Da un punto di vista Jazzistico, Bassoso, non ho molto da dirti.
Certo un' action più alta ti dovrebbe permettere in acustico una potenza sonora (perchè è in fin dei conti di quasta che stiamo parlando) maggiore, se sviluppi anche una tecnica della destra abbastanza corposa. Ma credo, e dovrebbero darmene conferma i jazzisti, che nei passaggi più virtuosistici si potrebbero avere dei problemi. Molti ad esempio usano le Thomastick Weich, quindi le più morbide e meno tese, perchè è risaputo che Thomastick ha sempre prodotto corde fra le più sonore in commercio. Anche con l' arco questa differenza di potenza sonora si sente e forse le userebbero anche i classici se non fosse per il fatto che sotto l' arco producono un suono abbastanza gracchiante e, su alcuni strumenti, c'è poca reattività ai diversi colpi d' arco. Dicevo che con queste Weich si possono risolvere alcuni problemi, nel senso di avere un suono abbastanza potente ad un' action accettabile, e sfruttare la loro morbidezza per affrontare con più naturalezza anche passaggi in velocità. Ma questa mia considerazione necessita della conferma degli esperti nel settore.
Come vedi, Bassoso, anche qui rimaniamo nell' ambito delle tanto amate corde. Ma sai benissimo che il problema è molto più complesso. Ad esempio c'è effettivamente anche una corrente di pensiero che ritiene che corde con un calibro più spesso o con una tensione maggiore possano offrire una potenza leggermente superiore. Ma poi c'è da risolvere il problema della maggiore pressione sul piano armonico e di un eventuale eccessivo schiacciamento dell' anima che può produrre l' effetto opposto a quello desiderato.
Nell' acustico, insomma, ogni regola è fine a se stessa e secondo me non può avere norme generali standardizzate. Poi credo che non bisogna mai fidarsi della sensazione che si ha sul posto ... magari nella propria stanza di studio. Non di rado strumenti che suonano "forte" sul posto, a distanza si sentono pochissimo. A volte capita il contrario, poichè lo strumento ha delle caratteristiche che riescono a far viaggiare meglio il suono; quindi sensazione di poca potenza sul posto, ma grande apertura del suono in lontananza.
Cerco di concludere. Se un qualsiasi strumento è stato ben settato da un buon liutaio, non vi sono secondo me dei segreti reconditi che tutto ad un tratto ti fanno salire di potenza il tuo contrabbasso. Spesso le differenze sono minime. Qualcuno come me ha provato ad utilizzare il capotasto mobile di Scaramelli di cui tanto si è parlato, con i suoi pregi e difetti, definiamoli tali. Un dato è certo, però. Su alcuni strumenti effettivamente si ha una migliore vibrazione del piano armonico e il "volume" effettivamente migliora. Ma poi si devono fare i conti con delle corde che hanno una tensione leggermente minore e magari possono perdere in spinta sonora. Ma fino a quando non si prova, non si possono dare giudizi concreti.
Qualcuno direbbe senza mezzi termini: "Cambia strumento!".
O magari potresti tentare di farti sistemare una buona anima (invecchiata, come un vino, di almeno 20 anni) e fartela sistemare più vicino al piedino (anche qui si potrà ottenere una sonorità leggermente più potente ma si potrebbe correre il rischio di falsare l' ugualianza sonora delle quattro corde).
Insomma di sistemi ce ne sono, ma non tutti sono secondo me affidabili al 100%. Bisogna provare.
Però, Bassoso, vorrei dirti che quando si lavora in acustico non pensare a grossi stravolgimenti. Certo avere la fortuna di trovare una corda ottimale è già un grosso vantaggio, ma alla fine spetterà sempre a te lavorare duro per crearti il tuo suono che meglio ti aggrada.
Per l' arco poi il discorso è ugualmente complesso. Scherzando ti direi: "Metti sui crini un chilo di NYMAN e lo strumento di esploderà ... l' unico problema sarà quello di farlo scorrere da tallone a punta e viceversa senza che si blocchi almeno dieci volte

!".
Un saluto
Vito