ACCORDATURA ALLA VIENNESE
Qualche altra curiosità breve sull' accordatura alla viennese LA-RE-fa#-la.
Dovremmo comprendere una cosa fondamentale: questo tipo di accordatura nel periodo Viennese più florido musicalmente (1750-1810) era veramente molto sviluppata, diciamo che era la regola specie per chi componeva per il contrabbasso. Se volessimo fare musica filologica molti brani che suoniamo nella nostra accordatura standard, dovrebbero essere suonati in questo tipo di tuning. Si tratta di un' accordatura più libera e che risuona molto e che permetteva
! un uso più frequente della corda vuota e degli armonici. Prendiamo ancora una volta il concerto di Dittersdorf scritto nel 1767. Bene, la sua accordatura originale era proprio a quella alla Viennese, ed infatti le prime quattro battute possono essere eseguite senza usare corde pigiate ... un bel vantaggio! MA pensiamo a quel pezzo difficilissimo nelle prime due battute con i bicordi di MOZART (KV 612) Per questa bella mano. Mozart, forse consigliato da qualcuno ma non credo poi tanto, sapeva bene che con quel tipo di accordatura quei bicordi venivano più semplici. Per noi, invece, tutto è molto più complesso.
Insomma, nel periodo CLASSICO VIENNESE, dobbiamo immaginare i contrabbassi accordati con l' accordatura citata.
Ma ci sono svantaggi? Beh, indubbiamente si. Se poteva andare bene per tonalità come, Remajor Si-, LA M, Fa#- per le altre tonalità si ricorevva ad un facile espediente: ACCORDARE LO STRUMENTO UN SEMITONO SOPRA (MibM, Do-, Sib+, Sol-).
Simpatica questa ultima cosa. Cmq., ragazzi, per fortuna col tempo l' accordatura si standardizzò in Mi-la-Re-sol (invertendo l' accordatura per quinte dei violini!!) e Bottesini ne fu uno dei principali fautori col suo Testore a tre corde.
E' proprio uno strumento "camaleontico" questo nostro DB ... che non sta per "decibel"
!
Ciao
VItO