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Very Hot Topic (More than 25 Replies) Quinta corda: un optional? (Read 38912 times)
Alverman
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Quinta corda: un optional?
09.03.2007 at 22:02:52
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Cari amici, maestri, appassionati, professori d'orchestra in particolare...vorrei attirare la vostra attenzione su un problema che spesso ricorre quando di suona musica barocca, classica e sinfonica in generale: la mancanza della quinta corda. 
Non avendo la quinta corda si usa l'escamotage di trasporre le note gravi mancanti un ottavo sopra o l'intera frase dove sono contenute le note mancanti (il male minore secondoo me). Moltissime composizioni, dal barocco (vedi Bach in particolare) ai nostri giorni (ho suonato musiche di Nino Rota che ben conosceva Petracchi e il c.basso che richiedono la quinta corda), che richiedono, appunto, l'uso della quinta corda. 
Allora la domanda, che può sembrare banale, è questa: perchè, se in tutto questo immenso repertorio cameristico e sinfonico si richiede l'uso di queste note gravi, sono stati costruiti c.bassi a 4 corde quando invece potevamo imparare a suonare direttamente il c.basso a cinque corde ed essere a posto nell'affrontare il suddetto repertorio?
Tanto per farvi un'idea: avete presente l'inizio dell'uccello di fuoco di Strawinsky?
  

Saluti,&&Alverman
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Bru
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #1 - 09.03.2007 at 22:56:47
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Gran bell'inizio... 
Caro Alverman, tu hai il pregio di porre delle questioni veramente di gran peso.
In effetti, l'aggiunta della quinta corda può intendersi come un'"evoluzione" del contrabbasso? Per quale motivo il passaggio dal flauto a sei fori con sei, otto, dieci chiavi semplici al flauto sistema Boehm, completamente diverso, anche nel materiale di costruzione è stato vissuto come un'evoluzione mentre la quinta corda viene considerata un optional? Mi rispondo da solo: è chiaro, la presenza degli strumenti antichi, di grandi liutai, ovviamente a quattro (se non ancora a tre) corde, ha condizionato tutta la faccenda. Quello che in uno strumento meno pregiato (con buona pace degli strumentisti a fiato, siano essi strumentini od ottoni, gli archi sono comunque quelli più blasonati, anche in termini di valore monetario) è stato accettato come naturale miglioramento, nel contrabbasso è rimasto occasionale. In effetti forse tanto miglioramento non è... ho letto da qualche parte che il suono degli strumenti a tre corde e accordati per quinte con l'aggiunta della quarta corda hanno perso in sonorità e questo probabilmente succede anche con l'aggiunta della quinta corda. Quindi non riesco a concludere nulla e forse avrei fatto meglio a non cominciare neppure a scrivere. Certo che un bel do grave....
  
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #2 - 09.03.2007 at 23:11:08
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Caro Bruno,
grazie per il complimento.
Io tenderei più a dire che la V corda è stata tolta e non aggiunta. Se pensiamo al c.basso come un discendente della famiglia delle viole e non dal violino. I bassi di viola e violoni erano montati per la maggior parte dei casi a sei corde con eccezione del basso di viola a 7 progettato e suonato dal famoso virtuoso del 700 Saint-Colombe.
Il fatto che la quinta corda possa togliere o meno la sonorità allo strumento può forse valere per i solisti del nostro strumento, ma per quanto riguarda l'orchestra e la musica da camera non si dovrebbe pensare alla sonorità di questo armadio montato di corde ma alla volontà del compositore il quale crede di avere una certa gamma di suoni e invece....

