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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Riflessioni tra me e me sul c.basso (Read 54725 times)
campus
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #60 - 06.03.2007 at 16:29:27
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Solo una riflessione sull'ultimo intervento di Paolo: le domande che tu ritieni sia indispensabile porsi prima di intraprendere un percorso di studi/ così impegnativo sono assolutamente sacrosante ed è auspicabile che ciascuna persona di buon senso se le ponga per non fare scelte avventate dettate dall'entusiasmo giovanile con cui si approccia il Conservatorio, specie se alimentato dal fascino di un'arte così totalizzante quale è la musica.

Tuttavia sette anni di percorso formativo di tipo artistico (!) prima di rendersi "collocabili" nel mondo del lavoro, bada bene solo per rendersi proponibile nel mondo del lavoro, oggi sono in generale davvero una enormità di tempo se rapportati alla velocità in cui mutano le condizioni del mercato dell'impiego. 

E lo sono tanto più se si considera che il nostro ordinamento ha cristallizzato nel settore della musica modelli formativi istituzionali che ancora una volta non sposano sempre quelle che saranno le richieste di mercato ma soprattutto non lasciano sbocchi intermedi per non buttare alle ortiche quello che già si è fatto.

Sette anni sono un periodo in cui possono cambiare tante condizioni ed opportunità esterne ma anche tante condizioni e valutazioni personali.
 
E dedicarsi solo ad uno studio classico lungo che impone una forzatura mentale per aderire e poi calarsi in una estetica musicale che, volenti o nolenti, storicamente non ci appartiene più, non aiuta a percepire cosa sta accadendo fuori nel modo di concepire e ascoltare musica.

Se il nostro ordinamento prevedesse un percorso formativo più leggero e flessibile, ma anche più attualizzato, splittato in steps successivi comunque qualificanti, che dessero l'opportunità di rendere spendibili ad es. ogni tre anni gli skills appresi e nel contempo desse l'opportunità di proseguire negli studi chi effettivamente ha talento e "passione vocazionale", beh forse ci sarebbero meno "musicisti veri" dediti a fare dell'altro e una Cultura e una Sensibilità per l'Arte più mature e diffuse. 


  
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gpto
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #61 - 06.03.2007 at 18:15:03
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caro gpto,
finalmente abbiamo scoperto che fai un altro mestiere per vivere. Questo mi solleva e chiarisce molte cose perchè mi fa capire che sei veramente fuori dal mondo musicale professionale. E' una realtà che non ti appartiene. 
Continua così: fai bene il tuo lavoro, divertiti a strimpellare di tanto in tanto e tanti sinceri auguri per tutto.
Con affetto e simpatia,
Alverman


Bene!! si continua con arroganza...

Non ho mai nascosto di non essere un professionista, tu mi hai messo addosso questa etichetta, ora ti meravigli...non sei molto equilibrato.

Se di dicessi che di professione organizzo eventi? Mi consideri molto lontano dal mondo musicale? 
Non so chi tu sia, ma devi crescere  imparando ad ascoltare senza dare giudizzi sommari. 

Ri spedisco gli auguri al mittente.

Ciao, Paolo
  
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gpto
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #62 - 06.03.2007 at 18:21:14
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Solo una riflessione sull'ultimo intervento di Paolo: le domande che tu ritieni sia indispensabile porsi prima di intraprendere un percorso di studi/ così impegnativo sono assolutamente sacrosante ed è auspicabile che ciascuna persona di buon senso se le ponga per non fare scelte avventate dettate dall'entusiasmo giovanile con cui si approccia il Conservatorio, specie se alimentato dal fascino di un'arte così totalizzante quale è la musica.

Tuttavia sette anni di percorso formativo di tipo artistico (!) prima di rendersi "collocabili" nel mondo del lavoro, bada bene solo per rendersi proponibile nel mondo del lavoro, oggi sono in generale davvero una enormità di tempo se rapportati alla velocità in cui mutano le condizioni del mercato dell'impiego. 

E lo sono tanto più se si considera che il nostro ordinamento ha cristallizzato nel settore della musica modelli formativi istituzionali che ancora una volta non sposano sempre quelle che saranno le richieste di mercato ma soprattutto non lasciano sbocchi intermedi per non buttare alle ortiche quello che già si è fatto.

Sette anni sono un periodo in cui possono cambiare tante condizioni ed opportunità esterne ma anche tante condizioni e valutazioni personali.
 
E dedicarsi solo ad uno studio classico lungo che impone una forzatura mentale per aderire e poi calarsi in una estetica musicale che, volenti o nolenti, storicamente non ci appartiene più, non aiuta a percepire cosa sta accadendo fuori nel modo di concepire e ascoltare musica.

Se il nostro ordinamento prevedesse un percorso formativo più leggero e flessibile, ma anche più attualizzato, splittato in steps successivi comunque qualificanti, che dessero l'opportunità di rendere spendibili ad es. ogni tre anni gli skills appresi e nel contempo desse l'opportunità di proseguire negli studi chi effettivamente ha talento e "passione vocazionale", beh forse ci sarebbero meno "musicisti veri" dediti a fare dell'altro e una Cultura e una Sensibilità per l'Arte più mature e diffuse. 




