Grazie a Vito e Campus per i commenti (troppo benevoli) e grazie a Sergiao per aver proposto un tema così interessante.

Vito, attendo anche io la lezione n.2 (e spero le successive), nel senso che mi interessa molto conoscere come musicisti con differente formazione affrontano il “dire cose” in musica, per esempio chi proviene dal mondo classico e ha quindi una “gabbia espressiva” differente dal jazzista o dal musicista popolare o dal commerciale etc. (che brutto ridurre tutto a generi, ma tant’è…). 

Ciao!

Ciao a tutti,

Giusto il riferimento a Haden fatto da Giorgio, aggiungo Montreal tapes, soprattutto quelli in trio con Geri Allen e con Rumbalcaba. 

Importantissimo l’accenno di MrPC al silenzio, il gran terrore per i musicisti. Forse Scott la Faro è stato il più capace a “stare zitto” (penso alle ballads in trio con Evans). 

Le cose che a me ora interessano di più nel “suonare linee” sono 
1) – SUONO – funziona più una frase mediocre con un bel suono che una bella frase con un brutto suono. In particolare intendo: uniformità, chiarezza, precisione nell’attacco.
2) – FUNZIONALITA’ –  se lavori sul walking “normale” (hard-bop, standard o giù di lì) sei uno strumento di accompagnamento, chi ti suona sopra deve cavalcare con facilità le tue linee, meglio i complimenti del solista a fine serata che un’applauso del pubblico (anche perché il solista ti farà lavorare la volta dopo!!!). Questo tecnicamente per me si è tradotto in "STAI LAVORANDO PER IL SOLISTA" da cui deriva "FAI POCA ROBA" e "MEGLIO ESSERE BANALI CHE POCO CHIARI"
3) – DINAMICA – secondo me un uso accorto della dinamica è quello che fa la differenza. Difficilissimo e delicatissimo arrivarci, una buona dinamica rende il pubblico attento (e fa godere i solisti)
4) – SET RIDOTTO DI NOTE – mi sono accorto che anche in frangenti “tradizionali” se tendo a vibrare cromaticamente intorno a tonica e dominante il tappeto sonoro diventa più interessante per il solista

Ciao ciao

x Melija, Ciao

HAMMER ON - suoni con l'indice un LA sulla IV corda, mentre la corda sta ancora vibrando schiacci col medio il Sib e mantieni il suono senza pizzicare con la destra 

PULL OFF -  suoni col medio un Sib sulla IV corda e mentre la corda sta ancora vibrando togli il medio della mano sinistra (NON ALZANDO, simulando un pizzicato) e non pizzicando con la destra

SLIDE - suoni un LA sulla quarta corda con l'indice e mentre la corda vibra, senza pizzicare con la destra e sfruttando la durata del suono, sposti l'indice sul Sib  (passando da I a II posizione). Vale lo stesso discorso a scendere.

Spero che sia abbastanza chiaro, in realtà è roba che i bassisti usano spessissimo senza pensarci.


ciao

a questo punto la domanda è:
ci sono lezioni sugli arpeggi per basso su internet???

grazie...scusate l'ignoranza...

Scusate se mi intrometto.
Ma questi esempi "pratici" sono molto ma molto graditi 8:) ! Grazie Tramaker!
Di solito parliamo sempre del "far musica" in termini idealistici o filosofici, cosa sacrosanta e giusta.
Ma, sinceramente, quando vedo esempi di tecnica come quest' ultimo, non posso far altro che gioire visto che anche i meno esperti come me, che non frequentano il Jazz giornalmente, possono farsi una bella cultura in merito.

Grazie ragazzi!

Vito

scusami tramaker, quelli sarebbero gli esempi su tutti i tipi di accordo?? quindi devo arpeggiare tutte quelle note??
ok, immagino che come esercizio io debba farlo in 4 no? fammi sapere se ho capito o meno, intanto posso solo ringraziarti tanto...

L’esempio che ho fatto io è quello di un esercizio base (secondo me sufficiente per una vita!)
Provo a dirti in modo più prolisso quello che ha sintetizzato ottimamente MrPC, (avevo già scritto il post in word per fare il copia e incolla e non mi va di perderlo!!)

Per lavorare cromaticamente intendo:
1) esegui l’esercizio (nel nostro caso l’arpeggio, ma potrebbe trattarsi una scala maggiore di un ottava o altro) in tonalità di B evitando le corde vuote (utilizzando quindi I e II position)
2) esegui lo stesso esercizio al semitono superiore (in questo caso C) utilizzando la stessa diteggiatura. Ovviamente non utilizzerai le corde vuote, e ti troverai fra II e III position.
Svantaggi: ti stanchi un sacco e ti scontri con l’intonazione
Vantaggi: una volta che hai assimilato bene una diteggiatura, poi diventa automatico applicarla.
Limiti: ovviamente questo tipo di lavoro funziona con cose (scale, arpeggi o patterns) non troppo estese, cioè con roba che ti consenta di lavorare in verticale (cioè non spostarti su più di due positions, massimo tre, utilizzando le quattro corde)

Sulle modalità di esecuzione (mi riferisco al tuo accenno al 4 ) c’è da sbizzarrirsi: ti dico come faccio io col mio set di riscaldamento giornaliero sul pizzicato, però per favore non prenderla mica come il Vangelo, anzi, se qualcuno ha delle critiche gliene sarei grato.
Metronomo a 100 (sempre!) – per abitudine io lavoro col metronomo che simula il charleston (cioè che marca i quarti 2 e 4 ) il riposo è sempre di quattro battute

1) scala maggiore – tempo quarti - tonalità B-C-C#-D-D#-E-F e la stessa a scendere
2) riposo
3) come sopra - tempo un quarto due ottavi 
4) come sopra - tempo due ottavi un quarto 
5) come sopra - tempo ottavi
6) come sopra – tempo una terzina e un quarto
7) come sopra – tempo terzine
8 ) come sopra - tempo sedicesimi

In questo modo va via un quarto d’ora abbondante, mi sono ridotto considerevolmente i problemi di male alla spalla e di tendinite, metto le mani su tutta la parte "bassa" della tastiera e mi trovo caldo per il “lavoro” propriamente detto.
Ovviamente vale la regola che non si fa il passo due finche non si sa fare bene il passo uno (e qui cominciano i dolori). Il che vuol dire molte ma molte ore di applicazione. 

Ciao

ragazzi, a raccogliere tutti i consigli e gli esercizi che sono proposti su questo forum ci si fa un libro! e che libro!
si spazia dall'arco al pizzicato. che rrobbba!
complimenti e grazie a tutti per questi suggerimenti.

Parlando di impro ed esercizi sono grato ai veterani che aiutano i poveri cristi come me a tirare fuori il meglio dal sottoscritto e lo strumento.
Dal punto di vista pubblicazioni mi sono piaciuti molto i seguenti testi:

Chuck Sher  BASS IMPROVISOR METHOD
Marc Johnson BASS SOLOING (è bellissimo anche sentire suonare gli esercizi da MJ)
John Goldsby JAZZ BASS technique and tradition
Hal Galper FORWARD MOTION from Bach to Bebop

John Goldsby ha scritto anche un testo specifico sull'uso dell'arco nei soli.

é bello contare anche sull'aiuto del forum.

OFF TOPIC @Vito:

Scusa ma non ho capito il tuo richiamo...
non mi sembra che nel forum si sia mai scaduti nella sterile polemica... ma forse non ho visto.
comunque terro' ben presente la cosa.

andrea