Con simpatia
  

Saluti,&&Alverman
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Bru
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #3 - 10.03.2007 at 17:04:38
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Hai ragione, non c'è dubbio. Ma io penso sempre al mi come limite grave... (e se poi non hanno la quinta corda? e se poi pensano che voglio fare lo strano a scrivere sotto al mi?) e quindi lo considero un limite praticamente invalicabile, come il sib per il fagotto o il do per il flauto. A questo punto però mi viene da chiedermi: qual'è la percentuale di contrabbassisti "quintacordati"? Sarebbe interessante saperlo. Chi  legge questo post e ha un contrabbasso a cinque corde potrebbe forse rispondere e magari parlarcene un po' in termini di sonorità, di difficoltà tecniche etc. etc. 
Cari saluti,    bruno
  
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vitoliuzzi
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #4 - 10.03.2007 at 18:12:59
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Bel Topic, Alverman.
Complimenti anche da parte mia. 
Non v'è dubbio che la quinta corda (do o si che sia, ma di solito è il Do grave) influisca leggermente sulla potenza sonora dello strumento, per un fatto puramente fisico e meccanico, come ben sappiamo.
Anticipo che anch' io alla fine di questo mio intervento andrò a finire in un vicolo cieco. 
Però se ci pensi bene il tanto vituperato e blasfemo e vetusto Corso di Studi del Billè, già dal primo anno, prevede lo studio della V corda. Ma non credo che vi siano insegnanti in Italia nei Conservatori che obblighino i loro allievi ad acquistare come primo strumento un cinque corde. Uno fra i tanti motivi potrebbe essere anche la difficoltà di reperimento a prezzi accettabili di detti strumenti (a meno che non si chieda ai Cinesi di ampliare il mercato in questo senso!!), oppure l' effettiva utilità o meno di insegnare la quinta corda, oppure la generale convinzione che visto che non tutti potranno suonare nelle grandi orchestre sinfoniche dove si richiede l' uso obbligatorio della quinta corda, oppure la convinzione (errata o meno) che poi uno alla fine si fa aggiungere la quinta corda e impara da solo le prime posizioni, oppure l' errata convinzione del nostro ordinamento scolastico che non prevede una specializzazione orchestrale, una cameristica ed una solistica (cosa che si sta cercando di colmare con i bienni di specializzazione, ma credo con scarsa fortuna) con tutti i rischi che deriverebbero. 

Oppure perchè non so proprio che dirti! 

Se poi ci pensate bene, nelle pochissime cc.dd. "Grandi Istituzioni Concertistiche", quando una volta ogni vent' anni si indice un concorso, si richiede l' utilizzo della quinta corda. Allora qui cominciano i drammi! Ragazzi che devono studiare i passi orchestrali magari su un cinque corde preso in prestito all' ultimo momento, chi se lo fa riadattare, chi si sente costretto a comprarlo e così via. 
Ma tu, caro Alveram, sai benissimo che quei ragazzi devono anche eseguire un pezzo (o più ... magari singoli movimenti) da concerto e degli studi ed i passi orchestrali su quello stesso strumento. La soluzione migliore e più logica è fatta da quelle orchestre, credo anche le grandi, che ti fanno fare il concorso sul tuo strumento a quattro corde (adesso quasi sempre sembra che tutto debba essere eseguito con accordatura da Orchestra, giustamente ... ed allora si va alla ricerca spasmodica dei brani da concerto tipo Koussevitzky o il Concerto in SI- del Bot nell' accordatura da orchestra ... un disatro). Dicevo, ti fanno fare il concorso col tuo strumento a quattro corde, ma se vinci ed entri anche per soli quattro mesi (faccio un esempio), od ottieni l' idoneità e poi ti chiamano per un certo periodo, DEVI avere lo strumento a cinque corde.

Un bel "casino", scusate la scurrilità. Ma Alverman, ma di notte dormi o studi il Topic per incasinare il Forum Smiley!??