Detta cosi, ti do ragione.
Però lo sappiamo tutti. O si accetta o non si accetta.
Ci sono sempre gli istituti professionali che ti fanno diventare un musicista "da tour".
Si può campare anche suonando con la Pausini...ma se  scegli quel percorso, te lo tieni...purtroppo è così.
In tutti i settori è cosi, non dico che sia giusto, ma e la logica della domada e dell'offerta.

Bye
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #63 - 06.03.2007 at 21:46:56
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Caro gpto,
stai cominciando a stancarmi...non possiamo dialogare perchè io sto parlando di un problema specifico che riguarda chi fa lo strumentista classico di professione, cioè di colui che si guadagna da vivere suonando uno strumento nell'ambito della musica classica. 
Come vivono e quanto guadagnino coloro che fanno jazz o che suonano con la Pausini non lo so e non mi interessa.
Che cosa vuol dire "il mondo musicale"? Anche il mio direttore artistico che prende tanti bei "mila euro" fare a tavolino un cartellone sinfonico appartiene al mondo musicale, come l'attrezzista del teatro dell'opera e come pure "l'organizzatore di eventi"...attorno al "mondo musicale" ci sono tante realtà diverse con problemi e stiipendi diversi. Io non voglio generalizzare ma parlare dei problemi dei miei colleghi strumentisti classici che sono ben diversi, per esempio, di quelli dei docenti di conservatorio. Non esiste "il mondo musicale" esiste il mondo dei solisti, dei docenti, degli orchestrali, etc. etc...
Siccome tu non appartieni al mio mondo, ti prego di non intervenire più nei miei ragionamenti, visto che mi dai anche dello squilibrato ti consiglio di non immischiarti, ne va della tua salute mentale. Se non ti dispiace voglio parlare con i miei colleghi e non con uno studente che si intrufola in discorsi che non conosce e che non lo riguardano.


  

Saluti,&&Alverman
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gpto
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #64 - 06.03.2007 at 21:58:55
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Caro gpto,
stai cominciando a stancarmi...non possiamo dialogare perchè io sto parlando di un problema specifico che riguarda chi fa lo strumentista classico di professione, cioè di colui che si guadagna da vivere suonando uno strumento nell'ambito della musica classica. 
Come vivono e quanto guadagnino coloro che fanno jazz o che suonano con la Pausini non lo so e non mi interessa.
Che cosa vuol dire "il mondo musicale"? Anche il mio direttore artistico che prende tanti bei "mila euro" fare a tavolino un cartellone sinfonico appartiene al mondo musicale, come l'attrezzista del teatro dell'opera e come pure "l'organizzatore di eventi"...attorno al "mondo musicale" ci sono tante realtà diverse con problemi e stiipendi diversi. Io non voglio generalizzare ma parlare dei problemi dei miei colleghi strumentisti classici che sono ben diversi, per esempio, di quelli dei docenti di conservatorio. Non esiste "il mondo musicale" esiste il mondo dei solisti, dei docenti, degli orchestrali, etc. etc...
Siccome tu non appartieni al mio mondo, ti prego di non intervenire più nei miei ragionamenti, visto che mi dai anche dello squilibrato ti consiglio di non immischiarti, ne va della tua salute mentale. Se non ti dispiace voglio parlare con i miei colleghi e non con uno studente che si intrufola in discorsi che non conosce e che non lo riguardano.




Amico, guarda che sei tu che parli di mondo musicale, rileggiti i tuoi post...sei tu che lo hai tirato in ballo nel post delle 05:06 pm, e ora non sai cosa significa? Certo che sei bizzarro.
Poi io intervengo dove, come e quando voglio sempre nel rispetto delle idee altrui non come te. 
Buonanotte illuminato, nun ce provà che con me non attacca. 
  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #65 - 06.03.2007 at 22:16:16
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Caro Vito,
non sono per niente daccordo con quello che scrivi riguardo alle orchestre sinfoniche. Le paragoni addirittura alle squadre di calcio!
Lo Stato dovrebbe avere delle orchestre nazionali sparse in tutto il territorio nazionale (spiegami a cosa servono tanti conservatori e dove andranno a finire i 6000 diplomati di cui si parlava in un post precedente). 
Non puoi pensare all'orchestra come a un azienda su cui investire e che deve produrre degli utili per gli investitori; questo non lo avrai mai. Fai il calcolo di quanto costa pagare per un concerto un'orchestra di 60/70 elementi (escludendo i giorni di prova che pure sono retribuiti) e quanto si incassa dai biglietti venduti.
Diffondere  cultura, sotto tutti gli aspetti, è un DOVERE di uno Stato che pensa alla crescita culturale del popolo. Ma al potere fa più comodo un popolo di ignoranti.
Un finanziatore preferisce di gran lunga investire in una squadra di calcio. Ci va più gente, magari trasmettono la partita in televisione, può mettere il marchio della sua ditta ai lati dello stadio e/o sulle maglie dei giocatori e tante altre belle cose. 
Per quanto riguarda i docenti che in Puglia suonavano anche in orchestra hai scritto: "stabilirono che in Orchestra non potevano suonare Docenti di Conservatorio. Figuratevi la reazione dei docenti quando hanno visto saltare il doppio stipendio"...immaginate che tradegia...non poter comprare la macchian nuova ogni tre anni con lo stipendio del "dopolavoro" in orchestra!
Caro Vito, io invece ti dico: figuratevi la faccia del diplomato che di vuole affacciare nel mondo del lavoro che fa la domanda di insegnamento al conservatorio ma la cattedra è occupata dal suo maestro, va a vedere se c'è posto in orchestra  e trova il posto occupato sempre dalla stessa persona.
Un'altra recente ingiustizia è questo famoso "secondo livello" che pare dia dell chance in più per trovare lavoro. Dov'è la fregatura? Per poterlo fare devi avere il diploma di un'altra scuola oltre a quello del Conservatorio...!
Chi si è dedicato con passione solo allo studio dello strumento frequentando solo il conservatorio si trova tagliato fuori o costretto a frequentare dei corsi serali al commerciale o a qualsiasi altra scuola per prendere uno straccio di diploma per poter frequentare questo famoso secondo livello...ma ti sembra una cosa giusta?
Se me lo dicevano vent'anni fa non abbandonavo il commerciale per fare solo il conservatorio.
Questa è l'Italia.



