Normal Topic Io odio Billè (Read 5469 times)
Tazibus
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Io odio Billè
29.11.2006 at 11:42:43
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Caro Forum, mi dispiace usare un titolo così violento.
e mi dispiace pure non essere in grado di dare una risposta seria al topic su rabbath e petracchi, ma per il momento non mi sento ancora di esprimere un'opinione chiara su nessuno dei due.. questo comunque non vuol dire che non sono interessato ai topic sul contrabbasso classico.. anzi, credo che se ne parli troppo poco..!

detto questo, esprimo un mio sfogo personale sui libri di Isaia Billè, per il quale nutro sentimenti latenti da sempre dentro di me, ma venuti a galla dopo aver visto dei nuovi articoli su xbass.org (in particolare quello su ares tavolazzi e quello del grande alfredo trebbi).

Io credo che il Billè sia una grande prova di SCORAGGIAMENTO per i giovani contrabbassisti, in quanto costringe a studiare brani dalla dubbia musicalità (salvo rarissime eccezioni) che portano spesso a:
- leggere senza sapere cosa significa ciò che si ha davanti
- avere una soddisfazione pressochè nulla dopo aver ultimato uno studio
- provare invidia verso tutti gli altri studenti di strumenti ad arco, che anche ai primi corsi hanno studietti (anche di semplice tecnica!) moooolto più belli dei nostri

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..ora vi racconto un episodio che si ripeteva spesso ai primi anni di conservatorio..
io e mio fratello abbiamo cominciato assieme a studiare al conservatorio, io contrabbasso (a 15 anni) e lui violino (a 10 anni)..
a volte venivano amici di mio padre (musicista sia lui che i suoi amici) e ci chiedevano di far sentire loro qualche pezzo..
mio fratello aveva già il suo bel concertino di vivaldi e faceva la sua bella figura.. e io...?
billè????
a quel punto era meglio suonare la musichetta della pasta barilla sul pianoforte, usando un dito solo...

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vi prego, maestri che leggete questo topic..
FATE QUALCOSA... per la dignità del nostro povero strumento..!
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(fine sfogo personale)
  
