Normal Topic Tecnica, Dogmi e Consapevolezza. (Read 5835 times)
Tazibus
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Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
22.06.2006 at 14:15:00
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Oggi parlando con mio padre (pianista) mi sono reso conto che quello che credevo fosse una mia sensazione ingiustificata è invece una dura realtà con cui dobbiamo assolutamente fare i conti, in un modo o nell'altro:
spesso, il rapporto MAESTRO-ALLIEVO non riesce a trasmettere totalmente quei meccanismi che aiutano a comprendere il "perchè si DEVE fare questo o quello quando si suona".

Mi spiego meglio:
spesso un allievo si ritrova a dover eseguire 'qualcosa' (che può essere un colpo d'arco, un particolare esercizio per l'articolazione delle dita al pianoforte, o qualsiasi altra diavoleria), ma senza chiedersi "quali sono i pro e i contro di questa scelta tecnica?".. o magari l'allievo si pone queste domande, alle quali però non viene offerta una risposta.

Se ciò non accade, si rischia di avere una didattica fatta di dogmi incontestabili quanto incomprensibili..
E si rischia di fossilizzarsi in una 'scuola', senza avere possibilità di scegliere, capire, e di conseguenza senza aver la possibilità di APPLICARE CONSAPEVOLMENTE.

Io ad esempio, ero curioso di sapere "perchè, anzichè pressare l'arco sulle corde, dobbiamo suonare con l'arco scaricando il peso naturale del braccio?".
Così lo chiesi a un professore di Fisica che, dopo aver riflettuto un pò sulla domanda, mi spiegò che sfruttando il peso naturale, il suono si propaga di più nelle distanze più lunghe (ad esempio la distanza palcoscenico-pubblico di un teatro) ed in più la corda è più libera di vibrare nelle varie direzioni (mentre se pressiamo con l'arco, la corda è più "frenata").
Ovviamente a tutto ciò si aggiunge la necessita di economia di movimento e di energie che ogni strumentista dovrebbe sempre conoscere.

Ma dopo aver scoperto il 'perchè' di una scelta tecnica, rimane il 'come'..

-Scarica il peso del braccio sull'arco! Rilassalo!
-Ehm... ok! Ehm.. Ma.. come funziona il mio braccio?

Avere una consapevolezza di quello che vuol dire "scaricare il peso del braccio" è molto importante..
Ma chi ce lo insegna?
Chi ci insegna quali parti del braccio bisogna rilassare e quali invece bisogna tenere contratte?
Perchè un braccio totalmente rilassato è un braccio morto, non è un braccio che suona!
ovviamente la contrazione, anche se minima, esiste..

Ma come possiamo scoprire questi piccoli ma importanti particolari?

Io credo che sia molto più utile e funzionale sapere prima PERCHè & COME a proposito di una qualsiasi tecnica (anche della più semplice) piuttosto che "arrivare" alla tecnica dopo ore di tentativi (forse anche a vuoto).

Per il pianoforte un ottima pubblicazione che toglie molti dubbi è questa:
http://www.bol.it/libri/scheda?action=bolscheda&ean=978881712473

l'autore, Gyorgy Sandor da poco venuto a mancare, era un famosissimo pianista che molti di voi conosceranno, tra l'altro allievo di Bartok..

Esiste un libro, un Dvd, qualsiasi cosa di simile al lavoro di Sandor, ma relativo al contrabbasso?

PS: spero di non essere stato troppo lungo (!) e noioso, ma è un argomento che mi sta molto a cuore, e mi piacerebbe sapere le vostre opinioni.
  
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boogieman
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #1 - 22.06.2006 at 15:24:44
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ti posso dire che le lezioni con sciancalepore sono illuminanti
magari non hai capito qualcosa e comincia a farti percuotere tutto

visto che vieni a roma pensaci
  
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sil73
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #2 - 22.06.2006 at 17:37:52
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Io ad esempio, ero curioso di sapere "perchè, anzichè pressare l'arco sulle corde, dobbiamo suonare con l'arco scaricando il peso naturale del braccio?".

-Scarica il peso del braccio sull'arco! Rilassalo!
-Ehm... ok! Ehm.. Ma.. come funziona il mio braccio?

