Normal Topic Il vero solista è solo quello che suona dal vivo?? (Read 4733 times)
vitoliuzzi
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Il vero solista è solo quello che suona dal vivo??
29.07.2006 at 18:37:41
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Forse ho già proposto questo tema. Ma visto il cospicuo numero di nuovi amici iscritti, mi piacerebbe sentire il parere un pò di tutti. Il problema è che sovente si sente dire che colui il quale incide molto ma si espone poco al pubblico dal vivo, non è un "solista" a tutti gli effetti. Certo, in sala di registrazione, oggi come oggi, è possibile modificare, tagliare, migliorare una traccia sonora nota per nota. Questo aspetto ormai lo diamo tutti per scontato e forse non ci facciamo più caso anche quando, ad un orecchio attento, i tagli o le modifiche sono lapalissiani. Ma non è giusto che ci siano grandi contrabbassisti che, mascherandosi dietro questa assurda concezione, non lasciano alla memoria storica (ed al nostro piacere di ascolto) le loro interpretazioni e la qualità del loro suono.

Mi pare che il problema sia più complesso di quello che possa apparire. Avete idee o impressioni in merito?

Grazie in anticipo per i vostri eventuali contributi.

Ciao a tutti.

Vito
  
vito liuzzi
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emi
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Re: Il vero solista è solo quello che suona dal vi
Reply #1 - 31.07.2006 at 06:12:09
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Sono generalmente d'accordo Vito. 
L'abilita' nel muoversi all'interno di uno studio di registrazione fa comunque parte del mestiere, ma il musicista, si misura dal vivo.

Un saluto, 
Emiliano.
  
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francesco_defendi
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Re: Il vero solista è solo quello che suona dal vi
Reply #2 - 31.07.2006 at 18:48:56
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Penso proprio di sì....è ormai prassi fare collage in studio di registrazione. Fin qui ci potrebbe anche stare.
Ma quando sento di modifiche sulla dinamica, sul suono, sulla velocità di esecuzione (si suona lento e poi via ad aumentare col pc le tacche del metronomo!!), correzione di attacchi e d'insieme...(e chi + ne ha + ne metta)..mi chiedo che senso abbia registrare.

Cmq sul palco non si bara.
Ciao

Francesco
  
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VIC
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Re: Il vero solista è solo quello che suona dal vi
Reply #3 - 31.07.2006 at 21:06:59
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Vito ciao
Ma come ti vengono in mente certe idee!!! Queste sono domande da "Mezzanotte e dintorni"...alla Marzullo...per intenderci (scherzo).

E' un quesito molto interessante perchè a mio avviso, racchiude in sè anche risposte in antitesi alle domande, ma perfettamente concordanti con il problema di fondo.
La questione può essere posta in tanti modi e da altrettante angolazioni può essere diversamente intesa e discussa; ma perchè ciò avvenga in modo corretto, non si dovrebbero mettere in discussione le "fondamenta" o pilastri della "ragion d'essere": "Chi eravamo - chi siamo - chi saremo".

"Chi eravamo": La storia insegna.
I grandi MUSICISTI del passato non avevano a disposizione le diavolerie e i marchingegni di oggi, i compositori non erano tecnici informatici né gli esecutori erano tecnici del suono; rapivano ed entusiasmavano le platee con la loro genialità e bravura senza alcuna mistificazione, esponendo alla critica se stessi in prima persona.

"Chi siamo": Oggi.
Con quali consapevolezze ci apprestiamo a valutare il contenuto di un'esecuzione in cd?
Se siamo ingegneri informatici o elettronici possiamo valutare la bontà o meno, della tecnologia usata per produrre quel cd, può piacere oppure no, e intendo la tecnologia; perchè la composizione e l'esecuzione potrebbero essere frutto di processori, resistenze e condensatori.
Quello stesso cd è poi propinato in megaconcerti (s)musicali con l'aggiunta di uno o più personaggi (avevo scritto pagliacci ma ho corretto in "personaggi") -  lautamente retribuiti - che fintamente si dimenano sul palco (leggasi Playback).
E' veramente questo ciò che vogliamo lasciare ai posteri? Alcuni scienziati dicono che fra X anni porteremo i nostri figli al museo per far conoscere loro come erano le vacche, ma non potranno più assaporare
il genuino gusto del latte che queste producevano. Stessa sorte toccherà alla musica "vera" (questo lo dico io). 
Bene fanno i grandi contrabbassisti, che trincerandosi dietro ciò che Tu definisci "assurda concezione", lasceranno alla storia il minimo indispensabile. E più encomiabile sarà, se ciò che lasciano saranno incisioni "dal vivo" senza successive manipolazioni (pensaci tu Vito a preparare un formula legale che garantisca la genuinità). Fino a quel momento continuino a confrontarsi con il loro pubblico, a godere e a far godere della loro bravura. A loro un fervido augurio per i prossimi 100 anni di attività.