  

Saluti,&&Alverman
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danilo76
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #66 - 07.03.2007 at 11:15:46
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OT (Per Vito)

[quote]Danilo, come mai non riesco più a ricordare come si risolve un' equazione di 2° grado? Eppure ero bravo in Matematica al Liceo! Mah .... ![\quote]

E come mai io non riesco a suonare mai intonato quel cavolo di do in prima corda? Smiley Pensa che io non ho imparato a suonare Beethoven al Liceo!!!

Danilo

Per Alverman

purtroppo la commercializzazione della cultura sta portando ad un affossamento generale della qualita'. Quello che dice Vito e' purtroppo la direzione che sta prendendo il mondo in questo periodo. In un paese come l'Italia, in cui la cultura non interessa a nessuno, portera' purtroppo a conseguenze nefaste. E' evidente che se il festival si Sanremo fa milioni di ascoltatori mentre un concerto di musica classica alle 2 di notte e' seguito da 4 gatti, il commerciante che usa questo come strumento di vendita e' interessato solo al primo. Magari in futuro le cose cambieranno. 

Forse l' unica soluzione e' che ognuno di noi cerchi di insegnare a tutti quelli che lo circondano il valore della cultura e a trasmettergli la passione che ci ha spinto a studiare anni ed anni con lo scopo di coronare i nostri sogni. Sara' magari solo una goccia nel mare, ma a metterne tante assieme ... 

Buona giornata a tutti.

Danilo

  
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #67 - 07.03.2007 at 15:26:26
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Caro gpto,
datti una calmata.
Io parlo del mio mondo musicale, di quello che conosco meglio, cioè del mondo di chi si guadagna da vivere suonando uno strumento nel repertorio classico.
Certo che tu sei superliberissimo di intervenire in tutti i post che vuoi, anche in quelli che parlano di cose che non conosci dal di dentro.
Se tu metti un post che parla di bassi elettrici o di incisioni di musica leggera o dei problemi dei jazzisti io non intervengo o se intervengo lo faccio per chiedere informazioni su un mondo che non conosco perchè i problemi dei jazzisti sono diversi da quelli di chi fa classica, quelli dei docenti sono diversi da quelli dei direttori d'orchestra e via di questo passo. 
Ci siamo chiariti? Spero di si.
Il viaggio più lungo comincia con il primo passo dice l'antica saggezza orientale; io sono 26 anni che "viaggio" con lo strumento e ho ancora tanto da approfondire limitandomi solo al genere che prediligo...tu, caro amico, a che punto sei?

  

Saluti,&&Alverman
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #68 - 07.03.2007 at 15:43:39
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Caro Danilo,
hai perfettamente ragione in quello che scrivi.
Certo che se i governanti di qualsiasi colore pensano alla nazione come a un'azienda siamo fritti, però a quel punto bisognerebbe rivedere un bel po' di cose come, ad esempio, l'utilità dei tanti conservatori e scuole pareggiate sparse sul territorio nazionale e la sproporzione riguardo alle orchestre sinfoniche. A che servono questi conservatori che ti insegnano a suonare professionalmente uno strumento se poi non puoi praticare la professione? naturalmente la mia è una provocazione ma credo che molte cose andrebbero riviste.
Visto che si parla tanto di Europa (solo per le cose che convengono ai poltici?) allora mettiamoci alla pari dei paesi che investono tanto nella cultura senza pensare a un ritorno in termini di audience o tantomeno economici ma solo per la crescita culturale dei loro cittadini.
Ho avuto modo di suonare in Germania, e in altri Paesi europei e la cosa che mi ha colpito di più è stato il pubblico fatto di tanta gente "comune" che ascoltava con piacere i brani conosciuti e con curiosità e interesse composizioni meno famose.

