Tre pareri veloci veloci: a) Il "bravo archettaio" che sa come far rendere al meglio il crine fasullo non è un bravo archettaio ma un semplice demente. Perchè solo un demente può inficiare un suo prodotto di qualità mettendoci su del crine fasullo (visto che la mazzetta di crine, anche se molto buona, ha comunque un costo irrisorio sul prezzo totale dell'arco, e montare crine buono o crine schifoso a lui costa lo stesso lavoro). L'arco artigianale quasi certamente quindi monterà crine di buona qualità: sta poi allo strumentista decidere se preferisce quello più ruvido (più robusto e sonoro ma con più rumore di fondo) o uno più liscio (timbro più puro, ma meno potente e crine meno durevole). Sono solo gli archi molto, ma molto economici a cui si rende necessario il cambio di crine (ne ho visti persino incrinati con pura e genuina BAVA DA PESCA...) b) L'arco, se si sfibra con l'uso, NON E' UN ARCO BEN FATTO, oppure, in alternativa o in aggiunta, è stato tenuto mal dal precedente proprietario che lo ha mantenuto in tensione anche quando non veniva usato. Se la fibra del legno è buona ed adeguata al tipo di curvatura che si intende dare, se l'archettaio sa quando la bacchetta è pronta a ricevere la piega e la misura in cui essa va data volta per volta (mica si piega tutto assieme, a parte quelli di fabbrica) e se l'arco viene trattato bene, la piega non la perde. Il solito "bravo archettaio", se è pure onesto, ammette che l'arco ben fatto non si sfibra. Se la mena che dopo tot tempo questo avviene in ogni caso, e quindi bisogna per forza cambiarlo, non è un buon archettaio ma un filibustiere. Il guaio è che poi convincono pure certi musicisti, che per essere "all'altezza" si impongono di cambiare davvero l'arco ogni tot anni... contenti loro... l'archettaio è contento di certo! Come mai abbiamo ancora in commercio tanti Tourte, Vigneron, Lazare, Morizot e prodotti di loro contemporanei forse meno celebri ma non molto meno talentosi, che ancor oggi sono in mano ai grandi solisti, e che valgono più di casa mia?? Sono tutti sfibrati e i grandi solisti sono tutti tonti e non se ne rendono conto? Che ne dite, andiamo a spiegarglielo noi?? c) La tartaruga non cambia un bel niente, nel suono. Il nasetto deve avere un determinato peso, per non squilibrare la bacchetta, e possibilmente deve essere fatto di un legno o materiale non troppo attaccabile dal sudore della mano. Il resto è pura e semplice estetica. Ci sono nasetti in osso, corno, ebano, avorio, legno di rosa, legno di amaranto, legno di bosso, tartaruga, lastronati in madreperla ecc, La tartaruga (quando è vera, e non è plasticaccia) ha un gioco di trasparenze che la rende molto particolare, ma il sudore con PH particolarmente acido la può sciupare, quindi non è il tipo di nasetto più resistente. Inoltre ha un costo proibitivo. In genere si usa con le montature in oro, per ragioni di abbinamento di colore. PS - "pernambucco" lo dicono gli anglofoni. Noi Italiani siamo sempre un po' buzzichi, si sa, e usiamo dire 'pernambuco'... "Pernambucco" mi sa tanto di "Thaithaaanicccc" in luogo di "Titanic"...
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