosto studia davanti ad uno specchio per controllare l'angolazione dell'arco sulle corde - soprattutto all'inizio è consigliata la consulenza di un maestro ben preparato. 
2b. Su questa domanda vado un po' piu cauto nel risponderti vista la mia preparazione e la gran quantità di diverse arcate che si possono studiare, in linea di massima direi che, soprattutto all'inizio dello studio dell'arco, bisognerebbe limitare al minimo i movimenti non necessari onde evitare di prendere abitudini che potrebbero limitarti nello studio di arcate più complesse.
Soprattutto tieni presente una cosa: cerca di essere sempre consapevole di ciò che stai facendo, se suoni con pochi crini o se ruoti il polso è perche lo vuoi tu, non perchè "viene così".
2c. A me personalmente non piace usare molta pece per due ragioni: 
- il suono sebbene risulti "chiatto chiatto" mi sembra molto innaturale  e poco piacevole in quanto sembra generato dalla pece e non da arco+contrabbasso
- le corde si sporcano troppo.
Per riuscire ad ottenere più volume prova a suovare più vicino al ponte.

Concludo qui ma sono certo che ti arriveranno molti altri consigli in merito.

Ciao e buono studio
Daniele
  
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blueshine83
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Re: Alcune domande
Reply #6 - 03.01.2005 at 09:52:50
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Uagliù! Mi state facendo emozionare!!  Cheesy

Veramente vi ringrazio di cuore per le risposte...

Credo che forum del genere siano davvero inestimabili...

(Credo che dovremmo fare una colletta tutti noi, e comprare una cesta di insaccati o altri regali a piacere per il webmaster...  Smiley  )

Un'ultima curiosità, riprendendo la mia domanda 2.1c
Riguarda l'inizio della produzione del suono con l'arco: specialmente se si parte dalla punta, il suono inizialmente risulta essere APPILATO  (= "occluso"/ "stitico"), per poi aprirsi strada facendo, e guadagnare i suoi toni chiatti chiatti...  Smiley
Noto che usando più pece questo inconveniente si riduce parzialmente, e ciò aumenta la mia condizione di tossico "pece-dipendente".
Sarà che non ho ancora iniziato lo studio dei colpi d'arco? Forse questo, unito a certi misteriosi "esercizi per il polso" che forse il maestro ha estemporaneamente programmato ipocritamente per arginare le mie pressioni circa l'argomento, ecco ho ancora scritto una frase troppo lunga e ho perso il filo. Volevo dire, questi studi futuri risolveranno il problema, o è una questione di modo di tirare l'arco all'inizio con tutti i loschi giochi di polso annessi e connessi?

Grazie ancora
e in bocca al lupo
e auguri di ogni bene
e anche prosperità e salute, 
e realizzazione dei vostri sogni desideri, specialmente quelli più profondi
  
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vitoliuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #7 - 04.01.2005 at 08:26:51
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Grazie per tutti gli auguri ... troppo generoso.
Concordo con quanto è stato detto.
Aggiungo solo che dalla mia esperienza è normale che quando si cominci ad usare un archetto (magari non troppo buono a livello qualitativo), si tenda ad utilizzare molta pece. Ma il buon Maestro sa che è un grosso errore. Perchè? Il suono prodotto con molta pece non viaggia molto nell' ambiente; la sensazione sul posto è quella di avere un grande suono che in realtà, sulla distanza, viaggia poco. Per non parlare di tanti altri problemi che poi s'ingenerano.
Quindi, secondo me, è importante abituarsi a suonare con la giusta quantità di pece. Le corde non devono rimanere "immantate di neve". 
L' arco è in grado di produrre un bel suono che "viaggia" con poca pece. Solo che all' inizio vogliamo subito un suono "pp", cioè "potentissimo" Wink! ERRATO!
Dopo cinque minuti di utilizzo la pece per attrito si riscalda, e questo di per sè basta per una sessione di studio.
Io consiglio ai miei sventurati allievi una cosa: "se proprio volete usare ogni giorno della pece, fatelo pure ... ma due o tre passate leggere di Pops o Nyman sono sufficienti. Poi, pulite con il pollice della mano destra, la pece in eccesso che nei "passi cantabili" crea mille problemi (N.d.R.: anche nelle note lunghe l' arco rischia di incepparsi). Ci sarebbero mille cose da dire.
Ma a livello psicologico potrebbe servire, anzi serve!