Allora cosa ha pensato il bravo Joelle Quarrington? Facciamola finita! Io monto direttamente il mio Red Mitchel Set della Thomastick (si chiama così ? ... usa ancora quello) Do-SOL-RE-LA, come gli altri archi. Prima ci faccio un Cd su Bottesini accordato per quinte (quando Bottesini a mala pena ne usava tre) e poi, chiaramente, convinco tutti circa la migliore risonanza dello strumento, la perfetta consonanza con gli altri archi e risolvo il problema della quinta corda. Però non ha pensato anche agli aspetti diciamo negativi della cosa. Primo fra tutti che il contrabbasso non è un violoncello e che molti passaggi diventano stranamente più difficoltosi poichè dovremmo suonare con la 1-2-3-4. Ma c'è una vasta corrente di pensiero che in questo lo segue! Pensate da noi cosa succederebbe!

E poi c'è l "extension", come quella per i capelli.
Io non l' ho mai utilizzata. Ho visto come si utilizza più o meno. Ogni tanto in orchestra si sentono rumori strani di chiavette che vengono sbloccate ed è simpatico vedere la mano dei contrabbassisti che va a suonare praticamente all' altezza del riccio. Cosa molto buffa a vedersi. Ma almeno in USA e Canada, forse anche altrove, sia il sistema più utilizzato. 

Tu Alveram che ne pensi di questa "quarta corda estesa"? Mi spieghi esattamente come la si utilizza? Smiley! Secondo te che sei un professore d' orchestra professionista, potrebbe essere la vera alternativa alla quinta di corda? Ci sono vantaggi e/o svantaggi? Io non l' ho mai utilizzata, e non credo che lo farò mai. Già mi spaventano tutte quei bottoni o chiavette. Spiegatemi bene come funziona!!! Magari ci ripenso.
Naturalmente l' invito di chiarimenti è rivolto a tutti. ANche perchè magari non tutti sanno come funziona questa sorta di "escamotage"!

Tutte queste parole e non ho risposto alla tua domanda. Lo sapevo che anch' io andavo a finire in un vicolo cieco. 
Nelle orchestre serie, quinta o extension che sia, non dovrebbe essere un' optional ma una regola. Sentire un Do grave di otto contrabbassi è un' esperienza unica. Ma si ha la parvenza più di un' optional !!!

Grazie, Alverman, per questi tuoi Topic così "profondi" Wink!

VL

  
vito liuzzi
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #5 - 10.03.2007 at 21:13:55
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Caro Vito,
forse la "profondità dei miei post deriva direttamente dalla profondità sonora (e originale) del nostro strumento ed è quella che personalmente voglio rispettare.
Mi chiedi cosa ne penso della "prolunga" della quarta corda con quelle assurde macchinette. Io proprio non sopporto nemmeno la vista di questi strumenti che deturpano brutalmente lo strumento. Si è snaturato lo strumento eliminando la quinta corda e poi si cerca di rimediare con queste invenzioni alla Frankenstein!
Certo, può essere vero che la quinta corda possa togliere suono allo strumento, ma nella massa orchestrale non credo che questo si noti.
Io credo che bisognava tenere e insegnare lo strumento sempre a cinque corde e quello che oggi appare insolito doveva essere normale amministrazione visto che la maggior parte dei contrabbassisti suonano in orchestra e non sono solisti, quindi devono leggere innumerevoli composizioni che richiedono la quinta corda. Sarebbe stata una cosa normale e adesso non staremmo neanche qui a parlarne.
La cosa eccezionale e riservata a pochi eletti sarebbe invece stata l'eliminazione della quinta corda (e anche la quarta a volte) in quanto per eseguire dei concerti solistici non ce n'era bisogno e si recuperava un po' di sonorità (oltre al fatto di usare l'altro espediente dell'accordatura un tono sopra). Sono queste le cose che dovrebbero apparire anormali!
Personalmente non ho mai suonato un cinque corde, ma mi sto organizzando. Tra l'altro sono stato invitato a far parte di un ensemble di nuova formazione ma a condizione di avere uno strumento a 5 corde.
Certo sarà dura credo, ma poi penso ai miei tanti amici che suonano liuti, tiorbe, chitarre barocche...tutti strumenti con accordature e numero di corde diverse l'uno dall'altro e spesso suonati nella stessa serata.
E noi temiamo quelle poche note da fare su una corda in più...

