Concordo in tutto e per tutto con Amin.
Analisi perfetta!
Forse a Koussevitzky qualcuno aveva fatto notare che quel passaggio agli armonici era molto più d' effetto e il rischio di stonatura era molto più improbabile
! A parte gli scherzi, come dice Amin, entrambe le soluzioni possono essere tranquillamente adottate senza incorrerere in errori filologici. Anche perchè, se ascoltate in generale le molteplici incisioni discografiche di questo ultimo decennio, lo stesso brano e diverso se inciso da un solista o da un altro. Ognuno ritiene che la propria parte sia quella originale o presa dal manoscritto e si va avanti sempre nelle solite "querelle" o bisticci fra Grandi, portatori di Verità a noi occulte.
Poi ci sono gli errori di stampa ... non ne parliamo. Allora visto che non posso acquistare tutte le edizioni esistenti di un "Grand' Allegro di Concerto" del Bot per capire se la versione giusta è quella di Thomas Martin o del Petracchi o dell' amico maestro Al Trebbi (credo edita per la Zanibon) o di chissà chi, scelgo quella che personalmente ritengo mi possa offrire maggior garanzie ... o che magari mi vien meglio nel suonarla
!
Ma queste battute dell' Andante (sempre "de gustibus") penso che le eseguirò sempre agli armonici. E' stato il pubblico che all' epoca, e spero ancora adesso, mi convinse che quella soluzione era veramente un qualcosa che colpiva molto il loro modo di percepire le sonorità di un contrabbasso (tanto che spesso scatta l' applauso ed il concerto, per me, potrebbe finire anche lì ... due tempicini e basta!).
Daniele, fai come dice Amin. Segui il tuo istinto (o come ti viene meglio). Ad ogni modo sarà sempre un successo, te lo dice l' esperienza !!
Ciao
Vito