Alcuni amici mi chiedono informazioni sul libro di Franco Mondini; provvedo con questa lettura di Irmangelo Casagrande. La citazione del libro non credo sia fuori luogo per la sua capacità di rievocare coraggiosamente emozioni e vicende personali che più o meno direttamente ruotano attorno alla musica che amiamo... P.S. il 'censore automatico' impedisce di scrivere per intero il titolo del libro: al posto dei due asterischi si legga "uc"! "Franco Mondini è stato un ottimo batterista jazz tra la fine degli anni ’50 e la prima metà dei ’70, ora è un ottimo scrittore i cui libri hanno il respiro aperto e preciso dell’accompagnamento musicale creativo. Il suo secondo libro è appena uscito per l’editore Pendragon di Bologna. E’ stato presentato al Salone del libro di Torino e ha suscitato vivo piacere in chi l’ha già letto. Il titolo 'Fuck fiction' non deve trarre in inganno. Non siamo di fronte a storie pornografiche né al tentativo di sedurre la parte più ingenua del pubblico. E’ un libro di memorie personali e commenti su fatti e persone conosciute durante una vita vissuta intensamente. Il tutto filtrato attraverso uno sguardo riflessivo e non semplicemente documentaristico. La riflessione di un settantenne lucido come un uomo giovane e amante della vita nonostante le mille delusioni. Se un pensiero emerge dalla lettura è proprio questo, la vita merita di essere vissuta. E merita di essere vissuta intensamente. Con tutte le sue amarezze, con tutte le sue contraddizioni. Con tutti i distacchi cui ci costringe. La forma del libro compendia brevi carrellate su momenti e personaggi noti e meno noti, ricordi fulminei come annotazioni diaristiche e alcuni sfoghi lirici. Come suggerisce lo stesso Mondini, uno dei suoi predecessori è sicuramente Gorge Perec, che oltre ad essere stato uno dei protagonisti della letteratura del secondo novecento era un grande appassionato di jazz. Una musica ibrida per natura e ancora oggi di non facile definizione. Il jazz, Mondini l’ha fatto e l’ha vissuto, in Italia e in Europa, e spesso al fianco di figure di primissimo piano. Come Nunzio Rotondo, grande artista negletto –quando non succede da noi, se l’artista è vero?- col suo lirismo asprigno e asciutto. Come Chet Baker, il poeta della tromba, capace di trasformare in pregiato metallo di conio anche il tema più banale. Vita rischiosa, quella di Mondini, impegnata in una professione che non veniva riconosciuta come tale e invischiata in abitudini non propriamente igieniche. Eppure vissuta nel presente, senza tentazioni nichiliste e sempre con sane radici nella realtà. Del libro, si ricordano soprattutto le donne. Donne amate. Donne che sarebbero state amate se. Donne che hanno occupato un posto importante e donne che sono scivolate via lasciando di sé solo un’immagine e una sensazione. Bando ai rimpianti. Anche oggi la vita è qui e adesso, non sta da nessun’altra parte e in nessun altro tempo. Mondini non è ammalato di protagonismo. Il suo tono è lieve, il suo umore non è cupo. Da batterista era un accompagnatore inventivo e sollecito ma è sempre stato nella musica, assieme ai musicisti che accompagnava, mai contro di loro o a loro discapito. Dopo aver letto questo libro, ascoltate almeno 'Sound and silence', un cd RadioRai intestato a Nunzio Rotondo pubblicato nel 2005. In molti brani troverete Franco Mondini. Anche in 'Garineipaulus', gustosamente citato in 'Fuck fiction'." Irmangelo Casagrande
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