Avere una consapevolezza di quello che vuol dire "scaricare il peso del braccio" è molto importante..
Ma chi ce lo insegna?
Chi ci insegna quali parti del braccio bisogna rilassare e quali invece bisogna tenere contratte?



Taz,
ma come, nn hai ancora trovato il bottone dello "scarico del braccio", del rilassamento di tutto l'arto superiore? Smiley

a parte lo scherzo, a mio modesto parere penso che occorrano molte competenze (a volte nn tutte presenti negli insegnanti di stampo tradizionalista) fisiche, mediche (vedi ad es. il prof. di fisica che +o- risposto al tuo quesito) e forse bisognerebbe essere maestri di yoga (yoghin?!?) per avere una consapevolezza di ogni muscolo del proprio corpo e di come ciascun muscolo influenzi il resto..

o forse potrebbe essere utile porsi + domande quando si lavora, in generale! e nn prendere tutto x fede divina.
sicuram le grosse lacune di cui parli fanno parte del nostro sistema di insegnamento, non solo in musica naturalmente, molto restrittivo e forse troppo tradizionalista (nn voglio generalizzare!!)

ricordo quando il mio insegnante (studiavo chitarra classica) mi diceva di respirare con la pancia, ehm?!?ad un ragazzino di 11 anni! che vuole dire, rilassa le braccia il viso, non fare smorfie quando suoni, abbandona le braccia (una volta rischiai di cadere, stavo rilassando troppo e tutto, oltre che le braccia!)..quando chiedevo a che mi serve respirare così mi veniva detto per lo più serve per il solfeggio cantato, per cantare meglio, per far durare il più a lungo possibile una nota, per avere + fiato in sostanza..cosa sicuram vera, ma un po' restrittiva a mio avviso..

Probabilm qualcosa si può fare da sè documentandosi anche (soprattutto) al di là dei libri di tecnica musicale (di qualsivoglia strumento), perchè, ad es. non leggere un buon libro sul training autogeno, o su "posizioni" (chiedo scusa per il termine agli addetti ai lavori) yoga per imparare, e cercare di far proprie adattando alle esigenze di ciascuno, metodi di rilassamento?

per ora l'unico metodo che conosco che risulta efficace è proprio la respirazione diaframmatica, associata alla concentrazione di ogni parte del corpo (scusate la grossolanità, è x rendere l'idea)..è una vera e propria ginnastica, + si fa, + ci si abitua e + funziona e riesce facile "sentire" il braccio, capire quanto peso mettere e soprattutto staccare la mente concentrandosi sul corpo, sentendolo e quindi utilizzare la mente per il raggiungimento di quello scopo..(sn stato chiaro?!? nn so, spero di sì..)

sil

  
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Tazibus
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #3 - 22.06.2006 at 17:37:55
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antonio sciancalepore è uno dei componenti della 'Bass Gang' e del quartetto 'Un'ottava sottosopra', vero?
grazie per il consiglio, boogie.. Wink
mi piacerebbe molto fare lezioni che chiariscano certi dubbi più o meno importanti che un allievo può avere..

però mi rendo conto di chiedere forse troppo dalla stremenzita ora settimanale che i 'prestigiosi' conservatori italiani ci offrono! :-P
  
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Tazibus
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #4 - 22.06.2006 at 17:49:45
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ehi, sil.. siamo stati sincronizzati, eh? Cheesy

anche io ho pensato più volte allo yoga, o ad altre cose simili... però effettivamente credo che sia uno spreco di energie dedicarsi allo yoga per imparare a suonare meglio.. eheheh :-D

credo che sia più giusto pretendere le risposte dai nostri maestri, dai nostri conservatori..

insomma.. paghiamo maestri e tasse per questo!

il mio maestro dice che bisogna essere degli "approfittatori" nei confronti dei propri maestri, come di qualsiasi altro musicista che si incontra.. cercare di trarre insegnamento da qualsiasi esperienza, e applicare tutto subito..

ma è anche vero che con certi insegnanti è difficile: un pò per il poco tempo a disposizione, un pò per il metodo di insegnamento.. a volte è un impresa strappare gli insegnamenti! sembra che li custodiscano troppo gelosamente..
  
