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Hot Topic (More than 10 Replies) variazioni sul walking (Read 15200 times)
neroantico
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variazioni sul walking
14.02.2005 at 09:42:07
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Amici, necessito qualche suggerimento per rendere meno noiose le mie linee.Mi spiego:
Ho delle difficoltà nel rendere interessanti i miei walking, non tanto dal punto di vista della costruzione, ma quanto della funzionalità nella forma.
Cerco di essere più chiaro:

Es in una forma AABA come fate a sottolineare le 4 sezioni? Ove possibile uso pedali,  cerco di studiare cambi di tempo (3 sui 4 e viceversa) che altro fare per stimolare i solisti?

Aiuto !!

Grazie
  
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dinibass
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Re: variazioni sul walking
Reply #1 - 14.02.2005 at 19:27:34
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beh, il mio primo consiglio (scontato!) è di ascoltare i Caposcuola; è evidente che ognuno ha un suo approccio (Blanton, Pettiford, Heath, Chambers, Brown, Carter, Haden, Peacock...) e bisogna fare i conti con la cifra stilistica di riferimento.

Ma uno spunto di riflessione viene dal fatto che molto dipende dalla disponibilità dei tuoi compagni d'avventura (musicale) a 'interscambiare' nuove situazioni. La ricerca degli stimoli deve essere reciproca!

Da un punto di vista più analitico dovremmo considerare l'aspetto ritmico e quello armonico. Quest'ultimo ci porterà a disquisire su sostituzioni di accordi etc...

Dal punto di vista della forma però la tua domanda farebbe inorridire Ornette, che quando pubblicò il suo primo LP ("Somehting else!!!", 1958) scrisse sulle note di copertina: << penso che un giorno la musica sarà molto più libera. Lo schema armonico non verrà più considerato e il brano stesso formerà il proprio schema e non dovremo adattarci a forme convenzionali>>.
Povero Ornette, che delusione.... dopo quasi 30 anni stiamo ancora dietro agli Anatole e a All the things you are...

Beh, non credo di averti aiutato granchè ma spero di aver lanciato qualche buono spunto di discussione!

giorgio
  
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dinibass
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Re: variazioni sul walking
Reply #2 - 14.02.2005 at 19:29:24
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accidenti al correttore automatico: LP 'Something Else!!!' del 1958 (e così scopriamo che il nr 8 seguito da parentesi ci fa una bella faccina occhialuta!

gd
  
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Re: variazioni sul walking
Reply #3 - 15.02.2005 at 07:09:47
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La forma, concordo con Giorgio (e con Coleman) che sia più giusto che il brano crei se stesso man mano che si sviluppi, sinceramente, se devo dividre, divido più per chorus che per sezioni, ma in generale le divisioni prestabilite corrono il rischio di creare staticità, ed io penso che il jazz abbia bisogno di tensione e di elasticità.
Ciascuno poi ha il suo stile, il suo modello o qualcosa a cui anela.
Personalmente i principi che cerco di applicare (derivati da grandi quali La Faro o Peac o c k) sono:
- il quattro va in testa, quello che suono io è intorno al quattro, compatibilmente con quello che suonano gli altri (io prediligo i trii con piano o chitarra), posso andare in due, posso fraseggiare, accentare l'inizio delle misura 1/8 dopo, l'importante che io abbia in testa il quattro, che renda ai miei compagni di avventura l'idea di suonare in quattro, che faccia credere a chi ascolta distrattamente che il contrabbasso stia andando su un morbido quattto (ed ogni tanto ci va, come in una sorta di liberazione, ma questo è un traguardo, non un presupposto di partenza);
- dal punto di vista della forma cerco di uscire dalle strutture, anche perchè se suoni un anatole o un blues la struttura ce l'hai in testa, e così i musicisti con cui suoni, rimarcare i cambi di sezione può andare bene ma alla lunga rischia di diventare un appesantimento, una banalizzazione;
- armonicamente non ritengo necesario suonare tutti gli accordi che fa il piano (o meglio che indica il Real Book), possono essere sostituiti con una scale ... o con silenzi. 

I miei sono pensieri in libertà, nel senso che non sto molto a pensare a queste cose quando suono, sono razionalizzazioni che intervengono a posteriori, magari già domani ho cambiato idea.