Saluti a tutti!








  

Saluti,&&Alverman
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Bru
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #6 - 11.03.2007 at 08:35:46
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Bene, finora mi pare di capire che né Vito né tu, Alverman, abbiate un cinque corde, anche se hai espresso l'intenzione di prenderne uno. Quindi per ora siamo sullo zero per cento. Chissà se qualche contrabbassista che ne suona uno si farà avanti...
Comunque, Alverman, è inutile rammaricarsi su quello che la storia ha modificato nello strumento... certo che se avessero sempre costruito contrabbassi a cinque corde non ci si porrebbe alcun problema. Una volta, a Roma, è venuto a registrare un violinista simpaticissimo e funambolico che aveva un violino a cinque corde, coprendo quindi l'estensione della viola con la quinta corda do. Se i violini fossero stati da sempre tutti così non ci sembrerebbe una stranezza. D'altronde i grandi liutai del periodo d'oro sapevano quel che facevano e quindi io sarei dell'idea di dire: lasciamo tutto così e teniamoci il mi come limite. Ma poi mi contraddico subito perché penso "certo che sarebbe bello che tutti i contrabbassi - di default - scendessero al do, o addirittura al si..." insomma, si resta al palo e non si progredisce nel discorso, in questo modo, pertanto aspetto i pareri dei nostri amici e vediamo se ci sono dei superdotati.   
buona domenica,
b
  
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #7 - 11.03.2007 at 08:47:28
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Caro Bruno,
permettimi di fare un'osservazione riguardo ai liutai.
Ognuno è libero certamente di costruire  e farsi costruire gli strumenti che vuole, ma non credi che nell'ambito della musica classica bisognava almeno conservare intatti gli strumenti che permettevano di eseguire le musiche così come erano state scritte?
Non dimentichiamo che per secoli il cb è sato appiccicato (e in moltissimi casi lo è ancora) al violoncello che, come sappiamo, ha il Do grave come ultima corda, quindi, per rispettare la linea del basso senza fare assurdi salti di ottava, bisognava matenere lo strumento cos'ì com'era. Poi se Bottesini, voleva togliere due corde perchè per quello che doveva fare lui non servivano o se Garcia-Fons vuole aggiungere una V acuta, sono cose che vanno al di là della normalità. I liuai dovevano (e gli insegnanti, dovevano lavorare su due binari diversi oppure, per assurdo, "revisionare" tutte le composizioni classiche orchestrali per adattarle a questo strumento monco.
Prova un po' a suonare Bach e vedi che bell'imbroglio ne viene fuori...
Con simpatia
  

Saluti,&&Alverman
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Bru
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #8 - 11.03.2007 at 09:04:59
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Caro Alverman,
sono d'accordo con te, ma che fare? D'altronde il cb è uno strumento che, unico fra gli archi, mantiene delle incertezze anche nella forma (nei violini viole o celli non si parla nemmeno di forma a violino o di forma a viola da gamba, di fondo piatto o bombato etc...) insomma la quinta corda in più o in meno mi pare testimoniare questa incertezza, che dura da secoli. Insomma non si è arrivati per il cb (correggetemi se sbaglio) alla definizione di misure e forme canoniche come per gli altri. Anche il fatto di essere discendente delle viole piu che delle lire da braccio (intendo come forma e bombature) contribuisce a questa indefinitezza... 
cari saluti
bruno
  
