Normal Topic suonare al ponte (Read 6652 times)
Tazibus
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suonare al ponte
27.01.2007 at 15:30:39
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si potrebbe aprire un Topic su come e quando suonare al ponticello, esercizi per il rafforzamento della tenuta del suono e tante altre cose. 


sarebbe molto interessante ed utile un topic simile!

spero di poter leggere presto i preziosissimi consigli ed informazioni di vito e degli altri maestri del forum!
  
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vitoliuzzi
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Re: suonare al ponte
Reply #1 - 28.01.2007 at 12:12:52
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sarebbe molto interessante ed utile un topic simile!

spero di poter leggere presto i preziosissimi consigli ed informazioni di vito e degli altri maestri del forum!


Taz,
se nel pomeriggio ho un pò di tempo ti spiego la "mia e personale" tecnica di base su COME ARRIVARE a suonare nei pressi del ponticello, soprattutto per avere un suono con l' arco di una certa qualità sonora e timbrica, che viaggia molto e che può essere utile anche ai jazzisti ... spero.

Voglio solo far notare che se qualcuno per sbaglio ha visto i miei tre video su Youtube.com, avrà notato un modo di tirare l' arco molto particolare, con un polso molto labile e le dita che si spostano parecchio sulla bacchetta. Come potenza sonora e qualità di colpi d' arco non era malaccio, ma con gli anni ed alcuni miei studi particolari, quel tipo di tecnica è stata TOTALMENTE CAMBIATA. Lo si vede anche dalle foto sul mio sitarello. Dita ben più salde sulla bacchetta ed una presa molto più concreta (quella che definisco "presa avvolta"). Adesso i suoni sono molto più tenuti, i balzati e saltellati alla Rabbath escono con grande facilità e, alla fine, penso che il cambiamento radicale della mia scuola dell' arco ne abbia trovato giovamento sul mio modesto modo di suonare il classico.

A presto.

Vito Liuzzi
  
vito liuzzi
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Bru
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Re: suonare al ponte
Reply #2 - 28.01.2007 at 13:38:42
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Scusate se mi intrometto... ovviamente non posso intervenire su questioni tecniche, come presa dell'arco o simili... ho fatto un po' di prove, con la pece giusta, finalmente! In effetti il suono nei pressi del ponte aumenta sia di volume che di corposità (mi sembra di essere un sommellier) e, tutto sommato, (cosa che invece negli altri archi si riscontra di più) non ha poi, a ben vedere, quel timbro così aspro. Almeno con il mio strumento. La regola insegnerebbe di suonare più o meno a metà fra il ponticello e la tastiera, ma forse spostandosi di un buon dito verso il ponte, proprio come impostazione base, si potrebbero avere tutte le varianti dinamiche lo stesso ma con un suono più pieno e più bello....   o no?   Scusate l'ignoranza e saluti      bruno
  
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pabbass
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Re: suonare al ponte
Reply #3 - 28.01.2007 at 13:47:56
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In effetti il suono nei pressi del ponte aumenta sia di volume che di corposità (mi sembra di essere un sommellier) e, tutto sommato, (cosa che invece negli altri archi si riscontra di più) non ha poi, a ben vedere, quel timbro così aspro. Almeno con il mio strumento


Suonare arcate vuote e lunghe al ponte (più vicino si va, meglio è) fra l'altro è anche un ottimo sistema per "svegliare" strumenti nuovi o non suonati da molto tempo. Il legno si mette in vibrazione in modo particolarmente intenso e dopo un po' di tempo il miglioramento nella sonorità dello strumento è nettamente avvertibile anche quando si suona nell'area di corda normale
  
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Bru
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Re: suonare al ponte
Reply #4 - 28.01.2007 at 18:36:17
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Avevo già letto questo tuo consiglio... non so quanto ci sia di suggestione ma nei mesi scorsi ogni tanto l'ho seguito e mi sembra proprio che il mio rumenino ora suoni di più (ma nel frattempo ho cambiato anche corde arco e colofonia..) continuerò a farlo vibrare nel modo che tu suggerisci anche per il futuro. Ciao bruno
  