E passiamo al terzo punto dell'assioma: "Chi saremo"
Difficile a dirsi, ma date le premesse, facile pronostico.
Per diventare bravo bisogna essere "varati" e costa fatica, molta fatica; ci vuole tempo, molto studio, dispendio di mezzi anche economici, come se non bastasse i tempi devono essere propizii e anche un pizzico di fortuna non guasta...e i tempi si allungano sempre di più.
E allora...che male c'è! (usi e costumi valgono la regola)
se un contrabbassista (non intendo chi legge ma chi la pensa così) intonato come un'ascensore usa la tecnologia, attuale e futura, per fare incisioni da lasciare ai posteri e nel contempo guadagnarsi di che vivere? L'Importante è avere la furbizia di evitare il più possibile I "Test" delle esecuzioni dal vivo. Se tutto va bene anche lui troverà un posto in quel museo e nessuno potrà contestare questo diritto.

Le approvazioni a quanto sopra le ritengo sottaciute, le disapprovazioni mi piacerebbe leggerle.

Un abbraccio fraterno a voi tutti, contrabbassisti e non. Buone ferie per chi le farà.

A Vito i sensi della mia più profonda stima.

Ciao ciao VIC 

  

La grandezza dell'uomo è inversamente proporzionale al suo voler apparire (anonimo)
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gpto
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Re: Il vero solista è solo quello che suona dal vi
Reply #4 - 06.08.2006 at 09:00:37
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Secondo me il problema è sempre: chi stabilisce cosa?

Ogniuno è il giudice di se stesso, e le decisioni si prendono in funzione di cosa si vuole ottenere.

Non mi meraviglio se qualcuno modifica le tracce registrate, come non mi meraviglio che un libro passa dal correttore prima di essere publicato. 
Un musicista deve dimostrare dal vivo la sua abilità? Concordo! Pero a qualcuno protrebbe non interessare ma semplicemente fare cassetta. Ribadisco che il problema è "chi stabilisce cosa". A quel punto tutto e lecito!

James kakande, si rivolge ad un tipo pubblico, Herbie Hancock ad un altro...vogliamo per forza dire che uno sia meglio dell'altro?  O quale sia il pubblico migliore? 
 
Io so cosa è meglio per me e scelgo...!

"chi satabilisce cosa"?

Concludo dicendo che se un musicista è soddisfatto della propria attivita -qualunque essa sia- va rispettato e non capito. 

Un artista deve creare con l'idea di soddisfare se stesso e non con l'idea di lasciare ai posteri...(opinione personale)


In fondo la storia ci insegna che cio che conosciamo oggi è solo una piccola parte di cio che sapevano un tempo.
Percui non mi meraviglia  una visione distorta del nostro tempo da parte dei futuri abitanti del pianeta. Saranno loro che dovranno elaborarsi una loro verità.

Concludo con una battuta: il vero solista è quello che non lo vuole nessuno.

Ciao ciao

  
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akoustico
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Re: Il vero solista è solo quello che suona dal vi
Reply #5 - 07.08.2006 at 10:24:48
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Atteso che ognuno è libero di suonare come e dove vuole, per sè o per gli altri, per l'amore di creare o per fare cassetta( ci mancherebbe altro..) ma , scusa Vito, che che te ne fai di una esecuzione " magistrale" ottenuta in studio di registrazione con l'ausilio  delle infinite possibilità che lo studio stesso  fornisce? Secondo me tale esecuzione è solo un prodotto confezionato nel migliore dei modi  da proporre ( e  vendere) ad un ascoltatore non futuro ma presente e pagante ( in fondo che male c'è?... ). Un musicista, valente o meno,   interpreta il suo vissuto e prima di tutto il presente, e non credo che pensi ai posteri;  se suona in maniera onesta la differenza tra suonare dal vivo o in sala di registrazione sarà più sfumata e il risultato sarà godibile a prescindere dal contesto. Comunque esprimo il mio pensiero:  chi ha avuto occasione di ascoltare dei  brani "live" di C. Parker catturati con un vecchio magnetofono da qualche ascoltatore nei locali dove si esibiva,  concorderà che le emozioni che tali  esecuzioni regalano sono   uniche.
Un grazie quindi a quell'ascoltatore ma principalmente  un grazie a Parker che suonava, suonava, suonava....
un saluto.
  
