ARCO: qualche breve e personale commento.
In queste tre immagini, finalmente locate nella sezione giusta, vediamo la mia personale interpretazione della tenuta dell' arco. Ne abbiamo già parlato in precedenza, ma spero che specie per gli amici jazzisti qualcosa che andrò dicendo possa essere di loro utilità, o per quelli che potranno trarre spunto da tale scritto. In attesa sempre di ricevere spunti, stimoli e critiche dagli utenti del Forum.
1) Premesso che l' impugnatura dell' arco sia relizzata secondo i canoni più o meno consolidati e di cui ampi commenti sono stati fatti in precedenza (tecnica del pollice nella "U" del nasetto), ribadiamo il fatto che dobbiamo mentalizzare un pollice che preme verso le altre quattro dita e viceversa. In tal modo, e con lo studio assiduo di fronte ad uno specchio che si considera elemento essenziale per l' affinamento nel miglioramento della propria conduzione dell' arco, la presa dell' arco risulterà salda nei casi in cui ciò venga richiesto dal tipo di arcata che si affronta, o più blanda qualora si volesse fraseggiare senza incidere troppo con il peso delle dita fra le quali anulare e mignolo, simultaneamente o contemporaneamente, potranno anche essere staccate dal tallone, senza con ciò creare nocumento alla qualità sonora.
Si propone, insomma, una tecnica non più univoca, ma dai "duplici aspetti", laddove la presa dell' arco può assumere variegate posizioni senza la storica "standardizzazione" per secoli tramandata. In tal modo la mano destra, nei limiti della canonicità della corretta impugnatura e tenendo a mente la compostezza del movimento che deve aborrire movimenti inutili, assume più vitalità e maggior senso nell' esser' parte attiva in fase di produzione sonora. Specificheremo meglio questo concetto in seguito.
b) in fase di "prima impugnatura" è spesso rinvenibile un difetto dei principianti che vanno alla ricerca di "punti d' appoggio" per colmare il peso dell' arco e rendere la presa certa. Solitamente sono il medio ed anulare i responsabili di questo "grave" errore d' impostazione visto che tendono ad "arcuarsi" ed a premere sotto il nasetto (in corrispondenza dell' anello circa) creando così un "vincolo fisico" ostativo ad un futuro utilizzo di un' altra importante tecnica, quella che tiene conto del movimento dell' arco "fra le dita". In brevità, trattasi di piccoli movimenti dell' arco, più o meno accentuati, da utilizzarsi con saggezza e proprietà di stile allorquando si vogliano eseguire passaggi di una certa velocità o complessità tecnica.
In pratica, l' impugnatura dell' arco viene intesa non solo in un modo standard, ma vitalizzata a seconda delle esigenze tecnico-interpretative.
a) Presa standard tipica rinforzata.
Qui le dita della mano destra quasi bloccano il movimento della bacchetta e si ritiene conveniente utilizzarla nei passaggi veloci e staccatissimi al fine di conferire uniformità, brillantezza e spiccato fra le varie note, la cui ugualianza misurativa deve essere assolutamente rispettata.
Altro utilizzo: vicinissimo al ponticello per quei cantabili che richiedono grande potenza sonora e lirismo interpretativo. Le applicazioni sono ad ogni modo variegate.
b) Presa Standard "avvolta"
Sovente si considera l' indice come il dito più importante per imprimere peso e spinta verticale sulla bacchetta. Nella tecnica "avvolta" TUTTE le dita si appoggiano sulla bacchetta a metà strada fra seconda e terza falange. E' questa la tecnica più interessante per notare come il suono con la presa alla Dragonetti (ritenuta più sonora dell' italiana) possa essere imitato in tutto e per tutto anche con la tenuta dell' arco da noi indicata.
"Avvolgere" sta a significare che, sempre evitando assolutamente di bloccare l' arco sotto il tallone con medio ed anulare, le quatro dita sulla bacchetta "accentuano" la loro curvatura e volutamente esercitano TUTTE e nello stesso modo una spinta verticale al piano armonico, facendo attenzione che TUTTI I CRINI, da tallone a punta, tocchino la corda. L' "avvolta" presenta caratteristiche leggermente differenti da una impugnatura normale visto che, come abbiamo sottolineato, esaltando il contatto con la bacchetta ne aumenta o diminuisce il peso a seconda dell' effetto sonoro che si ha in mente. Provare per credere.
Tempo a mia disposizione concluso.
Attendo commenti e critiche o chiarimenti, consapevole della manchevolezza di tale analisi, che dovrebbe essere ancora più dettagliata ed esemplificativa.
Saluti
Vito Liuzzi