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vitoliuzzi
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Re: suonare al ponte
Reply #5 - 28.01.2007 at 20:44:06
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Suonare arcate vuote e lunghe al ponte (più vicino si va, meglio è) fra l'altro è anche un ottimo sistema per "svegliare" strumenti nuovi o non suonati da molto tempo. Il legno si mette in vibrazione in modo particolarmente intenso e dopo un po' di tempo il miglioramento nella sonorità dello strumento è nettamente avvertibile anche quando si suona nell'area di corda normale


Parole sante queste di Paola, come al solito.
Caro Bruno, continua giornalmente, se puoi, a lavorare a corde vuote molto vicino al ponticello (magari poi ti dirò come arrivarci gradualmente) partendo dalla seconda corda poi prima corda di nuovo seconda, terza, quarta, terza seconda. Non è un effetto placebo ma, a parte tanti altri vantaggi che si ottengono nella tenuta del suono (è d'obbligo secondo me utilizzare tutti i crini da tallone a punta e viceversa), effettivamente dopo qualche tempo il suono del tuo strumento sarà più aperto, meno chiuso. Nei limiti del possibile ... e dei materiali usati. Sugli strumenti freschi di liuteria, questo "semplice" espediente è un sistema per far abituare il legno a scaricare le vibrazioni in tutti i punti possibili della cassa di risonanza. Insomma. E' come se il legno facesse esercizi di stretchin'. Ma. come giustamente ha osservato Paola, ci sono strumenti antichi mai o poco suonati che beneficiano ugualmente di questa "tecnica di amplificazione". Magari ci mettono meno tempo ad aprirsi, come si dice in gergo, ma è un sistema che funziona. Non basta solo suonarlo per ore ed ore. Ogni tanto "stressare" il contrabbasso suonando a corde vuote magari a 72 di metronomo alla minima cercando di arrivare a 16, gradualmente, può fornire i vantaggi indicati. Non è una questione di numeri (8-12-24 ... 3.000!!!), ma di uno studio fatto con estrema lentezza cercando di ottenere il massimo della sonorità.
Poi ti spiegherò un' altra tecnica semplicissima sempre per migliorare la tenuta del suono.

Ciao

Vito Liuzzi

OT:
p.s.: Ragazzi, lui non mi ha dato licenza di dirlo in Forum, mai io DEVO dirlo perchè è più forte di me!! Il nostro amico Bru..no, oltre al contrabbasso è un compositore di quelli seri, ad altissimo livello. Lui è di una modestia ed umiltà incredibile, al contrario mio, ma dobbiamo assolutamente convincerlo a scrivere un brano per contrabbasso ed orchestra, magari dedicato a tutto il Forum.
Scusami Bruno, ma è stato più forte di me! 
  
vito liuzzi
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Bru
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Re: suonare al ponte
Reply #6 - 30.01.2007 at 07:39:39
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Sempre il solito!
Parliamo d'altro: sono pronto per il dettaglio dell'esercizio. Se non è troppo lungo potresti spiegarlo in questa sede, no? Oppure mi scrivi a parte?   Saluton!     Bruno
  
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boogieman
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Re: suonare al ponte
Reply #7 - 30.01.2007 at 08:06:14
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io a roma suono spesso su ponte sisto, in estate, e il suono viaggia anche la

ah il contrabbasso...
  
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vitoliuzzi
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Re: suonare al ponte
Reply #8 - 30.01.2007 at 08:38:36
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io a roma suono spesso su ponte sisto, in estate, e il suono viaggia anche la

ah il contrabbasso...


Se ci suonassi io su quel ponte si rischierebbe il crollo ... con morti e feriti ... una strage.

Boogie, ma non è che sei tu questo ladro di contrabbassi giunto dal "monte calvo" ? Smiley!

http://www.youtube.com/watch?v=2p0L_YLL_cY

  
vito liuzzi
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vitoliuzzi
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Re: suonare al ponte
Reply #9 - 30.01.2007 at 09:50:54
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Sempre il solito!
Parliamo d'altro: sono pronto per il dettaglio dell'esercizio. Se non è troppo lungo potresti spiegarlo in questa sede, no? Oppure mi scrivi a parte?   Saluton!     Bruno

Quote:
Sempre il solito!
Parliamo d'altro: sono pronto per il dettaglio dell'esercizio. Se non è troppo lungo potresti spiegarlo in questa sede, no? Oppure mi scrivi a parte?   Saluton!     Bruno


Mi sento "obligato", caro Bruno ... cioè mi sento legato come una corda a darti una risposta. Così sia ... Amen.