Nel mio piccolo cerco sempre di proporre concerti nei paesini più sperduti e lontano dai centri più "acculturati" perchè il compito principale di noi musicisti è quello di fare da tramite fra il compositore e l'ascoltatore e di diffondere ovunque l'arte che più amiamo, se dall'alto delle poltrone dei politici ci permettono ancora di farcelo fare.



  

Saluti,&&Alverman
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vitoliuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #69 - 07.03.2007 at 15:46:40
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A Gpto (Paolo) e Alveram.
Spero che i toni "bassi" fra Paolo ed Alveram tornino nei giusti binari, poichè qui non si tratta di "offendere" l' altro solo perchè la pensa diversamente o proviene da differenti esperienze, fra l' altro celandosi dietro un nickname ... lo dico in generale! 
Sono cose che capitano, lo so per esperienza. Magari a quattr' occhi le cose potrebbero funzionare meglio. Ma non facciamo diventare questo Forum un mezzo televisivo di tipo "biscardiano", dove tutti lanciano accuse e si rinfacciano epiteti gratuiti senza guardare al sodo della questione. Un pò di calma, ragazzi! Avete detto entrambi tante cose giustissime ed utili per chi legge il Forum, magari montando due ottiche differenti. Ma l' incontro/scontro di due pensieri diversi deve portarci alla "riflessione" su un tema veramente scottante; pensate che in tanti anni di Forum mai questo problema era stato portato alla ribalta. Ed anch' io che sono un macinatore di cavolate e post spropositati, non ho mai avuto il coraggio o la forza o la volontà di mettere a nudo questa "realtà" che coinvolge tutti, Nord e Sud, Est ed Ovest. Ma i toni esasperati non credo che possano portare a qualche conclusione concreta, ma solo a nutrire quell' "odio virtuale" che non ha senso alcuno.
Scusate la paternale, ma non sono molto fiero di questo Forum quando due persone "reali" (anche se non le conosco) arrivano addirittura all' offesa. La colpa non è di Gpto o di Alveram. E' il tema che è così scottante, delicato e complesso che purtroppo può far saltare i nervi. Ragazzi, non prendiamo il brutto esempio da una Televisione di Stato o Privata che vuole proprio questi "scontri" per alzare il livello di ascolto Wink!

Ad Alveram.
Mi aspettavo una tua reazione alla mia "provocazione": Orchestra Sinfoniche come Squadre di Calcio. Non è certo la soluzione al problema, lo sapevamo entrambi dall' inizio. Però Alveram pensare sempre ad un intervento di uno Stato "statalista ed assistenzialista", che DEVE secondo il dettato costituzionale favorire e sovvenzionare la Cultura a qualsiasi livello ed in qualsiai modo, sembra non andare più di moda. Se le Orchestre di Stato vengono chiuse la cosa è molto grave; allora forse dovremmo pensare a sistemi alternativi di produzione e sovvenzionamento del "fenomeno musicale" (nel nostro caso), magari sfruttando più il diritto privato che quello pubblico, il quale (quest' ultimo) sembra non aver funzionato. Ma è una mia opinione personale, e non certo la panacea di tutti i mali!!!
E' bene che se ne parli, anche nel nostro piccolo mondo virtuale. Se poi si scende in piazza magari è meglio ???

Il male peggiore, secondo me, è che chi è nella posizione politica od istituzionale di qualsiasi colore esso sia, e che dovrebbe alzare la voce contro questo "arretramento culturale" del nostro Paese, non fa niente. Mi sembra una cosa risaputa.
Ed è un peccato, vista la nostra tradizione secolare da cui tutti gli altri Stati hanno preso qualcosa (ce lo hanno proprio rubato ... non sono poi così stupidi!!... un pò come fecero i Romani con i Greci) e proprio noi non siamo in grado di gestire un patrimonio così immenso a tutti i livelli artistici. 
E' come calpestare giornalmente un tesoro che si ha proprio sotto i piedi e non accorgersi della sua esistenza.
Mah...!

Vito 
  
vito liuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #70 - 07.03.2007 at 16:05:01
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Caro Vito,
per non riscrivere le stesse cose ti invito gentilmente a leggere quello che ho scritto a Danilo nel mio post precedente. Parlavo giusto delle cose che mi scrivi tu. Per quanto riguarda la mia querelle con gpto non so che dire...qui non si tratta di avere opinioni diverse ma di non parlare proprio perchè, come ho già scritto, io parlo di cose "di vita vissuta" che a lui ancora non appartengono e forse non apparterranno mai se deciderà di non fare il musicista classico professionista cioè di guadagnarsi da vivere (crescere figli, pagare le bollette, ecc.) suonando in pubblico uno strumento musicale in Italia in particolare. Se il nostro amico farà invece questa scelta avrò il piacere di dialogare con lui fra una ventina d'anni e forse parleremo delle stesse problematiche.
  