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #9 - 11.03.2007 at 09:26:13
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Caro Bruno,
so bene che non c'è niente da fare...era così..per parlare e scambiare opinioni. I vari mondi (liutai, compositori, musicisti, insegnanti) si sono intrecciati nel corso dei secoli e andando spesso per conto proprio senza "ascoltarsi".
Bisognava capire chi doveva essere al servizio di. Cioè I compositori hanno composto per gli strumenti che c'erano. Beethoven non ha scritto niente per sax perchè non c'era (ammesso che abbia voluto scrivere qualcosa per questo strumento). Un liutaio può inventare uno strumento sperando che qualcuno lo suoni oppure io musicista, mi invento uno strumento, compongo delle musiche per esso o cerco di coinvolgere qualche compositore a farlo.
Certamente molti esperimenti sono falliti e alcuni strumenti sono una vera rarità. Ho un cd per armonica bicchieri! Se lo strumento decade, decadono anche le composizioni per esso composte. Ma se la stragrande maggioranze delle composizioni con il Do-Do#/Reb-Re-Re#/Mib basso per il c.basso sono lì...eseguite tutti i giorni perchè diavolo dovevano modificare gli strumenti???
(Mi sto incazzando, ma sto sorridendo al tempo istesso...nulla di grave...).
P.S. Ho notato che sotto alla mia "foto" c'è una stellina in più...sono passato di grado?

Simpaticamente...Alverman
  

Saluti,&&Alverman
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vitoliuzzi
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #10 - 11.03.2007 at 12:50:12
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Quote:
Caro Alverman,
sono d'accordo con te, ma che fare? D'altronde il cb è uno strumento che, unico fra gli archi, mantiene delle incertezze anche nella forma (nei violini viole o celli non si parla nemmeno di forma a violino o di forma a viola da gamba, di fondo piatto o bombato etc...) insomma la quinta corda in più o in meno mi pare testimoniare questa incertezza, che dura da secoli. Insomma non si è arrivati per il cb (correggetemi se sbaglio) alla definizione di misure e forme canoniche come per gli altri. Anche il fatto di essere discendente delle viole piu che delle lire da braccio (intendo come forma e bombature) contribuisce a questa indefinitezza... 
cari saluti
bruno


OT
Infatti, Bruno, lo storico Paul Brun sostiene tutto il contrario di quanto sino ad adesso si pensava, e cioè che il contrabbasso derivasse in qualche modo dalla famiglia delle viole. 
Brun, nei primi tre capitoli del suo libro, con lucide argomentazioni è giunto alla conclusione, per me corretta, che il contrabbasso appartenga alla famiglia dei violino. E' stato criticato, molti lo appoggiano altri se ne fregano. Sarà sempre così.

NEW OT
Si Alverman, sei salito di grado con la stellina !!

Iper OT

Avete notato, Bruno ed Alverman, che questo sembra essere un "Post a tre". Ci siamo solo noi. E sicuramente ci leggiamo solo fra noi Smiley! Una sorta di chat !!!

Ciao

Vito 
  
vito liuzzi
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #11 - 11.03.2007 at 12:56:35
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Personalmente preferisco pensare che il contrabbasso derivi dalla famiglia delle viole da gamba; sono comunque curioso di leggere cosa ha scritto Paul Brun. C'è un sito da qualche parte? C'è un libro in italiano? Qual'è il titolo? Qual'è secondo lo storico la data di nascita del c.basso "moderno"?
  

Saluti,&&Alverman
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #12 - 11.03.2007 at 12:59:16
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Ho visto il sito. Vorrei approfondire.
  