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vitoliuzzi
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Re: Io odio Billè
Reply #1 - 29.11.2006 at 12:43:30
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Taz,
riesco a comprendere il tuo sfogo personale nei confronti di un personaggio musicale come Billè che, nel bene o nel male, ha tentato di scrivere un corso teorico-pratico per l' intera durata di studi in Conservatorio (ed adesso anche IMP, luogo in cui insegno io). Non voglio assolutamente fare l' avvocato difensore di Billè, ma ricordiamo che uno stuolo di contrabbassisti si è formato proprio grazie a questo metodo il quale, sotto certi punti di vista, è il più completo e graduale di cui oggi possiamo disporre noi docenti, fatte salve delle eccezioni di cui ti parlerò in seguito. Analizzando sommariamente il panorama di metodi che ci sono a disposizione per il contrabbasso classico, balza subito all' occhio come non vi siano dei testi completi e di un unico autore che possano coprire le necessità didattiche dell' intero corso di studi. Il metodo di Bottesini, giusto per fare un esempio di un solista illustre, non ha quelle caratteristiche che rispondono a quello che definisco il "principio di gradualità", attraverso il quale si conduce l' allievo passo passo ad affrontare le difficoltà dello strumento con una certa soluzione di continuità. Anche il metodo del Simandl non rispecchia questa esigenza che diventa in questo caso molto settoriale, tenuto conto anche degli altri esercizi o studi scritti da questo contrabbassista che in fatto di bellezza risultano essere notevolmente scarsi sotto qualsiasi angolatura li si osservino. Poi ci sono una marea di altri nomi che, ad ogni modo, non andranno mai a colmare un vuoto di cui noi stessi docenti sentiamo la mancanza sotto il profilo dell' impostazione e della musicalità. In realtà i programmi per contrabbasso non sono più legati, almeno in parte, a quelli del 1930 (se riesco a trovarli nella mia biblioteca te ne faccio una copia sul Forum) che, solo ad analizzarli, sembrano legati ad una concezione del contrabbassista che deve a mala pena conoscere mezzo manico per essere considerato un virtuoso dell' orchestra. Ci sono state delle modifiche normative a tale vetusta situazione, ma purtroppo risalente sempre a quei tempi a noi ormai così lontani. Allora, tutto ciò sta a spiegare come noi stessi docenti siamo stati nel tempo molto legati a Billè ed al suo metodo, poichè è l' unico che conosciamo bene e che a suo tempo abbiamo studiato con grande devozione. Andare a proporre qualcosa di nuovo e che non rientra nelle proprie conoscenze è cosa ardua ma non impossibile. Allora gli insegnanti più volenterosi cosa fanno (parlo di me, in linea di massima). Hanno come punto di riferimento il metodo di Billè che, nel bene o nel male, deve essere affrontato visto che al V anno si portano alcuni suoi studi, estremamente tecnici e poco melodiosi, ma mai stupidi o fuori da una certa logica compositiva che si deve adattare al contrabbasso. Tuttavia, bisogna rendersi conto che non avremo mai una letteratura come quella violinistica o pianistica. Anzi, direi che oggi come oggi siamo anche abbastanza fortunati in relazione al fatto che vi sono strumenti (tipico il corno, strumento dalle sonorità eccezionali) il cui patrimonio letterario e chiaramente strumentale risulta essere notevolmente più scarso del nostro. 
Ma a differenza di altri strumenti, il contrabbasso classico ha subito nell' ultimo ventennio delle trasformazioni e delle mutazioni che definirei "genetiche" e che lo hanno condotto a divenire uno strumento da una duplice connotazione (se non triplice): adatto all' orchestra, quando a ciò serve, ma anche SOLISTA e "cantante" alla stregua di un violino, quando occorre. Se poi inseriamo a ragion veduta anche il Jazz, abbiamo uno strumento unico nel suo genere, dalla triplice rilevanza. Billè questo certo non poteva aspettarselo, anche se vi era stato un certo Bottesini che aveva gettato le idee di una nuova concezione solistica del contrabbasso, ma mai da nessuno realmente considerata a livello pedagogico.
  
vito liuzzi
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vitoliuzzi
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Re: Io odio Billè
Reply #2 - 29.11.2006 at 12:43:56
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.... (continuazione)
Gli insegnanti di cui parlavo prima, quindi, cosa fanno specie nei primi anni a livello pedagogico (ma anche negli anni successivi). Spendendo un pò di soldini cercano del materiale nuovo da proporre ai loro allievi e visto che oggi nel 2006, nel Terzo Millennio, i cataloghi cominciano ad essere strapieni di metodi, di libri di esercizi di tecnica giornaliera, di raccolte di studi, di nuovi studi accostati a quelli più antichi, di brani per solo contrabbasso, in duetto, in trio, in quartetto di contrabbassi, in formazioni più grandi, di una serie di nuovi concerti per contrabbasso e pf. (od orchestra), di tantissime eccelse trascrizioni che portano a far cantare il contrabbasso come un violino (ad esempio la Czardas di V. Monti per violino, sta diventando sempre più un classico anche sul contrabbasso come il Volo del Calabrone), della possibilità di studiare le sei Suites di Bach per violoncello anche sul contrabbasso ed al registro reale, di suonare gli studi del Simandl (i primi, quelli più semplici) anche con l' accompagnamento Midi e tanto altro ancora. Allora Billè va benissimo, anche se specialmente il IV Corso Normale e Complementare andrebbe totalmente riditeggiato magari seguendo al capotasto la tecnica del Petracchi, e così tante altre cose che però lo rendono ugualmente ineguagliabile da un punto di vista didattico rispetto ad altri metodi meno completi. La cosa importante è che il docente sia abbastanza aggiornato o che tenda ad aggiornarsi, per proporre ai suoi allievi una serie cospicua di materiale (anche per contrabbasso e pf.) ed oggi presente sul mercato, che sin dai primi anni possano dare una certa soddisfazione allo stesso discente, a cominciare da una buona impostazione dell' arco che già nei primi tre mesi di studio deve essere in grado di fornire un suono rotondo, corposo e focalizzato, seguendo magari gli insegnamenti di Gary Karr. Ma se il docente non si pone allo stesso livello del suo allievo, magari mettendosi in prima persona a cambiare le corde su di un fabbricone o a consigliare le soluzioni migliori di liuteria per far suonare decentemente anche un laminato, allora Billè o non Billè i ragazzi troveranno sempre una certa repulsione verso certi studi. Se invece si fa presente loro, magari suonando direttamente in classe o fornendo materiale fonografico, senza mostrare invidia per certi solisti o parlar' male di altri colleghi, come sovente accade per mascherare le proprie lacune, allora caro Taz non solo il futuro potrà apparire più roseo, ma soprattutto il presente. Se poi il docente tenta di mettere anche un pò di entusiasmo nelle sue lezioni, anche l' amato-odiato Billè potrà apparire un compagno di studi molto valido, i cui meriti si potranno comprendere solo dopo la conclusione dei propri studi.

