Hot Topic (More than 10 Replies)   Arco nel jazz (Read 9949 times)
blueshine83
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  Arco nel jazz
25.12.2005 at 23:46:38
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Mi ha sempre incuriosito l'utilizzo degli strumenti ad arco nella musica Jazz. Escludento ovviamente il contrabbasso pizzicato, che è un cult, anzi IL cult!

Non conosco nomi di musicisti che utilizzano l'archetto nelle improvvisazioni Jazz. Credo che ce ne sono così pochi non perchè la tecnica sia particolarmente difficile, nè perchè può sembrare che il tipo di suono generato con l'arco sia poco compatibile con l'atmosfera jazz.. Credo che il motivo di questa "rarità" sia nel fatto che è un VERO MIRACOLO riuscire a tirare fuori del buono swing profonto con l'arco... E' difficilissimo imprimergli un "tiraggio", una portanza come il pizzicato, anche se si tratta solo di piccoli assoli...

Pare che la conduzione dell'arco, nonostante obiettivamente offra una espressività vertiginosa, pare che nell'ambito del Jazz tende a risultare poco sciolta e impacciata, meccanica.

Ma certamente nella vostra grande sapienza conoscete molti nomi di "archi jazz" (ovviamente comprendendo bassisti che nei loro assoli svuotano la faretra!)
Sono in attesa di info

Grazie
« Last Edit: 28.12.2005 at 11:44:14 by vitoliuzzi »  
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pabbass
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #1 - 26.12.2005 at 11:12:05
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Beh, basta sentire Miroslav Vitous (tanto per fare un nome, ma non è certo un caso isolato) per cambiare opinione... magari ci fossero tanti 'pizzichisti' con un approccio corrispondente a quello che caccia fuori lui dall'arco.
Ricordo un contrabbassista milanese, Stefano Dallora... sentire lui con l'arco in mano a fare jazz era come sentire un sax... un fraseggio da strumento a fiato. Bravissimo.
Il punto, secondo me, è piuttosto che per parecchi contrabbbassisti che fanno o tentano di fare jazz l'arco è "quel bastoncino che va avanti ed indietro", buono tutt'al più per chiudere il pezzo con un'arcata lunga. 
Che piaccia o meno, l'arco è una delle parti più balorde di tutta la tecnica contrabbassistica. Ci combatti una vita intera, non si puà pensare di prenderlo in mano una volta alla settimana per poi ricavarci qualcosa che valga la pena di sentire (il discorso è ovviamente speculare anche per i contrabbassisti classici che cercano di tirare fuori qualcosa di decente e swingante con un pizzicato reumatico alla Verdi)... 
  
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emi
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #2 - 26.12.2005 at 11:37:08
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Sono daccordo Paola, e' vero pero' che in un contesto di "Jazz classico" uno strumento ad arco non e' sempre facilmente collocabile. E' anche un problema di linguaggio: Prendi un solo di C.Parker e prova a riprodurlo con uno strumento ad arco, senza grande attacco, e i risultati non saranno semplici da ottenere...

Tornando al discorso "strumenti ad arco":
Il Violino per caratteristiche intrinseche e' molto adatto all'improvvisazione e non meno di altri strumenti fa parte della storia del jazz: C'e' una vera e propria scuola di violino-jazz: Joe Venuti e S.Grappelli due grandi nomi del passato. 
http://www.fiddlingaround.co.uk/jazz/jazzframe.html

Ci sono anche numerosi contrabbassisti che amavano improvvisare con l'arco, ad esempio P.Chambers di cui parlavamo sul forum recentemente. (da scoltare il suo "Bass on Top" , dove ci sono numerosi soli di arco, in cui si mantiene un fraseggio bop), fra i contemporanei posso citare Marc Johnson, ma non mancano del resto registrazioni di soli con l'arco di J.Blanton ('30) uno dei primi virtuosi del contrabbasso jazz. 

Mi viene in mente anche Il Sig. Israel Lopez "Cachao", leggenda vivente della musica latina, contrabbassista e grande improvvisatore con l'arco. (Un mito davvero)

per finire una una foto:
http://airjudden.tripod.com/jazz/slamstewart.html
  
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blueshine83
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #3 - 26.12.2005 at 17:42:46
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MA TU SEI UN PAZZO!!!
Sei un grandissimo!!