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vitoliuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #71 - 07.03.2007 at 16:20:46
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Quote:
Caro Vito,
per non riscrivere le stesse cose ti invito gentilmente a leggere quello che ho scritto a Danilo nel mio post precedente. Parlavo giusto delle cose che mi scrivi tu. Per quanto riguarda la mia querelle con gpto non so che dire...qui non si tratta di avere opinioni diverse ma di non parlare proprio perchè, come ho già scritto, io parlo di cose "di vita vissuta" che a lui ancora non appartengono e forse non apparterranno mai se deciderà di non fare il musicista classico professionista cioè di guadagnarsi da vivere (crescere figli, pagare le bollette, ecc.) suonando in pubblico uno strumento musicale in Italia in particolare. Se il nostro amico farà invece questa scelta avrò il piacere di dialogare con lui fra una ventina d'anni e forse parleremo delle stesse problematiche.


Caro prof. Alveram,
prendiamola come il solito "scontro generazionale"! Smiley!

Mi pare che Paolo debba sostenere il Diploma ... o sbaglio?
Alla fine forse questa è la cosa più importante! Un traguardo non è mai tale ma solo l' inizio di una nuova gara con se stessi ... e spesso con le ingiustizie di questo pazzo mondo.

Ciao

Vito

p.s.: ueeèè ... ho volutamente usato il titolo di prof. per Alveram che se lo merita tutto. Ma anche Paolo sarà presto un "prof." ... e quindi veri colleghi. E' strano, ma nell' attualissimo ordinamento normativo che disciplina i nostri Conservatori ed IMP del non lontano 1930 o giù di lì (la Riforma del '99 si sta autoriformando perchè non ci si capisce più nulla!), si dice in sostanza che con i sette anni di studio si dovrebbero "sfornare" professori d' orchestra. Come cambiano i tempi! Oggi tutti pensiamo di essere solisti d' orchestra
 

  
vito liuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #72 - 07.03.2007 at 16:42:21
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caro Vito,
grazie per il prof. ma non ci tengo ai titoli (a proposito, il mio nick è Alverman, come Gianni e il magico Alverman della TV dei ragazzi di "qualche" anno fa).
Non voglio proprio scontrarmi con nessuno, ma scambiare idee con dei colleghi.
A proposito dei Conservatori: sfornare oggi in Italia Professori d'orchestra e come sfornare maestri di sci nel deserto del Sahara.
Con simpatia,
Alverman
  

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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #73 - 07.03.2007 at 18:46:22
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Accetto l’invito di Vito e porgo le mie scuse ad Alverman se qualche mio pensiero l’ha offeso ed irritato; non era mia intenzione.
Tengo a precisare, però, che di anni ne ho 40 ragion percui penso che un piccolo spicchio di mondo l’ho visto, vissuto e assimilato.
La mia realta, se pur non di musicista professionista, mi porta a pensare che in ogni settore sono presenti delle problematiche, e che il mondo del lavoro (mai come in questo periodo) sia veramente complicato.
Penso che se si è spinti da passione pura – vera,spesso si è più propensi a superare le avversità e le assurdita che qualsiasi ambiente di lavoro propone. E’ dalla prima pagina di questo infinito post, che cerco di esprimere. In fondo se devo scendere a mille compromessi, almeno faccio qualcosa che mi piace. Tutto qui! Mi accontentavo di un “rispetto ma non condivido”…
Se esistesse il lavoro perfettto probabilmente avrebbe un altro nome, “meno pesante”.
Mi sono anche permesso di spulciare qualche ricordo di “psicologia” ed ho cercato di evidenziare come la “non convinzione” aumenta l’entità dei problemi. Probabilmente ho sbagliato nell’espressione, ma è cio che penso.
Se poi ci mettiamo il fatto che la cominicazione via internet appiattisce quelli che sono i “canali”  fondamentali di una perfetta comunicazione, (il canale uditivio – quello visivo e quello cenestesico) lasciando ad interpretazioni spesso condizionate dagli stati d’animo, ecco ottenuto il cocktail esplosivo di incomprensioni.
Sono fermamente convinto che le studio debba essere affrontato in primis per se stessi per coltivare la nostra persona, per renderci migliori e solo dopo per mestiere. Considero questo il miglior modo per diventare un buon medico o un buon avvocato o perché no; un buon musicista.
Se invertiamo le “motivazioni” spesso si ottengono  ibridi di professionisti solo dediti al profitto…vi lascio immagire il risultato.
Alverman, se questo discorso ti crea tutto ‘sto livore al punto di invitarmi a non partecipare più alle tue discussioni ed a pretendere di aver ragione solo perché sei collocato uno, due, cento, mille livelli sopra di me, mi dispiace e ti chiedo scusa, ma rimane un comportamento poco umile e maturo.
Cio che hai fatto nella tua pur brillante carriera ti rende migliore solo se ti confronti con te stesso, (come eri ieri e come sei oggi), non se ti confronti con me…Rifletti su questo e accetta il dialogo anche con la manovalanza della musica. Non solo le persone autorevoli sono portatori sani di saggezza.
Questa è una modesta “lezione di vita” che ho imparato dovendo gestire “situazioni” e “persone” senza far pesare il fatto di essere dei sottoposti. Se non ci fossero i sottoposti non ci sarebbero i dirigenti.
Mi lanci un guanto di sfida quando mi chiedi di che livello sono?
Beh ti diro che sono al mio livello e sono contento del mio livello perché quando suono provo un piacere immenso…ha veramente importanza a che livello sono???