Parole sante quelle di Daniele per il polso: evita i movimenti inutili. A parte le differenze di Scuola, la logica (e la Fisica) dicono una cosa. Se il polso è troppo esterno si rischia di perdere peso, ovvero non riesci a scaricare tutto il peso del sistema dita-mano-braccio-avambraccio-spalla. Se è troppo dentro si "blocca" lo snodo della giuntura e rischi di suonare con due crini.
Non c'è un segreto o un metodo universale, ma solo una giusta regola: suonare con tutti i crini ti darà la dimensione esatta di dove mandare il polso, senza bisogno di farlo ruotare. Il polso viaggia su di una linea immaginaria retta, tipo un binario. Segui questa linea e non potrai sbagliare. La cosa più semplice da fare è sempre la più difficile.

Ciao

Vito
  
vito liuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #8 - 04.01.2005 at 09:59:58
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Un piccolo consiglio: fidati del tuo maestro!
Credo che lo studio dell'arco sia la parte più complessa della tecnica di uno strumento, appunto, ad arco.
Il movimento, al contrario delle apparenze, è piuttosto complesso in quanto è tutto un gioco di piccoli spostamenti, bilanciamenti di pesi e sensibilità; a volte un maestro può variare indicazioni ed esercizi per risolvere piccoli problemi che trova nella conduzione dell'arco dell'allievo. E' molto difficile spiegare ad un altra persona le sensazioni che si provano mentre si sta facendo un'operazione che a lungo andare diventa quasi istintiva; i maestri pertanto devono ricorrere spesso ad immagini per descrivere esercizi e posture.
Credo non sia raro trovare maestri che a due allievi differenti danno indicazioni apparentemente contrastanti; se l'allievo dimostra una piccola rigidità in alcuni movimenti allora lo si spinge a rilassarsi con movimenti flessuosi, al contrario gli si dice che il movimento deve essere rigido: la verità probabilmente non sta in nessuna delle due affermazioni ma nel risultato che si ottiene.

Ciao
Daniele
  
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Re: Alcune domande
Reply #9 - 04.01.2005 at 10:17:01
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Scusate la divagazione pseudo-filosofica che mi ha fatto dimenticare cosa volevo effettivamente dire.

Per quanto riguarda il suono più gonfio al tallone che non in punta:
non potrebbe (e qui chiamerei in causa gli eminenti maestri presenti nel gruppo) essere anche legato al movimento del gomito.

Mi spiego meglio: ricordo che il mio maestro per farmi capire come muovere il braccio destro nella conduzione dell'arco mi consigliava di provare a tirare l'arco alla tedesca tenendo ben a mente il movimento di gomito e spalla. In questo modo tirando l'arco alla francese dalla punta al tallone il gomito tende (ma in modo naturale, senza forzature!) verso il corpo e non rimane alto ed esterno, di conseguenza il polso non ha bisogno di flettersi troppo mantendo un attacco pressochè identico tanto al tallone quanto in punta e mantenendo sempre la stessa angolazione (90°) arco-corda.

E' un trucchetto pedagogico (come accennavo sopra) o è un esercizio tramandabile ai posteri?