Il tema del Topic è "Suonare al ponte". L' unico contrabbassista al mondo capace a suonare "SUL PONTE" è il grande Boogie, il nostro "uomo negro"!! Ma noi poveri umani e normali contrabbassisti dobbiamo cercare di suonare nei pressi del ponticello per varie ragioni. Last but not least, la necessità di avere un suono più corposo e "grippato" (mio neologismo), ovvero non fugace e sdrucciolevole. Altre ragioni potrebbero essere la necessità di avere una gamma di dinamiche più ampie e di essere in grado di ottenere un suono più "focalizzato" (tipo macchina fotografica che sfoca ... ed è quel suono che non sa nè di carne nè di pesce) e che per questo possa viaggiare in treno o sulla sua corsia preferenziale, ma arrivando correttamente alla metà. Naturalmente occorre precisare che il tipo di corda (non quella per impiccare Boogie!) utilizzata e la qualità dello strumento, sono chiaramente componenti essenziali per utilizzare la tecnica del "suonare nei pressi del ponticello" con maggiore o minore frequenza. Montando le corde iper sottili Corelli in tungsteno come Karr o Rabbath, si ha la possiblità di avere l' arco sempre vicino al ponte anche quando la mano sinistra è posizionata al manico. E' la tecnica di Karr che possiede quel suono inimitabile ed unico (piaccia o no, anche dal vivo fraseggia divinamente e non si lascia sovrastare dal pianista, che dovrebbe essere ancora il suo compagno ... o da un' Orchestra, che non credo potrà mai essere sua compagna). Se si utilizzano corde normali, la necessità di suonare nei pressi del ponticello aumenta quando si scende in posizione di capotasto, ma questa non è una regola fissa poichè tutto dipende dalle scelte interpretative che si fanno, dal tipo di suono che si vuole ottenere, dal fraseggio che cerchiamo.

Una cosa per me importante, quando si fa pura tecnica e studio al ponte a corde vuote, è quella di utilizzare una presa ben salda (quella telefonica va benissimo), con tutte le dita che premono sulla bacchetta, specie il mignolino il quale spesso e volentieri se ne và a zonzo per problemi psicologici di "asocialità", con TUTTI i crini che poggiano sulla corda (visto che li abbiamo pagati tutti è da stupidi utilizzare solo la parte più interna) dal tallone alla punta. Se si provasse a studiare davanti ad uno specchio, la cosa sarebbe ideale anche per controllare il movimento più o meno del proprio modo di tirare l' arco, in base alla propria impostazione.
Non è importantissimo utilizzare il metronomo o fondamentale (anche se io lo consiglio sempre) perchè scopo dell' esercizio e quello di tirare lentissimamente l' archetto nei pressi del ponticello, cercando di ottenere anche il massimo della sonorità dalla corda stressata di cui si dovrà seguire in tutto e per tutto la propria vibrazione. Mi spiego meglio. Conviene cominciare a tirare l' arco (ad esempio in II corda, quella più centrale e poi passare in una sorta di valzer sulle corde alle altre ... es.: II, I, II, III, IV, III, II ... STOP! ... dovrebbe bastare) ad un paio di centimetri dal ponticello cercando prima di farla vibrare correttamente (se poi avete problemi di lupi e lupetti fate in modo di ammazzarli drasticamente). Anche visivamente dovete vedere la corda vuota che vibra al massimo della sua potenzialità.

Mi fermo qui.

Avevo scritto una marea di roba, come al solito per problemi di logorrea, ma il messaggio non mi è stato accettato per "estrema lunghezza". Non avendo fatto il "copia" prima di inviarlo, perchè poi di solito li divido in due Post, ho perso tutto quello che avevo scritto.

Così imparo!   

Per fortuna non erano cose interessanti.

Alla prossima.

Vito Liuzzi (celebre e ricchissimo pilota di Formula 1)
  
vito liuzzi
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