Ci speravo in qualche suggerimento di nomi, ma tutti questi artisti avranno da intasare la mia ADSL per diversi mesi...

Grazie di cuore!


Quote:
Sono daccordo Paola, e' vero pero' che in un contesto di "Jazz classico" uno strumento ad arco non e' sempre facilmente collocabile. E' anche un problema di linguaggio: Prendi un solo di C.Parker e prova a riprodurlo con uno strumento ad arco, senza grande attacco, e i risultati non saranno semplici da ottenere...

Tornando al discorso "strumenti ad arco":
Il Violino per caratteristiche intrinseche e' molto adatto all'improvvisazione e non meno di altri strumenti fa parte della storia del jazz: C'e' una vera e propria scuola di violino-jazz: Joe Venuti e S.Grappelli due grandi nomi del passato. 
http://www.fiddlingaround.co.uk/jazz/jazzframe.html

Ci sono anche numerosi contrabbassisti che amavano improvvisare con l'arco, ad esempio P.Chambers di cui parlavamo sul forum recentemente. (da scoltare il suo "Bass on Top" , dove ci sono numerosi soli di arco, in cui si mantiene un fraseggio bop), fra i contemporanei posso citare Marc Johnson, ma non mancano del resto registrazioni di soli con l'arco di J.Blanton ('30) uno dei primi virtuosi del contrabbasso jazz. 

Mi viene in mente anche Il Sig. Israel Lopez "Cachao", leggenda vivente della musica latina, contrabbassista e grande improvvisatore con l'arco. (Un mito davvero)

per finire una una foto:
http://airjudden.tripod.com/jazz/slamstewart.html

  
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Alessandro Capomassi
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #4 - 27.12.2005 at 13:09:09
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Se non sbaglio anche Cris McBride offre dei buoni esempi di soli con arco.
  
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pino
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #5 - 27.12.2005 at 14:33:24
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Quote:
Beh, basta sentire Miroslav Vitous (tanto per fare un nome, ma non è certo un caso isolato) per cambiare opinione... magari ci fossero tanti 'pizzichisti' con un approccio corrispondente a quello che caccia fuori lui dall'arco.
Ricordo un contrabbassista milanese, Stefano Dallora... sentire lui con l'arco in mano a fare jazz era come sentire un sax... un fraseggio da strumento a fiato. Bravissimo.
Il punto, secondo me, è piuttosto che per parecchi contrabbbassisti che fanno o tentano di fare jazz l'arco è "quel bastoncino che va avanti ed indietro", buono tutt'al più per chiudere il pezzo con un'arcata lunga. 
Che piaccia o meno, l'arco è una delle parti più balorde di tutta la tecnica contrabbassistica. Ci combatti una vita intera, non si puà pensare di prenderlo in mano una volta alla settimana per poi ricavarci qualcosa che valga la pena di sentire (il discorso è ovviamente speculare anche per i contrabbassisti classici che cercano di tirare fuori qualcosa di decente e swingante con un pizzicato reumatico alla Verdi)... 

  
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pino
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #6 - 27.12.2005 at 14:47:36
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Ops, scusate per il post precedente (e buone feste a tutti nel frattempo). Volevo riprendere il post di Paola per discutere il punto dell'arco nel jazz. Io trovo che l'arco ti dia delle possibilità espressive che permettono di arricchire il linguaggio da usare nei soli. L'arcata finale per chiudere una ballad è francamente stucchevole, mentre ci sono dei soli fatti con l'arco che fanno venire la pelle d'oca (body and soul di Jimmy blanton con Duke al piano, o My funny Valentine suonata da John Clayton in uno dei due CD del superbass trio, tanto per fare un paio di esempi). Il problema è che i dilettanti come me hanno grosse difficoltà a studiare con l'arco ed è altrettanto vero che, come dice Paola, il problema non lo risolvi con un'oretta di esercizi alla settimana.
Ora, premesso che sono consapevole del fatto che il modo migliore per imparare a usare l'arco sia fare lezione con un buon maestro, quali sono le alternative per un autodidatta che ha tempo solo di sera tardi per esercitarsi? I metodi di Billè e Simandl sono ottimi, ma non aiutano ad impugnare correttamente, a "tirare" le arcate in modo corretto, a sapere quanti quarti suonare con un'arcata, per non parlare dei dubbi tecnici (quale arco, quale pece, etc) a cui, per la verità, molti amici hanno dato risposte interessanti in diversi post.
Chi può dare indicazioni utili? Magari non c'è alternativa al maestro... Grazie e ciao a tutti. Giuseppe
  
