F. Bernasconi, “Basso elettrico, contrabbasso e tuba nell’accompagnamento musicale”, Bèrben, Ancona, 2006 (Ediz. n. 837).
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C’era una volta la TV in bianconero, con un programma intitolato “Non è mai troppo tardi”, condotto dal maestro Alberto Manzi. Gli attuali cinquantenni sanno di cosa sto parlando.
Bene. Questo manuale mi ricorda quella trasmissione. Ci vuole tutto l’entusiasmo e la pazienza di chi da quasi trent’anni insegna in una scuola, per scrivere un manuale atipico, che riunisce con percorso etnomusicale strumenti strutturalmente differenti, ma accomunati nella funzione dell’accompagnamento. Estremamente chiaro, progressivo e documentato, non è basato su esercizi decontestualizzati, ma sul compito di accompagnare in modo via via più complesso i brani forniti, dei quali vengono date la griglia degli accordi, alcune parti opzionali, e l’esecuzione su CD con pianoforte e batteria cui, a volte, si aggiunge la fisarmonica. A noti traditionals si aggiungono alcuni brani scritti appositamente per variare gli stili (Blues, Mambo, Bossa, Swing;…). Chi è cresciuto in conservatorio è spesso legato alla parte scritta; questa proposta abitua ad un approccio più libero, basato sulla personale interpretazione delle sigle accordali, come consuetudine nella musica leggera.
Il contrabbasso non è uno strumento facile, ma non sta neppure su una irraggiungibile torre d’avorio. Questo sembra dire l’autore che non a caso, a un certo punto, coinvolge e riproduce fotograficamente atipici contrabbassi statunitensi di semplice costruzione artigianale.
coboldoaf
E' un metodo adatto anche ad un super principiante come me che vorrebbe suonare jazz e leggera?