Il piu lungo dei viaggi inizia con un passo, secondo la filosofia orientale (Confucio), significa che i processi di trasformazione di crescita partono e si realizzano da cose che apparentemente sembrano essere insignificanti…come magari la nostra passionale comunicazione, come la semplice conversazione con un sottoposto; ma bisogna avere grande umiltà per accettare altrimenti tutto passa.
Dopo aver girato il mondo ti ricordi in che direzione ai mosso il primo passo?
Se ti ho irritato, me dispiaccio e me ne scuso, ma rimango fermamente convinto della mia idea.

Ci mettiamo una pietra sopra?

Ciao, Paolo
  
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vitoliuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #74 - 07.03.2007 at 19:41:56
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No, Paolo! 
Così non mi piace. Sarò costretto a cancellare il tuo post di sopra per vari motivi.

Prima di tutto perchè è chiaramente Off Topic. Sembra una lezione di filosofia mista a psicologia cognitivo-comportamentale.

Poi usi termini incomprensibili come "cenestesico" che neanche il Devoto-Oil riporta e questa parola di derivazione credo aramaica (o della provincia accanto) "thingytail". 

E poi perchè in un unico post sei riuscito a scrivere più di quanto io abbia scritto in tre anni e passa di Forum. Solo che le tue non sono cavolate.

E quasi quasi cancello ed autocensuro pure i miei di post dove ho sbagliato a scrivere il nick di Alveram chiamandolo appunto Alveram. 

Vabbèèè... per questa volta ti perdono e mi autoflagello per l' errore del nick di Alveram altrimenti i Post scendono sotto i 10.000 e si rischia uno svenimento del Forum per pressione bassa.

Con stima

  
vito liuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #75 - 07.03.2007 at 23:08:17
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Caro Paolo,
pace sia! mettiamo sopra non una pietra ma un macigno.
Come giustamente fai notare questo tipo di comunicazione può portare a delle incomprensioni che sicuramente "dal vivo" non ci sarebbero state.
Io non mi considero nè uno nè mille livelli sopra il tuo nè sopra di nessun altro; non è nella mia natura. Se è questo che si è capito ti chiedo scusa. Volevo solo dire che forse non conosci appieno la realtà in cui vivo da più di vent'anni ormai. Le aspettative mie e di tanti miei colleghi sono state disilluse a causa di tanti cambiamenti politici, finanziari, ecc., cambiamenti che in questi ultimi tempi sono sempre più frequenti e che rendono il futuro sempre più incerto per tutte le categorie di lavoratori, chi più chi meno.
Non considero nessuno manovalanza della musica o sottoposti e mi piace dialogare e scambiare opinioni con tutti rispettando sempre chi ne sa più di me e dando ascolto a chi certe situazioni le ha già vissute.
Quello che dico è il resoconto di esperienze vissute e lo sfogo è perchè non è bello vedere il proprio mondo, il mondo di cui da giovane ho tanto desiderato far parte sbriciolarsi sotto i piedi, quel mondo in cui tanto ho investito e, nonostante tutto continuo a investire comprendo ancora strumenti, partiture e sprecando energie cercando di organizzare concerti per divulgare la musica tanto amata sperando nella sensibilità o meno dell'assessore alla cultura di turno. E' una realtà sempre più dura ma vado avanti; non sono ancora arrivato a cercare lavoro ai mercati generali come mi hai suggerito di fare ma se è necessario lo farò senza vergogna perchè chi si guadagna il pane onestamente non deve vergognarsi di niente, qualsiasi sia il tipo di lavoro svolto.

Io comincio a spingere il macigno di cui sopra, vieni a darmi una mano?

  

