Ciao Gpto,
io personalmente non ci trovo niente di male.
Il mio metro di paragone é se mi piace o non mi piace e se "ha significato per me".
Il fatto che ci sia gente che ha un background che non é quello della musica afroamericana non mi disturba affatto.
C' é gente magari che viene dalla musica contemporanea europea o classica ed esprime comunque la volontà di esprimersi anche secondo certi parametri improvvisativi.
Che non sono quelli degli standards.
Per me non c'é niente di male in questo.
C'è sempre + gente che improvvisa in maniera straordinaria sugli accordi ma non ha + voglia di suonare gli standards.
I metri di paragone per giudicare un musicista che "improvvisa" credo che siano cambiati con il tempo.
Gli standards non credo che rappresentino l'unico metro di paragone.
Ora ad un musicista di jazz veramente attuale é richiesta non solo l'assimilazione del linguaggio "classico" o standards,
ma anche la capacità di poter padroneggiare le tecniche + contentemporanee,
nell'improvvisazione come nell'ambito compositivo.
Per me le vere "castronerie" sono le proposte che non sono "sincere" o sono mal realizzate.
E personalmente mi disturba molto di + qualcuno che resta nella struttura di Autumn Leaves e non dice assolutamente niente, rispetto a qualcuno magari + maldestro ma che esprime qualcosa.
Un sentimento, una sensazione, o uno stato d'animo.
Ma magari qui rientriamo in un ambito + soggettivo..
Anche se per me é importante anche l'impegno dell'ascoltatore nella riuscita di un'opera.
Per andare al di là dell'ovvio.
Forse é solo una questione di volontà e curiosità. Boh?
Cmq, non sono un antitradizionalista se vuoi saperlo.
Ieri ho suonato con Bobby Durham in un club in un ambito "straight ahead"..
Mi sono divertito un casino, ma mi diverto un casino anche quando suono jazz moderno, free, o musica contemporanea.
Non ho voglia di mangiare la stessa cosa tutti i giorni...
Ho bisogno di cambiare ed affinare il mio gusto...
La sto andando oltre...
OPs!
Scusate la prolissssssità..
Un salutone
Mauro