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francesco_angiuli
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #7 - 27.12.2005 at 14:50:24
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Giusto,Mc Bride e'uno di quelli che a mio parere usa meglio l'arco:c'e'un disco in cui fa un solo chilometrico in trio con Brad Meldhau e Brian Blade(il titolo mi sfugge)...molto bello!
Altri che mi vengono in mente:Anders Jormin(GRANDE!!!!),George Mraz,Richard Davis,Mr PC,Jimmy Garrison,Marc Johnson,Slam Stewart,Ray Brown...........tanti!!!!!!!

Anch'io preferisco Vitous su tutti,magnifico!

Credo che l'arco alla tedesca faciliti in un certo senso il fraseggio bop,tant'e'che l'80%dei menzionati usa questa impostazione.
Ciao
FRANCESCO
  
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blueshine83
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Re: Semi-O.T.   Arco nel jazz
Reply #8 - 27.12.2005 at 15:06:42
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Incredibile!!! Anche Ray Brown usava l'arco?? E quali titoli posso cercare??

[Altri che mi vengono in mente:Anders Jormin(GRANDE!!!!),George Mraz,Richard Davis,Mr PC,Jimmy Garrison,Marc Johnson,Slam Stewart,Ray Brown...........tanti!!!!!!!]

Per il resto non so da dove cominciare! Siete grandi, io... io via amo tutti!!!

GF


---

"Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.
Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

Sei Tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, mio Dio, perchè mi hai fatto come un prodigio, 
sono stupende le tue opere.
Tu mi conosci fino in fondo!
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!"  (cfr.Sal 138,6-10.13-16)

"Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?" (1Cor 15,55)


Lode a Dio!
  
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vitoliuzzi
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Re:   Arco nel jazz
Reply #9 - 28.12.2005 at 12:03:31
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Forse ne avevamo parlato già in qualche Post precedente. Ma non fa nulla. 
Grazie ad Ernesto sono riuscito ad avere una compilation di jazzisti che suonano con l' arco, e ciò che si nota maggiormente è che alcuni di loro hanno avuto anche una formazione classica (alla francese o alla tedesca o alla Dragonetti), altri, invece, hanno per così dire fatto da sè. Nel primo caso il suono sembra essere (specie al capotasto) più fluido, ben marcato o focalizzato, negli altri casi, e personalmente, lo reputo un pò bruttino, assolutamente privo di armoniche ma che, tuttavia, in quel particolare contesto potrebbe avere una ragion' d' essere.

Forse non credo che il problema sia se un jazzista debba ottenere un suono simile al classico (solitamente i jazzisti, in generale, utilizzano una forma di "detachè" che permette loro di creare sfumature e stonature, anche volute, allontanandosi dal concetto di focalizzazione) ma se quella sonorità che ottiene è la migliore che possa lui stesso possa avere. Proprio perchè nella maggior parte dei casi il suono prodotto dall' arco viene amplificato (e quindi "distorto" in partenza), sarebbe bene, secondo me, che anche lo stesso jazzista ponga maggiore attenzione alla qualità "sonora" di ciò che poi andrà a sviluppare. Infatti, essendo necessariamente sottoposto a quella tortura che sono i pre, ampli, mixer, equalizzatori ed altro, dovrà trovare una soluzione anche sui giusti pesi da conferire al suo arco per avere un suono più contrabbassistico e meno ovattato. Alcuni mi sembra che ci riescano in pieno, altri un pò meno. 

Tuttavia, e concludo, è sempre l' ascoltatore che alla fine decide, facendo magari più leva sulla qualità dell' improvvisazione che su quella del tipo di suono, potendo anche non essere abituato ad ascoltare un suono classico a volte molto tirato e pieno di armonici ed armoniche.