Saluti,&&Alverman
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Bru
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #76 - 08.03.2007 at 09:05:12
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Bene! Ora che è tornata la pace intervengo anch'io.   Lancerò un sassetto nello stagno, ma piccolo piccolo. Non sarà che ad abbassare il livello musicale nel nostro paese rispetto ad altri in Europa, oltre, ovviamente, alla scarsissima (se non inesistente) educazione musicale a livello di scuola media, che a mio avviso è l'imputata numero uno (e di questo i ministri della pubblica istruzione degli ultimi 50 anni sono tutti colpevoli), sia stato anche un atteggiamento "da orchestrale" assolutamente disinteressato a ciò che si suona o si prova, atteggiamento fortunatamente in declino in questi ultimi anni ma molto in auge trent'anni fa...?
Io ricordo le radio a transistor in buca al Margherita (il Carlo Felice non c'era ancora), alla domenica per ascoltare la partita durante la replica... ricordo prove interrotte sul più bello per la pausa sindacale quando bastava resistere per cinque minuti... Per carità, mi guardo bene dal mettere in discussione la pausa sindacale, che ancor oggi va assolutamente rispettata nei tempi e nelle modalità stabilite dal contratto, sia chiaro!
Ora gli orchestrali sono cambiati, fortunatamente. E' cambiata la mentalità, è aumentata la professionalità e con questa l'interesse per quello che si sta facendo, e il livello delle orchestre è conseguentemente migliorato. Se quando ero ragazzo i corni scrocchiavano continuamente ora non capita più, se certi passi di clarinetto piccolo in Prokofiev facevano stare in apprensione ("stavolta ce la farà?") ora si sta tranquilli e non si mette nemmeno in dubbio la possibilità o meno dell'esecutore di fare le note. E questo vale per le orchestre grandi come per le piccole. Ma un po' di amore da parte del pubblico, dico un pochino, forse lo si è perso anche per colpa del basso livello del periodo oscuro in cui solo le orchestre della rai erano al top. Ripeto che so benissimo che le cause principali sono altre, e vorrei anche sottolineare che trent'anni fa avevo amici orchestrali (e li ho tuttora) che la pensavano già allora come oggi e che amavano la musica, studiavano, si interessavano di tutti i generi musicali etc. etc. ma erano merce rara, mentre oggi, ripeto, come giusto, è la normalità. Io sono un ottimista di natura ma quello che segue lo scrivo perché ne sono convinto. La situazione deve per forza migliorare. Inevitabilmente dovrà migliorare l'istruzione musicale, una cosa tira l'altra, io ho visto bambini entusiasti dell'opera anche perché il livello musicale era ottimo. Noi che scriviamo le nostre minchiatelle sul forum, ebbene anche noi in qualche modo, contribuiamo a questo "risorgimento"... e qui parte la banda parappappà zum zum!  (in effetti ero un po' troppo enfatico e mi sono autodileggiato, però ci credo davvero)   Saluti e bravi a tutti, e coraggio!   
bruno
  
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vitoliuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #77 - 08.03.2007 at 10:20:03
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Concordo con Bruno per quello che ha detto, anche perchè, a suo tempo, mi sono ritrovato anch' io in una ICO pugliese, tanto per fare un esempio, dove notavo delle cose veramente strane. Io ero giovanissimo e suonavo con contratti a tempo determinato e arrivavo un' ora prima delle prove per studiarmi le parti, soprattutto preso dalla voglia di non fare brutte figure nella fila e, come dovrebbe essere lecito e giusto, dimostrare le mie qualità, magari con i buoni uffici del primo contrabbasso, per essere richiamato e vivere quella magnifica esperienza di suonare in un' orchestra sinfonica. 
Sai Bruno, la situazione era esattamente come dicevi tu. L' orchestra viveva momenti bui poichè suonava ad intermittenza, in quanto fondi non ve ne erano (adesso sembra che le cose si siano più stabilizzate ... lo spero vivamente). E ciò sembrava giustificare l' atteggiamento dell' 80% dei professori d' orchestra che, oltre a far finta di suonare nei passi dove si richiedeva un minimo di studio (ma la regola sembrava che tanto prova dopo prova quel passo sarebbe riuscito ... cosa che sappiamo non è così), si accanivano contro i direttori contro le Istituzioni contro gli stessi sindacati adducendo a giustificazione del loro comportamento così strafottente la mancanza di stabilità, la mancanza della tutela dei loro diritti e solo dei diritti. Cioè nessuno pensava (tranne pochi) che un musicista professionista oltre a doversi sentire garantito da una serie di diritti (non parlo di quelli acquisiti), avesse anche l' obbligo di osservare con estrema professionalità anche una serie di "doveri deontologici".
E questa mi pare fosse la situazione di molte delle poche orchestre esistenti in Italia. Forse adesso la situazione è leggermente cambiata ... nel senso che le Orchestre sono ancora meno. Cioè, quello che non si riusciva e che non si riesce ancora a comprendere (se non in rare ed eccezionali realtà) è che prima di chiedere qualcosa a qualcuno per sentirti maggiormente tutelato, devi aver fatto il tuo dovere da musicista professionista. E' chiaro che i problemi sono molti e che magari sto prendendo un' altra direzione nella discussione iniziata da AlverMan. Ma proprio per ricollegarmi a quanto detto da Bruno, ritengo che molte volte siamo noi che ci consideriamo "professionisti della musica" (solo perchè abbiamo un titolo? ... opinabile!) a dover comprendere come se un sistema funziona male e noi non facciamo altro che adeguarci a questo malfunzionamento, le cose non potranno andare che peggio, anche se alziamo la voce o ci imbattiamo in scioperi legati a quella piuttosto che ad un' altra parte politica. La musica non ha politica perchè assorbe in se il concetto di universalità dell' opera d' arte. 
Non parlo delle ICO od enti assimilati che vivono situazioni sull' orlo del disastro finanziario, ma sul comportamento del musicista (per fortuna ne conosco di bravi e meno bravi e che fanno il loro lavoro con la stessa dignità ed impegno professionale, a prescindere dalla sedia che si occupa in Orchestra). ....
  
vito liuzzi
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vitoliuzzi
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #78 - 08.03.2007 at 10:20:30
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.....

