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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Riflessioni tra me e me sul c.basso (Read 54640 times)
Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #20 - 24.02.2007 at 21:50:22
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Gianni è un grande per me, non ci vediamo da molto tempo ma ricordo con grande piacere dei concerti fatti insieme e la sua maestria nell'esguire il Quinto brandeburghese al cembalo. Spero di ripetere presto l'esperienza.
Ciao,
Alverman
  

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pino
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #21 - 25.02.2007 at 19:12:09
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gianni e il magico alverman.... scusate, non ho saputo resistere, o forse ho solo anticipato il boogieman...

scusatemi ancora!

giuseppe
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #22 - 25.02.2007 at 21:35:47
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Complimenti Giuseppe! Wink
  

Saluti,&&Alverman
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gpto
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #23 - 28.02.2007 at 07:19:38
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Probabilmente sono l'ultimo che deve esprimersi su questo argomento, sono autodidatta, arrivo dal basso elettrico, non suono classica e non uso l'arco.

Non trovo assolutamente disonorevole "accompagnare" in quanto non lo considero di secondaria importanza.

Come diceva il grande Totò : è la somma che fa il totale!

Un grande accompagnatore ha bisogno di un grande solista e viceversa...dove sta il problema???

Saluti
Paolo
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #24 - 28.02.2007 at 13:40:52
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Nessun problema infatti; a ognuno il suo ruolo.
Ciao
Alverman
  

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enzo
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #25 - 02.03.2007 at 10:14:12
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grande alverman, hai portato delle riflessioni che chiunque abbia passato piu di due ore su un contrabbasso si è posto..(penso)
e anche io ovviamente.. anche se a differenza di te , devo ancora diplomarmi,( a giugno!!)e adesso mi trovo a un bivio enorme che non so bene come prendere..io adoro il contrabbasso classico , ma piu volte ho pensato a questo fatto del solista e del repertorio e a volte mi sono un po demoralizzato...(mentre nel jazz a volte mi sento piu appagato)
io suono anche jazz e mi piacerebbe continuare ambe due le cose ma capisco bene che sono due mondi e portarli avanti seriamente tutti e due è pressochè impossibile..
allora colgo l occasione per chiedere dei consigli a chi si trova o si è trovato in questa situazione..cosa fare dopo il diploma?purtroppo,(senza voler fare il venale!!) una delle mie paure sono anche i soldi..perche se penso sia difficile vivere da musicista, nel jazz le cose mi sembrano ancora piu complicate..
spero di essermi vagamente spiegato e che questo sia già passato per la testa a qualcuno!!
ciao a tutti!
  
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vitoliuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #26 - 02.03.2007 at 12:29:27
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Quote:
allora colgo l occasione per chiedere dei consigli a chi si trova o si è trovato in questa situazione..cosa fare dopo il diploma?purtroppo,(senza voler fare il venale!!) una delle mie paure sono anche i soldi..perche se penso sia difficile vivere da musicista, nel jazz le cose mi sembrano ancora piu complicate..
spero di essermi vagamente spiegato e che questo sia già passato per la testa a qualcuno!!
ciao a tutti!