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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #13 - 11.03.2007 at 13:42:34
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O.T.
Alverman ed io siamo imparentati dal fatto che siamo saliti di grado insieme.
A parte questo, ritornando in topic, vorrei segnalarvi un organologo molto importante Emanuel Winternitz che parla in un suo studio sul concerto angelico di Gaudenzio Ferrari a Saronno (sul quale ho fatto la tesi in storia dell'arte) della nascita del violino e del violoncello. Tra parentesi siamo nel 1535 e quindi Gasparo da Salò sarebbe nato cinque anni dopo. Questo saggio testimonia la presenza della forma violino, caratterizzata da: assenza di tastatura, quattro corde, ricciolo e non altre forme di testa dello strumento, bombatura del fondo e della tavola, ponticello arcuato e non piatto, effe e non c, in area lombardo piemontese già molti anni prima della data di nascita ufficiale del violino. Winternitz afferma che certe caratteristiche come il fondo bombato, l'assenza di tastatura,le spalle non spioventi etc. etc. derivano da quel fantastico strumento che era la lira da brazo, (di cui lo stesso Leonardo da Vinci era virtuoso) e di cui purtroppo non abbiamo che pochi residui esemplari. Il nostro contra invece pare derivare dalla famiglia delle viole. PERCHE' HA PERSO LA TASTATURA, ALLORA? CHE SAREBBE STATO TUTTO COSI' PIU' FACILE, PER UN PINGUINO COME ME?
baci    b
  
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #14 - 11.03.2007 at 14:30:07
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Caro Bruno,
grazie per quanto hai scritto. C'è un libro sul c.basso barocco e violone di A. Planyavsky, un ormai anziano ex Wiener che dovrebbe chiarire molte cose. 
Credo che la tastatura si sia persa a causa dello sviluppo di una nuova maniera di suonare i cbasso. Con i tasti non si possono fare delle "scivolate" sulla tastiera e bisogna modificare il modo di utilizzare il pollice.
I  tasti, inoltre, contrariamente a quanto tanti  pensano, non servono a facilitare l'esecuzione dei brani musicali, ma a dare sempre la sensazione di suonare delle corde vuote, cambiando quindi il tipo di sonorità in un'ensemble.
Ciao!


  

Saluti,&&Alverman
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Fede
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #15 - 11.03.2007 at 15:10:50
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Scusate la brevità del messaggio (frequento il forum sempre di sfuggita...). Mi limiterò a indicarvi questo link
http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=158936...

Quel cinque corde è mio. Ci faccio anche bottesini, concorsi e audizioni. Basta abituarsi ...è stato frutto di uno specifico studio sul settaggio in particolare

Con calma leggerò quanto già avete scritto e poi ci si risente.
Ciao

Fede
  
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pabbass
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #16 - 11.03.2007 at 15:14:46
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Quote:
Il nostro contra invece pare derivare dalla famiglia delle viole. PERCHE' HA PERSO LA TASTATURA, ALLORA? CHE SAREBBE STATO TUTTO COSI' PIU' FACILE, PER UN PINGUINO COME ME?


Come già giustamente detto da Alverman, la tastatura non aveva scopo di "riferimento" per l'intonazione, e aggiungo che gli strumenti con tasti in budello anzichè facilitare l'esecuzione creano non pochi grattacapi.
A parte il fatto che se hai il concetto di legare l'area esecutiva di una nota ad un "punto" sulla tastiera, diventa difficile modificare il punto di vista e fare unvece riferimento ad uno "spazio" (non so se riesco a spiegarmi...), ma i lacci in budello spesso tendono a spostarsi (erano volutamente movibili, perchè in epoca di scale non temperate dovevano potersi adattare), senza contare che aver a che fare col budello dopo un po' genera una specie di psicosi, specie con le corde un po' sottili in budello nudo o verniciato (non tanto quelle da contrabbasso): TERRA' FINO A FINE CONCERTO? OPPORCAMISERIA COS'E' QUESTA SFILACCIATURA? OH NO E' UMIDO ORA SI SCORDA e via sclerando... e anche i lacci sono ragione di preoccupazione. 
Per cui, meglio le tastiere non frettate in nessun modo! Wink
  
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vitoliuzzi
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #17 - 11.03.2007 at 15:45:02
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In questa nostra "chat" siamo arrivati in un bel OT.

