No Giovanni,
sei assolutamente In Topic (mi riscuso con gli amici a cui ho rimosso dei simpatici messaggi per mia "informatica negligenza").
Non posso "illuminarti" su nulla visto che di solito sono sempre molto "spento" (e lo dico sul serio!). Anche se l' Illuminismo è stato un periodo storico di grandi innovazioni culturali e filosofiche
!
Giovanni,
non credo che in Italia venga molto praticata la postura alla Rabbath o le sue tecniche di diteggiatura. Per i jazzisti poi non ne vedo proprio un beneficio materiale nel girare a 180° lo strumento con le "effe" che danno direttamente in direzione del pubblico. Cioè, mi pare che ci potrebbero essere appoggi controproducenti per un jazzista.
E poi noi tutti, o quasi, siamo figli del Petracchi e del suo sistema di diteggiatura che, ad ogni modo, pur prevedendo magari maggiori spostamenti delle tre posizioni fondamentali (cromatica, semicromatica e diatonica) a capotasto, oltre ad un notevole utilizzo del capotasto, aspetto che in qualche diteggiatura personalmente non utilizzo o faccio utilizzare, mi sembra che fornisca maggiori garanzie in termini di
intonazione proprio perche vi sono migliori punti di riferimento. Ma questo quando parleremo, se vi va, della tecnica del granchio.
Il Pivot al manico di Rabbath funge sia da "perno" (come nel basket) ma anche da rotazione. Lui lo spiega molto meglio sia nel Dvd che nel Cd-rom di vecchia data (che fra l'altro ricalca i temi del primo). Non più il pollice in corrispondenza del terzo dito (o secondo), bensì un pollice posto in posizione più alta e su cui la mano sinistra ruota per raggiungere (con relativo allargamento) posizioni più lontane senza che il pollice si stacchi dalla sua posizione originaria. Detto malamente la tecnica è questa ... più o meno. Ma anche qui ho notato che è pur vero che gli spostamenti si riducono, ma a detrimento dell' intonazione che spesso è labile.
Al contrario, Petracchi nei suoi eccezionali e durissimi esercizi sulle quinte e sulle ottave (le prime prese anche a bicordi per migliorare l' intonazione, per studiare le doppie note in qualsiasi posizione e per il rafforzamento e velocità della mano sinistra), ponendo il pollice in corrispondenza del terzo dito, pur privilegiando un numero maggiore di spostamenti, tende ad assicurare un' intonazione notevolmente più precisa di quella offerta dalla tecnica del Rabbath, fornendo i crismi di una logica perfetta e che non fanno una piega.
Ma tutto è relativo!.
Rabbath nel suo sistema di diteggiatura al manico o capotasto non fa altro che cercare ("ad imitationem") una sorta ti tecnica più violoncellistica (magari anche violinistica) applicata al contrabbasso. Ma, secondo me, tale interpretazione è poco consona alla struttura assai diversa di un contrabbasso che, al contrario, con Petracchi viene rispettata in tutti i suoi parametri.
Allora a tale proposito credo che
una via di mezzo per alcune particolari situazioni sia la soluzione migliore. Almeno è quello che tento di fare io. Conoscere entrambe le tecniche, magari anche e solo a livello teorico, potrebbe essere un modo sul non fossilizzarsi eccessivamente su di una Scuola di pensiero, senza tenere in considerazione che anche altre idee possano avere una loro logica giustificazione (es.: un Michael Wolf suona a quattro dita separate in alcuni passaggi ma è sempre estremamente intonato!). Forse quando si studiano le Suites di Bach per violoncello ed al registro reale, molti nodi vengono al pettine e bisogna avere tutti gli strumenti conoscitivi necessari per superare alcune difficoltà.
Magari poi Giovanni analizziamo altri aspetti e fammi (fatemi) sapere cosa ne pensi.
A presto
Vito Liuzzi