ragazzi, ieri ho deciso di farmi 150 km andata e ritorno per sentire Barre Phillips in duo con G. Locatelli (clarinetti) in un programma di musica completamente improvvisata. Esperienza GRANDIOSA, entusiasmante! NOTE TECNICHE: Barre aveva 2 archetti impugnatura tedesca, ne ha usato uno solo con crini sale-pepe. Utilizza le Tomastick Dominant (toh, come me!!) che nel dopoconcerto mi ha detto gradire per il suono sia pizzicato che arco, un po' "old-style" (parole sue!). Ho un po' confutato questa affermazione, dicendogli che il suo suono è tutto tranne che old-style, allora mi ha chiarito che intendeva dire che fa sentire il suono acustico dello strumento con tutta la sua storia. APPROCCIO IMPROVVISATIVO: I 3 brani suonati (25' ciascuno circa, senza intervallo) erano come detto improvvisazioni totalmente libere, incentrate su una ricerca del suono nella sua purezza: un risultato stilistico quindi piuttosto "radicale" meno incentrato alla ricerca della melodia pura, ma più a sviscerare tutti i possibili suoni che lo strumento può offrire: pizzicato ed arco utilizzati in uguale misura con ostinati, bicordi, frasi frammentarie che contrappuntavano e si intersecavano con i clarinetti. TECNICA: E' un'esperienza vedere suonare il contrabbasso in questo modo, l'uso dell'arco vedeva molto 'al ponticello' ed un controllo del suono (armonici, vibrati e quantaltro) magistrale. Inoltre usava anche l'arco 'al contrario', ovvero usandolo come plettro in varie zone dello strumento (sulle corde) 'pluccando' con la parte della bacchetta adiacente al tallone. Il suo pizzicato non è poderoso ma è in grado di sfruttare le minime sfumature di ogni suono, variando il punto di contatto delle dita con la corda. Inoltre ha fatto ampio uso di bicordi in più registri (perfettamente intonati, credetemi!) ed ha usato la cassa e le fasce del basso come percussioni, con le mani e addirittura con l'arco (io avrei una paura matta di rovinare entrambi, ma non lo faceva certo con l'irruenza del batterista dei Pooh!). Il concerto si è svolto in un rostro all'aperto, senza amplificazione. La cosa che maggiormente mi ha colpito è stato l'approccio di ASSOLUTA CONCENTRAZIONE, Barre (ma anche il suo partner) era veramente immerso nel suono, sembrava suonare dentro il suono e no estrarlo dallo strumento. Infatti ha anche redarguito lo sventurato fotografo di Musica Jazz che per fotografare gli passeggiava davanti. Pensare che questo signore di 72 anni ha suonato con Bernstein, Ornette Coleman, Paul Bley e tanti altri mi fa venire i brividi, infine ho approfittato della sua disponibilità per chiedergli di darmi qualche lezione -- vedremo, dovrò fare un po' di kilometri! saluti g
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