Inizialmente ritenevo che i brani di Bottesini dovessero essere eseguiti a velocità supersoniche, da vera e propria Formula uno. In un Concorso, chi suonava una Tarantella in maniera tecnicamente perfetta e a velocità tripla rispetto alla verace ed autentica "Tarantella napoletana", vinceva il "Casco d' onore." Ma così anche in un Allegro con Fuoco del Capriccio di Bravura od in altri brani. Poi, ascoltando con attenzione a quel poco che ci è rimasto discograficamente di Koussevitzky o di solisti a lui vicini, leggendo nella storiografia varia che i contrabbassisti avevano seri problemi ad eseguire in velocità alcuni passi orchestrali (parlo di un epoca a cavallo fra la metta dell' 800 e gli inizi del Novecento), ho cominciato a comprendere che forse qualcosa non andava. Altra fonte diretta: la lite amiche al Bottesini di qualche anno fa fra Tom Martin e Petracchi. Il problema era come eseguire l' Andante di Gliere. Martin era per un tempo filologicamente più tranquillo. Petracchi, al contrario, per un' esecuzione più maestosa e molto ma molto più camminata. Chi fra i due aveva ragione? O quanto meno aveva più argomenti per avallare la propria tesi? Un fatto è certo. Bottesini suonava su di uno strumento eccezionale, il Testore. Tre sole corde per il solismo, ma corde pur sempre ad alta torsione e magari avvolte in qualche lega preziosa per migliorarne gli scivolamenti. L' altezza non poteva mai essere quella di tre soli millimetri usata dal Petracchi e da tanti altri Solitisti (le fritture si sentono bene anche dal vivo) che possono fare ciò in virtù del miglioramento tecnico dei materiali. Allora dobbiamo pensare che Bottesini, anche per una maggiore ampiezza e potenza sonora (non sempre nei teatri erano tutti li seduti in silenzio ad ascoltarlo), tenesse le corde ad altezza maggiore. Per di più. L' uso del glissando al capotasto era praticamente la regola, come quella del tirare la corda a sinistra, o come quella di pigiarla appena fino a quando il suono venisse prodotto (definita dal Billè a posteriori la più difficile). Ma quello che conta è: poteva umanamente Bottesini suonare una Tarantella alla velocità di uno Streicher (il compianto Maestro rimarrà sempre un Caposcuola). O forse pensava alla vera tarantella napoletana che è molto più lenta, una danza che non ha niente a che vedere con la techno. E poi, l' uso di tutti quegli arpeggi in armonico, l'uso smodato di terzine a semicrome e via discorrendo. I cordoni del suo Testore, per quanto flessibili potessero essere, non credo che abilitassero a simili interventi acrobatici. La sua acrobazia va letta e deve essere letta nel contesto in cui veniva servita ai suoi ascoltatori. Chi scrive non è uno storico, nè tantomeno depositario di chissà quale dono di veggenza. Ma un osservatore più o meno sbadato. Inoltre, l' osservanza del tempo, specie nelle Fantasie, doveva essere così rigido come oggi lo sentiamo quasi sempre (mi pare Sciascia a parte), oppure doveva ondeggiare come quei cantanti che a volte sembrano aver bevuto. Libertà nel fraseggio a scapito del tempo o rigore aprioristico? Vorrei dire tante altre cose. Ma mi fermo qui. Vogliamo sempre fare della Musica la sua "filologia". E che sia! Ma dobbiamo sempre partire immergendoci nel periodo storico che stiamo analizzando. Il contrabbasso è molto più difficile da analizzare rispetto ad altri strumenti, visto che gli elementi di comparazione (specie quelli di natura tecnica) non ci forniscono tanti indizi. Ma quei pochi che abbiamo dovremmo analizzarli meglio, non alla stregua di ciò che avrebbe fatto un pianoforte, ma a quello che un contrabbasso materialmente poteva fare. Attendo i vostri commenti con ansia. Saluti Vito
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