Ciao
Daniele
  
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vitoliuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #10 - 04.01.2005 at 10:53:55
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Caro Daniele,
il problema del suono più "gonfio" al tallone e meno in punta ha effettivamente numerosi risvolti.
E' una problematica immensa. A volte, però, più che per "immagini" diventa più realistico ragionare anche per "tecnica applicata". 
In base all' impugnatura prescelta (la francese, a mio avviso, è la più complessa e variegata ... ma alla fine la più bella e redditizia!!) vi sono tutta una serie di esercizi che s'impostano per evitare il c.d. "rigonfiamento del suono". Io ragiono al contrario! Faccio pensare (e ritorniamo alle immagini) di avere un suono più forte e tenuto in punta rispetto al tallone. Il mignolo ha una funzione fondamentale perchè è il dito deputato a sostenere l' arco fino alla fine. In questa maniera, ragionado "al contrario", la tenuta del suono sarà più omogenea. Ma un esercizio fondamentale e che consiglio praticamente a tutti è lo studio dell' arco LENTISSIMAMENTE AL PONTICELLO (bastano 10 minuti al giorno, anche 5 ... non scherzo). In questo modo, nel giro di un mesetto, ogni tipo di rigonfiamento verrà attenuato poichè si è costretti a lavorare con gli stessi pesi e misure al tallone ed in punta. Una volta dissolto questo "gap", sarà facile decidere dove e quando avere un "crescendo" od un "diminuendo" senza tener conto della posizione dell' arco, punta o tallone che sia. Oltre tutta una serie di benefici che ne derivano da un siffatto studio.
E' un esercizio molto "stupido" sotto certi aspetti. Ma provate per un mese, per 10 minuti al giorno ... poi mi direte Wink!

Vito
  
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Re: Alcune domande
Reply #11 - 04.01.2005 at 14:33:18
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me lo puoi spiegare meglio questo esercizio?
1) dove posiziono l'archetto (vivino al ponte tipo un paio di cm o piu' vicino)?
2) a cosa devo mirare (cioe' cosa devo ottenere: suono omogeneo, tenuto, piu' forte in punta...)
grazie.
poi fra un mese ti dico! Smiley
  
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vitoliuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #12 - 05.01.2005 at 07:07:19
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Andrea, è molto semplice.
Posiziona l' arco quanto più vicino al ponticello. All' inizio puoi suonare solo sulle corde vuote poi magare passare a scale ed arpeggi.
Comincia dalla II corda, poi vai in I, II, III IV, III, II. La seconda corda può essere il punto di partenza e di arrivo.
USA IL METRONOMO. Tempo molto basso, diciamo la semiminima a 48/52.
Parti dal tallone suonando con TUTTI I CRINI dal tallone alla punta. E' importante arrivare in punta e suonare con tutti i crini.
Cerca di tirare l' arco molto lentamente suddividendolo in 16 ma anche 32 parti (poi ci riuscirai). 
Devi ottenere il massimo della sonorità dal tuo strumento ed il suono deve essere molto potente, ricco di armonici e BEN TENUTO, sia al tallone che alla punta.

All' inizio la mano destra può andare leggermente in tensione perchè ti sembrerà di fare uno sforzo maggiore.
Col tempo questa tensione svanirà e riuscirai a tirare l' arco nei pressi del ponticello anche con sole tre dita.

OBIETTIVO: devi mirare a migliorare la qualità e tenuta del tuo suono. Quando la destra si sarà rinforzata puoi provare a fare lo stesso esercizio su singole note vibrate. Col vibrato l' arco tende a sfuggire e quindi questo esercizio base diventa più complesso. Ma quando sarai in grado di tirare molto lentamente l' arco vicino al ponte (intendo quando più vicino possibile al fine di ottenere un suono pieno e pulito) anche con il vibrato, allora il TUO SUONO IN GENERALE sarà molto più nitido e FOCALIZZATO. 
Specie Gary Karr fa di questo studio e concetto un suo cardine fondamentale: ecco perchè il suono di Karr lo si riconosce subito. Sfrutta più velocità dell' arco ma sempre molto vicino al ponte.

Scusate la "lungaggine"!.