Ciao
  
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dinibass
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Re: variazioni sul walking
Reply #4 - 15.02.2005 at 10:34:43
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un altro modo per stimolare la riuscita di linee un po' diverse, è la linea cromatica:
si fissa un punto di partenza (es la tonica sul battere della battuta 1) ed il punto di arrivo (es la terza sul battere della battuta 4) e lo si percorre cromaticamente.
Evidentemente la determinazione dei punti di partenza e di arrivo dipendono di gran lunga dall'armonia (variabile indipendente), mentre l'intervallo su ciu vogliamo cadere possiamo sceglierlo noi (e a noi sta scegliere quanto forte deve essere il significato di questa nota armonicamente).

Esempio - prime 3 misure di Giant Steps:
||B D7| G Bb7| Eb     ||
la linea walking bass (discendente) che possiamo suonare sarà:
||B Bb A Ab| G Gb F E | Eb/// ||.
Qui partiamo dalla tonica e atterriamo sulla tonica della 3a misura. Ma possiamo prendere altre strade:
- partire / atterrare su intervalli differenti rispetto all'armonia data.
- non usare cromatismi bensì linee differenti, con altri intervalli, tritoni etc

Riferimenti: Charlie Haden (specialmente in Old and New Dream, anni 70); Gary Peac o ck....

ciao
g
  
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neroantico
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Re: variazioni sul walking
Reply #5 - 15.02.2005 at 13:35:08
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GRAZIE !!!!
Ho apprezzato molto i vostri input, l'ultima cosa che voglio è appesantire standardizzando la forma.
Purtroppo mi sono accorto che spesso faccio il mio walking senza speziarlo un pochino, sopratutto in certi pezzi es Shade of Jade di Joe Henderson.

confido nella vs esperienza nel suggerirmi comunque degli esercizi (con applicazione reale) per migliorare il mio walking.

Se potete anche suggerire l'ascolto di qualche tecnica consigliata con un riferimento discografico credo che possa essere un post utilissimo per tutti

grazie ancora.
Confido nella vs esperienza
  
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zazas9
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Re: variazioni sul walking
Reply #6 - 02.03.2005 at 23:28:45
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Io non sono d'accordo con voi! Per me se il basso deve andare in quattro ci va e basta! Io porrei più l'attenzione sullo swing e sul suono! Poi naturalmente quando si suona capita di fare qualche variazione, ma questo deve avvenire mentre si suona, con la mente libera, mentre si ascoltano gli altri e gli altri ascoltano te e magari in un punto ti intendi col pianista... Tutto questo sempre col dannato SWING! Gli accadimenti devono avvenire mentre si suona! Partire con l'idea di fare certe cose (magari per stupire qualcuno che non ne capisce) è far morire lo spirito del jazz!
  
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neroantico
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Re: variazioni sul walking
Reply #7 - 03.03.2005 at 12:29:46
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Domandina:

In un pezzo modale, es. " so what" così ci capiamo meglio, fate suonare solo il dorico in modo che il solista possa usare altre scale creando tensione oppure ci suonate di tutto?(parlo sempre di accompagnamento)
  
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dinibass
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Re: variazioni sul walking
Reply #8 - 03.03.2005 at 12:48:28
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sul modale talvolta non è male inserire delle linee assolutamente tonali, creando dei II-V-I che smarzano la monotonia che talvolta rischia di trasparire nel modale. per esempio, su D-7 variare così:
||D-7///|E-7b5/A7|D-7.....|

Per quanto concerne le digressioni fuori dal modo, ben vengano ma in questo dobbiamo riconoscere il valore del commento di zazas, per cui non bisogna studiarle a tavolino ma bisogna suonarle 'fuori' dal modo in assoluta intesa (e interplay, sia armonico che ritmico) con il solista.

Altrimenti sembra che ognuno suoni per i fatti propri...

g
  
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dinibass
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Re: variazioni sul walking
Reply #9 - 03.03.2005 at 12:52:30
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risponderei a Zazas che scrive "Per me se il basso deve andare in quattro ci va e basta!"

Non concordo del tutto, questo è valido per certi stili di Jazz ma ce ne sono altri in cui è richiesto che il basso esegua delle linee differenti, sia concettualmente che ritmicamente.

