Quote:Sempre il solito!
Parliamo d'altro: sono pronto per il dettaglio dell'esercizio. Se non è troppo lungo potresti spiegarlo in questa sede, no? Oppure mi scrivi a parte? Saluton! Bruno
Quote:Sempre il solito!
Parliamo d'altro: sono pronto per il dettaglio dell'esercizio. Se non è troppo lungo potresti spiegarlo in questa sede, no? Oppure mi scrivi a parte? Saluton! Bruno
Mi sento "obligato", caro Bruno ... cioè mi sento legato come una corda a darti una risposta. Così sia ... Amen.
Il tema del Topic è "Suonare al ponte". L' unico contrabbassista al mondo capace a suonare "SUL PONTE" è il grande Boogie, il nostro "uomo negro"!! Ma noi poveri umani e normali contrabbassisti dobbiamo cercare di suonare nei pressi del ponticello per varie ragioni. Last but not least, la necessità di avere un suono più corposo e "grippato" (mio neologismo), ovvero non fugace e sdrucciolevole. Altre ragioni potrebbero essere la necessità di avere una gamma di dinamiche più ampie e di essere in grado di ottenere un suono più "focalizzato" (tipo macchina fotografica che sfoca ... ed è quel suono che non sa nè di carne nè di pesce) e che per questo possa viaggiare in treno o sulla sua corsia preferenziale, ma arrivando correttamente alla metà. Naturalmente occorre precisare che il tipo di corda (non quella per impiccare Boogie!) utilizzata e la qualità dello strumento, sono chiaramente componenti essenziali per utilizzare la tecnica del "suonare nei pressi del ponticello" con maggiore o minore frequenza. Montando le corde iper sottili Corelli in tungsteno come Karr o Rabbath, si ha la possiblità di avere l' arco sempre vicino al ponte anche quando la mano sinistra è posizionata al manico. E' la tecnica di Karr che possiede quel suono inimitabile ed unico (piaccia o no, anche dal vivo fraseggia divinamente e non si lascia sovrastare dal pianista, che dovrebbe essere ancora il suo compagno ... o da un' Orchestra, che non credo potrà mai essere sua compagna). Se si utilizzano corde normali, la necessità di suonare nei pressi del ponticello aumenta quando si scende in posizione di capotasto, ma questa non è una regola fissa poichè tutto dipende dalle scelte interpretative che si fanno, dal tipo di suono che si vuole ottenere, dal fraseggio che cerchiamo.
Una cosa per me importante, quando si fa pura tecnica e studio al ponte a corde vuote, è quella di utilizzare una presa ben salda (quella telefonica va benissimo), con tutte le dita che premono sulla bacchetta, specie il mignolino il quale spesso e volentieri se ne và a zonzo per problemi psicologici di "asocialità", con TUTTI i crini che poggiano sulla corda (visto che li abbiamo pagati tutti è da stupidi utilizzare solo la parte più interna) dal tallone alla punta. Se si provasse a studiare davanti ad uno specchio, la cosa sarebbe ideale anche per controllare il movimento più o meno del proprio modo di tirare l' arco, in base alla propria impostazione.
Non è importantissimo utilizzare il metronomo o fondamentale (anche se io lo consiglio sempre) perchè scopo dell' esercizio e quello di tirare lentissimamente l' archetto nei pressi del ponticello, cercando di ottenere anche il massimo della sonorità dalla corda stressata di cui si dovrà seguire in tutto e per tutto la propria vibrazione. Mi spiego meglio. Conviene cominciare a tirare l' arco (ad esempio in II corda, quella più centrale e poi passare in una sorta di valzer sulle corde alle altre ... es.: II, I, II, III, IV, III, II ... STOP! ... dovrebbe bastare) ad un paio di centimetri dal ponticello cercando prima di farla vibrare correttamente (se poi avete problemi di lupi e lupetti fate in modo di ammazzarli drasticamente). Anche visivamente dovete vedere la corda vuota che vibra al massimo della sua potenzialità.
Mi fermo qui.
Avevo scritto una marea di roba, come al solito per problemi di logorrea, ma il messaggio non mi è stato accettato per "estrema lunghezza". Non avendo fatto il "copia" prima di inviarlo, perchè poi di solito li divido in due Post, ho perso tutto quello che avevo scritto.
Così imparo!
Per fortuna non erano cose interessanti.
Alla prossima.
Vito Liuzzi (celebre e ricchissimo pilota di Formula 1)