Ciao Enzo.
Innanzitutto in bocca al lupo per il tuo Diploma di vero cuore! Sò benissimo quanto siano difficili questi momenti. Metticela tutta ... non capita due volte nella vita. Ma comunque vada, sarà sempre un seccesso;-)! Scusami per la paternale! 
Ma hai posto un problema importantissimo e delicatissimo, ed al quale spero che altri si accodino, giusto per avere più opinioni a riguardo:che fare dopo il Diploma? La prima cosa che mi viene in mente è spendere altri due anni in un "Biennio di specializzazione" da qualche parte dove è stato attivato. Oggi come oggi non si sa acora come valutarli a livello giuridico. Dovrebbero conferire un Diploma di Laurea? Ma il Diploma normale per Legge non è già tale? Insomma i nostri legislatori non hanno le idee molto chiare, e neanche i burocrati che poi dovrebbero dare concreta applicazione al dettato normativo.
Allora ci troviamo sempre di fronte al problema della "SCELTA".   
Tenere fra le mani più strade per avere maggiori possibilità lavorative a discapito della qualità professionale, o lanciarsi in un sentiero oscuro di cui non si intravede la fine? C'è chi nasce con determinate "qualità superiori" alla media ed è predestinato a fare una determinata cosa. Spero che tu sia uno fra questi. Ma nella generalità dei casi forse, e ripeto il forse, uno dovrebbe seguire la strada per la quale si sente più portato ed impegnare le proprie energie verso questa direzione. Sarà sempre come trovarsi davanti ad un bivio. Ma almeno è un inizio! Diciamoci la verità: oggi non tutti fanno ciò che magari avevano sognato di fare o diventare, e questa cosa è molto frustrante. Molti altri non fanno proprio niente, ahimè, e non è colpa loro! Allora, e forse, bisognerebbe pensare con coraggio a fare una scelta che almeno sia appagante per se stessi, prima di tutto. Un controsenso? Sicuramente ... ma non si rischia una multa! Poi credo che bisogna essere anche "materialisti" e pensare che uno alla fine cerca anche una soluzione che gli procuri un guadagno mediante il quale vivere. Alla fine è logico che sempre qui si va a parare. Ma, caro Enzo, dalla situazione italiana sappiamo che di "solismo classico", per esempio, col contrabbasso (a prescindere dal repertorio che non prevede purtroppo la firma dei Grandi del passato ... anche se ce ne sono alcuni interessanti del presente), non si vive! La storia ce lo insegna. Uheeèè ... è solo una personale constatazione. Prendila con le molle. Se ci credi e ti senti portato mettiti a studiare e i risultati arriveranno.
Ma pensavo al padre del contrabbassismo e solismo italiano, il Petracchi, e non credo che abbia mai vissuto di solo concerti (sebbene abbia suonato tantissimo grazie al suo talento innato), ma aveva sempre una base stabile su cui potersi appoggiare nei momenti di stanca (esempio tipico, l' insegnamento nei Conservatori). Dopo ha lasciato i Conservatori ma per passare a livelli d' insegnamento superiori, anche all' estero, ed affiancando questa attività a quella di solista. La sua bravura è stata anche quella di saper dire di no all' Orchestra in generale, che può portare (ma non è una regola assoluta, anzi...) un pò ad accasciarsi nello studio. Ma dopo tutte queste "belle parole", Enzo in concreto cosa può fare dopo il Diploma? Biennio di specializzazione? Frequentare corsi seri di perfezionamento orchestrale e/o solistico per avere una preparazione più solida e poter competere con una maggiore cognizione di causa in eventuali concorsi? Passare totalmente al Jazz specializzandosi in questo settore? E via dicendo. Pensare all' insegamento (te lo sconsiglio...potrebbe essere veramente tempo perso, purtroppo)? 
Forse, Enzo, è prematuro adesso cercare una strada o farsi delle masturbazioni mentali per convincersi di un qualcosa. Ora hai un impegno serio da affrontare: il Diploma. C'è tempo per le scelte! Ma qualsiasi cosa tu dovessi decidere di fare, falla sempre con amore e grande dedizione, passione. Viviamo in tempi iper-specialistici. Il "tutto fare" può andare bene per qualcuno, per altri no! La polivalenza (che non è il "tutto fare alla carlona" ... badiamo bene), invece, è una dote che potrebbe costituire il tuo asso nella manica.
Ma adesso concentrati sullo studio e cerca di concludere questo ciclo importantissimo e severissimo di studi con estrema calma e perseveranza. 
Riflessione "scontata", Enzo? Lo so, ma la tua è veramente una domanda tosta. L' "ovvietà" a volte può aiutare meglio della "complessità"!

Tienici informati e sentiamo gli altri, se gradiscono intervenire.

