Scusa Vito, se non ti ho più risposto sull'argomento in questi mesi, sono stato un po' indaffarato...

Il trattato del Quantz, da te citato, (suppongo sia un estratto dal famoso trattato per flauto traversiere che contiene in realtà un po' di tutto) è uno dei testi fondamentali, uno dei più tradotti e dei più conosciuti (così mi risulta). In esso si possono trovare diverse osservazioni sul modo di suonare il violone/contrabbasso. Non lo ho a portata di mano, ma se mi capita ve ne posso riportare alcune.

Il discorso relativo al violone e al barocco è piuttosto ampio, ma rimanendo sul discorso iniziato della tastatura aggiungo un paio di osservazioni in più, legate alla mia personale esperienza:

Suonare coi tasti non è neccessariamente più facile! ...è diverso!
- Dato il tasto in budello, il dito ha comunque un significante margine di correzione, che è molto più delicato da gestire che su uno strumento non tastato.
- I tasti vanno preparati. Vanno sistemati prima di suonare, poichè il tempo, l'umido e quant'altro modificano la corda e la sua oscillazione. Anche ragionando con un temperamento equabile, con corde così spesse non vengono quasi mai tasti paralleli fra loro e perpendicolari alle corde. Molto spesso d'altra parte si regolano i tasti su diversi temperamenti e la cosa si può quindi complicare parecchio (ed è qui entra in gioco la sottile correzione col dito)
- Da sempre in contesti cameristici o comunque a parti reali lo strumento contrabbasso/violone può presentare problemi di intonazione (dalle cronache antiche agli anedoti più moderni da barzellatta...), in parte per una questione di fisica acustica; con il budello e in alcuni strumenti la cosa può essere ancora più evidente, e il tasto, in questi termini più superficiali, è di aiuto.
- Se siete tastati e il vostro violoncellista non è intonato, sono tutti cazzi vostri, perchè oltre tot, non avete margine di correzione, e la stonatura viene amplificata.

Ciao