Poi ognuno ha le sue preferenze e su questo non discuto!
g
  
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tramaker
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Re: variazioni sul walking
Reply #10 - 03.03.2005 at 13:02:23
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Prendiamo il lavoro di Ron Carter negli Aebersold dedicati a Coltrane (Impressions, che è la stessa minestra di So What) e per comodità ragioniamo solo sul D. 

NON lavora esclusivamente sul dorico, ma NON usa determinate note, se non come note di passaggio (in soldoni IV beat del walking)

Esempio di due progressioni che reggono pur utilizzando Bb, C#, F# Eb:
   D-C-B-Bb (disc.) A-B-C-C# (asc.) 
   D-E-F-F# (asc.) G-F-E-Eb (disc.)
In questo caso è didascalico e efficace al tempo stesso.
Un altro trucco, analogo all'uso del pedale, è ripetere ossessivamente un riff per uno o due chorus, magari crescendo: per esempio

D-E-F-A (A all'ottava bassa) x 6 volte
D-E-F-Bb (Bb all'ottava alta)
A-B-C-C# (asc.)

Non so se è chiaro.
 
Hai fatto il caso del modale classico che secondo me è una bestia abbastanza rognosa, perchè se è vero (neanche tanto) che sei libero, aumenta esponenzialmente la possibilità di rompere le palle a chi ti ascolta. 

ciao
  
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tramaker
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Re: variazioni sul walking
Reply #11 - 03.03.2005 at 13:04:33
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Stavo scrivendo e non ho letto il commetno di Giorgio:
Giustissimo il trucchetto del II-V-I, lo usa Miles su My Funny Valentine!
  
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neroantico
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Re: variazioni sul walking
Reply #12 - 03.03.2005 at 14:37:03
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quanto mi piace questo forum.

grazie. Cercherò di applicarmi con i vostri input.

Effetivamente mi rendo conto che il modale è una bestiaccia, però è bello accettarne la sfida

Secondo voi è troppo fuorviante costruire anche delle cadenze sostituendo D-  con D-maj7 e relativi ii-V ?

Lo so, sono un rompiballe.
  
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tramaker
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Re: variazioni sul walking
Reply #13 - 03.03.2005 at 14:57:33
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Io in trio con sax soprano e percussioni (quindi solo due linee melodiche, no accordi) sul solo uso anche troppo sovente la sequenza V-VIb-VII-VIII (G-Ab-B-C) che col dorico non c'entra molto, ma una volta che c'è intesa col solista funziona, e produce quel suono "arabeggiante" che è un po' come la panna in cucina. 

Su cosa è fuorviante e cosa no, non sono in grado di pronunciarmi, è chiaro che se suoni un "Tribute a Miles di kind of blue", magari è bene che prima ti studi linee, timbro e trucchi di Paul Chambers, mentre se usi lo standard per fare un discorso tuo, hai possibilità di gestirlo come vuoi. 
Se il tuo discorso personale è valido o è no lo decide il pubblico (che spesso è ignorante ma raramente è scemo). 

Ciao
  
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MrPC
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Re: variazioni sul walking
Reply #14 - 04.03.2005 at 06:46:40
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Non mi trovo concorde con zazs: dire che il basso "deve" andare in quattro (quando deve) è un po' in contrapposizione col fatto che "gli accadimenti devono avvenire quando si suona".
È chiaro che tutto deve essere contestualizzato, che in certe situazioni uno stile si addice più che un altro, però, secondo me, andare in quattro non è una condizione necessaria per avere swing.

Per gli interessanti discorsi sul modale sottoscrivo i suggerimenti di tramaker ed in più vi riporto un link interessante con l'esplicitazione notata di questi suggerimenti.

Ciao a tutti!

http://www.toddjohnsonmusic.com/modal.pdf
  
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tramaker
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Re: variazioni sul walking
Reply #15 - 04.03.2005 at 09:34:14
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Zaza ha gettato una stimolantissima pietra nello stagno: quanto è necessario lo Swing al jazz? Cos’è lo Swing? Da cui deriverebbe: Cos’è il jazz? (ullallà che domandine!!!)
Il primo batterista serio con cui ho lavorato, boppista della generazione dei miei genitori, affermava categorico: “si nu ghe u suing nu l’è gias!” (traduzione – “se non c’è swing, non è jazz!”). Io mi adeguai, ma l’ho sempre trovata un’affermazione restrittiva.

