Ciao a tutti. Raccolgo l’invito e faccio qualche considerazione a ruota libera, integrando quanto già detto nel sito della Virtual Big Band (sito ancora in costruzione: nella versione definitiva sarà possibile ascoltare i brani). Alcune persone hanno obiettato che sarebbe meglio, come tradizione, suonare assieme, guardandosi in faccia, riuniti in luogo comune. L’osservazione è fuorviante, perché costoro non hanno capito che l’alternativa che io ho non è suonare in gruppo oppure “virtualmente”, ma suonare “virtualmente” o non suonare affatto! Abito in un paesino fuori mano con meno di mille abitanti in cui è impresa quasi disperata mettere assieme un combo, figuriamoci una big band! Del resto tecniche e teorie attuali permettono cose impensabili solo qualche anno fa (si pensi p. es. a forme di insegnamento a distanza che consentono di laurearsi in parecchie discipline). La Virtual Big Band nasce come luogo di scambio (non a caso alcune informazioni sono state veicolate attraverso forum musicali) in cui siedono idealmente fianco a fianco professionisti ed amatori, anziani e giovanissimi (quattro persone hanno meno di vent’anni), uomini e donne che abitano anche in luoghi molto lontani. Pure i ruoli non sono definiti: polistrumentisti possono sbizzarrirsi in tutti i loro ambiti e chi vuole può cimentarsi come autore. Nella Virtual Big Band avvengono anche miracoli: uno scorda il giuramento di non suonare più in quattro su un giro armonico; un altro rompe gli indugi e riprende lo strumento che da anni dormiva in soffitta; un musicista riceve via e-mail la sua parte e un’ora dopo ha già inviato la sua performance; le trombe nicchiano? dal cilindro esce il Bercàndeon, uno strumento inedito che in un colpo solo le sostituisce… Altri aspetti interessanti: a) nella band nessuno è superfluo: più musicisti possono suonare la stessa parte: ognuno di essi riceverà il brano con la propria interpretazione. b) Ognuno può suonare nel momento più favorevole, quando è più rilassato, dopo avere studiato a fondo il brano oppure, con soluzione opposta, a prima vista. c) Suonare su una base midi (volutamente lasciata molto grezza, a mo’ di appunto sonoro e metronomo) può essere limitante ma, ne sono convinto, dà spesso più libertà interpretativa che non seguire pedissequamente le direttive, a volte discutibili, del maestro… d) Ho detto che nella band nessuno è superfluo, ma per fortuna nessuno è indispensabile: e ciò toglie dai piedi le insopportabili prime donne. Ora però la pianto perché sto diventando troppo partigiano e dò delle cose una versione edulcorata che omette i lati faticosi e frustranti (gestire, spesso in lingua straniera, contatti con una quarantina di persone, aspettare inutilmente performances promesse, difficoltà tecniche di vario tipo,…). Buone suonate a tutti, Fiorenzo
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