Hot Topic (More than 10 Replies) Set up del nostro strumento: volume (Read 11827 times)
bassoso
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Set up del nostro strumento: volume
17.03.2007 at 12:57:04
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Ciao a tutti,

qual'è la vostra esperienza riguardo gli accorgimenti di setup per ottenere il massimo volume a prescindere dal suono? Ho sentito dire che per esempio un ponticello più snello aiuta. 

Grazie
  
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vitoliuzzi
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #1 - 17.03.2007 at 13:07:47
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Ciao Bassoso,
sembrerà una domanda stupida, e forse lo è! Ma il settaggio per avere il massimo della potenza sonora dal tuo strumento ti serve per fare Jazz o Classico. 
Tu mi dirai:"Ma non ci sono differenze". Io penso sinceramente che siano due cose differenti.

Ciao

Vito
  
vito liuzzi
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bassoso
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #2 - 17.03.2007 at 13:19:53
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Ciao e grazie Vito,
ci avevo pensato, volevo specificare ma poi ho pensato che l'emissione dello strumento dovrebbe comunque aumentare a prescindere dal genere e dalla tecnica usata. Comunque sia suono jazz, soprattutto pizzicato ma anche arco (lo pratico tutti i giorni).
  
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ALEXsubV7
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #3 - 17.03.2007 at 13:46:46
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corde molto alte, ovviamente a prescindere dallo strumento, e poi in genere credpo che corde + grosse abbiano maggiore volume.... ma forse è un baggianata questa
  
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bassoso
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #4 - 17.03.2007 at 16:36:25
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Corde alte, si, ma si ottiene più volume solo col pizzicato o anche con l'arco? Nel primo caso, è solo perchè si ha la possibilità di dare una cavata più profonda (nel qual caso il volume maggiore sarebbe forse dovuto più che altro alla tecnica del contrabbassista)?
  
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vitoliuzzi
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #5 - 17.03.2007 at 17:30:22
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Da un punto di vista Jazzistico, Bassoso, non ho molto da dirti. 
Certo un' action più alta ti dovrebbe permettere in acustico una potenza sonora (perchè è in fin dei conti di quasta che stiamo parlando) maggiore, se sviluppi anche una tecnica della destra abbastanza corposa. Ma credo, e dovrebbero darmene conferma i jazzisti, che nei passaggi più virtuosistici si potrebbero avere dei problemi. Molti ad esempio usano le Thomastick Weich, quindi le più morbide e meno tese, perchè è risaputo che Thomastick ha sempre prodotto corde fra le più sonore in commercio. Anche con l' arco questa differenza di potenza sonora si sente e forse le userebbero anche i classici se non fosse per il fatto che sotto l' arco producono un suono abbastanza gracchiante e, su alcuni strumenti, c'è poca reattività ai diversi colpi d' arco. Dicevo che con queste Weich si possono risolvere alcuni problemi, nel senso di avere un suono abbastanza potente ad un' action accettabile, e sfruttare la loro morbidezza per affrontare con più naturalezza anche passaggi in velocità. Ma questa mia considerazione necessita della conferma degli esperti nel settore.
Come vedi, Bassoso, anche qui rimaniamo nell' ambito delle tanto amate corde. Ma sai benissimo che il problema è molto più complesso. Ad esempio c'è effettivamente anche una corrente di pensiero che ritiene che corde con un calibro più spesso o con una tensione maggiore possano offrire una potenza leggermente superiore. Ma poi c'è da risolvere il problema della maggiore pressione sul piano armonico e di un eventuale eccessivo schiacciamento dell' anima che può produrre l' effetto opposto a quello desiderato.
Nell' acustico, insomma, ogni regola è fine a se stessa e secondo me non può avere norme generali standardizzate. Poi credo che non bisogna mai fidarsi della sensazione che si ha sul posto ... magari nella propria stanza di studio. Non di rado strumenti che suonano "forte" sul posto, a distanza si sentono pochissimo. A volte capita il contrario, poichè lo strumento ha delle caratteristiche che riescono a far viaggiare meglio il suono; quindi sensazione di poca potenza sul posto, ma grande apertura del suono in lontananza. 
Cerco di concludere. Se un qualsiasi strumento è stato ben settato da un buon liutaio, non vi sono secondo me dei segreti reconditi che tutto ad un tratto ti fanno salire di potenza il tuo contrabbasso. Spesso le differenze sono minime. Qualcuno come me ha provato ad utilizzare il capotasto mobile di Scaramelli di cui tanto si è parlato, con i suoi pregi e difetti, definiamoli tali. Un dato è certo, però. Su alcuni strumenti effettivamente si ha una migliore vibrazione del piano armonico e il "volume" effettivamente migliora. Ma poi si devono fare i conti con delle corde che hanno una tensione leggermente minore e magari possono perdere in spinta sonora. Ma fino a quando non si prova, non si possono dare giudizi concreti.

