Eccoci qui, miei cari bassettucci a parlare di quest'argomento che, se da una parte schifa alcuni, dall'altra appassiona molto, ovvero lo slap sul contrabbasso TADAAAAAAAANNN!! dunque, lo slap nasce come tecnica percussiva per (almeno nella primo blues e poi nel jazz) - farsi sentire acustici in una big band con corde di budello (le prime big band non erano amplificate, infatti il bassista era una specie di gladiatore che il walking se lo sognava, menava il contrabbasso seguendo le note della tuba, e non è un caso che l'andamento in 2 sia iniziato così), fino a quel bassista che iniziò il walking, di cui ovviamente adesso non ricordo il nome mettetecelo voi che è meglio - riuscire a suonare senza batteria, e qui vi attacco un articolo preso da spaghetti e blues e scritto da Gianni Franchi, storico bassista romano (inteso anche come accompagnatore, non per forze ricercatore di accordi di decima su quattro corde La funzione ritmico armonica del basso nel blues vede probabilmente le sue origini nelle marching band di New Orleans dove tale parte era affidata al basso tuba o al sousaphone. Essendo gruppi che si esibivano in movimento per accompagnare feste , funerali o parate, la parte ritmica doveva essere svolta da uno strumento a fiato trasportabile insieme alle percussioni come nelle migliori tradizioni delle grandi marching band militari della fine dell’ottocento. Tra le bande militari da segnalare quella di John Philip Sousa che fu anche l’inventore del sousaphone sopra citato, ovvero una tuba da parata, più facile da trasportare che da lui prese il nome. Tale strumento che tuttora viene utilizzato nelle band dixie o nelle marching band di New Orleans, svolge la stessa funzione del “nostro” basso a corde ed alcuni strumentisti di oggi, come Kirk Joseph della Dirty Dozen Brass Band, riescono a suonarlo con grande maestria. Ma il modo di suonare il basso nel blues viene sicuramente influenzato, oltre che dalle già citate brass band di New Orleans ed dalle jug band, anche dal modo pizzicato di suonare il contrabbasso adottato nel jazz . La tecnica dei primi contrabbassisti jazz è probabilmente derivata dalla tradizione classica infatti ,come si può notare in alcune foto dei primi del ‘900, è prevalentemente suonato con l’archetto; pian piano però l’evoluzione tecnica di questa musica comincia a richiedere un diverso portamento del basso. Si sviluppa quindi la tecnica “walking” accentando ognuno dei 4 beat della misura. Per far si che il basso potesse “camminare” i contrabbassisti cominciarono ad utilizzare la tecnica del pizzicato. Tale tecnica, anch’essa di derivazione classica, consiste nel pizzicare con uno o due dita le corde (generalmente con indice e medio, talvolta anche con l’anulare). La leggenda narra che uno dei pionieri del contrabbasso jazz, avendo rotto l’archetto durante un concerto, dovette per forza di cose cominciare a suonare in questa maniera creando così il nuovo stile . Tra i grandi di questa tecnica si annoverano Walter Page dell’orchestra di Count Basie, Jimmy Blanton, Ray Brown e molti altri . Ma il modo di suonare il basso nel blues è stato sicuramente influenzato anche dalle parti suonate sui bassi del pianoforte soprattutto nel boogie o nello stile jump, jive (come ad es. nei timpany Five di Louis Jordan). In tal senso anche il modo di suonare dei chitarristi blues, con l’uso delle corde basse, ha avuto la sua importanza. Molte linee di basso del Chicago Blues infatti sono dei raddoppi della chitarra ritmica, tanto è vero che in molte incisioni dei primi anni della Chess(Little Walter, Howlin’ Wolf) non c’è un bassista ma spesso due o più chitarre di cui una che suona delle linee sulle corde basse. Spesso le chitarre venivano accordate un ottava sotto. Un altro antenato del nostro basso fu uno strumento molto rozzo che veniva costruito con una cassa in legno o metallo, un manico di scopa ed una sola corda. Willie Dixon lo chiamò, durante una intervista con Rob Wasserman, il tin-can bass. Altre volte veniva denominato wash tub bass . In questo strumento ancestrale bisognava tirare con forza la corda ( meglio usare i guanti per non distruggersi le mani !) mentre cambiando l’angolazione del manico si cambiava l’altezza delle note. La tinozza faceva da cassa armonica. Da questo probabilmente deriva un modo molto ritmico di suonare il contrabbasso che viene da alcuni chiamato lo slap (che verrà poi ripreso anche sul basso elettrico funky) . Questa tecnica, molto usata anche nella musica popolare dei bianchi (country,bluegrass, hillibilly), consisteva nel tirare la corda con forza verso l’alto mentre la si pizzica creando così un effetto ritmico al suo rimbalzo contro il manico. Tale utilizzo era molto efficace proprio quando il bassista doveva accompagnare un solista senza l’ausilio di una batteria. Un grande esecutore di questa tecnica, è stato Big Ernest Crawford che si può ascoltare nelle prime incisioni di Muddy Waters per la Chess di fina anni ’40 (I can’t be satisfied o Rollin’ and Tumblin) . Se vi appassionate a questa tecnica è essenziale dare una occhiata ai grandi bassisti bluegrass (fanno addirittura un “ triple slap”) ed ai contrabbassisti rockabilly che ne hanno fatto un vero e proprio marchio di fabbrica (ne cito uno famoso: Lee Rocker ex Straycats). Sicuramente non si può parlare di basso nel blues senza far riferimento a Willie Dixon.
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