E' chiaro che ci vuole un pò di esperienza per capire "ad orecchio" o sotto l' archetto o sotto le mani (nel pizzicato) quando un set di corde (od una o più di loro) siano andate (o sfibrate). Secondo me, ma forse indirettamente è già stato detto, non vi sono periodi di tempo ai quali attenersi per avere sempre delle corde allo stato ottimale. Molti sono i fattori da considerare. La pulizia della corda (o la loro cottura!!) come è stato specificato costituisce, a mio giudizio, un elemento importantissimo ma che su corde in acciaio o altra lega similare non influisce sulla loro durata. Per il budello, al contrario, anche quello rivestito, il discorso è praticamente opposto. Inoltre, a seconda delle diverse marche, gli anelli che in genere avvolgono la corda possono subito rovinarsi a capotasto o al ponticello (specie nelle Pirastro), ma non è detto assolutamente che siano sfibrate o che tale danneggiamento influisca sul suono. Mollarle e rimetterle in tuning potrebbe essere un utile esercizio di stretchin' per la corda ma corde in Perlon come le Dominant o in budello potrebbero subire seri danneggiamenti. Per quelle in acciaio, se il tensionamento viene variato più volte, si corre il rischio che la rope core interna subisca sollecitazioni innaturali e si distenda maggiormente. Il risultato, allora, è che riportate in tuning possano dare l' impressione anche di avere un suono più dolce e meno tedioso, ma sicuramente meno riccho di armoniche e con una portante che viaggia molto meno. Insomma, suono apparentemente migliore sul posto ma solo più "roboante", meno focalizzato e che viaggia poco. Non sono queste verità assolute ma solo il frutto di tanti anni di insana sperimentazione (vedasi conto bancario sempre o quasi in rosso). Allora io direi una cosa. Cacchio ..... il solito poema, scusatemi!! Visto che la sfibratura delle corde è più difficile se si tira con l' archetto una nota a vuoto, il problema si potrebbe risolvere (ed in alcuni casi è addirittura palese) controllando gli ARMONICI naturali che solitamente utilizziamo per accordare lo strumento. Orbene, se le corde non sono ancora sfibrate, accordando il contrabbasso con questa tecnica standard, le singole corde tirate a vuoto con l' arco saranno permettamente accordate (un orecchio allenato lo sa distinguere). Controllando poi gli armonici naturali a metà tastiera e suonati a bicordi poggiando leggermente l' anulare (o il dito che vi pare) (sol/re -re/la - la/mi), anche questi non dovranno dare dissonanze particolari. Ma se le corde sono sfibrate, già dal fatto che diventa impossibile accordare per bene lo strumento con gli armonici naturali (si ha la sensazione che gli armonici siano a posto ma poi la corda piena suona quasi sempre calante) capiamo che qualcosa non va. Andando poi a verificare gli armoci predetti suonati a bicordi, l' evidenza diventerà una realtà. Allora sarebbe il caso di cambiare. Non è detto che le quattro corde di uno stesso set si sfibrino contemporaneamente. Se si riesce a trovare nel modo indicato quella che non va, allora si potrebbe rimuovere solo quella. Ma cambiarle tutte è forse la cosa più saggia. Saluti cordiali. VL
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