Vito Liuzzi
  
vito liuzzi
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Tazibus
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Re: Io odio Billè
Reply #3 - 30.11.2006 at 09:36:13
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grazie vito..
ma quindi secondo te non esiste una valida alternativa al billè?

a me sembra un pò strana questa cosa..

mi sa tanto di docenti pigri che hanno preferito accontentarsi del billè piuttosto che magari partorire un proprio metodo più attuale..



(ma la risposta di mauro gargano è stata risucchiata da un vortice spazio temporale?)
  
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boogieman
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Re: Io odio Billè
Reply #4 - 30.11.2006 at 09:43:14
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a TAZ l'alternativa al billè è annà a lavorà in fabbrica

ah ah ha 

oh oh oh 

un due tre un due tre
  
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tito
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Re: Io odio Billè
Reply #5 - 30.11.2006 at 09:56:21
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ciao,
concordo con Vito. Anche io non la metterei giù così dura. Sinceramente non mi sono vissuto così male il rapporto col Billè anche perché il mio maestro (Giorgio Azzolini) era entusiasta del Billé e mi comunicava questo entusiasmo. Tra l'altro lui si vantava di essere stato il miglior allievo del miglior allievo del Billè stesso. Non ricordo più il nome del maestro di Azzolini, ma uno dei volumi del Billè gli è stato dedicato.
In ogni caso è vero che non esiste in circolazione un metodo unico che sia completo sotto tutti i punti di vista e che sia musicale, bello, piacevole...Io sinceramente, che poi non mi sono diplomato, ho sempre continuato a studiare su tanti altri metodi andandomi a cercare quello che più mi serviva in quel momento.
Ma IL METODO proprio non esiste.
Un libro è un punto di partenza che poi il bravo insegnante dovrà saper integrare con la sua passione, la sua professionalità, la sua esperienza. E pongo l'accento sulla passione.
Forse è meglio cercarsi un maestro appassionato che un metodo perfetto.
Abbracci, Tito.
  
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lory
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Re: Io odio Billè
Reply #6 - 30.11.2006 at 11:41:34
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taz , ho letto sulforum nbb un discorso analogo a questo .

il maestro bocini rispose : " ma se pensiamo che gente come : pederzani , benzi , penta e petracchi si son formati con questo metodo ecc ecc..( il topic continua ) "

secondo me come ha detto tito bisogna trovare il DOCENTE che ti faccia amare la musica ... e poi se la musica scritta è gia bella ( vedi bach o gli standard di monk )è più facile da eseguire , mentre se noi c'impegnamo a rendere bello anche  billè saremo più appagati in futuro o sbaglio ?

ciao.

  
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