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sil73
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #5 - 22.06.2006 at 18:09:56
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Quote:


anche io ho pensato più volte allo yoga, o ad altre cose simili... però effettivamente credo che sia uno spreco di energie dedicarsi allo yoga per imparare a suonare meglio.. eheheh :-D

credo che sia più giusto pretendere le risposte dai nostri maestri, dai nostri conservatori..

insomma.. paghiamo maestri e tasse per questo!



..già siamo stati in sincronia!! Smiley
scusa per il precedente post abbastanza confuso!

sono d'accordo con te, nn bisogna praticare yoga per studiare musica, ma x scelta eventualm..sicuram la pratica dello yoga porterebbe vantaggi ad ogni livello..

quoto a pieno quanto scrivi, si paga!!

a mio avviso, bisognerebbe rivedere un po' di cose nei sistemi di insegnamento e un sano e serio aggiornamento (di quello vero, nn parlo dei corsi organizzati tanto per muovere soldi e riunirsi in qualche località turistica) nn farebbe male (parliamo almeno del ns. caro liceum che vanta bravi maestri, ma ce ne sn tanti però..chi frequenta l'amb penso sappia + di me!)

sil
  
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Massimo_P
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #6 - 23.06.2006 at 23:49:14
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per quanto riguarda l'arco in particolare, consiglio "Fisiologia della condotta dell'arco negli strumenti a corda" del dott. Steinhausen, credo edizioni zanibon. Piccolo economico e molto utile. 
Un saluto a tutti.
  
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Tazibus
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #7 - 29.06.2006 at 12:12:56
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su un numero di focus (di giugno se non sbaglio) ho letto che l'abitudine tipica dei ballerini, di esercitarsi davanti allo specchio, è in realtà un grave errore, perchè non si controlla direttamente il proprio corpo, ma la propria immagine riflessa..

mi chiedevo.. un ragionamento simile è applicabile al contrabbasso? o lo specchio rimane comunque il nostro fido compagno?

Ps: ma per stimolare una discussione animata si devono per forza usare toni polemici e violenti, pena essere 'ignorati'?
  
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francesco_defendi
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Re: Tecnica, Dogmi e Consapevolezza.
Reply #8 - 29.06.2006 at 13:20:49
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Coraggio Taz, nn te la prendere se il topic non tira…toni violenti non credo servirebbero…

Per quanto mi riguarda nn posso suggerire molto per quanto riguarda il cb… è poco che lo studio (se così si puo’ dire). 
Posso però parlare di questo argomento in quanto ho studiato un bel po’ di anni chitarra classica e credo che certi argomenti siano di valore generale.

Per un po’ ho studiato seguendo alla lettera quello che mi diceva il mio M°…senza pormi interrogativi particolari. Per fortuna ad un certo punto ho cambiato e trovato 2 nuovi insegnati che mi hanno aperto gli occhi su diversi aspetti…ovvero: postura, emissione del suono, modo di diteggiare, rilassatezza, respiro…
Quello che ti posso dire è che ognuno di noi è diverso e fatti salvi alcuni fondamentali (suonare senza tensioni, con un bel suono, avendo la tecnica necessaria…), ognuno deve conoscere i propri mezzi e ascoltarsi…importante è capire i meccanismi dell’emissione del suono, cosa è + economico, cosa + dispendioso…una diteggiatura che funziona per uno può non essere l’ideale per un altro.
Pienamente ripropongo e quoto quanto ci dice il ns (miroslav) Vitous Liuz: con esercizi graduali e costanti si può arrivare a padroneggiare un numero smisurato di tecniche; dipende da che risultato sonoro vuoi ottenere…è quello che poi arriva a chi ascolta, è quello che conta.

Se penso che sia FONDAMENTALE avere consapevolezza di tutti questi aspetti credo poi che sia altrettanto importante poi mettersi a suonare senza eccessive paranoie.
Ho assistito ad alcune disquisizioni che sfioravano l’aspetto maniacale e si dimenticavano della musica.

Mi scuso perché non ho detto niente di nuovo e scritto troppo e un po’ a vanvera…va beh..pazienza.
Ciao a tutti

Francesco
  
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