Vito Liuzzi
  
vito liuzzi
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #27 - 02.03.2007 at 14:09:19
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Caro Enzo,
mi associo ai consigli di Vito: stai tranquillo e fai il diploma in santa pace; il resto verrà.
Io suono il contrabbasso professionalmente da 26 anni e ho conosciuto tanti colleghi musicisti e di conseguenza tante storie e destini diversi. Gente ricca di famiglia, gente che sposa la persona giusta e si dedica solo ai concerti per hobby, gente che aveva un lavoro fisso in un'orchestra stabile ma che gli stava stretta e si è licenziata per fare la libera professione all'estero, gente che fa di tutto per fare l'insegnante (a tale proposito aprirò un altro post polemico), gente che lavora in orchestre che lavorano pochi mesi l'anno e cercano di sbarcare il lunario come possono, gente brava che ricopre ruoli importanti in orchestre importanti, etc. etc....
Ci sono tanti fattori che possono determinare il futuro di una persona: bravura personale, stare al posto giusto al momento giusto, avere la possibilità di perferzionarsi dopo il diploma...ci sono troppe cose che vanno valutate anche secondo le proprie inclinazioni. L'importante è avere le idee chiare e seguire il proprio istinto anche a costo di rischiare un po'. 
Se potessi tornare indietro abbandonerei volentieri l'Italia subito dopo il diploma.
In ogni caso non farti influenzare da nessuno. Ognuno parla a seconda della propria esperienza personale.
Ripeto, adesso stai tranquillo e studia con serennità e impegno.
I miei migliori auguri
Alverman
  

Saluti,&&Alverman
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gpto
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #28 - 04.03.2007 at 09:46:09
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Vorrei aggiungere due parole.

Considero "il diploma"  come il tagliare un traguardo di un percorso di accrescimento personale.

Spesso, si studia per un lavoro e non per accrescimento personale,  discorso  valido per tutti i settori, non solo quello musicale. 

Una volta raggiunto il diploma, se non si è stupidi un lavoro si trova. 

Bisogna capire se cio che si è  studiato  è stato utile per la realizzazione di noi stessi. 

Se il percorso effettuato è stato realmente utile per il nostro accrescimento, allora tutto scorrerà in maniera naturale. In caso contrario,  mille ostacoli  si presenteranno, e saranno solo il frutto della nostra poca convizione.

Una persona realizzata, contenta di se non fatica a trovare una realizzazione in campo lavorativo. 
Una persona non realizzata diventa insicura, si mette mille "paletti" sul suo percorso ed inevitabilmente ci inciampa...solo per dar ragione alle sue incertezze.

...un po contorto, ma mi piace così Smiley
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #29 - 04.03.2007 at 15:04:13
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Caro amico,
secondo me lo studio inizia dopo il diploma nel senso che se nel corso degli anni di conservatorio hai sviluppato un tuo gusto personale e hai deciso quale strada prendere solo dopo il diploma cioè dopo che ti sei liberato dei vari Billè & C. e delle materie supplementari, solo allora inizierai ad approfondire solo quello che ti interessa veramente e che nel corso degli anni di conservatorio non hai fatto.
In sette anni di corso hai solo imparato a far scorrere le dita lungo tutta la lunghezza della tastiera, ma il jazz, la musica antica, la musica da camera, il sinfonico, l'insegnamento...hanno linguaggi diversi da quello che hai fatto finora e solo dopo il diploma potrai veramente approfondire il linguaggio che ti è più consono nelle strutture specializzate.

 
  

Saluti,&&Alverman
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #30 - 04.03.2007 at 15:26:09
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Caro gpto,
ancora una considerazione alle tue seguenti parole:      
"Una volta raggiunto il diploma, se non si è stupidi un lavoro si trova".   
Sei così convinto che trovare il lavoro sia solo una questione di stupidità o meno?
Fai un semplice calcolo: Quanti conservatori, sedi staccate e scuole pareggiate ci sono nella tua regione e quante orchestre sinfoniche più o meno stabili ci sono (sempre nella tua regione). Informati anche sull'età media dei professori d'orchestra della fila dei contrabbassi e di quanti contrabbassi è composta la fila.
Nelle scuole medie con i corsi musicali non c'è contrabbasso (a quanto ne so), non so nei conservatori come sono messi con il corpo insegnante.
I conservatori sono fabbriche di disoccupati, servono solo a dare lo stipendio ai docenti che insegnano un mestire che difficilmente potranno fare in Italia. A volte si portano avanti degli allievi senza qualità musicali tanto per tenere la cattedra piena con la scusa di dare a loro un pezzo di carta (che benefattori!). Un mio amico ha trovato subito lavoro dopo il diploma ma come cameriere in Germania; se il suo maestro lo avesse "stroncato" dopo i primi anni di esperimento avrebbe potuto lavorare prima senza perdere sette anni di lavoro retribuito.
 
