Caro Forum,
sono consapevole del fatto che questo Topic possa più interessare i Classici, ma invito anche i Jazzisti a riflettere sulle parole che andrò dicendo, allargando il discorso proprio al jazz.
Noi classici ci sveniamo pur di suonare in maniera "filologicamente" corretta! Cosa vuol dire: bisogna rispettare il pensiero musicale dell' epoca in cui il brano è stato scritto. Bene, come concetto generale la cosa mi può andare anche bene e cerco di insegnare ai miei poveri allievi lo stesso tipo di principio.
Mah.... ???
Ascoltando la registrazione di Koussevitky e di come LUI proprio interpreti il secondo tempo del suo immenso concerto ( forse una delle prime registrazioni per contrabbasso a ridosso degli anni 50), mi sono reso conto di un fatto: la filologia musicale deve essere rispettata sotto alcuni profili basilari ma non è poi tutto!
Infatti se ascoltate il grande Koussevitzky vi accorgereste che suona con MOLTI GLISSANDO REALI, specie al capotasto. Assurdo ma vero! Una volta mi presentai ad un importante concorso proprio suonando il secondo tempo "alla Koussevitzky", usando gli stessi suoi glissandi. Fu l' unico concorso in cui arrivai quasi ultimo e ci rimasi male, dopo averne vinti moltissimi. Il presidente di giuria si infuriò con me dicendo che quel secondo tempo non gli era piaciuto e che sarebbe potuto bastare non averlo suonato in quel modo che avrei potuto vincere il concorso. Io spiegai il perchè "filologico" delle mie scelte, ma lui rispose che adesso "i tempi sono cambiati".
Allora, e concludo, fino a che punto il bravo musicista deve cercare di rispettare storicamente quanto già è avvenuto? Bottesini, per esempio, poteva realmente suonare la sua Tarantella ai tempi da "giro veloce" di Formula Uno come oggi solitamente si intepreta?
Insomma, non abbiamo registrazioni epocali poichè questo mezzo tecnologico è venuto dopo. Ma, sempre provocatoriamente, fino a che punto suonare in maniera " filologicamente corretta" è musicalmente corretto? La nostra "libertà interpretativa" deve essere bloccata oppure può navigare intorno a dei principi comuni ormai acquisiti? E nel Jazz esiste un' interpretazione filologica oppure si è più liberi di "parlare con la musica" in maniera più libera e meno avulsa ai canoni della Tradizione?
Scusate la lungaggine, ma è un tema che mi è sempre stato molto a cuore. Che ne pensate?
Ten kiù
!
Vito