Quote:Mi sembra di capire che c'è molta differenza tra impostazione "solista" e "orchestra".
Se si deve accedere molto al capotasto si tiene il cb più alto, al contrario se si lavora molto nelle prime posizioni diventa molto faticoso...
Ale,
in linea di massima è così, ma ci sono veramente molte ma molte eccezioni. Un solo dato è certo. Che tenendo lo strumento "basso", o diciamo alla Billè con il capotasto all' altezza degli occhi (in linea di massima), la mano sinistra fa meno fatica a premere soprattutto nella prima mezza posizione e prima ... ma sommariamente fino all' incavo del manico. Ho puntualizzato quelle prime posizioni poichè il braccio sinistro è in linea con la mano e la muscolatura tutta compresa riesce a lavorare meglio. Quindi si avrà la sensazione che si faccia meno fatica, mentre se il capotasto si trova di parecchio oltre il livello degli occhi, in queste prime posizioni (specie in orchestra e se non si è lavorato molto con la "tecnica pura") si avrà la sensazione di fare più fatica. Ma poi ci si abitua e grossi problemi non esistono.
E' chiaro che se si lavora su tutta la tastiera, capotasto ed armonici compresi, non è sempre detto che occorra alzare di molto il puntale, per raggiungere con più facilità queste posizioni. Ma credo che occorra trovare la giusta via di mezzo affinchè la schiena, il collo e l' intera spina dorsale non assuma posture che, col tempo, possano portare a seri indolenzimenti.
Se poi si possiede uno strumento con delle fasce superiori molto larghe (a spalle larghe) ed un fisico normale, con braccia e dita della mano non alla ET, alzare lo strumento di parecchio potrebbe generare l' effetto opposto. Ovvero, l' avambraccio andrà costantemente a sbattere contro la fascia e per arrivare agli armonici occorrerà inserire nel braccio tutto la prolunga per l' aspirapolvere. Quindi, per riassumere, secondo me regole fisse o consolidate non ve ne sono. Occorre valutare sempre caso per caso.
E' probabile che Bottesini tenesse il suo strumento ad altezza alla Billè (che lo seguirà temporalmente), tenuto conto del fatto che le molteplici caricature che lo ritraggono specie dal posteriore accentuano questo suo piegarsi eccessivamente sullo strumento per gigioneggiare con gli armonici naturali, cosa che faceva sorridere ed esaltare al contempo il folto pubblico che seguiva i suoi memorabili concerti, anche in duo col violino.
Ciao
Vito Liuzzi