Insomma, non per fare il colpevolista, ma talvolta soprattutto le piccole realtà concertistiche,  se facessero bene il loro mestiere (ed alcune seguono questa direzione) anche in condizioni contrattuali o previdenziali e quindi fiscali precarie, potrebbero alzare il loro livello qualitativo, porsi all' attenzione dell' opinione pubblica che poi non è così stupida come alcuni pensano, ed a quel punto ci sarebbe un ritorno di immagine, una maggiore considerazione perchè la "vox populi" alla fine prevale, ed un maggior interessamento delle Istituzioni le quali non devono giustamente fare di un' Orchestra un squadra di calcio da cui attendersi profitti tali da mettere le pezze ai loro deficit di bilancio. Anche se la realtà, e lo ripeto, sembra funzionare meglio, ahimè, seguendo una concezione più privatistica, manageriale ed imprenditoriale, dove il fine giustifica i mezzi. Lo ripeto: la diffusione della Cultura da parte dello Stato Italiano è un impegno COSTITUZIONALMENTE SANCITO (come del resto il diritto al lavoro). Ma i giuspubblicisti sanno benissimo che i principi costituzionali che veramente possono dirsi aver avuto piena completezza si possono contare sulla punta delle dita.

Per non parlare dei cc.dd. "musicisti freelance" (classici/jazz/leggeri ...) che pur avendo acquisito un alto grado di professionalità magari non sancito in una sbiadita pergamena a valenza Istituzionale, si ritrovano a dover lavorare veramente per pura passione, altrimenti fra Enpals e contribuzioni varie, mancanza di assistenza nei periodi non lavorativi od assicurazioni sul lavoro e cosi via, farebbero meglio a cambiare lavoro. MA NON DEVE ESSERE COSI'.

Ben vengano nuovi sindacati legati a questa o quella parte politica? Non lo so! Non mi occupo di sindacalismo. Quando siamo passati di ruolo a Taranto, ho dovuto fare personalmente una lotta con i politici (assistito da alcuni valenti colleghi) e presidente della Provincia al quale personalmente ed in privato nel suo studio presentai il mio personale progetto normo-giuridico per poter far passare di ruolo circa quaranta docenti, fra cui me, che ex lege ne avevavno tutto il diritto. I sindacati? Non sapevano neanche che a Taranto esisteva un IMP pareggiato ai Conservatori di Stato e la loro preparazione era drammaticamente lacunosa.
Spero che in altri settori vada meglio. Ma questo è un altro tema. Già mi sento OT. Concludo con il concetto di Bruno ad essere ottimisti e fiduciosi (ma che stiamo facendo politica!! Mah...). Dobbiamo però ammettere che non siamo una "categoria professionale molto unita", anzi specie nel classico c'è un' invidia pazzesca e si parla sovente male del collega chissà per quale strano motivo. Magari per rubargli il posto o per fare in modo che non venga chiamato alla recita successiva.
Ma questo comportamento è come darsi la zappa sui propri piedi: alla fine non lavorerà nè l' uno nè l' altro!
NON SIAMO COESI, questa è la realtà. NON ABBIAMO UN ORDINE PROFESSIONALE (non che sia favorevole agli "ordini" in generale, però...) ... che differenza c'è fra noi ed un medico? 
Adesso sono proprio OTissimo. 
Solo parole? Indubbiamente! Ma il silenzio, che come regola ci viene imposto, è l' atteggiamento più distruttivo per una Società che veramente vuol crescere non solo nei valori quotidiani m anche nell' anima e nello spirito.

Vito Liuzzi
  
vito liuzzi
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Alverman
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Re: Riflessioni tra me e me sul c.basso
Reply #79 - 08.03.2007 at 10:54:54
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Caro Bruno, 
devo darti purtroppo ragione quando parli di certi comportamenti "da orchestrale". Purtroppo questi comportamenti non sono del tutto spariti e li vivo/subisco quasi tutti i gioni (magari li subissi tutti i giorni, vorrebbe dire che lavorerei tutto l'anno!). Reclamare la pausa sindacale quando mancano 5 minuti per concludere una frase musicale è una cosa che mi fa veramente vergognare  di tutta la categoria di cui facciamo parte. Per non parlare di quello che succede con i cellulari...persone che di nascosto rispondono al telefono o che, ancora peggio, si alzano e vanno a parlare fuori dalla sala prove.
Appena pochi giorni fa, volendo leggere alcuni spartiti e non avendo avuto il tempo per farlo a casa, mi son portato questi spartiti in orchestra e ho approfittato dell'intervallo della prova per darci un'occhiata...bene, alcuni colleghi mi hanno dato letteralmente del matto per il fatto di "perdere" il tempo dell'intervallo per continuare a suonare!
Se noi siamo qui a dire le nostre "minchiate" vuol dire, come giustamente hai sottolineato, che ci teniamo al nostro lavoro, ci aggiorniamo, ci scambiamo esperienze e informazioni. Sembra una cosa che dovrebbe essere naturale per tutti i nostri colleghi ma purtroppo non è così.
  

Saluti,&&Alverman
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