Cari amici,
in America si fa moltissimo uso di questi software per migliorare la percezione di suoni, intervalli, accordi e via discorrendo. Un esempio può essere il EarPower 3.0 0 4.0. Addirittura, anche in sede di esame, c'è una prova con relativo punteggio per determinare il grado di affidabilità, mettiamola così, del proprio orecchio.
Cosa ne pensate? Avete qualche altro buon software freeware da indicare? Sarà utile?

Grazie per l' attenzione.

Vito

Ciao Beppe,
è un piacere risentirti.
Sinceramente non ho idea, ma ci sono dei software veramente ben fatti e che possono veramente aiutare. E' quello che si dovrebbe fare nelle classi di solfeggio, come fanno in qualche college in America. Si fa esercitazione al PC con relativo voto alla fine della prova calcolato direttamente dal PC. E' chiaro che nel tempo, coloro che non hanno la grande fortuna di identificare suoni, intervalli, tutti i tipi di accordi e via discorrendo, sicuramente miglioreranno la parte del loro cervello percettiva dei suoni strumentali o vocali.
Secondo me, ed anche per quello che ho letto in alcuni forum dove sono andato a curiosare, il sistema nel giro di un annetto fornisce dei miglioramenti notevoli. E poi vi è anche il livello avanzato dove anche un orecchio assoluto potrebbe avere le sue difficoltà, perchè non sempre i suoni sono ben temperati od equabili.

E' ovvio che chi è già in possesso di queste qualità a monte, ovvero per nascita, non dovrebbe averne bisogno. Fortuna di madre Natura. Ma l' idea, personalmente, non mi sembra così brutta da scartare a priori.

Saluti

Vl

Devo dire che ne ho scaricati alcuni di questi software e mi sembrano molto piacevoli per giocarci. Uno ha mille opzioni da far valere e, come sostiene in pratica Emiliano, alla fine non si avrà l' orecchio assoluto (termine di cui forse si abusa troppo) ma ci si abitua a percepire meglio suoni singoli, bicordi, accordi e tante altre cose. Non è la prima volta che la Scienza viene incontro al musicista ! Anche se Beppe B., da non confondere con l' altro Beppe Andreoni, la vede in maniera più tradizionalistica. Questa è la bellezza della libertà di pensiero
Un saluto a tutti

vl

no secondo me non è vero. Si utilizza spesso il termine orecchio assoluto, ma con sfacettature sempre diverse, c'è chi sente con estrema facilità il suono del diapason a 440, c'è chi distingue più o meno i semitoni e chi distingue più o meno gli hertz, con più o meno margine di errore, c'è chi riconosce tutte le note e i suoni che possono essere prodotti dal proprio specifico strumento, chi solo dal proprio tipo di strumento, chi solo se è accordato con un certo diapason... ...chi ci riesce ogni tanto sì ...e ogni tanto no...
E sono anche abbastanza convinto che è una qualità che, chi più chi meno, si può acquisire; qualcuno potrà acquisirla più facilmente, qualcuno più difficilmente.
In ogni caso questi tipi di software servono a sviluppare un "orecchio relativo", a riconoscere i suoni in relazioni ad altri suoni, sia melodicamente che armonicamente. Molto utili. Diciamo che sviluppano un discorso che nei conservatori si fa, approsimativamente, nei corsi di teoria e solfeggio; so che in diverse scuole di musica all'estero l'educazione all'orecchio è molto più sviluppata che da noi. Nel jazz è tenuta in seria considerazione, giacchè il musicista non si limita a leggere qualchecosa di scritto o a suonare qualche cosa di studiato nota per nota.
Va comunque detto che io conosco dei bravissimi musicisti che sono lontani dall'avere l'orecchio assoluto e addiritura alcuni che sono lontani dall'avere un buon orecchoi relativi, ma comunque bravissimi...

premetto che non ho visto il software in questione, ma secondo me puo' essere d'aiuto all'esercizio percettivo esattamente come un buon metodo tradizionale e un pianoforte. poi sull'orecchio assoluto ne ho sentite tante, ma di sucuro l'esercizio aiuta molto. quando ero in conservatorio, non sbagliavo un dettato, e coglievo le singole note di una triade. ero ben allenato. adesso non sono certo a quei livelli! come tutte le "abilita'" c'e' chi ne ha di piu' e chi ne ha dimeno, e l'esercizio aiuta sempre a migliorarsi!

Ragazzi,
alla fine credo che ognuno abbia detto delle cose sacrosante. Il discorso di Federico mi è piaciuto molto poichè segue quello che è anche il mio pensiero in merito ad orecchio relativo ed assoluto.
Ma non posso non concordare anche con Andrea; sono certo che alla fine qualcosa la si migliora, anche perchè ho visto dei software più complessi che vanno per tappe. Se prima non superi un livello non puoi passare all' altro (non ricordo il nome, forse Ear Traning). A livello didattico potrebbe essere di grande aiuto. Pensate solo in tre anni se supportati da questi marchingegni come si potrebbe migliorare la propria percezione di note, salti, accordi, sequenze di accordi, ritmo e via discorrendo.

Ho letto qualcosa nei Forum e chi lo ha usato dice di averne trovato numerosi benefici effetti. 

Non so! Ma io ogni tanto mi diverto a "combattere" contro il software ed i risultati, non ci credevo, mi hanno molto incoraggiato. Non so se avrò il tempo per perfezionarmi, forse in Estate. Ma il giochino è carino, secondo me !

Saluti

Vito Liuzzi

Forse sono stato un po' troppo categorico nella mia risposta. Lo so sono uno all'antica, certo che per esercitare l'orecchio basterebbe un pianoforte o il semplice ascolto della musica. Se a qualcuno didatticamente serve usufruire di software ad hoc ben venga.
Ciao a tutti
beppe b.

La mia idea è che si tratti soprattutto di una questione di memoria.

Non è mai capitato a nessuno, in un periodo in cui si è particolarmente concentrati su un pezzo (concerti, esami, audizioni), di accorgersi che al mattino provando a cantare il pezzo studiato si azzecca la nota iniziale?
A quel punto il gioco è fatto! Basterebbe esercitarsi un po' ogni giorno, credo!

Altro sarebbe avere tale memoria talmente sviluppata da creare fastidio nell'ascolto di un brano, in se correttamente intonato ma leggermente spostato di qualche hz rispetto al la standard.

Un'altro concetto di orecchio assoluto, piuttosto diffuso negli USA, è quello che considera le note alla stregua dei colori individuando caratteristiche peculiari (brillantezza, solarità, ecc.) alle singole tonalità e note riconoscibili in qualsiasi situazione senza margine di errore.
Di questo concetto negli stati uniti il sig. David Burge fa un gran mercato: http://www.perfectpitch.com

Ciao
Daniele

credo in casa di avere qualche testo relativo a David burge, i colri e il perfect pitch, ma non ricordo bene (l'inglese è sempre stato un mio limite, ma mi sto attrezzando...)

E se non erro anche Skriabin, in tuttaltro contesto, mi sembra abbia teorizzato qualcosa di non del tutto dissimile (ma non ne so nulla...)