Poi, come si dice, "de gustibus"!
Ma il consiglio di imparare a tirare l' arco al ponticello lentissimamente e con la massima potenza possibile magari anche a corde vuote, rimane Wink!

Ciao Vì
  
vito liuzzi
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Re:   Arco nel jazz
Reply #10 - 28.12.2005 at 23:48:18
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Be provate anche ad ascoltare Stanley Clarke con l'arco sebbene il suo sia un jazz-fusion, o anche John Patitucci, mi sembra che entrambi non siano stati menzionati.
JAzzBass
  
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vitoliuzzi
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Re:   Arco nel jazz
Reply #11 - 29.12.2005 at 00:15:48
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Infatti caro JB proprio leggendo la biografia di Patitucci ho potuto notare come egli abbia studiato molto il classico e con fior fiori di docenti. Su un suo LP, di cui proprio non ricordo il nome (aiutatemi!), forse con la ChicK Corea Band, ascoltai anni or sono un assolo di arco lunghissimo e dal grande suono. Non credo che fosse la qualità d' incisione ad evidenziare quel tipo di suono, ma si sentiva proprio la cavata di chi per anni ha dedicato del tempo anche allo studio corretto dell' arco.
So che a molti non piace, ma io non posso essere che affascinato da quel modo acrobatico (e non solo) di intendere il jazz (o la fusion).

Forse mi prenderete per puntiglioso (cosa che non credo di essere) ma l' impugnatura, la distribuzione dei pesi sulla bacchetta ed anche l' utilizzo di una pece troppo secca al posto di una più grassa, avranno potuto segnare negativamente gli assoli che ho ascoltato ma che non mi sono piaciuti.

Ergo, mi chiedo. Ma un jazzista, a livello pratico, che tipo di suono ha in mente quando utilizza l' arco? Forse ascoltandosi fra loro c'è una sorta di "imitatio"? Oppure non si dedicano all' ascolto di buoni classici da cui poter prendere spunto nella conduzione dell' arco? O non gliene frega niente? ... nel senso che come diceva Paola alla fine basta che concludo il pezzo con un' arcata lunga magari su un Mi vuoto? 

Curiosità mie ma che vorrei comprendere meglio.

Grazie

  
vito liuzzi
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francesco_angiuli
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Re:   Arco nel jazz
Reply #12 - 29.12.2005 at 00:37:28
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Patitucci,con cui ho studiato per un breve periodo,mi diceva che addirittura talvolta provava tale piacere nel suonare in orchestra che spesso si "infiltrava"in orchestre nelle quali non molti sapevano chi fosse,per imparare ...gesto di grandiosa umilta'!
E'peraltro sposato con una violoncellista con la quale studia insieme.

Un altro esempio lampante e'EDDIE GOMEZ,se non erro era alievo di Zimmerman alla Giuliard...altro grandissimo talento.
Di lui ricordo un solo in un live con Bill Evans e Stan Getz(anche di questo non ricordo il nome!).
CIAO
FRANCESCo

  
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pino
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Re:   Arco nel jazz
Reply #13 - 30.12.2005 at 15:58:39
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Ergo, mi chiedo. Ma un jazzista, a livello pratico, che tipo di suono ha in mente quando utilizza l' arco? Forse ascoltandosi fra loro c'è una sorta di "imitatio"? Oppure non si dedicano all' ascolto di buoni classici da cui poter prendere spunto nella conduzione dell' arco? O non gliene frega niente? ... nel senso che come diceva Paola alla fine basta che concludo il pezzo con un' arcata lunga magari su un Mi vuoto? 

Curiosità mie ma che vorrei comprendere meglio.



Io (che però jazzista non sono, ma strimpellatore) ho in mente John Clayton jr. ma temo de non essere di grande aiuto, dato che il nostro mi dicono frequentare anche orchestre dedite alla musica seria... Scusate se mi ripeto: l'avete sentito suonare il tema di My funny Valentine e/o Lullaby of Birdland??

ciaps, g.
  
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pino
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Re:   Arco nel jazz
Reply #14 - 30.12.2005 at 16:01:07
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ma caspita, non sono proprio capace di postare in modo decente!

Per chi non se ne fosse accorto, il primo paragrafo del post precedente è un estratto di un post precedente (ancora...) del Maestro Vito.

Scusate....
  
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