Qualcuno direbbe senza mezzi termini: "Cambia strumento!".
O magari potresti tentare di farti sistemare una buona anima (invecchiata, come un vino, di almeno 20 anni) e fartela sistemare più vicino al piedino (anche qui si potrà ottenere una sonorità leggermente più potente ma si potrebbe correre il rischio di falsare l' ugualianza sonora delle quattro corde). 
Insomma di sistemi ce ne sono, ma non tutti sono secondo me affidabili al 100%. Bisogna provare.

Però, Bassoso, vorrei dirti che quando si lavora in acustico non pensare a grossi stravolgimenti. Certo avere la fortuna di trovare una corda ottimale è già un grosso vantaggio, ma alla fine spetterà sempre a te lavorare duro per crearti il tuo suono che meglio ti aggrada. 

Per l' arco poi il discorso è ugualmente complesso. Scherzando ti direi: "Metti sui crini un chilo di NYMAN e lo strumento di esploderà ... l' unico problema sarà quello di farlo scorrere da tallone a punta e viceversa senza che si blocchi almeno dieci volte Wink!".

Un saluto

Vito
  
vito liuzzi
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bassoso
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #6 - 17.03.2007 at 18:31:08
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Caro Vito,

si, in effetti con un'action alta i virtuosismi vanno a farsi benedire. Anch'io uso le Spirocore Weich e mi trovo bene (non tanto con l'arco però, ogni mattina è una battaglia), hanno un buon volume. Ma a parità di corde? Ho l'impressione che ci devono essere delle regole comuni di setup per aumentare il volume (il già citato ponticello più snello? Posizionare l'anima più verso una direzione piuttosco che un'altra? Altro?). 

Do per scontato che stiamo parlando della della dimensione "in acustico", quando posso preferisco sempre suonare in acustico (se c'è un batterista bravo) e se ho bisogno di amplificarmi non uso quasi mai il pickup ma mi affido ad un buon microfono. Il mio strumento è già piuttosto potente ma il mio desiderio di sapere cosa determina maggior volume (ripeto, a parità di corde e profondità di cavata o pressione dell'arco) deriva dal fatto che amo suonare in acustico e e per fare ciò ho bisogno che il mio strumento spinga al massimo. 

Aggiungo che per me è più importante che la spinta si senta maggiormente trovandosi a distanza ravvicinata (tipo dove sto io di solito Wink ) piuttosto che il contrario. Questo perchè molto spesso suonare in un piccolo jazz club con piano, batteria e sax (per esempio) è una sfida, a meno che non si usi un pickup e si alzi il volume dell'ampli in modo che sia di molto superiore a quello dello strumento in acustico (cosa che io ODIO). Non ho idea di come la vivono i contrabbassisti classici in orchestra, sarebbe interessante sentire da voi.
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #7 - 17.03.2007 at 23:03:16
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direi che a parità di condizioni (tipo corde, strumento, mano) il maggior volume si ottiene quando le vibrazioni sono maggiori, quindi:
- tensione corde (solitamente espresse in kg anche sulle schede tecniche delle corde in commercio) relativamente bassa
- altezza corde al ponte relativamente alta
- ponte sottile nella parte alta (ma non troppo nella parte bassa se no si limita la trasmissione del suono alla tavola armonica / anima).
- anima correttamente posizionata

Lo spessore delle corde non dovrebbe influire di per sè, ma può effettivamente essere correlato alla tensione, vedi punto 1.