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vitoliuzzi
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Re: Il vero solista è solo quello che suona dal vi
Reply #6 - 10.08.2006 at 00:41:42
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Ringrazio Vic per la stima che nutre nei miei confronti e ricambio. La questione è nata poichè un GRANDE come il Petracchi odia le sale d' incisione, allorquando la memoria storica vorrebbe che tutto il repertorio di Bottesini e tanto ancora, venga lasciato ai posteri. Del resto ove il Maestro ha inciso, come le Passioni amorose col mio mentore Tom Martin od altro ancora, ha dimostrato di avere un certo feeling con la sala d' incisione ed è naturale sbagliare una nota e correggerla. Ci sono a mio avviso dei "limiti" che non devono essere superati, come un Rollez che ci ha lasciato una Tarantella quasi in Sib-, certo non è in La- a 440. Ecco, questi casi sono un' offesa alla morale ed alla dignità del compositore, e il Petracchi qui non ha torto. Ma mi piace moltissimo ed ammiro sempre più la semplicità e schiettezza di uno Sciascia (spero di non dire una cavolata ... Stefano correggimi quando torni dalle vacanze) il quale non si fa grossi problemi se dal vivo stona una nota o sbaglia un' arcata. Certo in sala d' incisione eventualmente ciò viene ripetuto e corretto, ma è come se un poeta od uno scrittore prima di dare alle stampe il lavoro non possa apportare modifiche o correzioni. Cosa avrebbe fatto un Bottesini? Avrebbe usato il mezzo elettromagnetico a tutto spiano o si sarebbe rifiutato di incidere alcunchè? E' vero che nel tempo lo stesso brano lo si interpreta in mille modi diversi, ma ciò giustifica una reiezione nei confronti di Cd o cassette od altro? Quando incidemmo col Petruzzelli alcuni brani di Verdi per la Sony in DDD, il risultato finale fù eccezionale ma frutto di un taglia-incolla e cose varie. Ma non mi dica Ettorre o Siragusa che alla Scala non sono mai successe cose del genere.
Ergo, ho letto le vostre risposte tutte interessantissime e degne di sviluppi ulteriori, ma io dico:"Che male c'è nel dire che quel solista rende meglio in Cd e non dal vivo?" Oppure dobbiamo abolire il mezzo elettronico? Mi sembra un' assurdità!!! Sul mio sitarello ho fatto mettere, con grande faccia tosta, una delle tante mie interpretazioni di Rota dal vivo, con gli errori e stonature del caso. A volte viene meglio, altre è da spararsi. Ma sono io, senza veli od altro. Certo in sala d' incisione tutto sarebbe perfetto, ma non diamo per scontato questa "perfezione". Non sono poche le incisioni dove l' esecutore pecca in qualche passaggio. Allora questa repulsione verso le correzioni o miglioramenti da sala d' incisione non mi sembrano così peccaminose, tanto poi dal vivo è possibile farsi un' idea più concreta della qualità interpretativa e tecnica del solista. Penso che la mia sia un' opinione democratica ed equilibrata, ma rispetto chi la pensa in altro modo. E' questo il bello di questo Forum ... spero!

Un abbraccio a voi tutti e grazie per gli interventi. Spero di sentirne altri Smiley!

Ciao

Vito
  
vito liuzzi
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lory
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Re: Il vero solista è solo quello che suona dal vi
Reply #7 - 26.09.2006 at 02:34:33
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vito concordo pienamente :
le note scappano a tutti , quindi l'unico modo per non sbagliare è non suonare ....
comunque sarebbe bello ascoltare un pò di cd dei grandi registrati dal vivo sicuramente c'è un ipatto emotivo diverso sia per chi suona che per chi ascolta ... vuoi mettere un teatro pieno di gente che è li per te con una stanza dove sei solo con un microfono , credo che la differenza sia netta

  
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