Hot Topic (More than 10 Replies) Avvicinarsi al jazz (Read 7913 times)
basso57
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Avvicinarsi al jazz
12.05.2006 at 08:03:46
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Ciao a tutti!
Su come avvicinarsi al jazz ci sono varie teorie. Io, più che teorie, propongo una soluzione pratica che mi sembra interessante per esercitarsi individualmente.
Da tempo esistono dischi studio e tra questi la serie più nota è senz’altro l’Aebersold. Come tutto, anche questa ha qualche difetto. Costo elevato, interpretazioni spesso non adatte a principianti ma, soprattutto, repertorio “diluito”. Mi spiego. Se uno dovesse cercare negli Aebersold quella manciata di standard di comune utilizzo e studio, li troverebbe sparpagliati in molti fascicoli, con i costi che si possono intuire. Per fortuna esiste una soluzione che, per esperienza diretta mi sento di consigliare. Innanzitutto è opportuno procurarsi il “Real Book” (attenzione: richiedere la versione in chiave di basso! reperibile p. es. alla Libreria Birdland di Milano che vende anche per corrispondenza) che è una vera Bibbia del genere e, comunque, considerato il testo di riferimento. Qui si troveranno centinaia di brani armonizzati, pronti per essere suonati in base ai propri gusti e possibilità tecniche. Le parti in chiave di basso hanno il grosso vantaggio di poter fare esercizi melodici.
Interessantissimo complemento al “Real Book” è il doppio cd “Didattica del jazz” (MAP  MP-CD004 www.map.it) che contiene l’accompagnamento di ben 40 famosissimi standard con pianoforte (20 brani), chitarra (20 brani), contrabbasso  e batteria suonati live molto bene e con un numero di chorus adeguato (chi conosce gli Aebersold sa a che cosa mi riferisco).
I brani del cd sono quasi tutti nel “Real Book" quindi non resta che… accendere lo stereo e partire!
  
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lory
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #1 - 12.05.2006 at 08:39:15
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io non sono pratico di jazz , ma secondo me gli abersold li puoi scaricare da qualche programma peer to peer ( emule .... ecc ) . ciao .
  
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sergiao
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #2 - 12.05.2006 at 20:32:36
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Quote:
io non sono pratico di jazz , ma secondo me gli abersold li puoi scaricare da qualche programma peer to peer ( emule .... ecc ) . ciao .

sì, però è illegale Smiley
  
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sil73
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #3 - 17.05.2006 at 11:03:36
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mio modesto parere..da nn trascurare l'ascolto, anzi forse è il primo approccio in assoluto..
chiaram bisogna capire xkè si vuole suonare jazz, mi piace, quanto, che stile prediligo e per cosa sono più portato e poi capire quali gli accenti giusti cosa fondamentale ed importantissima..nn è un linguaggio semplice e immediato, cioè nn basta eseguire bene o leggere bene un brano del real book x eseguire uno standard...pensate a un discorso in italiano con gli accenti sbagliati, se si parla con uno straniero va tutto bene, ma se si parla con un italiano....provate ad immaginare!!

condivido quello che si è detto in merito, volevo solo aggiungere qualcosa e scusate se ho avuto un'aria da prof che nn sono x niente..è solo il mio pensiero ed avrei piacere a confrontarmi con voi, il confronto è sempre un momento di crescita Smiley

ciao a tutti
  
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dinibass
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #4 - 17.05.2006 at 20:23:14
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Secondo me, gli strumenti ci sono e sono tanti, lo sappiamo. Ma rischiamo di dimenticare di fare un esercizio che tutti coloro che suonano jazz hanno fatto da prima che esistessero gli Aebersold e i Minus One:

suonare con i dischi originali!

