Per me sono una "schifezzuola" entrambi. Difficili, questo è palese, ma dovrebbero abrogarlo il Caimmi visto che non c'è uno studio veramente bello, tecnicamente, musicalmente e melodicamente. Gallignani ha scritto studi forse meno complessi ma di rara bellezza; e qualcuno, forse per invidia, lo ha volutamente messo da parte. Il fatto che in un libro di studi come il Caimmi solo pochissimi sono realizzabili decentemente e sembrano i capricci di Paganini per contrabbasso (poveri illusi), è la dimostrazione che l' intera opera non regge. Poi, gli studi "difficilissimi" sono solo una scovata "cerebrale" che, mi possano cadere gli ultimi capelli che ho, neanche lo stesso Caimmi poteva eseguire. Il virtuosismo di penna deve essere concepito anche previamente come virtuosismo melodico-armonico. Altra cosa Mengoli ! Lory, secondo me, il 4 è di una pallosità unica però un pò meglio del 10. C'è più slancio musicale, qualche piccola cellula di variazione tematica, difficoltà forse maggiori del 10 (poi dipende da soggetto a soggetto) e maggiore impatto sonoro. Solo una cosa sul 10. Il Tempo. Il Petracchi ha un pò questa tendenza ad affrettare un pò tutto (lo ricordo bene in una vivace discussione che ebbe a suo tempo al Bottesini e niente poco di meno che con Thomas Martin, uno dei miei idoli). Nel mio infinitesimamente piccolo al cospetto del Maestro, sul quale ho anche scritto alcuni articoli, lui concepisce solo il virtuosismo inteso come le gare di qualificazione di Formula 1. Sicuramente mi sbaglio, ma il più veloce vince. Sacrosante le parole di Paola che scriverò all' apice del n.10, così me lo ricorderò io e gli allievi. Un saluto Vito
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