dinibass wrote on 07.06.2007 at 07:06:50:
Ciao a tutti,
La mia conoscenza della musica barocca è certamente superficiale, mi ci sono avvicinato per il desiderio di approfondire l'aspetto improvvisativo di questa musica, che temo si sia un po' perso oggigiorno - cosa che mi confermi anche tu leggendo le tue righe; tuttavia, conosco diversi musicisti classici che si dedicano a questa musica professionalmente e nessuno di questi ha mai improvvisato una nota. Quindi se vogliamo la filologia tanto ricercata si perde in partenza, non trovi?
Le contaminazioni in questo discorso non le vorrei fare entrare, perchè si tratta di prendere spunto da alcune caratteristiche di questo genere per arrivare altrove, il che va bene come approccio ma l'obiettivo è un risultato diverso dalla musica barocca (talvolta interessante, talvolta entusiasmante, talvolta scontato) e non lo vorrei mescolare in questa serie di considerazioni.
Il suono: capisco di non essere stato granchè chiaro e mi scuso. Vediamo di rimediare ma considera l'elemento SUONO fortemente correlato al risultato finale e al REPERTORIO CHE SI AFFRONTA, perchè c'è interazione tra essi, non separazione (mia opinione); permettimi anche di essere schematico anche se questo comporta una certa generalizzazione (e di conseguenza approssimazione); da una parte individuo il SUONO D'EPOCA, che come dicevo prima è suonato su strumenti settati come una volta, con arco barocco e corde in budello. Evidentemente la maniera di suonare (e la tecnica, le arcate etc) in questo caso ha anch'essa un approccio filologico, nel pieno rispetto di quello che all'epoca l'autore ha composto.
Dall'altra parte pongo invece quello che ho precedentemente definito come SUONO D'OGGI, dove quindi la strumentazione e il settaggio possono essere moderni (quindi ok corde in acciaio o quantaltro, per citare l'elemento più evidente) ed il modo di suonare e la tecnica anche - nel caso dei cd editi da ECM poi l'ambientazione e i riverberi che tradizionalemente caratterizzano da sempre l'etichetta aggiungono ulteriore modernità (opinione personale).
Spero che un paio di esempi possano aiutare: i cd Ecm di S. Stubbs (Teatro Lirico); di Maya Homburger con Barry Guy (ce ne sono diversi, tutti belli).
Ma non vorrei essere frainteso: non dico che l'approccio MODERNO è da preferire quello D'EPOCA, non è una scelta da fare; ma è bello prendere atto dei due approcci e volevo sottolineare che le operazioni d'epoca tralasciano troppo spesso l'aspetto improvvisativo (mi piacerebbe essere smentito con degli esempi, colmerebbe qualche mia lacuna!) mentre l'approccio moderno riceve ancora poco spazio (anche qui: se la mia è una visione limitata i vostri commenti sono benvenuti!).
Complimenti a chie è arrivato alla fine di questo lungo scritto!
Mi procurerò i cd perchè sono curioso e perchè non credo di aver capito del tutto...
- in base alla mia esperienza, se conosco musicisti di estrazione classica capaci di improvvisare, li ritrovo tutti nella musica antica
- Si potrebbe aprire un lungo capitolo su cosa si intenda per improvvisare in musica barocca e non mi addentro troppo: diciamo che un tastierista, organo o cembalo che sia, in quanto tale improvviserà sempre (davanti avrà sempre e solo una linea indicayiva di basso; gli organisti poi studiano l'improvvisazione come materia a se stante in conservatorio!); diciamo inoltre che gran parte del repertorio seicentesco in apparenza molto elementare, esiste perchè faccia da pretesto per "improvvisazioni" di un certo tipo; diciamo che era comune nel 600-700 improvvisare, ma se ti vuoi sentire Vivaldi lo puoi sentire tranquillamente tutto come scritto; diciamo che anche gli abbellimenti estemporanei rientrano in una pratica improvvisativa; diciamo inoltre che il rapporto improvvisazione-interpretazione è molto sottile.
- Un'altra precisazione: non sono solo corde e arco che dovrebbero fare la differenza tra strumento e strumento, ... ma in molti casi però è così...
- Insisto: il suono d'oggi (per quello che riguarda il suono, non la prassi e l'impro) è quello che normalmente e da molti decenni a questa parte puoi sentire in qualsiasi conservatorio italiano (che, generalizzando, è rimasto indietro...)
- Un'ultilma cosa: è pur vero che L'ECM è tendente al "reverbero con sotto un po' di musica" (non l'ho mai amata tanto questa cosa), ma questa è una tendenza che ultimamente molto si usa per i cd di musica antica.
- Le operazioni con struemnti d'epoca sono quelle che per l'appunto MENO tralasciano l'aspetto improvvisativo (ma non è sempre ovviamente così evidente per chi non ha la parte davanti). Questo è più evidente dal vivo in organici ridotti. In cd c'è poco interesse a esperimenti più vicini a una mentalità jazzistica, fatto salvo operazioni come quella di Lislevand per Ecm e poche altre, distanti e vicine dalla filologia (e per questo discutibile) che giocano sul fascino "esotico del timbro antico" e con una spontanea estemporaneità.
Ci ritorniamo sù, promesso
Ciao