Pongo presuntuose domande su singoli lavori di alcuni maestri, così abbiamo un po ' di "materiale concreto" su cui discutere e scannarci:

Ray Brown – “This is for Blanton” In duo con Ellington - É swing, se ho interpretato correttamente Zaza, all’ennesima potenza: top beat, attacco chiarissimo e aggressivo, quattro rigoroso. Essendo un tributo, copia  Jimmy Blanton, ma copia ovviamente da primo della classe!

Scott La Faro – “At village vanguard” con Bill Evans - Il quattro propriamente detto è sporadico, ma la vedo davvero dura affermare che manchi di swing. In questo caso la tensione (vibrazione? Pulsione? Chiamiamola un po’ come ci pare) la danno altre cose

Jimmy Garrison – “A love supreme” – Coltrane - I bicordi di Garrison hanno o no swing? (Stesso discorso vale per i due contrabbassi in Africa Brass)

Charlie Haden – Montreal tapes con Geri Allen – Primo brano (non ricordo il titolo, è un blues). Haden non è un bassista top beat e il suo quattro è, come i soli di Miles, falsamente semplice (di quelli che li ascolti e dici: “si, studio due giorni e lo faccio anche io!” e poi piangi). Manca forse di swing?

Se Peacock e De Johnettes in trio con Jarrett a volte ci mollano col tempo è una caduta di swing?

Jaco Pastorius quando suona Donna Lee è swing o no?

Davis in Tutu o in Doo-Bop (e di conseguenza Marcus Miller) hanno Swing?

Vabbè fine del delirio (scrivo perché ho l’influenza e la mattinata deve ben passare)
Tanto per schierarmi: io trovo molto più swing in Daniele Sepe che in Stan Getz! 
E ora giù botte, vale tutto meno le dita negli occhi!!!!!

Ciao Ciao
 


  
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tramaker
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Re: variazioni sul walking
Reply #16 - 04.03.2005 at 09:35:24
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no Peathingy , peac o ck!!!!!
  
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MrPC
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Re: variazioni sul walking
Reply #17 - 04.03.2005 at 15:26:12
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Dubito che esista una risposta "oggettiva" a questo tipo di domanda.
Per quel che mi riguarda lo swing è la sensazione di essere cullati dal ritmo musicale, una sensazione di elasticità (in contrapposizione alla staticità), di energia che ti spinge in avanti .... musicalmente la capacità di inserirti nel fluire del tempo senza osteggiarne il flusso ...
Torno a ribadire, raccogliendo il la datomi da tramaker, uno spunto di inizio topic: se ascolti "distrattamente" il trio di Evans con La Faro (il live al village vanguard, explorations, waltz for debby per intenderci) non senti la mancanza del basso che va in quattro e soprattutto non senti la mancanza di swing.
  
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barba
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Re: variazioni sul walking
Reply #18 - 08.03.2005 at 09:20:37
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Innanzi tutto un ciao a tutti, e i complimenti per l’interessante forum che contribuite a far crescere,
e in modo particolare a Vito, ormai per me un mito, e un grazie perché tramite voi sto imparando un mare di cose. 
Dopo molto tempo che vi seguo, molto timidamente (come è di mia natura) provo a dire la mia.
Credo che sia giusto quando  MrPc  dice che lo swing è “la sensazione di essere cullati dal ritmo”.
Questo per dire che fa molto swing l’accentare la seconda e la quarta battuta ovvero il levare.
Come fare le variazioni ritmiche sulla primo e terzo quarto che fanno si di rafforzare il II e il IV quarto. Questo è ancor più vero quando si suona in quattro.
Se uno presta attenzione a come suonano i musicisti citati da Tramaker troverà molte analogie a quanto detto, in ogni caso credo che sia un buon sistema per iniziare lo studio dello swing  e imparare a swingare prima che la cadenza dello swing diventi istintiva.
  
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vitoliuzzi
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Re: variazioni sul walking
Reply #19 - 08.03.2005 at 09:30:20
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Grazie Barba e benvenuto fra noi.
Il merito è solo di tutti i partecipanti a questo Forum.
Buona lettura e "abbasso la timidezza" Smiley! Scrivi quanto e quando vuoi ...

Benvenuto ancora.

Vito
  
vito liuzzi
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