Ecco lo schema in questione, tratto dal volume di Luigi Lanaro "La liuteria classica ed il liutaio moderno" (ed. Zanibon, 1974).
Per maggiori specifiche, rimando al volume suddetto, pagg. 137-138. In sostanza comunque, lo schema evidenzia le varie aree dello strumento ad arco, nella fattispecie suddivise in:
- area A: direttamente messa in vibrazione dall'azione di ponte+anima+catena, vera spina dorsale sonora dello strumento
- area B e B': zone di risonanza delle armoniche di frequenza medio-bassa
- area C e C': zone di risonanza delle armoniche di frequenza medio-alta
- area D e D': zone di risonanza delle armoniche di frequenza bassa
. area E ed E': zone di risonanza delle armoniche di frequenza alta.
Questo per ridurre ai minimi termini l'esito di test sull'irradiazione delle vibrazioni indotte e della risonanza sulla tavola degli strumenti ad arco in genere.
Il libro tratta in modo estremamente più approfondito la tematica, e merita una consultazione.
Indubbiamente, l'osservazione empirica mi porterebbe a confermare: finora, gli strumenti con curva inferiore molto ampia fra quelli che ho sentito si sono distinti per una particolare potenza nei bassi.
Nel caso del contrabbasso la spalla stretta a volte è determinante anche per l'agevolezza a raggiungere le posizioni di capotasto; anche questo aspetto più bassamente funzionale è comunque da tenere in considerazione....