Prova a mettere per esempio un bel disco di Miles (quintetto periodo 55-58), abbassa i toni bassi sullo stereo e suonaci insieme.
Ti assicuro che ha la sua utilità, più che gli Aebersold, per il walking!

g
  
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basso57
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #5 - 18.05.2006 at 06:31:34
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Ciao a tutti.
E' vero, anch'io penso che l'ascolto di registrazioni originali sia molto importante, così come la riflessione su quanto ascoltato e tentare di suonare "virtualmente" con chi si sta ascoltando. Non a caso ogni capitolo del mio manuale sui bassi si chiude con una noticina discografica che va proprio in questo senso. Il discorso non è solo didattico, ma di sensazione emotiva:  ho spesso provato il brivido di suonare con i grandi (prescindendo dal mio modo di suonare...). Comunque avere sott'occhio il Real Book non è male.  Tutto questo, secondo me, a due condizioni:
a) non farsi frustrare dall'ascolto e dalla sensazione di non potere mai giungere al livello di chi si sta ascoltando (in fondo la grandezza trova fondamento proprio in rapporto alla media, che quindi è giusto che esista);
b) non intestardirsi nel cercare di rifare alla lettera il proprio modello, ma cercare una soluzione personale, magari minimalista, di suonare.
Tanto altro mi verrebbe da dire, forse che il jazz è addirittura un modo di vita (parafrasando il mio amico batterista Franco Mondini, animatore di splendide cose tra la fine degli anni Cinquanta e Sessanta, oppure pensando ad amici che ora non ci sono più).
Un'ultima cosa: suonare, se possibile, con altri.
  
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dinibass
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #6 - 18.05.2006 at 19:35:04
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Concordo pienamente,

e salutami il carissimo Franco se lo vedi!
L'ultima volta che l'ho sentito è stato per complimentarmi per il bel libro che ha scritto sulle sue scorribande batteristiche di un po' di tempo fa (il libro lo consiglio, è "sulla strada con Chet Baker e tutti gli altri", ed.Lindau.

dinibass
  
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gpto
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #7 - 18.05.2006 at 20:04:24
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L'unico modo per avvicinarsi al Jazz è comprare i dischi e ascoltarli ascoltarli e riascoltarli ancora e copiare cercare di emulare. Se ci si avvicina al Jazz solo per darsi un tono, perchè Jazzista fa figo, meglio lasciare perdere. Troppi jazzisti anche famosi sono solo dei "professionisti dello strumento" senza anima senza idee e sopratutto senza swing... concerti di un'ora e mezza sempre in battere...che palle!
  
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basso57
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #8 - 20.05.2006 at 10:37:04
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Ciao Giorgio.
Mi verrebbe da dire: com'è piccolo il mondo e quanto grande la sfiga!
Ti saluterò sicuramente Franco che nel frattempo ha scritto un altro libro fresco di stampa (Franco Mondini, Fuck Fiction, Pendragon, Bologna, 2006). Non è un libro per educande; è bellissimo e mi piacerebbe scriverne da qualche parte. Al suo primo dedicai una trasmissione radio, con intervista.
Due settimane fa, mentre si recava al salone del libro di Torino proprio per presentare il suo, ha fatto un incidente in auto. Risultato: frattura della rotula. Sfiga nella sfiga. L'avevo convinto a suonare con me attorno ad un'idea pazzoide e la sua batteria è già ben piazzata a casa mia...
Un abbraccio,
Fiorenzo
  
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dinibass
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #9 - 20.05.2006 at 11:46:48
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Caro Fiorenzo,

grazie per la dritta sul nuovo libro di Franco, lo cercherò certamente.
Musicalmente mi sono allontanato molto dal bop (forse anche dal Jazz...), ma vorrei dire che Franco è uno dei pochi veri batteristi italiani in quel genere, quando ero un novellino (più di ora, intendo...) mi ha insegnato molto e sono convinto che davvero sia un grande sottovalutato, a causa di quel suo caratteraccio e della sua grande abilità ad inimicarsi le persone.....

