Il metodo di Rabbath, a mio avviso, è molto ma molto interessante, ma anche costoso! Si divide in tre libri di difficoltà graduale, ma non può essere propriamente avvicinato ai classici Simandl o Billè. Una cosa è certa. Di Rabbath personalmente ne ho parlato molto, basta cercare nel Forum alla "tecnica del granchio" o a Rabbath proprio. Ad ogni modo, il suo metodo segue un principio basilare: evitare quanto più possibile gli spostamenti al capotasto utilizzando gli "allargamenti" in maniera quasi esagerata. Ecco la tecnica del granchio: questa mano sinistra che tenendo ben saldo il capotasto nelle posizioni principali, tende ad allargarsi e restringersi quasi a mò di camminata di una granchio.
Ci sono molti vantaggi in questo metodo ed io, personalmente, ne faccio un mix con la tecnica del Petracchi che rimane ancora il mio punto didattico di riferimento. Ma, a differenza di Petracchi che forse usa oltremisura il capotasto nelle tre posizioni principali, spostandolo di continuo (non sono molto d' accordo!), Rabbath cura più le capacità di "stretching'" della mano sinistra, ovvero conferendole la capacità di coprire l' intera tastiera usando pochissimi spostamenti. Il che non vale a dire suonare necessariamente in posizione, ma abituarsi ad evitare spostamenti inutili del capotasto quando restringimento/allargamento della stessa permettono di raggiungere determinate note.
La concezione di Rabbath, paradossalmente, è agli antipodi con quella del Petracchi, pertanto ho si integrano quanto più possibile le due Scuole, o si decide di seguire una strada e andare avanti con quella.
Ti dirò che forse i metodi mondiali più validi per lo studio al capotasto e diciamo più "geniali" ed "innovativi" sono proprio quelli di Petracchi e Rabbath, con concezioni simile in alcuni spunti di pensiero, totalmente diversi per altri aspetti.
Il discorso si può fare molto più complicato se affrontiamo bene i "pro et contra" dell' una e dell' altra tecnica. Un dato è certo, a mio giudizio. Rabbath, con la Sua di tecnica, ha dimostrato al mondo intero di poter eseguire di tutto con grande padronanza nella tecnica ed intonazione. Forse Rabbath è il più grande virtuoso di contrabbasso in senso tecnico, ma anche musicalmente è eccezionale. A differenza di Karr che ha una Scuola tutta sua e fa leva sulle sue innate capacità musicali (il capotasto viene usato raramente e preferisce slegare molto le frasi per evitare i portamenti nelle legature), Rabbath è più "teorico". Purtroppo occorre fare una scelta se si decide di studiare la tecnica di Rabbath, e continuare a maturare nel tempo questa scelta ripeto basata molto su allargamenti e meno sull' uso del capotasto-viaggiante (cioè che si sposta in continuazione). Sono due filoni di pensiero opposti ma che poi, alla fine, conferiscono grande virtuosismo a chi ne fa un uso attento e mirato.
Il valore didattico è forse superiore ai classici Billè e Simandl, ecco perchè consiglio di procurarselo per capire almeno le idee innovative che questo Grandissimo ha introdotto per il nostro strumento.
Del resto anche Marc Morton fa uso di una tecnica similare più nelle posizioni del manico che a capotasto. Addiritura qui s' insegna una sorta di "diteggiatura naaturale" al manico che talvolta pone la mano sinistra dello studente a subire degli stress a mio giudizio esagerati. E poi bisogna studiare su strumenti con diapason ristretti, altrimenti molti allievi verrebbero penalizzati.
Ipotizzo che Petracchi sposti molto di più il capotasto nelle posizioni base poichè ha sempre suonato su di uno strumento dal diapason incredibile: cm.110/112 ca.
Al contrario, tutti gli altri, Rabbath compreso, preferiscono seguire la tendenza dell' ultimo decennio volto all' utilizzo di strumenti di dimensioni più piccole, proprio per permettere l' utilizzo di queste nuove tecniche, col fine ultimo di ampliare e rendere più arduo il compito del contrabbassista solista.
Mi sono dilungato e me ne scuso. Cmq. è un argomento molto vasto ed eccessivamente tecnico. Fermiamoci qua ... almeno da parte mia
!
Ciao
Vito Liuzzi