Ciao

Vito
  
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Reply #13 - 05.01.2005 at 07:26:19
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nessuna lungaggine: e' chiarezza!
grazie. provero' e ti faro' sapere. ne approfitto per fare un'altra domanda: ma suonando al ponte non si ottiene un suono meno dolce? e in generale qual'e' la posizione migliore per l'arco (miglior compromesso dolcezza-potenza)?

grazie!

ps dopo anni che non tiravo l'arco (e gia' allora non ero un mostro..) pensavo di essere piu' imbranato, invece qualcosa riesco ancora a fare...sara' come la bicicletta che quando impari non dimentichi piu'?
  
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vitoliuzzi
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Re: Alcune domande
Reply #14 - 05.01.2005 at 10:55:54
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Sicuramente il suono al ponticello è diverso da quello prodotto al centro o vicino alla tastiera.
Sono scelte che poi un solista o professore d' orchestra decide di avere. L' esercizio in questione serve per avere e conseguire tutta una serie di vantaggi, per l' arco e per la mano destra. Poi si operano delle scelte.
Purtroppo per una questione fisiologica del nostro orecchio che percepisce le frequenze basse in un punto diverso rispetto alle alte, con relative problematiche legate alla "udibilità" (in concerto occorre farsi sentire!!!), questo tipo di tecnica permette di ottenere un suono più corposo. Se si vuole più dolcezza è chiaro che salgo verso la tastiera, o se voglio un pianissimo o se suono musica antica. Tutto è relativo.
Ma molte volte ti accorgi che ci sono contrabbassisti con un suono "flaccido" e tutto "frusciato": bene, anzi male!
Il suono "frusciato" non ha grande senso su di uno strumento ad arco quando si può ottenere una sonorità molto più intensa ed anche "passionale", sotto certi aspetti.
Un suono deve avere una propria "personalità". 
Ognuno di noi predilige sonorità di artisti differenti. Però con l' esercizio in questione si può acquisire, specie suonando note acute al capotasto, un suono "armonicamente presente", pulito e chiaro. Anche dolce, sotto certi punti di vista. 
Per noi classici è importante avere un suono con una certa presenza e personalità, altrimenti non ha senso suonare in maniera acerba e priva di intensità emozionale.
Questo è solo uno di mille esercizi di pura tecnica.

Vito

p.s.: ti piacerebbe un suono di un Jazzista pizzicato in maniera fiacca e flaccida, od una sonorità ben presente, che ti dia la sensazione ed il giusto feeling che quel musicista è padrone della situazione???
  
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Re: Alcune domande
Reply #15 - 05.01.2005 at 11:49:46
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grazie vito.
dov'e' che insegni tu?
direi che i tuoi allievi sono fortunati ad avere un maestro come te!

andrea
  
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Re: Alcune domande
Reply #16 - 05.01.2005 at 16:54:33
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Ti ringrazio, molto gentile.
I miei POVERI e sventurati allievi del Tarantino mi tollerano abbastanza Wink!

Vito
  
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Re: Alcune domande
Reply #17 - 09.01.2005 at 20:35:20
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Una precisazione, riprendendo una precedente risposta: riguradava il pollice della mano sinistra.
Non riesco a ridurre la sua pressione, cercando di "premere" con le restanti "3": non avendo un punto di fermo, perchè il manico non è realmente "fisso" ma "mobile" assieme a tutto lo strumento, il pollice non fa altro che opporsi contro l'azione delle altre dita che premono sul manico, con forza uguale e contraria. Se riduco la forza applicata del pollice, senza ridurre la forza applicata dalle altre dita, si genera una forza risulanta che agisce sullo strumenti intero. L'altra volta il manico si è inclinato verso di me mentre la punta scivolava in avanti... 

D'altra parte, volevo chiedere: affaticamenti e dolori non sono mai tollerabili, nemmeno considerando il fatto che studio da nemmeno un anno?
P.S. non sono ancora un bassista jazz, dato che prima di iniziare il pizzicato desidero avere un minimo di padronanza con la sinistra...