Forse ti ho dato una risposta un po' banale, se è così chiedo scusa...
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #8 - 18.03.2007 at 00:23:49
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Nella sua intervista su xbass Rabbath ritiene che anche un puntale troppo grande può compromettere il volume dello strumento. 
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #9 - 18.03.2007 at 09:13:49
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Grazie Giorgio per la risposta per nulla banale, anzi.

Quote:
direi che a parità di condizioni (tipo corde, strumento, mano) il maggior volume si ottiene quando le vibrazioni sono maggiori, quindi:
- tensione corde (solitamente espresse in kg anche sulle schede tecniche delle corde in commercio) relativamente bassa


L'osservazione sulla tensione delle corde mi sembra giusta, però questa tensione è appunto diversa da un tipo di corda all'altra. Per esempio, montando delle Corelli medie (che hanno spessore e tensione ben precisi) cos'altro determina la potenza del suono?

Quote:
- altezza corde al ponte relativamente alta


Ottimo. Quindi immagino una maggiore pressione sul piano armonico. Chissà se è per questo che spesso si associa il volume con l'action alta. Alzando il ponticello si alza l'action, ma allora (sempre a parità di intensità di cavata/arco) è il primo che determina il volume. Se si alza il ponticello e si modifica l'angolazione della tastiera (come ho visto è stato fatto su diversi strumenti) si ottiene lo stesso risultato con il vantaggio di mantenere una certa "suonabilità".

Quote:
- ponte sottile nella parte alta (ma non troppo nella parte bassa se no si limita la trasmissione del suono alla tavola armonica / anima).


Ottima osservazione!

Quote:
- anima correttamente posizionata


A parte la necessità che le due estremità dell'anima aderiscano bene a piano armonico e fondo, in che direzione va posizionata per ottenere, appunto, più potenza?

Grazie.
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #10 - 18.03.2007 at 09:15:39
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Quote:
Nella sua intervista su xbass Rabbath ritiene che anche un puntale troppo grande può compromettere il volume dello strumento. 


Interessante, forse è perchè la massa metallica inibisce la vibrazione dello strumento? Boh?
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #11 - 18.03.2007 at 10:31:47
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Quote:


Interessante, forse è perchè la massa metallica inibisce la vibrazione dello strumento? Boh?


Rabbath ha tutta una sua concezione su come posizionare il puntale in un contrabbasso classico, visto che il modo e la sua postura  nella tenuta della stesso sono assolutamente particolari.
Personalmente non credo proprio che un tipo di puntale possa determinare un maggior suono rispetto ad altri. Non vi sono prove scientifiche o tecnologiche sul tema. Però se si vuole che gli altri s' impostino in un certo modo ed acquistino quel tipo di puntale inclinato di alcuni gradi rispetto ai tradizionali, allora si possono dire anche queste cose.
Ripeto che se il settaggio è stato fatto bene, se il ponticello non è eccessivamente massiccio ma di buona qualità, magari come detto non lavorato molto spesso nella parte alta, se catena e puntale rispecchiano certi parametri, solo nelle corde od in altri marchingegni (penso al capotasto mobile che di solito funziona) si possono trovare sistemi estemporanei per migliorare la potenza del proprio strumento. E ripeto ancora di non illudersi mai nel cercare sistemi che possano stravolgere la predetta potenza in uno strumento che magari strutturalmente non può dare più di tanto.
A meno che non ceda una catena, o che un ponticello sia di cemento o che l' anima sia di scarsa qualità e collocata nel punto peggiore, i miglioramenti in termini di decibel di potenza acustica non sono così abissali così come si può pensare.

Bisogna solo chiedere a determinati liutai, perchè nella loro Gallery prevedono strumenti da Jazz e quelli da Orchestra. Forse cambiano gli spessori? Ma a che scopo, per dare più sustain allo strumento? Wink! Non penso che lo facciano per conferire maggiore potenza agli uni rispetto che agli altri. Però sarebbe bello, magari anche i materiali utilizzati e come vengono assemblati, capire e "sentire" l' effettiva differenza, qualora vi dovesse essere ed a parità di alcune condizioni, come il tipo di corda usate!