Complimenti Bruno per la tua "poliedricità" e per la testimonianza storica molto interessante. 
Il libro di Brun "A new history of the doublebass" credo che sia scritto solo in Inglese e Francese. Sicuramente non in Italiano. Io ho fatto una fatica a leggerlo a mala pena per una volta, perchè il mio Inglese è troppo scarso. Ma se avrò tempo spero di rileggerlo e magari capirci qualcosa di più

Il vero problema per Brun è che molti strumenti come il violone Viennese , e tanti altri strumenti che oggi noi chiamiamo contrabbassi, siano delle vere e proprie "conversioni" delle viole di contrabbasso. Ma quello che più è importante dire, ribadendo i concetti espressi da Bruno, è che secondo Brun i cc.dd. "contrabbassisti" del XVII secolo, furono costretti insieme ai "violoncelli" come noi li conosciamo oggi, a riforgiare i loro strumenti in base alle nuove esigenze orchestrali (dell' epoca ovviamente) seguendo come modello il violino, in tutti gli aspetti tecnici che Brun/Bruno ha giustamente fatto notare. 
Ancora nel XVII secolo le cose non erano molto chiare, soprattutto a livello terminologico, e certamente riesce molto difficile stabile una data precisa per poter affermare ecco questo è l' anno della nascita del "contrabbasso moderno", che probabilmente va posticipata oltre il XVII secolo. Ma non essendo uno storico del contrabbasso mi fermo qui. Certo il fatto che un pò tutti abbiano preso come modello quello che stava avvenendo per il violino lascia da pensare. E da qui muovono le critiche volte al Brun. Ma se guardiamo bene anche quel Gasparo da Salò del 1550 ca., molto piccolo come diapason e dimensioni generali, effettivamente sembra un "violino gigante".

Sinceramente non è che mi interessi molto sapere se appartiene all' una od all' altra famiglia. Tanto ormai gli archi sono tutti una "famiglia unica". La storia di questo nostro strumento è cmq. contorta e controversa, ma credo che il perchè stia proprio in quell' aspetto "terminologico" che molti studiosi del fenomeno hanno messo in rilievo. "In primis" il Brun, chiaramente basandosi sulle fonti di altri studiosi antichi.
Cioè sembra che, non essendoci Internet o la Posta celere, il numero di vocaboli per indicare un qualcosa che suonasse nel registro diciamo "basso" sia immenso. Talvolta, e nei diversi stati od in uno stesso territorio, con nomi diversi magari si indicavano strumenti identici o viceversa. Allora solo tramite le iconografie di cui il nostro Brun/Bruno è certamente un esperto, si è potuto capire qualcosa di più. 

Purtroppo il fenomeno del "riadattamento" dello strumento, visibile ancora in contrabbassi tuttora esistenti, rende difficile stabilire, come detto, una data certa. Mi pare che Brun la sposti  verso gli inizi del XVIII secolo, quando in un certo modo si cominciò a standardizzare un certo modo di costruire "il contrabbasso" seppure con piccole differenze.

Dave Rosengard ha scritto anche un testo in Italiano/Inglese molto interessante. Dovrei riprendere queste letture. Così spero di migliorare il mio scarso Italiano ed il mio orribile Inglese.

Bye.  
 
  
vito liuzzi
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Alverman
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #18 - 11.03.2007 at 15:45:35
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Per cui, meglio le tastiere non frettate in nessun modo! Wink [/quote]

Grazie pabbass per il tuo intervento.

Si..ma dipende cosa suoni e con chi suoni...
a volte si passa più tempo ad accordare che a suonare! Wink
  

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pabbass
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Re: Quinta corda: un optional?
Reply #19 - 12.03.2007 at 01:59:12
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Quote:
Si..ma dipende cosa suoni e con chi suoni...
a volte si passa più tempo ad accordare che a suonare! Wink


Beh, si, naturalmente quando ci vuole ci vuole (il tasto, in questo caso).
E per il 'budellisti' in genere vale l'assioma dei ghirondisti (in fondo il budello lo usano pure loro): "Si passa metà della vita ad accordare, e l'altra metà a suonare scordati"... ma ci si consola pensando che è filologico! Smiley
  
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