Mi daresti il tuo indirizzo email, dovrei chiederti una cosa in privato. Il mio lo trovi 'in chiaro' sotto la lista utenti del forum.

saluti
g
  
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basso57
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Re: Avvicinarsi al jazz
Reply #10 - 21.05.2006 at 16:00:26
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Alcuni amici mi chiedono informazioni sul libro di Franco Mondini; provvedo con questa lettura di Irmangelo Casagrande. La citazione del libro non credo sia fuori luogo per la sua capacità di rievocare coraggiosamente emozioni e vicende personali che più o meno direttamente ruotano attorno alla musica che amiamo...
P.S. il 'censore automatico'  impedisce di scrivere per intero il titolo del libro: al posto dei due asterischi si legga "uc"!

"Franco Mondini è stato un ottimo batterista jazz tra la fine degli anni ’50 e la prima metà dei ’70, ora è un ottimo scrittore i cui libri hanno il respiro aperto e preciso dell’accompagnamento musicale creativo.
Il suo secondo libro è appena uscito per l’editore Pendragon di Bologna. E’ stato presentato al Salone del libro di Torino e ha suscitato vivo piacere in chi l’ha già letto. Il titolo 'Fuck fiction' non deve trarre in inganno. Non siamo di fronte a storie pornografiche né al tentativo di sedurre la parte più ingenua del pubblico. E’ un libro di memorie personali e commenti su fatti e persone conosciute durante una vita vissuta intensamente. Il tutto filtrato attraverso uno sguardo riflessivo e non semplicemente documentaristico. La riflessione di un settantenne lucido come un uomo giovane e amante della vita nonostante le mille delusioni. Se un pensiero emerge dalla lettura è proprio questo, la vita merita di essere vissuta. E merita di essere vissuta intensamente. Con tutte le sue amarezze, con tutte le sue contraddizioni. Con tutti i distacchi cui ci costringe.
La forma del libro compendia brevi carrellate su momenti e personaggi noti e meno noti, ricordi fulminei come annotazioni diaristiche e alcuni sfoghi lirici. Come suggerisce lo stesso Mondini, uno dei suoi predecessori è sicuramente Gorge Perec, che oltre ad essere stato uno dei protagonisti della letteratura del secondo novecento era un grande appassionato di jazz. Una musica ibrida per natura e ancora oggi di non facile definizione.
Il jazz, Mondini l’ha fatto e l’ha vissuto, in Italia e in Europa, e spesso al fianco di figure di primissimo piano. Come Nunzio Rotondo, grande artista negletto –quando non succede da noi, se l’artista è vero?- col suo lirismo asprigno e asciutto. Come Chet Baker, il poeta della tromba, capace di trasformare in pregiato metallo di conio anche il tema più banale.
Vita rischiosa, quella di Mondini, impegnata in una professione che non veniva riconosciuta come tale e invischiata in abitudini non propriamente igieniche. Eppure vissuta nel presente, senza tentazioni nichiliste e sempre con sane radici nella realtà.
Del libro, si ricordano soprattutto le donne. Donne amate. Donne che sarebbero state amate se. Donne che hanno occupato un posto importante e donne che sono scivolate via lasciando di sé solo un’immagine e una sensazione. Bando ai rimpianti. Anche oggi la vita è qui e adesso, non sta da nessun’altra parte e in nessun altro tempo.
Mondini non è ammalato di protagonismo. Il suo tono è lieve, il suo umore non è cupo. Da batterista era un accompagnatore inventivo e sollecito ma è sempre stato nella musica, assieme ai musicisti che accompagnava, mai contro di loro o a loro discapito.
Dopo aver letto questo libro, ascoltate almeno 'Sound and silence', un cd RadioRai intestato a Nunzio Rotondo pubblicato nel 2005. In molti brani troverete Franco Mondini. Anche in 'Garineipaulus', gustosamente citato in 'Fuck fiction'."

Irmangelo Casagrande
  
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