Ciao ragazzi.

Vito Liuzzi
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #12 - 18.03.2007 at 13:29:28
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Quote:
Grazie Giorgio per la risposta per nulla banale, anzi.


L'osservazione sulla tensione delle corde mi sembra giusta, però questa tensione è appunto diversa da un tipo di corda all'altra. Per esempio, montando delle Corelli medie (che hanno spessore e tensione ben precisi) cos'altro determina la potenza del suono?


Ottimo. Quindi immagino una maggiore pressione sul piano armonico. Chissà se è per questo che spesso si associa il volume con l'action alta. Alzando il ponticello si alza l'action, ma allora (sempre a parità di intensità di cavata/arco) è il primo che determina il volume. Se si alza il ponticello e si modifica l'angolazione della tastiera (come ho visto è stato fatto su diversi strumenti) si ottiene lo stesso risultato con il vantaggio di mantenere una certa "suonabilità".


Ottima osservazione!


A parte la necessità che le due estremità dell'anima aderiscano bene a piano armonico e fondo, in che direzione va posizionata per ottenere, appunto, più potenza?

Grazie.


Mi sa che necessita intervento di un liutaio a dire la sua o rettificare quello che stiamo dicendo...

Allora lasciamo stare la tensione delle corde è è un parametro (secondo la tua ipotesi)  non modificabile nel nostro esempio.

Resta l'altezza corde e l'anima.

Per quanto riguarda quest'ultima, io sono dell'opinione che esista una sola posizione corretta in base a ben precisi parametri che i liutaio devono conoscere. Quindi non mi sentirei tranquillo nello spostare l'anima per variare intensità (o carateristiche) del suono, perchè si interverrebbe sull'architettura dello strumento con rischi annessi e connessi.

Altezza corde: non sono certo che alzando la action ci sia maggiore pressione; per quanto riguarda l'angolazione del manico, non credo nemmeno che ci sia tanto 'gioco', sempre per sottostare ai parametri architettonici dello strumento che do per scontato vadano rispettati. 
Ma non dobbiamo dimenticare una cosa: concentriamoci pure sulla sola altezza corde ver valutare gli effetti del volume, però inconfutabilmente avremo ripercussioni anche sulla qualità (=tipo, caratteristiche) del suono. Questo per me significa che occorre trovare l'altezza corde che permetta di ottenere il suono cercato, ovvero un mix (compromesso? tra volume e tipo di suono.
Per esempio, action bassa ti dà un sustain più lungo col pizzicato.

ciao
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #13 - 18.03.2007 at 19:16:26
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In effetti è probabile che le differenze in db, come dice Vito, siano minime. In più, come ha sottolineato Giorgio, non sarebbe saggio trascurare il suono. Vabbè, forse questa mia ricerca è un pò una battaglia persa, è che a volte lo strumento per me diventa un'ossessione...
  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #14 - 21.03.2007 at 21:21:40
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dipende anche dalle dita...dita grasse suono rotondo e potente.

  
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #15 - 21.03.2007 at 22:00:33
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Cari amici,
èroprio in questi giorni mi sono deciso ad alzare un po' il ponticello regolabile, e per l'occasione l'ho anche leggermente assottigliato. Non so...non credo che si sia spostata l'anima, che è piuttosto ferma, penso piuttosto che sia questo aumento dell'altezza delle corde, soprattutto dalla parte della prima, sta di fatto che il volume della prima e della seconda corda è aumentato, e il timbro è notevolmente migliorato. Avrò forse leggermente spostato il piedino del ponte, nel rimontarlo? Mah, il risultato c'è e ora per un po' non tocco niente. E' vero quello che mi aveva detto Scaramelli (riverenza!) e cioè di procedere per tentativi. Bisognerebbe avere anche la pazienza e il tempo per provare piccoli spostamenti dell'anima... ma un po' di timore persiste.
Saluti 
b
  
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vitoliuzzi
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Re: Set up del nostro strumento: volume
Reply #16 - 22.03.2007 at 10:42:38
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Attento all' "effetto placebo", Bruno Wink!
Ma il ponticello te lo sei assottigliato da solo !!!??

Un saluto

Vito
  
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