  

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Mauro_Gargano
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #31 - 05.03.2007 at 07:52:39
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Quote:
OT: Garcia fons dichiara di usare spyrocore

Confermo, però la sua prima corda é una corelli. Io francamente non sono un fan di Renaud Garcia Fons , però devo ammettere che ha dato, con dignità e coraggio, un nuovo ruolo allo strumento e una forte visibilità. Pourquoi pas..... Wink Mauro
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #32 - 05.03.2007 at 07:57:33
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certo...avrà pure dato più visibilità allo strumento ma sempre facendo ricorso a questi mezzi poco ortodossi (leggi l'aggiunta di una V corda acuta). Insomma per rendere visibile quello che per natura agisce nell'ombra ma è indispensabile bisogna sempre forzare quello che non è: accordare un tono sopra, aggiungere una corda acuta, rubacchiare repertorio altrui...
  

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Mauro_Gargano
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #33 - 05.03.2007 at 08:35:36
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Ho letto il topic in toto e in effetti sono daccordo con tutti! Io credo nel mio piccolo che per fare questo mestiere ci vogliono tre cose che viaggiano insieme in equilibrio: Un sogno, l'incoscienza, i piedi per terra. Il sogno rappresenta la passione e la capacità di proiettarsi nel futuro. Il mancato tentativo di realizzare il sogno provoca forse + frustrazioni di non realizzarlo (per me..). Il sogno si nutre anche di pazienza e a molti spesso manca.. L'incoscienza ci permette seguire il sogno con volontà e coraggio nonostante le constatazioni negative che ci demoralizzano e che esistono. I'incoscienza si trasformerà in determinazione il momento in cui si accoppia ai "piedi per terra". I Piedi per terra e il raziocinio sono necessari per organizzare il sogno (la passione) e l'incoscienza (coraggio) per rendere il percorso concreto e praticabile. Io penso che l'equilibrio fra i tre sia necessario a se stessi per continuare questa (per me) splendida avventura dell'essere contrabbassisti.  Forse sono stato tortuoso e magari ho detto delle cose stupide, però devo ammettere che a seconda dei periodi oscillo fra i pareri di Alvermann e quelli di GPTO.... e con questo dico che hanno ragione tutti e due. E che io non ho ancora finito di pormi interrogativi... e probabilmente non finirò mai. Ma questa é la vita che ho scelto di fare. Un saluto a tutti. Mauro
  
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Mauro_Gargano
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #34 - 05.03.2007 at 08:40:37
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Quote:
certo...avrà pure dato più visibilità allo strumento ma sempre facendo ricorso a questi mezzi poco ortodossi (leggi l'aggiunta di una V corda acuta). Insomma per rendere visibile quello che per natura agisce nell'ombra ma è indispensabile bisogna sempre forzare quello che non è: accordare un tono sopra, aggiungere una corda acuta, rubacchiare repertorio altrui...
Perché no? L'importante é il risultato. Vivere di questo strumento. Io personalmente le etichette le lascio ai discografici e ai critici... Wink
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #35 - 05.03.2007 at 08:46:07
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Caro Mauro,
tanti anni fa mi capitò fra le mani un portachiavi che ho conservato per tanto tempo. Su una targhetta c'era scritto: "segui il tuo sogno se pur ti tormenta". Tanti sogni si sono scontrati con la realtà e sono sfumati, poi col tempo prende il sopravvento la razionalità ma continuo a sognare con la consapevolezza della realtà spazio-temporale. Continuo a seguire il sogno guidato dalla passione, ogni tanto riesco a realizzare qualcosa di quello che più mi piace...non demordo perchè è proprio la passione che mi ha portato verso la musica e verso questo mestiere che spesso ci causa non poche sofferenze.
"Il saggio non si esalta per le vittorie e non si demoralizza per le sconfitte"
  