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Bene, egregio Utente!, io ti porgo il mio benvenuto in questo marasma contrabbassistico e ti dico il mio personalissimo parere sul tuo primo quesito:

DOLORE ALLA BASE POLLICE MANO SINISTRA ...
specie quando premi il Fa in quarta col primo.

Da quello che mi dici credo che tu debba essere principalmente un jazzista, perchè un contrabbassista classico ben impostato "di solito" non soffre di questo fastidio ma, al massimo, di altri. Il problema è proprio l' impostazione, ma non solo!
Solitamente il pollice dovrebbe essere solo un punto di riferimento per il medio-anulare che spingono insieme (o del solo medio), ma non deve mai essere messo sotto pressione dalle altre dita, anzi, va lasciato molto "mobile" poichè sono le altre dita che devono spingere verso la tastiera (e quindi verso lo stesso pollice) in un gioco di "mutuo rilassamento". La sinistra non deve mai irrigidirsi sebbene spinga in direzione della corda in maniera consistente. 
Se il pollice comincia a far male alla sua base, od alla sua articolazione di base, ciò vuol dire che viene caricato di un peso eccessivo che non gli compete.
Da dove proviene questa "forza inutile" che si scarica in questo punto e che determina poi l' indolenzimento di tutta l' articolazione (muscoli compresi)?
a) errata impostazione ( o poco studio in posizione corretta).
Se il pollice lo abitui a premere quel Fa col 1 dito senza farlo andare in tensione e senza piegarlo troppo o incurvarlo, allora le cose potrebbero migliorare. Ma non devi abituarti ad avvicinarlo troppo al primo dito per aver maggiore pressione sulla corda (è una "forza falsata e dannosa"). Prova a tenere il pollice più verso la metà del manico in direzione del 3 dito (medio-anulare). Inizialmente farai più forza, ma con lo studio noterai che le altre dita sono in posizione sempre e pronte a pigiare il Fa# e Sol ed il pollice (tenuto il posizione leggermente arcuata) non ti farà più male. Tutto a beneficio dell' estetica e della precisione ed intonazione dei passaggi (in velocità o lenti).

b) Quarta troppo alta e dura.

Se quanto detto al punto a) non dovesse essere sufficiente, può essere probabile che la tua quarta al capotasto sia stata lavorata un pò alta o sia troppo dura come modello. Un buon liutaio potrebbe abbassarti in capotasto di tutte e quattro le corde, nella speranza di avere una prima mezza posizione più dolce da premere. Oppure potresti pensare di passare ad una quarta modello "light o weich", insomma per intenderci "leggera" e provare a vedere come va.

c) corde che partono alte.

Se poi il problema è dato da tutte le corde che partono troppo alte in relazione alla tastiera e ponticello (ricordi la famosa regoletta che un RE vuoto pigiato a fondo tastiera deve lasciare "poco aria o spazio" fra se e la tastiera stessa?), allora sarebbe il caso di utilizzare delle TomastiK Weich e cercare un liutaio che ti possa dire se si può risistemare la tastiera intera (se è in ebano, altrimenti lascia stare).

Questo in breve: scegli tu Wink!

Saluti

Vito Liuzzi

  
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Re: Alcune domande
Reply #18 - 10.01.2005 at 07:22:50
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Caro Blue,
i tuoi dolori e le tue pene li abbiamo passati un pò tutti.
E' una cosa abbastanza normale. Solo che credo, anche per il tuo bene, che tu dovresti imparare ad essere "meno rigido" quando suoni e più flessuoso, maggiormente rilassato. 
Questo ti porterà notevoli vantaggi e sentirai meno dolorini a patto che lo strumento sia settato alla perfezione.
Poi rimangono solo i dolori "di postura" a cui non si può far nulla se non optare per un pò di ginnastica o attività sportiva.
Ma alla fine sono certo che "il pollice ti servirà sono come una guida, come un binario di un treno", e potrai suonare più ore senza stancarti .... sempre con le dovute pause Smiley!

Ciao

Vito liuzzi
  
vito liuzzi
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