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Mauro_Gargano
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #36 - 05.03.2007 at 09:03:22
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Quote:
Caro Mauro,
tanti anni fa mi capitò fra le mani un portachiavi che ho conservato per tanto tempo. Su una targhetta c'era scritto: "segui il tuo sogno se pur ti tormenta". Tanti sogni si sono scontrati con la realtà e sono sfumati, poi col tempo prende il sopravvento la razionalità ma continuo a sognare con la consapevolezza della realtà spazio-temporale. Continuo a seguire il sogno guidato dalla passione, ogni tanto riesco a realizzare qualcosa di quello che più mi piace...non demordo perchè è proprio la passione che mi ha portato verso la musica e verso questo mestiere che spesso ci causa non poche sofferenze.
"Il saggio non si esalta per le vittorie e non si demoralizza per le sconfitte"
Hai scritto delle bellissime parole!  Questa per me é la migliore delle risposte... Smiley Ti ringrazio. Un salutone. Mauro
  
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gpto
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #37 - 05.03.2007 at 14:04:58
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Quote:
Caro gpto,
ancora una considerazione alle tue seguenti parole:      
"Una volta raggiunto il diploma, se non si è stupidi un lavoro si trova".  
Sei così convinto che trovare il lavoro sia solo una questione di stupidità o meno?
Fai un semplice calcolo: Quanti conservatori, sedi staccate e scuole pareggiate ci sono nella tua regione e quante orchestre sinfoniche più o meno stabili ci sono (sempre nella tua regione). Informati anche sull'età media dei professori d'orchestra della fila dei contrabbassi e di quanti contrabbassi è composta la fila.
Nelle scuole medie con i corsi musicali non c'è contrabbasso (a quanto ne so), non so nei conservatori come sono messi con il corpo insegnante.
I conservatori sono fabbriche di disoccupati, servono solo a dare lo stipendio ai docenti che insegnano un mestire che difficilmente potranno fare in Italia. A volte si portano avanti degli allievi senza qualità musicali tanto per tenere la cattedra piena con la scusa di dare a loro un pezzo di carta (che benefattori!). Un mio amico ha trovato subito lavoro dopo il diploma ma come cameriere in Germania; se il suo maestro lo avesse "stroncato" dopo i primi anni di esperimento avrebbe potuto lavorare prima senza perdere sette anni di lavoro retribuito.
 


...mi stai dando ragione?
Tu hai studiato musica solo per lavorare?
allora forse era meglio il diploma di ragioneria.
Invece ti dedicato al nobile studio della musica.
Sicuramente se i tot anni di studio non ti hanno reso una persona realizzata, contenta del percorso di accrescimento personale, allora questo è il vero problema. E così disonorevole fare un'altro mestiere per campare e continuare lo studio?
Non penso di essere un extraterrestre vivo nel tuo stesso mondo, conosco un sacco di persone che diplomate (in generale) hanno trovato altre vie di sopravvivenza e sono completamente realizzate. Certo che se ti prefissi di vendere frigoriferi agli eschimesi allora sarà dura realizzarsi. Chi inizia un certo tipo di studi, sa anche a cosa andrà in contro. Non appelliamoci sempre alla crudele ed insensibile società avara di opportunità, perchè credimi è soltanto un'alibi.
Penso che "studiare" (in tutti i sensi) ha valore solo se lo si fa per se stessi e non per il posto di lavoro. Un lavoro è un lavoro e quindi l'uno vale l'altro.

Bye
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #38 - 05.03.2007 at 15:25:48
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Caro gpto,
non capisco il tono polemico della tua risposta. Forse non hai ben compreso il senso di quello che ho scritto (senza offesa).
Ho studiato musica perchè mi piaceva e mi continua a piacere e per quanto riguarda il lavoro, non è forse il desiderio di tutti lavorare facendo una cosa che ti piace? Trasformare la propria passione in "lavoro" non è il sogno di tutti?
Bisogna capire a che livello ti vuoi occupare di musica. Se il tuo studio deve trasformarsi in un lavoro che ti consente di pagare casa, bollette, crescere i figli, ecc. (forse tu non hai ancora di questi problemi), o se deve rimanere per te un nobile passatempo da fare per divertirsi con gli amici che più o meno sanno strimpellare qualche strumento in privato.
Non è disonorevole fare un qualsiasi lavoro onesto.
Non è vietato diplomarsi in un qualsiasi strumento e fare un altro lavoro. Bisogna però vedere se queste persone che conosci tu che fanno altri mestieri poi prendono lo strumento e vanno a fare dei concerti facendosi pagare e togliendo lavoro a chi invece fa solo il musicista di professione. In Germania ai tempi di Bach c'erano i cosiddetti "violinisti della birra" gente che suonava uno strumento non a livello professionale ma che in qualche modo rompeva le scatole ai professionisti. Non è cambiato granchè da allora...
Bisognerebbe fare un albo professionale, come si fa in altre professioni.
Io non faccio il meccanico per hobby riparando gratis le macchine alla gente; in meno di mezza giornata mi ritroverei circondanto da meccanici professionisti armati di chiavi inglesi che mi aspettano sotto casa.
Per quanto riguarda gli anni di studio ho solo detto che i sette anni di studio servono solo a farti capire come funziona lo strumento, ma poi se vuoi specializzarti in un genere particolare devi continuare a studiare nei luoghi specializzati a insegnare solo quello che piace a te.


  

Saluti,&&Alverman
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gpto
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #39 - 05.03.2007 at 21:01:42
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Quote:
Caro gpto,
non capisco il tono polemico della tua risposta. Forse non hai ben compreso il senso di quello che ho scritto (senza offesa).
Ho studiato musica perchè mi piaceva e mi continua a piacere e per quanto riguarda il lavoro, non è forse il desiderio di tutti lavorare facendo una cosa che ti piace? Trasformare la propria passione in "lavoro" non è il sogno di tutti?
Bisogna capire a che livello ti vuoi occupare di musica. Se il tuo studio deve trasformarsi in un lavoro che ti consente di pagare casa, bollette, crescere i figli, ecc. (forse tu non hai ancora di questi problemi), o se deve rimanere per te un nobile passatempo da fare per divertirsi con gli amici che più o meno sanno strimpellare qualche strumento in privato.
Non è disonorevole fare un qualsiasi lavoro onesto.
Non è vietato diplomarsi in un qualsiasi strumento e fare un altro lavoro. Bisogna però vedere se queste persone che conosci tu che fanno altri mestieri poi prendono lo strumento e vanno a fare dei concerti facendosi pagare e togliendo lavoro a chi invece fa solo il musicista di professione. In Germania ai tempi di Bach c'erano i cosiddetti "violinisti della birra" gente che suonava uno strumento non a livello professionale ma che in qualche modo rompeva le scatole ai professionisti. Non è cambiato granchè da allora...
Bisognerebbe fare un albo professionale, come si fa in altre professioni.
Io non faccio il meccanico per hobby riparando gratis le macchine alla gente; in meno di mezza giornata mi ritroverei circondanto da meccanici professionisti armati di chiavi inglesi che mi aspettano sotto casa.
Per quanto riguarda gli anni di studio ho solo detto che i sette anni di studio servono solo a farti capire come funziona lo strumento, ma poi se vuoi specializzarti in un genere particolare devi continuare a studiare nei luoghi specializzati a insegnare solo quello che piace a te.



Il mio tono non è per niente polemico.
Volevo semplicemente aggiungere due parole (come tra l'altro ho specificato). 
Mi dispiace ma non condivido, io suono pago regolarmente le tasse e i contributi enpals pur non essendo un professionista...ti ricordo che i miei contributi enpals te li godrai tu, perche io non arrivero mai alle marchette necessarie... Scusami ma da come parli, proprio non ti ci vedo in club a suonare "more than you know" per lumaconi e vecchie puttane... ragion percui penso di non rubare lavoro a nessuno. Anzi !!!

Spesso la mia categoria oltre a pagare l'enpals a fondo perso, finanzia giri di lezioni private, ad appannaggio di voi professionisti. Andiamoci piano coi giudizi.

In tutti i settori (anche nel mio) la gente spesso studia per poi fare dell'altro...questo è indiscutibile perchè è un dato di fatto.

Al di la di tutto, quello che intedevo dire  (che tu non hai capito), è che, se hai studiato per/con  passione avrai le idee chiare sulle scelte che devi affrontare punto e basta. Senza tirare in ballo altre frustranti questioni.

Tu invece mi fai capire che sette anni di conservatorio non ti hanno dato niente, solo conoscenza dello strumento ed è su questo che devi riflettere...se 7 anni non ti hanno dato solo la conoscenza dello strumento, ti sei mai chiesto se questa è la tua strada?

Ma scusa, realmente vorresti che la musica fosse eslusiva di chi si è diplomato o scherzavi? 


senza rancore
Paolo 


  
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